Creato da specchio5 il 24/08/2006

specchio

ri-flessi di me

 

Post N° 272

Post n°272 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da specchio5
 

Sono sceso alle tre del mattino

il sonno era terminato, nelle sue piccole ore di sbieco al letto.

Sulle spalle due ritagli di penombra,  qualche spiffero di silenzio.


Sono sceso per scrivere e per non dirti nulla .

Ticchetto ticchetto con le gambe in attesa sorseggio un latte macchiato di poca luce.

Aurora non tarderà a venire, è sempre in fondo alla valle, giù alla fine dello sterrato, carina passeggia sempre senza un suono, in un vestito  rosso a bolli bianchi .

Fuori dal letto ti ho pensato, senza radermi, grattandomi sul mento quell' ultimo pelo di sogno.


Son certo che dormi , che sono le tre, che Aurora mi aspetta.

 
 
 

di sfoglia in foglia

Post n°271 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da specchio5
 

Ho lasciato il racconto nel bosco a pochi passi dall'ultimo battito di scarpe.
Nelle settimane di  luna  calante non riesco a leggere mi sforzo ma il pensiero sgomita e la vince sempre sulle lettere messe tutte per benino dalla premessa al finale, non riesco a scorrere e così diventa ignoto anche scrivere .

I giorni passati bastava prendere un pugno di sabbia e guardarla attraverso quel sole laggiù e diventava vetro, o giocare a salta nel sogno per rimanere illesa .

Metti ti prego, se torni verso il pino vicino alla panchina, un segno, un pezzetto di carta tra il libro, non posso perdermi mentre mi sto cercando.

 
 
 

flush flush

Post n°270 pubblicato il 30 Settembre 2008 da specchio5
 

Lo ascoltava immergendosi scuffiata nelle onde sonore, come le vele che

si appoggiano sul mare per sentire cosa farfugliano le sirene,

i suoni d'acqua non hanno misteri solo che ci si dimentica di immergersi,

ecco lei si appoggiava al cavo ingrovigliando i capelli al quel filo

 

come stai ? dove sei?, di colore sono le onde? i tuoi occhi sono lì?

 

Appendeva  quadri alle pareti ormai piene,uno per ogni telefonata , un dipinto di respiri,

un tappeto di sabbia  , uno scoglio per sedia, tre soprammobili di nuvole, una vela latina guardata con il profumo di caffè.

 

Sono qui, sempre qui che aspetto con quale alba potrò dimenticare la notte

 

Lei sognava cose reali , invisibili nel pensiero.

Si  attaccava alla funicella

scuffiata sul cuscino a bere onde

 

 
 
 

sflush sflush

Post n°269 pubblicato il 19 Settembre 2008 da specchio5
 

Quando lei arrivava nei passi riflessi, le onde prendevano la riva per risucchiare le sue orme e riportarle ad un altro orizzonte

Camminava sola sulla spiaggia, attendeva  settembre, il via della pazza folla quando tutto torna tiepido e riconoscibile.
Solo in quel silenzio poteva guardare le dita, sentire e passeggiare nella ragione di esserci .
I pensieri avevano suoni, erano note in ritmo jazz, ecco perchè non era fredda quella solitudine.
Lasciava sempre le pagine del libro sospese sull'ultima roccia in fondo, ed esse erano sorprese di quell'abbandono a volte improvviso, sapevano però che sarebbe tornata per finire la storia, per immergere da acqua a libro il corpo.

Quando era nei passi riflessi, alzava lo sguardo dalla pagina alle nuvole, che covavano le cime dell'isola e  vedeva lui, laggiù, lentamente arrivare con un bacio nella tasca.

 
 
 

tic tic

Post n°268 pubblicato il 08 Settembre 2008 da specchio5
 

Profumo di dentifricio con un retrogusto di sigaretta delle tre notturne.

Scriveva sempre di notte, non per mancanza di tempo, durante il giorno c'era ormai da anni il silenzio in casa , ma la luna a falce, le stelle e quei trapezi di spazio notte delineati dai condomini vicini erano i migliori compagni al ticchettare.


