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Messaggi del 10/04/2015

CHE SCANDALO: ROCCO SIFFREDI, SPOGLIARELLO "TOTALE" IN PUBBLICO A FAVORE DEGLI ANIMALI

Post n°6881 pubblicato il 10 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Penso che l'Isola dei Famosi non abbia fatto bene a Rocco Siffredi: il popolare attore ha fatto mostra di sé, o meglio dei suoi attributi, in una conferenza stampa nella quale si parlava dei diritti degli animali.
"Pene più dure per chi maltratta gli animali" lo slogan sui manifesti nei quali era ritratto lo stesso Rocco, col logo degli animalisti italiani.
Durante l'incontro con i giornalisti, il porno attore si è calato i jeans, mettendo i mostra i suoi boxer-mutande neri.
Tutti hanno pensato a una forma di scherzosa parodia di se stesso, ma la cosa è andata avanti.
Siffredi, denudatosi completamente, ha suscitato sorpresa, sconcerto, stupore e scandalo.
Anni fa Marina Ripa di Meana si denudò completamente , ma su un manifesto, per una campagna a favore degli animali.
Siffredi ha preferito una protesta più ravvicinata a beneficio di fotografi e cameramen. L'attimo fatale è diventato eterno, propagato anche su Facebook.
L'attore aveva promesso di non girare più film pornografici nel reality show recentemente andato in onda su Canale 5.
La promessa si è trasformata in un cambio d'immagine e direzione: il porno, o meglio, il nudo maschile è stato sdoganato dai sexy shop, dvd e internet, piombando nel mondo della notizia.
Il nudo integrale maschile è presente nelle sculture sin dall'antichità; a livello non di arte , ma di visibilità pubblica è stato invece sempre osteggiato, visto con sospetto e scandalo, mentre dagli anni Settanta in poi ha imperato il nudo femminile, che ha coinvolto i personaggi più impensabili, finiti prima sulle pagine d Playboy poi sulle spiagge naturiste o meno, anche della Sardegna vip.
Adesso, il "nudo di uomo" si scopre in pubblico, con la scusa di una buona causa.
Avrà lasciato il cinema hard , ma Rocco Siffredi si è dimostrato astuto, preferendo la "scultura vivente" nella rappresentazione di se stesso, o meglio di ciò che conta per un certo tipo di pubblico, o di cultura: la virilità senza schermi, schemi e freni inibitori.
ROMOLO RICAPITO

 
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STEFANIA SANDRELLI E' UNA GRANDE ATTRICE?

Post n°6880 pubblicato il 10 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Potrei sbagliarmi, ma mi è sembrato, vedendo passare su Rai Uno di continuo lo spot dello sceneggiato Una Grande Famiglia, che la sua principale interprete, cioè Stefania Sandrelli reciti con la voce fuori campo in modo lezioso e insopportabile.
Mentre non la si vede direttamente , emergono degli errori di recitazione, arte che l'attrice starebbe disimparando.
In più, in alcune scene, anticipate sempre nelle "anteprime", Stefania Sandrelli si muove con un fare troppo lezioso, più adatto a una ventenne che a una donna della sua etàe al ruolo che interpreta nella teleserie: quello di una matriarca.
A fronte di questi dubbi, mi chiedo: Stefania Sandrelli è mai stata una grande attrice? O è stata soltanto fortunata?
Proprio lei pomi ha dichiarato di recente di avere recitato nella "Chiave" di Brass per soli 50 milioni.
Una paga bassissima, se messa al confronto con i miliardi incassati all'epoca da quel film.
Ad ogni modo La Chiave rilanciò la carriera di Stefania, dandole modo di interpretare molti ruoli, anche riusciti, in film di successo e di autore.
Adesso però, svanita la bellezza da pin up che la Sandrelli sfoggiò adolescente sulla copertina di le Ore, o che emerge da un'altra celebre pellicola, mentre flirta con Mastroianni e contemporaneamente con un giovane marinaio, la diva del cinema italiano è più indifesa, o perlomeno esposta a giuste critiche sulla sua arte recitativa.
E' essa maturata, col tempo, o si è involuta? La Sandrelli attualmente è se stessa, o la caricatura di quando interpretava pellicole celebri come Novecento, Alfredo Alfredo e Io La Conoscevo Bene?
ROMOLO RICAPITO

 
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BITONTO "OMBELICO DEL MONDO" IN MEZZO AGLI ULIVI, ALLA FACCIA DELLA XYLELLA FASTIDIOSA!

