romolo ricapito

Un mio amico ha detto oggi che preferisce la tv a pagamento, dalla quale non si staccherebbe mai; io invece continuo a seguire quella generalista, a volte come sottofondo, altre per essere intrattenuto.
Ma, in quest'ultimo caso sempre meno, in quanto trovo le trasmissioni di varietà, le fiction e quant'altro di qualità ormai scadente.
Poco fa osservavo Avanti un altro! il quiz preserale condotto da Paolo Bonolis.
Mi ha colpito una scena. Bonolis inseguiva con una clava (finta) una matura signora, infliggendole tanti colpi sul sedere.
La sceneggiata, reiterata, sortiva un brutto effetto: si sa, in televisione le gag ripetute durano un tempo infinito. L'accanirsi sul fondoschiena di quella persona mi è parso una forma di umorismo oltre che poco efficace, di pessimo gusto.
Poco dopo una giovane concorrente del gioco di Bonolis, prima di rispondere alle domande, gli chiedeva di compiere una forma di rito propiziatorio, conosciuto ai cultori di questo programma: toccargli il sedere .
L'allegro conduttore si chinava per permettere alla concorrente di adempiere al rito.
Pur con tutta la simpatia che nutro per Paolo Bonolis, io mi chiedo: ma quale tipo di trasmissioni stiamo consegnando ai nostri figli?
ROMOLO RICAPITO

Ho provato irritazione a leggere queste poche righe su un quotidiano, relativamente alla presentazione a inviti presso il Teatro Margherita di Bari dell'ultimo libro di Gianrico Carofiglio, un thriller: "c'era tutta la Bari che conta".
Irritazione perché in questo modo si sottolineava implicitamente, che chi non era presente, non contava nulla.
Innanzitutto, trattavasi di manifestazione a inviti, andati rapidamente esauriti.
Dunque, difficile procurarseli. E poi altrove, in contemporanea presso il Cineporto, sito all'interno della Fiera del Levante, c'era la rassegna Cinethica, che presentava, a ingresso libero, un nuovo film, trattante il tema della disabilità.
Questo è solo un esempio.
Far passare la presentazione di un romanzo, magari interessante (ma magari no...) come un evento imperdibile,o addirittura , come una serata per soli vip, unti dal Signore mi sembra una forma di marketing abbastanza rozza, che potrebbe alla fine ritorcersi sugli organizzatori, o sullo stesso autore.
ROMOLO RICAPITO

Ritengo eccessive le pretese dell' l'"Associazione per la Tutela del Minore e delle vittime di violenza" che su Affari Italiani.it pontifica: "fuori la conduttrice Veronica Maya dalla conduzione del prossimo Zecchino d'Oro".
Tutto perché durante una sua ormai famosa recente apparizione a Tale e Quale Show, su Rai Uno, "ballando ballando" alla Maya si sono scoperti accidentalmente i seni.
Pochii secondi, a dire il vero, il tutto però amplificato dal filmato riportato in prima pagina dai siti internet dei maggiori quotidiani italiani.
L'avvocato che funge poi da portavoce dell'associazione ha ammesso di non avere neppure guardato la trasmissione.
Se la Maya conducesse lo "Zecchino", però, sarebbe uno "scandalo clamoroso".
Penso che in casi come questi lo scandalo, o presunto tale, sia soltanto un pretesto per dare voce ad associazioni o personaggi che, con la pretesa di fare il bene degli altri, vogliono solo ottenere visibilità.
E' inutile creare inutili polveroni quando gli scandali sono ben altri e pretendendo di fare il bene dei bambini quando si vuole piuttosto un po' di pubblicità gratuita.(ROMOLO RICAPITO)