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GIORNI DI VALUTA

Post n°9 pubblicato il 08 Novembre 2009 da CasaPoundVarese
Foto di CasaPoundVarese

 

A partire dal 1 novembre è diventato operativo il d.lgs 78/2009 in materia di giorni di valuta nelle operazioni bancarie.

Per chi fosse ancora ignaro di cosa si intenda con tale termine, essi consistono nell’intervallo di tempo che intercorre tra la data dell’operazione dell’addebito di assegno, bonifico e altro prelievo, e l’accredito all’avente diritto; nel caso di versamento di denaro, sono i giorni che intercorrono tra l’atto e il giorno in cui soldi compaiono sul conto e decorre il calcolo degli interessi attivi; ancora, per le carte di credito, è il tempo che intercorre tra l’accredito istantaneo e l’addebito delle spese di operazione sul conto del titolare.

Motivo di tale pratica era che per la natura dei titoli (in passato prevalentemente cartacei, ed esigevano quindi una naturale attenta verifica) o per ragioni di opportunità contabile erano necessari tali giorni per procedere alla partita doppia (cioè, l’annotazione dell’operazione e la scrittura contabile opposta in una logica di accredito/addebito).

Vediamo alcuni esempi: l'incasso di un assegno, cambiale o bonifico bancario richiedono un tempo tecnico per l'accettazione del titolo di credito da parte della banca dell'intestatario, per la verifica della copertura degli importi sul conto corrente, e per un controllo dei dati (ad esempio a fini di antiriciclaggio e contro il finanziamento di organizzazioni terroristiche).

Ma quale è il risvolto concreto di questa prassi? Finché il denaro non è addebitato/accreditato alla controparte a fronte di un versamento/prelievo, la presenza di una partita viaggiante consente agli intermediari finanziari di disporre di somme da investire, tenute per alcuni giorni di valuta, e non iscritte in bilancio.

Quindi, mentre cessa il calcolo degli interessi attivi sul conto di colui che effettua l’operazione e il beneficiario deve attendere alcuni giorni prima della disponibilità del denaro che gli spetta, l’istituto di credito ha libertà di impiego per quei giorni in cui il denaro è sospeso in un limbo tra un conto e l’altro.

La domanda che sorge spontanea è: ora che la maggior parte dei pagamenti diventa per essere effettuata tramite mezzi telematici e quindi è possibile la contemporaneità tra operazione e registrazione contabile, che senso hanno ancora questi giorni di valuta se non quello di convenienza bancaria???

La soluzione possibile? Pagare tramite Postepay e operazioni di Money Transfer, che sono mezzi che non presuppongono conti correnti e quindi l’accredito e la riscossione sono immediati.

Vediamo in dettaglio le novità del d.lgs. 78/2009:

Bonifici: data di valuta beneficiario: 1° giorno lavorativo successivo a quello del versamento; data disponibilità somma: 4 gg successivi alla data del versamento.

Assegni circolari: data di valuta beneficiario: 1° giorno lavorativo successivo a quello del versamento; data disponibilità somma: 4 gg successivi alla data del versamento

Assegni bancari: data di valuta beneficiario: 3° giorno lavorativo successivo a quello del versamento; data disponibilità somma: 5 gg successivi alla data del versamento

Non esiste più alcuna differenza fra i giorni di valuta e di disponibilità per i pagamenti di assegni bancari, circolari o bonifici, in piazza o fuori piazza.

 
 
 

Cosa sono le cartolarizzazioni

Post n°8 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da CasaPoundVarese

Cosa sono le cartolarizzazioni 

 

La "cartolarizzazione" è la vendita di diritto, nella fattispece la vendita di un credito, a A a B;

In Italia le cartolarizzazioni si sono sempre fatte, regolate dall'Art. 1264 del Codice Civile del 1942, ma nella vendita dei crediti sono state introdotte sostanziali novità, penalizzanti per il "debitore venduto", prima con il D.Lgs 385/93 (Testo Unico Bancario) e poi con il D.Lgs 130/99 (delle cartolarizzazioni)

 

E' penalizzante perchè:

- la vendita avviene a completa insaputa del debitore venduto

- la vendita può essere fatta a un numero infinito di soggetti, senza limite di tempo (può durare secoli)

- la cifra del debito, nei vari passaggi, viene determinata da chi vende, su sua semplice "dichiarazione" a chi compra

- ogni soggetto ci aggiunge spese, interessi, anatocismi, senza doverne rendere conto al debitore venduto.

