Sono sceso alle tre del mattino il sonno era terminato, nelle sue piccole ore di sbieco al letto. Sulle spalle due ritagli di penombra, qualche spiffero di silenzio.
Ticchetto ticchetto con le gambe in attesa sorseggio un latte macchiato di poca luce. Aurora non tarderà a venire, è sempre in fondo alla valle, giù alla fine dello sterrato, carina passeggia sempre senza un suono, in un vestito rosso a bolli bianchi . Fuori dal letto ti ho pensato, senza radermi, grattandomi sul mento quell' ultimo pelo di sogno.
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Ho lasciato il racconto nel bosco a pochi passi dall'ultimo battito di scarpe. I giorni passati bastava prendere un pugno di sabbia e guardarla attraverso quel sole laggiù e diventava vetro, o giocare a salta nel sogno per rimanere illesa . Metti ti prego, se torni verso il pino vicino alla panchina, un segno, un pezzetto di carta tra il libro, non posso perdermi mentre mi sto cercando. |
Lo ascoltava immergendosi scuffiata nelle onde sonore, come le vele che si appoggiano sul mare per sentire cosa farfugliano le sirene, i suoni d'acqua non hanno misteri solo che ci si dimentica di immergersi, ecco lei si appoggiava al cavo ingrovigliando i capelli al quel filo
come stai ? dove sei?, di colore sono le onde? i tuoi occhi sono lì?
Appendeva quadri alle pareti ormai piene,uno per ogni telefonata , un dipinto di respiri, un tappeto di sabbia , uno scoglio per sedia, tre soprammobili di nuvole, una vela latina guardata con il profumo di caffè.
Sono qui, sempre qui che aspetto con quale alba potrò dimenticare la notte
Lei sognava cose reali , invisibili nel pensiero. Si attaccava alla funicella scuffiata sul cuscino a bere onde
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Quando lei arrivava nei passi riflessi, le onde prendevano la riva per risucchiare le sue orme e riportarle ad un altro orizzonte Camminava sola sulla spiaggia, attendeva settembre, il via della pazza folla quando tutto torna tiepido e riconoscibile. Quando era nei passi riflessi, alzava lo sguardo dalla pagina alle nuvole, che covavano le cime dell'isola e vedeva lui, laggiù, lentamente arrivare con un bacio nella tasca. |
Profumo di dentifricio con un retrogusto di sigaretta delle tre notturne. Scriveva sempre di notte, non per mancanza di tempo, durante il giorno c'era ormai da anni il silenzio in casa , ma la luna a falce, le stelle e quei trapezi di spazio notte delineati dai condomini vicini erano i migliori compagni al ticchettare.
quando mancava all'appuntamento un tempo indefinito e quindi infinito quando si chiedeva se può essere utile far fioretti da pescare dentro al sacchetto bianco, uno per ogni giorno di assenza.
la tavola è ben apparecchiata, la sedia è sempre lì al suo posto, la finestra è volta a sud i miei occhi verso il tramonto, ho un vestitino rosso con i fiori bianchi, i capelli sono scamuffati dall'umidità della notte, porto sempre il gatto fuori per sedermi sulle scale e in tasca sassetti di vetro, se per caso mi perdo. |
Si sentiva vivo per esserlo non bastava pizzicare la carne delle labbra, allora correva su e giù da collina a mare dalla cucina al bagno, per sflambarsi.
ma era tenero dentro, quando stava accoccolato tra lenzuola non stirate, asciugate accuratamente al sole.
che ho bisogno non te lo dirò parole che chiudeva seduto con i gomiti appoggiati alle ginocchia.
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Una donna piccola, un mignon, pettinata con minuscoli chignon,
appoggiato le ruote di ogni genere ai muretti , camminava in distensione, in mano l'amore, cosa volere di più. Aveva vissuto sempre nel via vai , periodicamente nel semmai. Lui cercava la soluzione alchemica per essere piccino come lei, lei nei bagliori di luna e fuochi artificiali, la magia per essere alta un metro e un paio di scalini.
chante, vent qui danse... |
suonami addosso suonami addosso amore mio Aveva incominciato ad immaginare i giri delle dita sulle corde, di notte tendeva i tendini dai piedi sino alla nuca per sentirne le vibrazioni .
Sostituì la gomena con il mi cantino il giro di boa con il giro di basso.
Era un ragazzino secco con bassette vogliose di essere grandi. Trovò una chitarra lasciata alla polvere mollata al rimpianto , bruciavano le impronte digitali , si fecero forza i polpastrelli. Esiste un posto per i sogni si trova in un sotto scala, oltre il muro di pietra , puoi anche non saltare la cinta sentirai la musica di questo uomo, cercare la tua pelle nei piccoli peletti delle braccia .
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Che odore hanno i sogni? e quali suoni emettono? Lui provava a suonarli facendo vagiti dalla bocca. Sapeva che solo da 0 a 6 mesi puoi ancora vocalizzare i sogni, diceva che, non avendo consisistenza, non era necessario descriverli con lettere e parole frasi o poesie, bastava lasciare libera di andare l'ugola e i sogni-suoni cadevano a parabola rotolando nell'etere vocali e consonanti .
