Histoire d'A

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.. all'entusiasmo del demiurgo che modella la vita, di lì a poco, si sostituisce però un altro sentimento.. un’inquietudine che parte dal ventre, risale i precordi e s'installa infine nei pensieri di A facendosi esatta idea e consapevolezza che sull’isola non c'è nemmeno una (dico una) sala parto attrezzata.. dibattuta tra l'immaginarsi animale-donna-selvaggia-che-tutto-può e il sapersi mamma-alle-prime-armi-che-insomma-almeno-un'ecografia-non-ci-starebbe-male, finisce coll'isolarsi sempre di più, ovvero, essendo già isolata su un'isola, a frequentare il ventre silente del veliero, ormai diventato la sua simbolica arca..
in quel calmo silenzio, rotto solo dal subacqueo sussurrare del mare, passa interminabili ore seguendo la brezza d’indistinti ricordi e lasciandosi trascinare dai venti maestri di confuse proiezioni di futuro... ed è in quella specie di tomba galleggiante, feconda d'imperscrutabili pensieri sulla rigenerazione della stirpe degli umani, sulla maternità e pure un pochetto sulla paternità, che, dopo attenta e sofferta riflessione, A decide di decidere.. 
non si sa con quali persuasivi argomenti (e qui solo il lettore malpensante includerebbe nella lista anche la minaccia, fatta a D, di rivelare a C la possibile non-sua-paternità.. solo il lettore malpensante, dicevamo, oltre a chi scrive, naturalmente) A riesce a convincere D ad abbandonare nottetempo quelle sponde, a riprender la via del mare e darle uno strappo almeno fino a.. (voglia il gentil lettore attendere che chi scrive, difettando d'alcuni dettagli meridian-paralleli, si documenti sulla geografia delle Galapagos.. vabbè googlearth fa i capricci e dunque, pur temendo che non sia la più felice tra le scelte disponibili, facciamo Cile e non se ne parli più).. almeno fino in Cile..
e fu così che quella calma sotto le onde si fece (fretta e) furia.. e il veliero salpò.. 

 

maria mena: calm under the waves