- la formazione della cifra del debito avviene in "libertà di imbroglio". Ad esempio il creditore può praticare l'anatocismo che è vietato senza commettere un reato. Dipende poi dalla capacità/possibilità del debitore di difendersene, se no paga anche le richeste illegali.

- quando il proprietario del vostro debito decide di incassarlo (nel caso mio ad esempio dopo 19 anni) può chiedere e ottenere automaticamente, in virtù della sua "dichiarazione", un pignoramento della casa, dello stipendio e dei risparmi. In questo modo lo mette in condizioni di inferiorità psicologica e materiale, obbligandolo a "trattare".

- il debitore che "tratta" e si "accorda" perde la possibilità di rivalersi successivamente.

- gli accordi sono "capestro", in quanto se la somma concordata non copre interamente la richiesta iniziale dopo l'incasso il credito viene venduto di nuovo e quindi richiesto nuovamente al debitore e ai suoi eredi.

- Per interrompere la catena verso figli, nipoti e pronipoti si può solo fare la rinuncia all'eredità. Quindi il debitore è di fatto condannato a vita a versare ogni suo bene al creditore.

 

Nell'antica Roma la schiavitù del debitore insolvente e l'ereditarietà del debito è stata proibita dalla Lex Poetelia Papiria nel 326 AC.

Non era prevista neanche, dopo la caduta dell'Impero Romano, dal diritto barbarico. Ad esempio nel diritto barbarico longobardo il debitore poteva decidere se mettersi nella perpetua servitù del creditore o essere ucciso (Obnoxiactio), e un parente poteva "decidere" se pagare in sua vece (Crene Cruda)

L'ereditarietà del debito l'ho ritrovata solo nel Messico sotto la dittatura di Porfirio Diaz, abolita con la rivoluzione di Pancho Villa e Emiliano Zapata, nel 1912;

 

www.abusibancari.org

 
 
 

L'accesso al credito

Post n°7 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da CasaPoundVarese

Lettera dal Corriere della Sera

 

Caro Direttore, in azienda do lavoro a 13 dipendenti e, dopo numerosi ripensamenti, ho dovuto — sono stato costretto — ricorrere alla cassa integrazione in deroga. Che fortunatamente offre la possibilità di richiamare i collaboratori quando arrivano ordinativi, quindi si è rivelata utile e flessibile. Ma non ci si venga a raccontare che l'accesso al credito è facile.

E nemmeno che è stato fatto tutto ciò che si riteneva giusto per l'imprenditoria del nostro territorio. Perché il Ministro Tremonti non utilizza gli otto miliardi che avanzano dei suoi Bond (gli istituti di credito ne hanno acquistati solo 4 miliardi) per ricapitalizzare i Confidi— che una mano alle imprese la danno veramente — e sostenere le imprese? Perché non si attua una moratoria sugli studi di settore? Perché non utilizzare i soldi pubblici — che sono soldi anche degli imprenditori e dei cittadini — per dare incentivi alle pmi e servizi per lo sviluppo economico? Quindi, non solo contributi ai soliti — leggasi Fiat — ma anche ai piccoli.
Perché non si attua la legge sulla subfornitura che riduce ad un massimo di 60 giorni i termini di pagamento ai fornitori?

E poi si devono pagare le tasse — con le addizionali locali si arriva al 53% — quando non si riceve nulla in cambio. L'Irap dovrebbe essere abolita, così come in Germania. Chiedo meno tasse per la mia impresa e meno tasse per i miei dipendenti. La detassazione del costo del lavoro è ormai un fatto di competitività, ed è per questo che il Governo si dovrebbe decidere ad applicare i differenziali retributivi basati sulla produttività al fine di rilanciare i consumi.

Tutto costa e tutto è una tassa in questa nostra Italia. Tremonti incolpa le banche e le banche danno la colpa al ministro: ed io ci sono in mezzo.

