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Messaggi di Giugno 2017
La Morte Non sa Leggere è il titolo di un romanzo giallo a sfondo sociale che vede una cameriera analfabeta nascondere la sua ignoranza alla famiglia presso la quale presta servizio.
Paurosa che questo segreto venga scoperto, commette una strage.
Ma esiste una nuova forma di analfabetismo che non corrisponde a chi non ha avuto la possibilità di studiare, ma di chi è cieco alle regole, a comportamenti ovvi, sotto il profilo della responsabilità civile e del rispetto altrui, oltre che di sé stessi.
La vicenda di Domenico Diele che ha investito con l'auto una donna di 48 anni, morta sul colpo, è incredibile.
Lui giovane attore di successo girava film e sceneggiati molto visti , come C'era una volta Studio Uno e 1993, poi anche film per il cinema.
Una carriera dunque bene avviata.
Bello, "ricco", di successo eppure guidava senza patente, perché gli era stata ritirata per la seconda volta.
Motivo:l' uso di stupefacenti. Dopo l'incidente, nel corpo di Diele si sono trovate tracce di oppiacei e cannabinoidi.
La sua auto non era assicurata. E in più è stato distratto dall'uso del telefonino.
Una serie incredibile di trasgressioni che hanno determinato una tragedia.
Il giovane ha chiesto perdono, sostenendo anche che è stato distratto dal rispondere a una chiamata del suo cellulare.
Adesso dovrà essere necessariamente seguito sotto il profilo psicologico, perché è ovviamente sconvolto.
Non si può, o meglio non si deve, quando si è già in partenza abbastanza fortunati, tanto da essere scritturati per parti importanti al cinema e in tv, non allinearsi al rispetto delle più semplici regole seguite dei comuni cittadini.
Ma la cosa che più impressiona è che la signora deceduta dopo che è stata sbalzata dal suo motorino sull'asfalto forse era stata una spettatrice, ad esempio, dello sceneggiato Rai su Studio Uno, che aveva raccolto un alto share.
Forse la povera donna aveva ammirato finanche l'interpretazione di Diele, anche nella fiction 1993.
E non si sarebbe mai aspettata un risvolto così crudele nella sua esistenza, troncata di colpo per responsabilità gravi ed evitabili.
A volte il destino è beffardo e purtroppo ha coinvolto due persone come la vittima e il promettente attore, che adesso rischia una condanna pesante e di vedersi la carriera spezzata.
R.R.
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Massimo Giletti: via dall'"Arena" domenicale su Rai Uno, al suo posto Cristina Parodi.
La scelta sarebbe stata contestata dalla politica. O dai politici di opposizione.
Secondo alcuni, il conduttore-giornalista paga il fio di non essere schierato con certuni.
Al posto di Giletti la più "tranquilla" Cristina Parodi.
Il programma di Massimo Giletti "andava bene" come ascolti e share, perché toglierlo?
Epperò fioccavano anche le critiche.
Giletti è stato accusato di essere una sorta di tribuno catodico che faceva del populismo.
L'argomento preferito: i vitalizi maturati da politici, sindaci, assessori.
Dico la verità: approvo la scelta dei vertici Rai.
In questo senso: Massimo Giletti conduceva quel programma da tempo immemore.
Orbene, si deve anche avere il coraggio di cambiare.
Ebbene sì. Il motivo è che è giusto un avvicendamento di conduttori nei palinsesti, altrimenti essi diventano una sorta di facce pietrificate, quelle che si vedono nelle tombe egizie.
Le ultime news danno Giletti recuperato per delle prime serate.
Sia come sia, per me va bene l'avvicendamento.
E poi non è detto che un programma che faccia ascolti non stanchi una parte anche consistente di telespettatori, desiderosi di vedere anche altro.
Questo non vale soltanto per Giletti, ma anche per altri e per Mediaset, ossia la tv commerciale,
ROMOLO RICAPITO
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Al Bano Carrisi annulla i suoi concerti, poi li riprende. Quindi un nuovo intoppo, malore e una indisposizione, magari lieve e superabile e di nuovo qualche cancellazione.
E via, daccapo avanti.
Lo definiscono Il Leone di Cellino.
E' sempre più richiesto nonostante acciacchi e impedimenti.