L'odore ha un colore, il colore ha un odore e i sogni sono colore "lo sanno anche i ciechi, passa il tuo naso sopra il rosso o il verde o il blu e sniffa ecco io non posso spiegartelo ma le tue narici sì".
un distinto indistinto.
guardati la mano l'indice si alza per indicarti dov'è , come sempre l'uomo del sogno è molto ma molto vicino a te. |
Un inconfondibile profumo di barba fatta, non acqua di colonia non dopo barba, ma odore di pelle appena lievemente scossa dagli strappi. Ma il suo cuore era stato cerettato dall'ultimo amore. E così gli era rimasta una frase in testa che diceva a tutte le donne che incontrava "come sei dolce e se mi perdo in te?" domande fatte al cielo o forse alle nuvole che, come si dice, vanno e vengono .
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"Vedi che ho giacca e cravatta?" Un puttano si definiva, lo diceva con un sorrisetto malizioso da maitresse anni 40.
"non mi accarezzare potresti innamorarti"
per quel momento .
ah sì, anche la segreteria telefonica "l'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile" (Chissà se la Tim sa come è reale e vero spesso questo loop.) |
Quella voce , una voce voce, mentre canticchiava dalla doccia al telefono quella canzone di Alanis Morissette strano per un uomo cantarla . Aveva anni che sapevano di mare del sud 1000 chilometri da ovunque e una vecchia Punto di un colore ignoto a tutti, un portafoglio che sghignazzava "non possiamo offrire neanche un gelato alla tua amica ihihihih". Sotto tutto, una testa tonda tonda rasata rasata con due occhialetti timidi in montatura instabile .
"Non ci so fare con le donne, quella notte uscii e steso da birra e rum di basso prezzo mi feci tutt'uno con la sabbia umida del mare calabrese in un umido ferragosto chiesi ad una stella la sua fiamma, chiesi al mare un' onda, chiesi al destino di incrociare le dita. Voglio una malboro in scatola rossa, una donna gonna bianca con foulard arancione, due gambe con cosce affusolate e anfibi neri, un bacio ad occhi chiusi dietro alla colonna della stazione ". La richiesta fu accolta alle ore 11, 30 del mattino di un caldo settembre romano. Nell'ultimo treno destinazione Rimpianto binario 13, dimenticò il coraggio di perdere la strada del ritorno.
Stanza dissolvenza fine |
Aveva 2 mani e 10 note di dita, ma graffiava con le zampe il cuore.Tutti lo ascoltavano nessuno si accorgeva del sangue che aveva sotto le unghie. I suoi occhi non si fermavano mai roteavano camaleontici pretendendo che tutto si trasformasse del colore che lui aveva appena appena pensato.
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Si guardava i piedi sapendo già quanti numeri di scarpe aveva posseduto.
come vanno contati per età? per episodi? per le donne avute? per quantità di responsabilità?
perchè accanto ad un' ombra è meno dura |
non hai paura a girare nel bosco da sola? a segnare di notte il territorio come i gatti che leccano la guazza di luna in umido di nuvola? nel silenzio di una torre di sale le parole sono inutili perchè mozzate da pietre e strade salate ho acceso un fuoco, bastava allungare la mano per aver tutto a portata di bocca non hai paura di non riconoscere il sentiero che porta dal bosco passando dalla collina accesa di luna che guarda la valle dell'anima? ci sono voci di notte in si bemolle, accordi di riti furtivi in chiave di basso, cantavo quei giorni seguendo il cammino: lo sai che al buio i girasoli da oro diventano argento?
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ci sto se mi accuccio e mi modifico ci sto
parte parte ormai va
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camminare tra l'acqua è sempre stato qualcosa di cui non ho potuto mai fare a meno si cammina in mezzo all'acqua senza occhi ciglia con ciglia e piccoli radar segnano l'andare senza meta in quella imprecisione spontanea mai da dimenticare il passo che diventa danza animata animosa smaniosa di non arrivare da nessuna parte. Aprii gli occhi era forse 20 anni fa o di più poco importa quello che vidi l'ho ritrovato una manciata di minuti e ore fa. Potevo essere nell'oceano o in mezzo alle calli mi sentivo nella stessa frazione di un non tempo e in aria mulinellare in soli finti mi feci colpire dai gialli scolpiti, accedere irrimediabilmente dai rossi dispendere in stelle, in aperte finestre di spalmate muffe baffute, nelle chiuse facciate all'aria di sali sale . Scendi e sali di occhi gira gira la girandola |
Perché scrivo "io ti amo?". Avevo otturato questa Parola , così la considero, non una frase soggetto predicato verbo, una frase minima si può scomporre, io amo te, te amo io, orribile, non mi piace, perde il suo suono.
è per quella faccetta buffa che fai, per quella mezza attesa tra il mio dirla e il tuo rispondere per quel silenzio che sta tra me Lei e te, è lì che c’è il nostro io ti amo |
quando scrivo di notte, appoggio un pò di mano alla guancia e mi prendo cura delle orecchie, sistemando la musica in orecchini di rame e dopo i zero zero zero, sposto la vecchia penna blu e ticchetto. Una volta non era così, le pagine delle agende si tenevano strette strette le mie parole una sotto l'altra, liste della spesa di pane e nuvole latte e mare uova farina sale e sassetti.
l'avanti si fa fatica a pensarlo, ad immarginarlo .
allora aspetto |
Ho passato tempo a cercare medicine per non sentire il senso di solitudine
mai.
un inconsapevole desiderio di qualcosa che è sfuggito. Sono giorni cosi, dico sempre, giorni all’indietro, il clown si fa da parte e lascia posto a Medea o Ofelia anzi no, ho sempre fatto parti da Suonata o Folletto dispettoso dicevano che era per i miei capelli rossi.
non si vedono perché oggi è un giorno così, |