Sono riuscito a sopravvivere in questo periodo anche grazie ad Artigianfidi Varese, che ha fatto da tramite con gli istituti di credito, ed alla sensibilità di alcune filiali locali che ancora oggi cercano di dialogare con i clienti. Ma la morsa del credito si sente.

In questo momento, però, voglio premiare quelle banche che dal territorio non si sono mai allontanate. Quelle territoriali per storia e quelle territoriali per vocazione che hanno deciso che la moral suasion, da sola, non serve a nulla.

Poi i grandi della finanza possono dire ciò che vogliono, ma delle pmi sembra non gliene importi granché. La mancanza di credito ci ha tagliato le gambe e se i Tremonti Bond dovevano essere così preziosi per il nostro futuro, perché gli istituti di credito non si sono fidati? Perché non li hanno comprati?

Non prendiamoci in giro: su questo nostro territorio si fa impresa nel vero senso della parola. E prima di licenziare, l'imprenditore mette mano ai suoi risparmi per andare avanti. Farebbero lo stesso le banche? Forse qualcuna, ma sono poche.

Per ora reggo, anche se il settore della meccanica è tuttora in bilico tra una ripresa quasi impercettibile ed il pericolo di ricadere nel baratro.

Cordiali saluti

Davide Galli, Ellebi Snc, Gallarate (Va)

 

 

Per completezza.

 
 
 

Usura a Udine fermata dalla Guardia di Finanza

Post n°6 pubblicato il 10 Ottobre 2009 da CasaPoundVarese
 

Le indagini sono state complesse. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, con una serie di accertamenti, perquisizioni, interrogatori, riscontri, hanno investigato per quasi due anni sul territorio nazionale, ma alla fine sono riusciti a smascherare un articolato sistema usurario, che si serviva di numerosi funzionari bancari infedeli ed aveva gettato sul lastrico un imprenditore.

La Guardia di Finanza, da sempre, è impegnata a tutela dei cittadini e dell’economia ed è particolarmente sensibile, in questo momento storico contrassegnato da una congiuntura sfavorevole, al regolare funzionamento del sistema creditizio e finanziario. Da questo, infatti, provengono le risorse che consentono alle imprese di operare al meglio; un circuito bancario sano è, dunque, garanzia imprescindibile per il benessere di tutta la società.
Le fiamme gialle udinesi, anche attraverso i contatti con le categorie, hanno in più occasioni manifestato la disponibilità ad accogliere le segnalazioni di operatori economici, che in un momento di difficoltà si fossero trovati “risucchiati” in un giro di usura destinato a portarli alla definitiva rovina. Proprio in virtù di queste indicazioni, un imprenditore edile ha avuto il coraggio e la forza di rivolgersi alle Istituzioni, e di fornire al Nucleo pt di Udine una serie di spunti informativi necessari per avviare le investigazioni.
La vicenda ha seguito il canovaccio classico di queste situazioni. La vittima, per sopperire ai problemi di liquidità sorti a seguito di un grosso investimento aziendale sfortunato, era entrata in contatto con un “clan” di usurai, radicato non solo in provincia di Udine, che, concedendo somme in prestito a tassi d’interesse anche superiori al 400 per cento annuo, l’hanno ridotta sul lastrico in pochissimi mesi.
Nel tentativo di restituire le sempre più ingenti cifre dovute agli usurai, l’imprenditore si è, quindi, rivolto al canale bancario, che ha concesso l’apertura indiscriminata di molteplici linee di credito, conti correnti e finanziamenti – ripetutamente rinnovati – a nome del richiedente e del coniuge, per importi tuttavia assolutamente sproporzionati rispetto alla loro capacità reddituale ed alle dimensioni aziendali.
Dalle indagini della Guardia di Finanza è emerso che i sette funzionari dei quattro istituti di credito coinvolti, operanti fuori Regione  – tutti in posizione di vertice (Direttori Generali, Direttori di Filiali, Consiglieri di Amministrazione, etc.) – erano pienamente consapevoli che il denaro prestato dalle banche alla vittima veniva retrocesso esclusivamente agli usurai, che tra l’altro erano conosciuti come tali. Nonostante ciò, hanno continuato a concedere il denaro, di fatto destinato da ultimo a finanziare gli usurai, per oltre due anni, ed in modo che gli organi preposti ai controlli antiriciclaggio e usura non interrompessero tale illegale condotta, astenendosi da ogni segnalazione prevista dalla legge per i casi di anomalia ed anzi omettendo la chiusura dei rapporti bancari illecitamente destinati ad alimentare il flusso dei pagamenti.
In buona sostanza, i soggetti denunciati confidavano nella possibilità di lucrare ingenti commissioni bancarie e di riuscire ad espropriare, alla fine, i beni immobili di ingente valore dati in garanzia dalla vittima del giro di usura.
Non hanno, però, fatto i conti con l’impegno nello specifico settore del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, che vanta una professionalità maturata negli anni, come ha riconosciuto lo stesso soggetto usurato, plaudendo all’esito delle indagini condotte dai militari friulani, dai quali ha trovato ascolto attento e capacità di affrontare con tenacia e competenza il contrasto di fattispecie che minano gravemente il nostro tessuto economico e sociale.