C'erano volte che non sapeva cosa infilare nella pagina bianca dello schermo , non sempre è facile copia incollare i pensieri e stenderli con un clik in un 20x30 .
Voleva parlare d'amore, sdolciare tutto quel cingolare di preghiere e speranze stammi accanto stai con me prendi e scappa vivimi
come mettere in prosa le urla dentro ?


A volte spostava le lacrime dalle labbra  per dare un tiro all'ultima sigaretta della notte, soffiando la cenere tra l'A e la Z .
Un tiro una filata di parole, una sospensione delle mani ,un'immagine .


Scriveva di notte, quando il buon sonno ha perso la strada del letto,

quando mancava all'appuntamento un tempo indefinito e quindi infinito

quando si chiedeva se può essere utile far fioretti da pescare dentro al sacchetto bianco, uno per ogni giorno di assenza.


ho fame di te

la tavola è ben apparecchiata, la sedia è sempre lì al suo posto, la finestra è volta a sud i miei occhi verso il tramonto, ho un vestitino rosso con i fiori bianchi, i capelli sono scamuffati dall'umidità della notte, porto sempre il gatto fuori per sedermi sulle scale e in tasca sassetti di vetro, se per caso mi perdo.

 
 
 

in un attimo

Post n°267 pubblicato il 11 Agosto 2008 da specchio5
 

Si sentiva vivo

per esserlo non bastava pizzicare la carne delle labbra, allora correva su e giù da collina a mare dalla cucina al bagno, per sflambarsi.

 
Appena 30 anni o poco più, libri e libri impilati su comodini e a fare da scalini giù dal letto per alzare l'umore del mattino.


Da fuori tutti lo pensavano un ringhioso scontroso

ma era  tenero dentro, quando stava accoccolato tra lenzuola non stirate, asciugate accuratamente al sole.


Suonava con lo schiocco delle dita il ritmo delle ore dalla fabbrica a casa.


non ti dirò che ti amo non te lo dirò si ripeteva sempre non ti dirò

che ho bisogno non te lo dirò

parole che chiudeva seduto con i gomiti appoggiati alle ginocchia.


Eppure sentiva che qualcosa sarebbe cambiato, allora tolse la maglietta nera  sudata, posò la penna e i mille fogli bianchi, respirò tutta l'aria possibile, tutti i pensieri indicibili .


Te lo dirò che ti amo te lo dirò con il mio attimo di sorriso

 
 
 

oui, je suis...

Post n°266 pubblicato il 10 Agosto 2008 da specchio5
 

Una donna piccola, un  mignon, pettinata con minuscoli chignon,
la teneva nascosta in tasca, in quella giacca nera, oppure  sotto il colletto della polo bianca, così al buon tempo lei lo poteva baciare solletticandolo .


Stando lì, lei era felice
sentendola sfarfugliare lui era felice.


Con la mano in tasca, con nonchalance in passi da gigante, avendo ormai

appoggiato le ruote di ogni genere ai muretti , camminava in distensione, 

in mano l'amore, cosa volere di più.

Aveva vissuto  sempre nel via vai , periodicamente nel semmai.

 
Com'era bello imbiattarla ogni tanto nel prato tra i funghi, farla illuminare solo dalla luce riflessa delle gocce d'acqua , stai lì- le diceva soffiandole nuvolette di tabacco olandese - poi vengo a prenderti .

Lui cercava la soluzione alchemica per essere piccino come lei, lei nei bagliori di luna e fuochi artificiali, la magia per essere alta un metro e un paio di scalini.


L'uomo sapeva che così piccola aveva potuto visitare ogni centimetro delle emozioni provate a pelle, che tenuta segreta ad occhi indiscreti, ogni lacrima che lui versava da dentro a dentro, lei ne conosceva il percorso.


Le notti di ogni vigilia del giorno li sentite canticchiare


Vent fin, vent du matin vent qui soufle, au bout des sa pins vent qui

chante, vent qui danse...
 

