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Messaggi del 14/09/2015

 

Io,giudice (sesto capitolo)

Post n°1973 pubblicato il 14 Settembre 2015 da paperino61to

 

            

“ Commissario, se mi fa rivedere la tessera un attimo…voglio controllare una cosa”. Perino prende la tessera e esclama: “ Lo sapevo, mi sembrava di averlo notato”.

Io e Tirdi guardiamo il nostro collega stupefatti.

“ Che cosa avevi notato?”.

“ Guardi qui…vede questa scritta seppure sia stata stracciata?”.

Vi è segnato un indirizzo: Via Pol…e sotto di essa tip…

“ Dove vuoi arrivare? “ domanda Tirdi al collega.

“ Semplicemente controllare quale circolo o associazione c’è o c’era in via Pol..che secondo me non può essere altro che via Pollenzo o al massimo via Pollenghera”.

“ Tirdi, prova ad andare a controllare se salta fuori qualcosa. Quindi tip…sta per tipografia vero?”.

“ Esatto commissario, ma credo sia dura risalire a chi l’ha stampata. Manca del tutto l’indirizzo della tipografia”.

“ Bravo Perino, chissà che con questa tua intuizione non troviamo il bandolo della matassa”.

Dopo un paio di ore Tirdi entra in ufficio raggiante. Ha trovato un indizio molto importante.

“ Ci siamo commissario…ci siamo!”.

“ Dimmi tutto “.

“ Sono andato di persona in via Pollenzo, è situata nella zona del  borgo San Paolo. Quartiere prevalentemente abitato da operai e da comunisti. Molti di loro lavorano..”.

“ Non me lo dire…per la Fiat?”.

“ Esatto, io ho alcuni amici che abitano da quelle parti. Nel 23’ i fascisti diedero fuoco e ammazzarono diversi operai rei, secondo loro, di essere comunisti e di avere a loro volta ammazzato quattro camerati l’anno prima in Barriera Nizza”.

“ Secondo te cosa c’entrano i tre impiegati?”.

“ Commissario, uno di quegli operai  era il Galimberti…ed è facile capire chi erano gli altri due”.

Rimasi di stucco a questa affermazione, avevo il vago sospetto che i tre fossero stati degli informatori , la pista della vendetta si fa sempre più concreta.

 

                 

“ Ne sei sicuro Tirdi ?”.

“ Sicurissimo, quei miei amici sono riusciti a scappare appena in tempo dal locale. Si sono rifugiati da parenti fuori Torino”.

“ Hanno fatto il nome di Galimberti?”.

“ Meglio ancora, lo hanno riconosciuto. Ho portato una fotografia di questo signore che non si faceva chiamare con il suo vero cognome, ma con quello di Antonio Petrini !”.

Mai avuto dubbi che Tirdi fosse uno dei migliori agenti che ci potesse essere in Questura…più bravo del sottoscritto, e non ho difficoltà ad ammetterlo.

“ Era iscritto al circolo di via Pollenzo numero quindici dal 1921. Lo descrivono come un tipo taciturno, uno che era sempre presente alle riunioni ma che non dava confidenza a nessuno”.

“ Gli iscritti non hanno mai avuto sospetti di nessun genere?”.

“ Per nulla, quando si trattava di distribuire volantini lo faceva senza storie, idem per reclutare altri iscritti…questi miei amici non sembrano ricordare il nome di De Martini e neanche del Ghiani”.

“ In sintesi, abbiamo un infiltrato che sicuramente lavorava per i fascisti. Ha fatto nomi e cognomi degli altri iscritti e, i cari camerati, sono piombati su di loro come avvoltoi, ammazzando più  persone che potevano “.

Continuo la mia tesi dicendo:” Sicuramente non era solo, il Ghiani e il De Martini saranno stati anche loro parte del gioco, sicuramente anche loro con identità false. Anni dopo, qualcuno ha riconosciuto il Galimberti, oppure gli scampati hanno capito chi era stato a tradirli ed hanno messo in atto la vendetta”.

“ Penso sia più facile pensare che abbiano capito chi sia stato a tradirli “.

“ Bene Tirdi, bravissimo come sempre. Ora prendi la macchina e andiamo dalla cara Azzati. L’altra volta era sul punto di confessare tutto, stavolta credo lo farà”.

“ Prima che mi dimentichi, fai uscire dalle patrie galere il Caroli e poi fallo accompagnare dalla moglie…un’altra cosa, dì a Perino di trovargli un alloggio fuori città, lo dobbiamo salvare dai camerati”.

In breve tempo arriviamo  a casa dalla signorina Azzati, sembrava ci  stesse aspettando.

“ Buongiorno commissario, sapevo che sarebbe venuto. La prego, entrate e accomodatevi”.

La donna sembra in stato confusionale, non ha più nulla del portamento in cui l’ho incontrata il primo giorno dalla Lulli,  anche il suo vestito denota una certa trasandatezza.

               

“ Giochiamo a carte scoperte signorina?” chiedo alla donna mentre  le lacrime fanno la loro comparsa sul suo viso.

“ Non c’è la faccio più a portarmi questo peso sulla coscienza”.

“ La cosa migliore sarebbe dire tutto, mi creda”.

“ Marta Lulli è una mia amica, una delle poche che ho…non è giusto…non è giusto quello che ho fatto..”.

Tirdi mi guarda, anche lui ha capito che la donna sta per cedere.

“ Credevo che la vendetta portasse a qualcosa, ma mi sono sbagliata…non porta a nulla, e tantomeno alla pace interiore”.

“ Si riferisce al marito della Lulli vero?”.

“ Si e non solo lui…anche il Ghiani. Anche se si è impiccato da solo…mi creda gli sto dicendo la verità”.

“ Lei racconti, poi valuterò io se crederle oppure no, la prego continui ”.

“ Sapete già che mio fratello lavorava alla Fiat, era iscritto al circolo comunista di via Pollenzo come lo era nostro zio.  Galimberti a quei tempi era operaio, conosceva mio fratello lavoravano nella stessa officina. Il Galimberti, però era conosciuto ma  lo con un altro nome: Petrini Antonio. La spia…perché questo era, domandò di potersi iscrivere al circolo,  Berto ( mio fratello) credeva nella sua buona fede e lo accompagnò ”.

La Azzati si accende una sigaretta cercando di riordinare i pensieri.

“ Dopo un mese circa si iscrissero anche il Ghiani e il De Martini, ovviamente anche loro con cognomi falsi, entrambi lavoravano al Lingotto. Loro erano degli impiegati, ma stavano molto a contatto con gli operai,  sembravano tipi a posto, convinti al credo comunista e invece…”.

“ Invece erano anche loro delle spie vero?”.

“ Si, commissario, anche loro. Quando ci fu la retata, un paio dei nostri erano in ritardo per il dibattito che si stava tenendo. Videro il marito della Lulli uscire e andare dritto a un camion appostato non lontano della sede. Continuava a voltarsi indietro, come se avesse paura di essere scoperto”.

Il fumo della sigaretta sale al soffitto, fuori il tempo è grigio.

“ Nascosti,  i nostri due compagni osservarono la scena. Un tizio scese dal camion, parlò con il Petrini  o meglio dire il Galimberti.  In un attimo la via venne bloccata da altri camion. Scesero le milizie fasciste armate di mitra e fucili…”.

“ Il Ghiani e il De Martini, quale parte hanno avuto in questa retata? Erano presenti anche loro?”.

( Continua)

 

 

 

 

 
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