 
 
 

Carte revolving

Post n°5 pubblicato il 30 Settembre 2009 da CasaPoundVarese
 

Ciao,

Per prima cosa volevo ringraziare i primi coraggiosi partecipanti al blog. Non è semplice parlare a sconosciuti di argomenti tanto sensibili, è altresì vero però che solo condividendo esperienze saremo in grado di impedire che certe ingiustizie vengano perpetrate ad altri o a noi stessi in un prossimo futuro.

Ne approfitto inoltre per creare qualche argomento di discussione dal quale partire, un suggerimento di dibattito, oggi posto dal sito di altroconsumo un veloce riassunto sulle carte prepagate e revolving.

 

Eurilia, la nostra guida ai servizi finanziari
L'abc delle carte prepagate ricaricabili e delle revolving

Carta d'identità

Prepagate. Sono mezzi di pagamento che permettono di prelevare dagli sportelli Atm e di pagare nei negozi aderenti al loro circuito internazionale di riferimento nei limiti dell'importo precedentemente caricato. Sono carte di debito, perché gli utilizzi vengono addebitati al momento dell'operazione; non è possibile utilizzare la carta oltre l'importo caricato. Sono ricaricabili: la stessa carta può essere caricata più volte fino alla sua naturale scadenza.

Revolving. Permettono di rateizzare gli utilizzi attraverso gli estratti conto che conterranno ogni mese una rata a pagamento del credito utilizzato. Quando si usa la carta si accede a un credito (il fido concesso al momento dell'emissione) che è ricostituito con le rate ed è riutilizzabile per altri utilizzi (per questo si parla di credito revolving, cioè credito rotativo). Più che mezzi di pagamento sono mezzi di finanziamento: sicuramente anonimi, flessibili e utilizzabili anche per piccoli importi. Ci sono carte revolving pure (utilizzabili solo con la rateizzazione) e carte option, carte di credito tradizionali utilizzabili con modalità revolving (da attivare telefonando al Servizio clienti dell'ente emittente).

Attenti a

Prepagate. Sul mercato ne esistono molte e sono tante le alternative, dato che sono carte disponibili anche per chi non è correntista dell'ente emittente. Bisogna scegliere la carta migliore tenendo conto dei costi e del circuito di riferimento. Le prepagate non prevedono un canone annuale ma solo un costo per l'emissione (che si paga una sola volta); ci sono costi variabili di ricarica e spese previste per l'utilizzo di una carta di credito (commissioni per il rifornimento di benzina, anticipo di contante…). Sono consigliabili solo per chi non ha una carta di credito e non vuole sottoscriverne una o per i giovanissimi (soprattutto per le loro vacanze all'estero).
Se dovete usare la carta prepagata online scegliete una carta Visa Electron o Mastercard.

Attenzione, però, non scegliete la prepagata perché pensate che la carta di credito tradizionale sia poco sicura su Internet. Non è così. Infatti, l'articolo 56 del codice del consumo protegge il titolare se la sua carta è usata in maniera fraudolenta online: basta segnalarlo all'ente emittente, che riaccrediterà le somme prelevate per intero. Quindi chi ha una carta di credito tradizionale può tranquillamente usarla su Internet, avendo, però, l'accortezza di controllare sempre l'estratto conto e di contestare gli addebiti errati.