 
 
 

vibrazioni di tendini

Post n°265 pubblicato il 03 Agosto 2008 da specchio5
 

suonami addosso suonami addosso amore mio

Aveva incominciato ad immaginare  i giri delle dita sulle corde, di notte tendeva i tendini dai piedi sino alla nuca per sentirne le vibrazioni .


Aveva rinunciato a navigare, ad ascoltare il suono delle onde d'acqua gli sciabordii, le risacche erano chiusi tutti a chiave nella cassa di legno sotto il letto.

Sostituì  la gomena con il mi cantino  il giro di boa con il giro di basso.


"dita piccole occhi furtivi insegnatemi a far musica da dentro a fuori"

Era un ragazzino secco con bassette vogliose di essere grandi.

Trovò una chitarra lasciata alla polvere mollata al rimpianto , bruciavano le impronte digitali , si fecero forza i polpastrelli.

Esiste un posto per i sogni si trova in un sotto scala, oltre il muro di pietra , puoi anche non saltare la cinta sentirai la musica di questo uomo, cercare la tua pelle nei piccoli peletti delle braccia .


suonami addosso amore mio suonami addosso

 
 
 

a suoni larghi tra i sogni

Post n°264 pubblicato il 14 Luglio 2008 da specchio5
 

Che odore hanno i sogni? e quali suoni emettono?

Lui provava a suonarli facendo vagiti dalla bocca.

Sapeva che solo da 0 a 6 mesi puoi ancora vocalizzare i sogni, diceva che, non avendo consisistenza, non era necessario descriverli con lettere e parole frasi o poesie, bastava lasciare libera di andare l'ugola e i sogni-suoni  cadevano a parabola rotolando nell'etere vocali e consonanti .


Un cantore emigrante dal suo letto, che senso aveva sognare fra le sue lenzuola?


Per l'odore aveva una sua teoria.

L'odore ha un colore, il colore ha un odore e i sogni sono colore

 "lo sanno anche i ciechi, passa  il tuo naso sopra il rosso o il verde o il blu e sniffa ecco io non posso spiegartelo ma le tue narici sì".


S' incontra questo Lui passando accanto alle tue strade, può essere vestito in doppio petto o trendy o vagamente alla moda ,

un distinto indistinto.


Vederlo è più facile di quello che si pensi leggendo stupiti di Lui,

guardati la mano l'indice si alza per indicarti dov'è ,

come sempre l'uomo del sogno è molto ma molto vicino a te.

 
 
 

a pelle nuda

Post n°263 pubblicato il 09 Luglio 2008 da specchio5
 

Un inconfondibile profumo di barba fatta, non acqua di colonia non dopo barba, ma odore di pelle appena lievemente scossa dagli strappi.

Ma il suo cuore era stato cerettato dall'ultimo amore.

E così gli era rimasta una frase in testa che diceva a tutte le donne che incontrava "come sei dolce e se mi perdo in te?" domande fatte al cielo o forse alle nuvole che, come si dice, vanno e vengono .


Per l'aria disincantata che si portava addosso, tutto gli era perdonato anche le piccole banalità .


Sbacciucchiava l'aria mentre camminava e qualche donna distratta poteva pensare che chiamasse i gatti randagi lungo la strada, ma quelle attente si giravano innamorandosi per il tempo di uno schiocco.


Ecco sì soffriva come tutti quando ti tolgono i peli senza avvisarti e cosi di botto, gli scendeva una lacrima piccola piccola, una goccia a destra  nell'ultimo ciglio in basso , allora emetteva un suono dal naso lieve, poi un leggero movimento della spalla e infine ritornava a richiamare  tirando baci qua e là.


Fa male radersi il cuore

 
 
 

rumori tra bocca e dita

Post n°262 pubblicato il 04 Luglio 2008 da specchio5
 

"Vedi che ho giacca e cravatta?"
Fumava e mangiava cicles per confondere l'odore dell'alcol nei baci.
Una bocca enorme che dava ordini anche alle lingue delle sue innumerevoli donne.

Un puttano si definiva, lo diceva con un sorrisetto malizioso da maitresse anni 40.


Alto dall'alto, alto anche dal basso

"non  mi accarezzare potresti innamorarti"
"a chi lo dici a me o a te stesso?
".


