Creato da romolor il 20/07/2005
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Messaggi del 20/03/2015

La FESTA...DELLA MALDICENZA. Quando si critica, occorre fare i nomi, non sparare a zero per il gusto di...

Post n°6855 pubblicato il 20 Marzo 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Durante i festeggiamenti presso il foyer del Teatro Petruzzelli dei 70 anni di giornalismo di un decano della scrittura, l'assunto della celebrazione, ma anche di molti interventi, è stato: anni irripetibili quelli dal Cinquanta in poi, a livello di comunicazione e giornalismo di alto livello.
L'aggettivo "splendidi" è stato più volte ripetuto, anch'esso.
Il tutto mi ha ricordato un libro di Mario Capanna, inerente un altro contesto, "Formidabili Quegli anni" : il riferimento, quella volta, era il Sessantotto.
Certo, anche a livello televisivo, il mezzo non è più quello di un tempo, con le trasmissioni in bianco e nero che facevano scuola, sia quelle educative che gli show del sabato sera, poi i grandi sceneggiati che avvicinavano molto del pubblico alla grande letteratura, oltre che italiana, anche straniera.
A un certo punto però la discussione, secondo me, è scaduta.
Un rappresentante autorevole della stampa ha denigrato uno sconosciuto autore di pezzi di critica musicale, giudicati orrendi, come esempio di cattivo giornalismo.
Su tale esempio si è dilungato un po', interfacciandosi dal vivo col celebrato e i celebranti, che annuivano convinti non so se perché veramente in accordo con quanto detto o per una pura forma di educazione.
Va bene tutto , ma non la denigrazione senza fare nomi anche di un solo personaggio, presente e assente, senza che si forniscano quali sono i contenuti di questa presunta cattiva critica che determina o determinerebbe esempi di cattivo giornalismo.
Le critiche fanno bene: ciò che offende, però, è sparare nel mucchio.
A questo punto, tutto si trasforma in gossip, anzi in maldicenza.
ROMOLO RICAPITO

 
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NAIKE RIVELLI: AUTOEROTISMO SUI SOCIAL. L'attrice fa "rivivere" una nota canzone di Amanda Lear

Post n°6854 pubblicato il 20 Marzo 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Amanda Lear, ospite di Chiambretti, ha polemizzato simpaticamente con Cristiano Malgioglio, autore molti anni fa per la cantante del brano "Ho Fatto l'amore con me", su musica di Giuni Russo.
"Mi sembrava un titolo strano- ha detto la cantante- che per me significa "Mi sono masturbata".
Ma quella era soltanto una canzone, dunque arte, tanto che è stata di recente riproposta da un'altra interprete, in una nuova versione.
Invece Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, fa sul serio. La quarantunenne attrice (dunque nemmeno lei più una ragazzina...) torna a far parlare di sé ma soltanto sui "social" che sembrano diventati una sorta di ultima spiaggia per la riconquista della popolarità.
Un dubbio: la Rivelli, a parte la celebra mamma, è stata mai popolare?
Intanto la "ragazza" in una foto su Twitter dichiara: mi tocco da sola. Sul Messaggero on line si legge: "una foto trasgressiva, che inneggia all'autoerotismo".Naike è sdraiata su un divano in pelle, bocca dischiusa, capelli arricciati spioventi,palpebre abbassate, in posa ieratica.
La mano galeotta che indulge a piaceri "proibiti" è nascosta e così il sesso. Non il seno, che viene coperto dalla censura.
Preferisco comunque i versi della canzone della Lear che rendono meglio l'idea, ma in modo più poetico e meno spoetizzante:"Ho fatto l'amore con me, semplicemente da me, le braccia muoiono già, la testa è andata, si sa!"
ROMOLO RICAPITO

 
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