Post n°6879 pubblicato il 10 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

BITONTO, CENTRO DEL MONDO NEL LIBRO PUBBLICATO DA LATERZA: "BITONTO E' IN UN MARE DI ULIVI"
di ROMOLO RICAPITO

Presentato presso la libreria Laterza di Bari il volume, sempre edito da Laterza, "Bitonto è in un mare di ulivi" di Nicola Pice, studioso ed ex sindaco.
A coordinare l'incontro la giornalista e sceneggiatrice Antonella Gaeta, che ha ospitato a sua volta il regista cinematografico Pippo Mezzapesa.
La dott.ssa Gaeta, che è anche collaboratrice di Repubblica Bari, ha lodato la bellezza del centro storico e della Cattedrale di Bitonto, specificando che l'immersione nel libro del prof. Pice le è congeniale, avendo avuto una nonna bitontina innamoratasi del nonno, originario della vicina Palo del Colle.
I due comunicavano attraverso il buco della serratura di una casa attigua.
In più, la sorella di sua nonna era anche la moglie del fondatore del cinema Coviello, storica sala di Bitonto ed ex Teatro Umberto.
Al Coviello, Antonella Gaeta sviluppò la sua passione per il cinema, che l'ha portata anche a presiedere l'Apulia Film Commission.
Il legame con Nicola Pice è poi stringente, essendo stato egli suo professore di greco al liceo classico : sentendosi coinvolta nelle sue lezioni, la giornalista si è laureata in lettere classiche.
Il professor Pice ha espresso la volontà di aver voluto raccontare una cittadina (Bitonto) nei suoi luoghi tipici e attraverso le persone che vi abitano o vi hanno abitato, oltrepassandone il perimetro.
A Bitonto vissero nomi storici come Tommaso Traetta (musicista), Francesco Speranza (pittore), Nicola Majorano, detto ilCaffarelli (cantante).
Il centro storico di Bitonto era sino all' Ottocento il centro della città, ma è stato anche una "riscoperta" dei tempi moderni.
La copertina del volume di Nicola Pice raffigura un "mare" di ulivi, ossia è l'affermazione di un "tesoro" appartenente a Bitonto, assimilabile a un "bastimento" di colture.
La diversità dei colori delle pietre che formano gli antichi monumenti e dei profumi che si avvertono attraversando il centro storico ( caratterizzato dal romanico pugliese, con la tipica pietra "riflessata" di rosa usata per costruire la Cattedrale, la cui tinta viene esaltata dai raggi del sole) costituisce un capolavoro artistico e cromatico.
Sono state mostrate in diapositiva le principali opere di Francesco Speranza (1902-1984) che rappresentano un'arte all'insegna del fiabesco.
All'interno di ciò, si è anche detto che la capacità degli antichi contadini di dialogare e curare gli alberi di ulivo è un afflato scomparso, in quanto attualmente la terra è un oggetto da sfruttare per la mera produzione di ortaggi e non è valorizzata per ciò che rappresenta veramente , cioè forza vitale, depositaria di valori.
Doveroso un riferimento alla xylella fastidiosa che come ha scritto Il Fatto Quotidiano :"non distrugge gli ulivi, ma distrugge l'immagine del nostro meraviglioso territorio".
Tornando al pittore Speranza, le sue storie di paese popolano i suoi preziosi quadri, che sfruttano come soggetti gli eredi degli scalpellini o gli intagliatori di pietre; ancora, le sue tele ci mostrano calci cotte al sole, ringhiere fiorate, grida festose di bimbi, cielo blu cobalto che dà riflessi di madreperla.
Il ritorno della donna a casa con la sporta di giunco è una reminiscenza del Sabato del Villaggio. E ancora, la vecchia chiesa di San Silvestro e il mare di ulivi che "fa il paio" con il mare del cielo...
Il regista Pippo Mezzapesa :"il libro mi ha ricondotto ai luoghi tipici delle mia giovinezza; il lavoro di regista mi portA in altri luoghi ma la voglia di rimanere è più forte. L'emozione che Bitonto mi dà con i suoi contrasti laceranti, nessun luogo al mondo me la può offrire".
Bitonto luogo dell'anima, dunque, ispiratore di attenzione al territorio pugliese, alle sue contraddizioni e bellezze nascoste.
Nel saggio, accennate tante storie, come la nobiltà composta da baroni particolarmente parsimoniosi, che si rivolgevano al calzolaio, il quale acquistava sempre il giornale quotidiano : egli era solito "raccontare" le notizie. Il calzolaio fu dunque "ricompensato" ereditando il patrimonio dei baroni, che dilapidò allegramente.
Il centro storico di Bitonto si è di recente animato diventando luogo di tendenza e di movida.
ROMOLO RICAPITO

 

 
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