Dopo averne scopate a centinaia ancora non aveva capito che le donne accarezzano ad occhi chiusi, di chi sia la schiena non conta, si fa per il piacere di saperla propria

per quel momento .


Il suono della gomma in bocca  e dell'accendino nel pollice era quel poco di vero o meno assurdo che gli  rimase,

ah sì,

anche la segreteria telefonica

"l'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile"

(Chissà se la Tim sa come è reale e vero spesso questo loop.)

 
 
 

una voce sotto l'ala

Post n°261 pubblicato il 02 Luglio 2008 da specchio5
 

Quella voce , una voce voce, mentre canticchiava dalla doccia al telefono quella canzone di Alanis Morissette

strano per un uomo cantarla  .

Aveva anni  che sapevano di mare del sud 1000 chilometri da ovunque e una vecchia Punto di un colore ignoto a tutti, un portafoglio che sghignazzava "non possiamo offrire neanche un gelato alla tua amica ihihihih".

Sotto tutto, una testa tonda tonda rasata rasata con due occhialetti timidi in montatura instabile .


Si sentiva o era un angelo che aspettava in stanza che venisse accolta la sua istanza .

"Non ci so fare con le donne, quella notte uscii e steso da birra e rum di basso prezzo mi feci tutt'uno con la sabbia umida del mare calabrese in un umido ferragosto  chiesi ad una stella la sua fiamma, chiesi al mare un' onda, chiesi al destino di incrociare le dita.

Voglio  una malboro in scatola rossa,  una donna gonna bianca  con foulard arancione,  due gambe con cosce affusolate e anfibi neri,  un bacio ad occhi chiusi dietro alla colonna della stazione ".

La richiesta fu accolta alle ore 11, 30 del mattino di un caldo settembre romano.

Nell'ultimo treno destinazione Rimpianto binario 13, dimenticò il coraggio di perdere la strada del ritorno.


Infondo gli angeli sono invisibili.

Stanza

dissolvenza 

fine  

 
 
 

mani dissonanti

Post n°260 pubblicato il 01 Luglio 2008 da specchio5
 

Aveva 2 mani e 10 note di dita, ma graffiava con le zampe il cuore.Tutti lo ascoltavano  nessuno si accorgeva del sangue che aveva sotto le unghie.

I suoi occhi non si fermavano mai roteavano camaleontici pretendendo che tutto si trasformasse del colore che lui aveva appena appena pensato.


"Sono amato, venerato" e lo chiamavano il Matto affabulatore.


"Ti racconto una storia una grande storia" era il Guru.


" Ora ti alambicco un sogno : ossa di bambina, penne di gabbiano, sabbia del passato"e fu il Mago della dissonanza .


Ballonzolava sempre non aveva chilometri sotto i piedi nè pioggia di nuvole lo chiamano Mani bucate.


E' diventato un puntino in fondo alla frase "non ci sei più."

 
 
 

i passi nel cappello

Post n°259 pubblicato il 28 Giugno 2008 da specchio5
 

Si guardava i piedi sapendo già quanti numeri di scarpe aveva posseduto.
Lo faceva da anni troppi per adesso pochi per ieri. Non contava i passi ma i silenzi tra un passo e l'altro, non c'era l'incedere nè l'andare gli piaceva il divenire nell'ombra.


Portava il cappello calzato, un cappello per ogni stagione di vita, un porta pensieri degli anni percorsi , quanti erano?

come vanno contati per età? per episodi? per le donne avute?  per quantità di responsabilità?
Lui conteggiava le albe e le scadenze di luna.


Pochi gli attimi che prendevano gli occhi in alto, i fruscii di cielo permettevano alla visiera di togliere l'ombra dagli occhi.


Poi di nuovo giù a far matematica con le suole "mai amato la matematica , mai studiata la matematica " le espressioni algebriche dei conti da far tornare sono come una colpa rigata con matita rossa tra la x e la y uguale a tremila vaffa con riporto di bestemmie.
Sì bestemmiava , con moderazione e attenzione, bestiemme mirate, nella sua bocca erano quasi suadenti a volte divertenti, un bacio a sputacchio alla vita.