Stanno girando proprio a Cellino San Marco un documentario-omaggio a Jolanda, la ultranovantenne virtuosissima e simpaticissima mamma di Al Bano, che sarà trasmesso in autunno su Rete 4 e che vedrà anche l'intervento di Romina Power. Considerato che Tony Bennett e Charles Aznavour ultranovantenni anche loro, ma cantanti in attività, sono richiesti come prima e più di prima, ci aspetta ancora una vita intera, forse meno, di apparizioni e successi di Al Bano.
Troppa grazia Sant'Antonio?
Non lo so.
Però a volte l'onnipresenza può essere una condanna, nel senso che di fronte a una bravura comprovata occorre anche il gradimento del pubblico.
Che c'è senza dubbio, ma parlo del pubblico a tutto tondo.
Sento pareri anche critici per questa deriva albanologica: alcuni non la gradiscono, seguono altri miti, apprezzano una musica che considerano più attuale o comunque non gestita con tale febbrile frenesia.
Frenesia: sembra proprio che Al Bano abbia incentivato la sua carriera, che risulta , o appare, più densa e intensa di trent'anni fa.
Ai posteri l'arduo giudizio: per l'arte è un bene o un male?
R.R.
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Dovremmo iniziare a dare meno importanza ai social network, o almeno a non amplificarne gli eccessi, gli stravizi, le notizie che sembrano eclatanti e che però sono soltanto montate dai media che, ispirandosi agli stessi social, ne esplorano le trame, facendo rimbalzare "news" davvero poco importanti, o alle quali si attribuiscono significati e sottotesti.Mi riferisco al profilo Instagram di Amanda Knox, che la giovane ha recentemente sbloccato.Dei 221 scatti vengono evidenziati quelli nei quali l'ex imputata del delitto Kercher travestita da Cappuccetto rosso viene inseguita nella Foresta Nera da un lupo cattivo.Non si sa quando e perché le foto furono scattate, ma ad esse viene attribuito un significato sinistro.Per alcuni Amanda nel ruolo della "vittima" è inadatta.Bisogna ricordare però che gli americani amano i travestimenti e le feste come Halloween, dove ci si maschera.Una Knox vestita da Cappuccetto non fa testo, così come una rondine non fa primavera.Esplorare i suoi profili e analizzare certe foto alle quali si attribuiscono dei significati ambigui,sinistri, freudiani o altro, o che costituirebbero presunti indizi di una colpevolezza nel delitto di Meredith , dal quale l'americana fu assolta, è controproducente per gli "analisti" e per coloro che enfatizzano queste sciocche interpretazioni.RR
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Yoko Ono e i diritti sulla canzone Imagine, che le sono stati attribuiti soltanto adesso.
Una truffa secondo gli irriducibili nemici dell'ultima moglie di John Lennon, che la incolpano di avere "separato" i Beatles.
In realtà i pezzi dei Beatles che erano tutti firmati Lennon-McCartney spesso erano farina del sacco dell'uno, o dell'altro.
Stessa sorte per i Rolling Stones. Tutti i loro successi erano siglati Jagger-Richards.
E pazienza se "Satisfaction" fosse farina del sacco del solo Keith Richards e non del socio.
E' evidente che John Lennon fosse innamoratissimo della moglie tanto da dedicarle molte delle sue canzoni: Dear Yoko, Woman, The ballad of John and Yoko e via discorrendo.
Anzi i concetti di Imagine sarebbero stati ispirati proprio dalla sua Musa.
Infine l'ultimo 33 giri, Double fantasy, portava la dicitura John Lennon e Yoko Ono, proponendo in alternanza le canzoni dei due coniugi.
Al di là del fatto specifico, ci sono molti casi di diritti d'autore non pagati al...vero autore, riconosciuti dopo anni, oppure mai.
E il caso della canzone Imagine è un "pretesto" per parlar male ancora una volta della povera Yoko, cantante e artista mai adeguatasi al conformismo.
RR
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Inviato da: martellodgl13
il 13/05/2022 alle 14:32
Inviato da: martellodgl13
il 12/05/2022 alle 19:42
Inviato da: spalmieros
il 20/09/2021 alle 09:33
Inviato da: Coulomb2003
il 10/11/2020 alle 12:33
Inviato da: cassetta2
il 20/04/2020 alle 16:11