Rispetto alla carta di credito tradizionale, le prepagate sul mercato, nella maggior parte dei casi, non rispettano la raccomandazione Ue 489/97: quindi, in caso di furto/smarrimento si deve immediatamente bloccare la carta, ma gli utilizzi fatti prima del blocco sono tutti a carico del titolare senza alcun limite. Considerando che ci sono prepagate che permettono di caricare fino a 1.500 euro (alcune arrivano fino a 10.000 euro), si tratta di una clausola davvero penalizzante. Vi consigliamo, quindi, di mantenere sulla carta una carica al massimo di 150 euro, e ovviamente di bloccarla immediatamente in caso la perdiate o vi venga rubata.

Revolving. Devono essere scelte sulla base del costo della rateizzazione (Isc - Indicatore sintetico di costo). Anche per queste carte valgono i costi di utilizzo previsti per le carte tradizionali, ma il loro ammontare è ben poca cosa se paragonato al costo del finanziamento.

Nella maggior parte dei casi si tratta di carte che hanno tassi d'interesse molto superiori a quelli dei prestiti personali o agli scoperti di conto corrente. Tenete conto che il costo dell'invio dell'estratto conto incide in media per circa due punti percentuali sul costo effettivo dell'utilizzo della revolving.

Lasciarsi bene

Prepagate. Restano valide fino alla scadenza riportata sulla tessera. Esistono regole precise se non si vuole più usare la carta e ci sono rimasti soldi in carica; in genere il rimborso dell'importo residuo può essere richiesto in qualunque momento entro 12 mesi dalla scadenza della carta. L'operazione di rimborso è in genere a pagamento (in media 2 euro): c'è chi arriva a chiedere fino a 10,50 euro.

Revolving. Valgono le stesse regole delle carte di credito tradizionali. Per poter recedere, in molti casi bisogna rispettare termini ben precisi di scadenza, pena il rinnovo automatico per l'anno successivo e, quindi, l'addebito del canone annuale. Vi consigliamo di controllare, sul Regolamento, regole e procedure per il recesso. Se si sta ancora pagando la rateizzazione, per recedere dovete pagare in un'unica soluzione il debito residuo; molte carte applicano una commissione di estinzione anticipata (per legge non può essere superiore all'1% del residuo).

La nostra voce

Prepagate. Su queste carte care e insicure Altroconsumo ha presentato all'Antitrust alcune rivendicazioni:

  • bisogna legare il costo di ricarica al costo effettivo dell'operazione: pagare 5 euro per caricare la carta, indipendentemente dall'importo caricato, è eccessivo e oneroso;
  • non è giustificabile un costo di blocco per la carta eccessivamente oneroso per il cliente;
  • il rimborso del residuo deve essere sempre possibile senza limitazioni di importo caricato e senza spese;
  • come accade per le tessere bancomat, il prelievo dagli Atm dell'emittente in Italia deve essere gratuito;
  • anche i Regolamenti delle carte prepagate devono recepire la raccomandazione UE 489/97, per cui se la tessera va persa o rubata, il titolare può essere considerato responsabile per gli utilizzi fraudolenti fino a un massimo di 150 euro prima del blocco della carta e per nessuna spesa dopo il blocco. Attualmente, invece, molte delle carte prepagate (fra queste la più diffusa: Postepay) non prevedono questa possibilità.
Revolving. Altroconsumo ritiene che soprattutto negli anni passati le carte di credito revolving siano state diffuse dagli enti emittenti senza che i consumatori si rendessero veramente conto dello strumento di finanziamento che avevano in mano. Sono spesso utilizzate pratiche commerciali non chiare, per cui chi sottoscrive un prestito finalizzato spesso si vede arrivare a casa, senza che l'abbia richiesta esplicitamente, una carta revolving. L'offerta deve essere la più chiara e trasparente possibile nei confronti di consumatori consapevoli.
Indubbiamente in un recente passato le banche sono state molto propositive e poco comunicative in merito a questo tipo di carte. Con tutte le conseguenze del caso.
Gabriele
PS ne approfitto per segnalare anche il gruppo Facebook del blog:
 
 
 
 

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