Si guardava i piedi senza calciare i sassi senza calpestare le aiuole, lo faceva sempre di primo mattino con il sole, o di prima sera con la luna

perchè accanto ad un' ombra è meno dura

 
 
 

Post N° 258

Post n°258 pubblicato il 25 Giugno 2008 da specchio5
 

non hai paura a girare nel bosco da sola? a segnare di notte il territorio come i gatti che leccano la guazza di luna in umido di nuvola?

nel silenzio di una torre di sale  le parole sono inutili perchè mozzate da pietre e strade salate
la pioggia e il maestrale sciolgono i pensieri e i capelli è cosi che si sono allungati,  la pelle si è stesa senza mollette arresa sguainata al sole e l'anima scalza è rimasta in silenzio.
il mio territorio è il silenzio
il mio territorio sono i sussulti in bracciate lente
aspetto il tuo tempo ed io nuoto veloce
se voglio 
posso fermarmi
come quando danzo per stare  a galla così  
ed è naturale vedermi con la mia ombra a picco sul fondo
 
non hai paura a guardare le lucciole sperando che siano lanterne, a percorrere chilometri in compagnia di te medesima?

ho acceso un fuoco, bastava allungare la mano per aver tutto a portata di bocca
bastava succhiare la pioggia leccando le foglie di mille voglie

non hai paura di non riconoscere il sentiero che porta dal bosco passando dalla collina accesa di luna che guarda la valle dell'anima?

ci sono voci di notte in si bemolle, accordi di riti furtivi in chiave di basso, cantavo quei giorni seguendo il cammino: lo sai che al buio i girasoli da oro diventano argento?


ed io ora in  pelle di rame vagheggio

 
 
 

Post N° 257

Post n°257 pubblicato il 07 Giugno 2008 da specchio5
 

ci sto se mi accuccio e mi modifico ci sto
non ho da prendere niente altro
l'importante è sognare di sognare cieli di piscine come nuvola
 
rivedere le rimembranze
contare quanti bemolle ci sono nel silenzio


mi rannicchio
vorrei saper portare tacchi alti per spaccare gli specchi
ma giro nuda


non resta che fare la valigia di me
ho preso tutto
non manca nulla

parte parte ormai va
gira gira lei non sarà qua
tu lo vedi quel puntino arancio e rosso ?
se la chiami ti dirà per un pò non posso


lasciala stare seduta a terra
per dei giorni lascia altri a far la guerra

 
 
 

Post N° 256

Post n°256 pubblicato il 26 Maggio 2008 da specchio5
 

camminare tra l'acqua è sempre stato qualcosa di cui non ho potuto mai fare a meno
seguire le onde sonore invisibili concentriche si può

si cammina in mezzo all'acqua  senza occhi

ciglia con ciglia e piccoli radar segnano l'andare senza meta in quella imprecisione spontanea mai da dimenticare

il passo che diventa danza

animata animosa smaniosa di non arrivare da nessuna parte.

Aprii gli occhi era forse 20 anni fa o di più poco importa

quello che vidi l'ho ritrovato una manciata di minuti e ore fa.

Potevo essere nell'oceano o in mezzo alle calli 

mi sentivo

nella stessa frazione di un non tempo

e in aria mulinellare in soli finti 

mi feci 

colpire dai  gialli scolpiti,

accedere  irrimediabilmente dai rossi

dispendere in stelle, in aperte finestre di spalmate muffe baffute,

nelle chiuse facciate all'aria di sali sale .

Scendi e sali di occhi
sono qui
non me ne voglio andare
fammi stare
a bocca aperta

gira gira la girandola
ruota ruota l'aria
annusa annusa questo torpore
giravolta di stupore

 
 
 

Post N° 255

Post n°255 pubblicato il 20 Maggio 2008 da specchio5
 

Perché scrivo "io ti amo?".

Avevo otturato questa Parola , così la considero, non una frase soggetto predicato verbo, una frase minima si può scomporre, io amo te, te amo io, orribile, non mi piace, perde il suo suono.


