la mappa è il mondo

Variazioni sul foglio mondo - settembre a Roma

Le nuvole alte raccolsero l’ultimo sole, quello che già si era ritirato oltre l’orizzonte. Si fecero diafane, trapunte: un movimento di seta strappata, indaco e vermiglio, nel cielo.Teo sentì la vita svuotarsi.
La sera fece compatti i pini e i lecci e i frusti cipressi puntuti e portò gli odori umidi e spessi dell’alloro e degli aghi di pino.
Non ci si chiede mai com’è che comincia. Piuttosto ci si chiede quando, una data, un posto, magari l’ora precisa? Andavo in giro.  Teo camminavo, prendevo lo scooter, la Circolare o qualsiasi autobus passasse senza sapere dove portasse. Andava in giro come una bestia senza padrone, sperando di non incontrare nessuno che lo conoscesse, sperando che nessuno gli parlasse. Avrebbe voluto passare volando, come aveva visto fare a un violinista in un quadro di Chagall: senza troppo toccare, senza troppo volere, senza troppo esserci e col corpo pesare.
Si portava dentro il suo lupo che lo divorava e sperava, come la piccola Gretel, che se non avesse più mangiato anche il lupo l’avrebbe smessa.
Nel frattempo camminava fino ad estenuarsi, andava in giro fino allo sfinimento cercando di stare un passo avanti all’ansia e alla bestia.

(vedi 342)