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MADDALENA TULANTI E PAMELA PALMI AL PETRUZZELLI: "SALVIAMO IL TEATRO E LA CULTURA"

Post n°3640 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da romolor
 
Foto di romolor

E' stato presentato presso il foyer del Teatro Petruzzelli di Bari il
libro "La governance dello spettacolo dal vivo" edito da Cacucci e
scritto da Pamela Palmi.
A introdurre gli ospiti è stata la vicedirettrice del Corriere del
Mezzogiorno di Bari , Maddalena Tulanti.
All'incontro hanno presenziato Salvo Nastasi, capo di gabinetto del
Ministero dei Beni Culturali; Severino Salvemini dell'Università
Bocconi; Alessandro Laterza , presidente della Confcommercio di Bari.
Maddalena Tulanti, che scrisse con Patrizia D'Addario il libro
"Gradisca Presidente" (proprio il 14-10 il Corriere del Mezzogiorno on
line ha segnalato il lancio del disco "You like Torero", eseguito
dalla D'Addario su musica di Renato Carosone) si è presentata
all'incontro con un top nero, girocollo, abbinato a una gonna di
tessuto leggero marrone, fiorata, semitrasparente e sotto il
ginocchio.
Completavano il tutto una sciarpa chiara e morbida, legata saldamente
al collo, dunque un borsone-zaino molto capiente in pelle marrone, un
cappottino di camoscio portato aperto, senza bottoni, ma con
allacciature in strisce di pelle e stivali marroni portati senza
calze.
La giornalista ha presentato la protagonista della serata, Pamela
Palmi, commercialista e insegnante di organizzazione aziendale con
delega per lo spettacolo.
La dott.ssa Palmi ha sfoggiato una camicia bianca accollata , a dolce
vita, con paillettes luccicanti argentate, abbinata a una giacca nera corta, lasciata aperta, su pantaloni neri con risvolti dalla ricaduta
ampia, che coprivano interamente le scarpe. Con questo stratagemma,
molto utile in tempi di crisi, si abbina l'eleganza all'esigenza di
non mostrare le calzature, allo scopo di sfruttare quelle degli anni
precedenti e non è quindi necessario rinnovare il parco-scarpe. A tal uopo,
si potrebbero convenientemente utilizzare anche delle comode "pantofole
da casa", che verrebbero celate dai pantaloni opportunamente allungati.
Completavano il tutto un paio di orecchini circolari, imbrillantinati,
sul tono della camicia e una grande borsa di pelle nera.
La Tulanti ha lanciato la tavola rotonda con la domanda contenuta
nella Prefazione del volume in esame : "come mai la cultura non riesce
a diventare industria in Italia?"
Questo accade anche nelle regioni meridionali come la nostra Puglia.
Partendo dall'assunto che la cultura è invece un'industria che fa
profitto e crea nuovi posti di lavoro, si è citato sulla base di un
articolo pubblicato dal "Fatto Quotidiano " l'esempio della Germania, che ha
moltiplicato le sovvenzioni per la Cultura e lo Spettacolo in tempo di
crisi.
L'opposto di quanto si è fatto in Italia: si temono i nuovi tagli
operati dal Ministro delle Finanze Giulio Tremonti. Il quale avrebbe sostenuto (ma lui ha negato): "con la cultura non si mangia". Il dottor Nastasi dei Beni Culturali ha quantificato i tagli per la
cultura in 1 milione e settecento mila euro in cinque anni. Tale
somma è idenntica a quella degli altri ministeri che subiscono la
stessa sorte.
Nastasi, che è anche commissario straordinario del Teatro San Carlo di
Napoli, ha auspicato che il teatro sia luogo polifunzionale, che
comprenda oltre alla drammaturgia anche il cinema, la danza e la prosa
o gli incontri culturali.
A fronte di 31mila spettatori per il teatro lirico (dati Siae)
calcolati in Puglia, c'è stata una perdita di 4 mila utenti.
Mentre al San Carlo di Napoli si è passati in otto anni da 20.800
spettatori paganti a ben 77 mila. Questo grazie a un'efficace
politica di propaganda sul territorio e a una campagna abbonamenti.
Alessandro Laterza che ha anche la delega alla cultura della
Confindustria, ha auspicato che il Fus (Fondo Spettacolo) possa
alimentare le Fondazioni Lirico sinfoniche, vittime di uno
scaricabarile tra le istituzioni regionali .
Laterza , riferendosi a dati del 2007, ha sottolineato come i privati
costituiscano una consistente presenza unicamente per quanto concerne
il Teatro alla Scala di Milano, che è l'unico, assieme all'Arena di
Verona, a non versare in difficoltà finanziarie.
La situazione nel resto d'Italia è preagonica, tranne che nelle regoni
a statuto speciale, laddove esistono sovvenzioni da parte di fondazioni
bancarie, grandi aziende industriali e assicurazioni generali.
Pamela Palmi confermando i dati citati, sconfortanti, ha segnalato che più o meno tutte le fondazioni italiane hanno accumulato dei disavanzi, mentre il Teatro di Genova è stato messo in liquidazione.
Una delle soluzioni, per la commercialista, è quella di affidarsi a delle coproduzioni.
Per organizzare il teatro all'insegna del management e non della mera improvvisazione, la Palmi propone cinque ipotesi di ricerca empirica. La prima è la corretta progettazione formale dell'organizzazione e dei meccanismi di coordinamento. Segue l'opportunità per gli spettacoli dal vivo di renderli più flessibili, andando incontro alle criticità del settore.
La terza soluzione ventilata è la cooperazione tra le reti teatrali; quindi occorre valorizzare il localismo , con la necessità di utilizzare in Puglia le misure comunitarie sulla cultura, progettando sui tempi lunghi lo sviluppo. La Regione può essere la sovrastruttura che crea le filiere, anche col cinema. Viene citato come esempio positivo il contributo dell'Apulia Film Commission, che ha coprodotto Mine Vaganti, girato nel Salento.
"Si può e si deve ottenere grazie alla cultura un vantaggio economico a livello territoriale" ha concluso la dottoressa Palmi. La quale ha elencato come eccellenze locali il Teatro Petruzzelli, il festival della Valle D'Itria e il teatro Pubblico Pugliese.
ROMOLO RICAPITO
Giornalista, scrittore, esperto moda

 

 

 

 

 
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