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MITA MEDICI LA REGINA DELLO ZOO DI VETRO. Il debutto a Bari

Post n°5808 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da romolor
 
Foto di romolor

E' andata in scena al Teatro Bravò di Bari in prima nazionale la commedia Zoo di vetro di Tennessee Williams con Mita Medici nel ruolo principale e per la regia di Manuel Giliberti.
Amanda Wingfield (Mita Medici) è una donna  distinta che in gioventù ebbe molti corteggiatori a differenza della figlia, Laura, timida e modesta e che, ventiquattrenne, è immersa in una sorta di eterna adolescenza.
Il contrasto tra le due donne si fa evidente quando la madre scopre che la ragazza ha disertato le lezioni scolastiche di dattilografia e stenografia scegliendo di chiudersi in casa. Durante le ore di scuola, Laura passeggiava ovunque    visitando vari luoghi, a zonzo per Saint Louis.
Amanda nonostante ciò tende ad  avere un ruolo attivo, cercando di contrastare inoltre  la deriva di Tom, magazziniere, altro fallito che è solito rinchiudersi nella gabbia illusoria del cinematografo. Siamo negli anni Trenta; la famiglia non ha superato il trauma dell'abbandono di Mr Wingfield, il capofamiglia. Mita Medici si muove in scena con padronanza di sé in un ruolo che le si adatta in maniera perfetta,
Ella riesce con la giusta ironia e  con deliziosi tocchi di leziosità e leggerezza a stemperare l'atmosfera drammatica dell'opera originale ,supportando la giovane Lucrezia Rossetti nel ruolo di Laura e Michele Stella nei panni di Tom.
La Rossetti appare molto immersa nella parte, mentre Stella ha qualche difficoltà, soprattutto con la dizione, pur mostrandosi volenteroso.
Sono efficaci i costumi di Rosa Lorusso, che calzano perfettamente addosso a Mita Medici.
Tra essi, un curioso kimono rosso.
Amanda-Mita Medici è l'epitome della donna giunta al viale del tramonto secondo il sentire dell'epoca (la commedia è del '44) ma che in realtà graffia ancora ,al fine di tentare di rattoppare un insieme imperfetto, composto da un nucleo familiare la cui deriva, causata dall'assenza del capofamiglia, ma soprattutto dalla scarsa comunicativa della sua prole (la ragazza enfatizza il fatto di essere claudicante , isolandosi nella collezione di statuine di vetro a forma di animali, mentre il figlio vive anch'egli in un mondo  a sé) porta i tre personaggi in situazioni senza apparente vie di uscita , perché persiste  nelle loro vite un inutile ripiegamento in sé stessi.
L'eccezione è Amanda, appunto. La vediamo splendida e agile quando torna a casa, con gli occhiali da sole, dopo un colloquio deludente con gli insegnanti di Laura.
All'inizio dell'anno scolastico la ragazza, sconfitta dalla timidezza, vomitò vicino a compagni e insegnanti, riportandone vergogna e ulteriore abbassamento dell'autostima.
L 'unica evasione per Amanda è tentare di vendere riviste letterarie per telefono ad abbonati ormai disinteressati.
Il riscatto sembra arrivare con l'arrivo di Jim, un collega magazziniere di Tom, ospite per una cena  (molto credibile l'attore Giordano Cozzoli che ricorda il Kirk Douglas della trasposizione al cinema del 1950) . Amanda sogna di sistemare con costui la figlia, impresentabile in società. In un'atmosfera delirante ( la luce viene staccata dalla compagnia elettrica; le bollette che Amanda aveva affidato a Tom per il pagamento sono state occultate in un cassetto) il giovane  riesce a fare amicizia con la ragazza a lume di  candela.
I due si erano conosciuti di sfuggita anni prima. Jim   tenta di spronare la sua ospite ad uscire dalla gabbia nella quale si è auto-reclusa: molti dei suoi complessi sono esagerati ed esacerbati da una mente troppo sensibile. Laura  fraintende l'interesse di Jim e sarebbe disposta ad avviare qualcosa più di un'amicizia. Ma egli   ama da tempo una certa Betty, che sta per sposare. E' felice, si sente completo e vorrebbe che anche gli altri provassero la sua  realizzazione , acquisita grazie a un incontro molto fortunato.
Laura e Amanda sembrano confinate così all'infelicità , mentre Tom , forse il personaggio meno positivo in assoluto, rifiuta la sua famiglia per rifugiarsi come al solito al cinema, che proietta Greta Garbo, Tom Mix etc... La regia è insieme raffinata e minimalista: non insiste sui tono del melo, ma piuttosto su una certa malinconia del passato, che rivive in una scenografia semplice ed accattivante.
La Medici ovviamente supera tutti, sia per immersione nel personaggio che per i ritmi che gli impone ; variano dal sofisticato allo svanito , ma sempre coniugati con perfetta ironia.
Le musiche originali sono di Antonio di Pofi.
Tra gli svarioni di alcuni siti internet, citiamo quello che definisce Amanda Wingfield "una Filumena Marturano eduardiana".
Tennessee Williams, l'autore, nacque a Columbus nel 1911. Morì a New York strozzato dopo avere ingerito un intero flacone di barbiturici.
Ebbe una lunga relazione con Frank Merlo, il suo segretario, la cui fine per carcinoma polmonare lo destabilizzò definitivamente.
Williams viveva con intensi sensi di colpa perché era convinto di non essere riuscito a salvare la sorella, Rose, rinchiusa in un ospedale psichiatrico e fatta lobotomizzare col consenso della madre Edwina.
I temi del disagio psichico femminile e dell'astio verso la madre si ritrovano tutti in Zoo di Vetro.
ROMOLO RICAPITO

 
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