L’avevo otturata, neanche messa da parte,  ma proprio spenta di energia, non esisteva non valeva più la pena di parlarla, di viversela poi non ne avevo intenzione.
Infondo perché farla gironzolare sulla strada sempre in cerca di un'ombra o di un indigeno che indicasse la via giusta: "Signora prenda verso sinistra all’incrocio giri a destra dopo la chiesa poi si troverà davanti ad un cartello pubblicitario "PROGETTO SERENITA’DA 0 A 100 ANNI"  dopo chieda, sa com’è l’indirizzo giusto non lo ricordo bene bene”


Io ti amo eppure è così semplice leggera fluida senza fronzoli di aggettivi specificativi qualitativi senza come e tanto da .


Ora perché io sempre la scriva o te la ravani nell’orecchio lo so,

è per quella faccetta buffa che fai,

per quella mezza attesa tra il mio dirla e il tuo rispondere

per quel silenzio che sta tra me Lei e te,

è lì che c’è il nostro

io ti amo

 
 
 

Post N° 254

Post n°254 pubblicato il 18 Maggio 2008 da specchio5
 

quando scrivo di notte, appoggio un pò di mano alla guancia e mi prendo cura delle orecchie, sistemando la musica in orecchini di rame e dopo i zero zero zero, sposto la vecchia penna blu e ticchetto.

Una volta non era così, le pagine delle agende si tenevano strette strette le mie parole una sotto l'altra,  liste della spesa di pane e nuvole latte e mare uova farina sale e sassetti.


Tutto scorre dicono
lo pensa il marinaio che annoiato guarda il mare calmo sperando non duri tutto il giorno così in lisci silenzi,
lo dice l'uomo della radio che musica le onde ,
l' origlia il guardiano che conta i passi riconoscendo le storie dal susseguirsi delle ombre delle orme.

 
Tutto scorre e nulla si può pianificare perchè potrebbe accadere che...
Di notte so che il giorno avrà il dopo, il prima, il di lato, il di fianco,

l'avanti si fa fatica a pensarlo, ad immarginarlo .


Scrivo di notte a margine dei pensieri


tutto scorre
mi dico

allora aspetto

 
 
 

Post N° 253

Post n°253 pubblicato il 13 Maggio 2008 da specchio5
 

Ho passato tempo a cercare medicine per non sentire il senso di solitudine
si lo dico senza perifrasare,  cosi come viene,
come è scritto.


Non che mi sia sconvolta molto per trovare alternative, mi mettevo in un vaso e come un fiore senza terra andavo di qua e di là.
Arrivava il caldo la primavera i princìpi dell’estate: andare uscire vedere fare, qualcosa.
Ticchettavo in testa, perchè le gambe erano particolarmente stanche, ma andava fatto,infondo tutto avevo sistemato o meglio quello che stato possibile aggiustare con colla e cucitrice, con aghi e fili, con stucco e pennellessa, bravina mi dicevo e non male, fregiata della medaglia di donna autonoma mi davo del Lei, parlavo in terza persona tra la scrivania la tastiera le mie favole e quell’essere ballerino che non mi dà tregua,

mai.


Ero piccola quando sono diventata grande.
Mi accorgo ancora che mi metto addosso tutto quello che non ho potuto sfilare anni fa, colori stoffe spille e cappelli scompigliati,

un inconsapevole desiderio di qualcosa che è sfuggito.

Sono giorni cosi, dico sempre, giorni all’indietro, il clown si fa da parte e lascia posto a Medea o Ofelia anzi no, ho sempre fatto parti da Suonata o Folletto dispettoso dicevano che era per i miei capelli rossi.


Dicevo
ho passato tempo a cercare di riempire i vuoti, addensare i pieni,  aspettare uno sguardo che mi dicesse “sono qui ora riposa puoi sognare”.


Questo scritto non ha un finale, ci sono i puntini puntini,

non si vedono perché oggi è un giorno così,

 
un giorno stanco senza rime combaciate.

 
 
 

BEVANO EST

 

 

 

 

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