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Post n°816 pubblicato il 26 Giugno 2012 da laura561
Da Ustica a Ramstein: un testo coraggioso a difesa della dignità della persona umana giu 26
Partiamo dalla dedica del libro... A tutte le vittime della tragedia di Ustica, alle vittime dell’Accademia Navale di Livorno; al colonnello Sandro Marcucci, a Silvio Lorenzini, al maresciallo Dettori; ad Ivo Nutarelli, a Mario Naldini e Giorgio Alessio, delle Frecce tricolore. A Mario Ciancarella, con la speranza di un domani migliore, illuminato dalla luce della chiarezza, perché non si rechi ancora oltraggio a coloro che hanno già subito l’estrema offesa: la perdita della vita. Dalla Presentazione Leggendo queste pagine, si ha la netta sensazione di entrare in una dimensione particolare dove, tutto quello che è stato razionalmente appreso cessa ed ogni granello di umanità si stempera, si snatura e si fa aggressione alla dignità della persona umana.
Qui, la vita non ha più valore e ciò che è sentimento soccombe, schiacciato dalla volontà di coniugare un potere assoluto, che è esercitato al di sopra di ogni legge umana e divina.
Il senso stesso della vita s’identifica con la conquista di una supremazia, fatta di presunzione e privilegi, che costituiscono i pilastri di una filosofia del potere forte, con lunghe radici, che si diramano nelle principali istituzioni del nostro paese.
La prima impressione è una sorta di sgomento, che scaturisce dall’impotenza dell’uomo comune a governare eventi ed azioni, che non è possibile controllare e da cui non ci si può difendere, in alcun modo. Di poi, emerge una spaventosa empietà, una scarsa considerazione per la vita umana, per cui poco importa se un centinaio d’innocenti muoiono, sia pure per un banale errore, l’importante che il mondo non sappia e che la torre del potere rimanga ben salda.
Ciò che segue, lo si può definire unicamente allucinante: la morte come sigillo ed il delitto come risoluzione.
Le immagini si succedono nitide, in uno stile rapido e semplice, che accentua la drammaticità degli eventi, senza abbandonarsi a virtuosismi demagogici.
Le conclusioni anelano ad un disperato ritorno alla giustizia sociale ed alla legalità, in un contesto dove domina una immensa piētas per le povere vittime, ricordate soltanto dalle lacrime amare dei parenti sopravvissuti, in un mondo dove la storia medesima copre i loro nomi, con il velo del silenzio.
Flaviano Calenda
PREMESSA
I fatti raccontati in questo scritto sono narrati esattamente come si sono svolti. Essi sono già di pubblico dominio, comprovati da documenti, che figurano in internet ed in reportage di tv nazionali, da filmati e testimonianze di tantissime persone, che sono a conoscenza di metodologie e dinamiche, sia per esperienza diretta, che per contatti o parentele con persone direttamente coinvolte. Abbiamo cercato di non fare nomi, anche perché sono ancora in atto annosi procedimenti, fortemente avviluppati in trame complicate da una burocrazia farraginosa.
La riabilitazione di persone implicate e la frantumazione di una sorta di delegittimazione, operata da chiosche mafiose politico – militari, è la vera motiva-zione di questo lavoro, che vuole indicare, coram populo, come alcuni personaggi dimenticati, o sminuiti con l’aiuto di media asservita, in realtà sono degli autentici eroi, che si sono battuti per la chiarezza e la verità, nonché per valori che non vengono insegnati più nemmeno nelle scuole: il rispetto per il sacrificio, l’amore per la patria, l’onestà e la difesa della dignità della persona umana.
Si tratta di valorosi che hanno perso tutto, macinando la propria vita, gli affetti e la propria posizione sociale. Si è cercato di guardare con garbo tra gli eventi, per non morire soffocati dal fetore della vasta corruzione, che traspare un po’ ovunque, ed è responsabile di come oggi è l’Italia, una bella terra in cui la gente è satura di disagio socio-economico.
L’autore
altri articoli: http://www.articolo21.org/2012/06/strage-di-ustica-non-e-troppo-tardi-per-chiedere-la-verita/
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