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Messaggi del 08/09/2015

 

Io,giudice( terzo capitolo )

Post n°1969 pubblicato il 08 Settembre 2015 da paperino61to

 

          

Telefono in questura per sapere se ci sono novità in merito all’omicidio di Ghiani, ma il dottor Stresi non aveva ancora scritto il referto, di sicuro l’uomo è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca.

Arriviamo al dopolavoro del Lingotto un attimo prima che il locale chiuda.

Il titolare, un certo Barge ci fa entrare. E’ di corporatura media, capelli brizzolati, claudicante dalla gamba destra: “ Ricordo di una pallottola austriaca sul Carso” dice sorridendo.

Domando di De Martini, se l’avesse visto.

“ Fatemi pensare, no…di oggi non si è visto…però meglio che chiedete a Luigi…è il bocia ( ragazzo) che lavora qui con me”. Dopo un paio di minuti compare il ragazzo,  minuto, al massimo avrà tredici anni.

“ Ciao Luigi, non aver timore…sono un commissario di polizia ed ho bisogno del tuo aiuto”.

Il ragazzo si pulisce le mani sul grembiule che ha legato intorno alla vita e si siede.

“ Conosci un certo  Alfonso De Martini? E’ impiegato al Lingotto”.

Luigi guarda il suo datore di lavoro in segno di assenso per poter parlare e poi risponde di si che lo conosce .

Nel suo sguardo e nel  pronunciare il suo nome, mi da l’impressione che non gli fosse poi così simpatico.

“ Che sai dirmi di lui? Non mi sembri entusiasta nel voler parlare di questo tizio”.

“ Si, commissario, e mi scusi signor Barge, ma è vero, non mi piace questo tizio. E’ cattivo, un violento “.

Barge rimane sorpreso da questa affermazione e chiede il perché di questa risposta.

“ Una volta, un paio di settimane fa, l’ho visto nel cortile che parlava con dei miliziani fascisti. Io stavo portando fuori i fusti del vino…”

“ Vai avanti Luigi, non aver paura …” lo esorto .

“ Il De Martini, convinto che lo stessi spiando, mi fece prendere dai miliziani e portare da lui. Mi minacciò che se andavo in giro a raccontare cosa avessi visto e sentito, me l’avrebbe fata pagare molto cara…anche alla mia famiglia”.

“ Capisco…tu ricordi di cosa parlavano? Non aver paura, rimane tra me e te…e anche il signor Barge dà la sua parola di non andare a raccontarlo in giro nulla…vero Barge?”.

Il titolare risponde di si, non ne avrebbe fatto parola.

            

Il ragazzo dice che sentì solo questa frase, perché De Martini la urlò forte:” Dovete proteggermi, se mi prendono sono un uomo morto”.

Guardo Perino, la mia ipotesi era giusta: qualcuno lo stava cercando per ammazzarlo, una vendetta in piena regola.

Ringrazio Luigi e il titolare del locale, e torniamo in questura, nell’ufficio trovai Tirdi ad aspettarci.

“ Buonasera commissario, ho delle informazioni  sulla signora Azzati”.

“ Bene caro Tirdi, ma se permetti né io né Perino abbiamo cenato. Ti va di andare da Mamma Gina? Sempre che tu non abbia già mangiato”.

Tirdi rispose di no, che non aveva ancora cenato, tutte e tre ci avviamo verso la trattoria. Finita la cena, visto che il locale è semi vuoto, parliamo di cosa Tirdi ha scoperto sulla signora Azzati.

“ E’ nata a Torino, ha la residenza in via Cellini al numero cinque. Ha frequentata la stessa scuola della Lulli. Sappiamo che è volontaria al Sacro Cuore, ho parlato con il parroco, non ha segnalato nulla di strano su di lei”.

“ Fin qui niente che non sapessimo già…hai scoperto altro?”.

“ A sabati alterni va a ballare in una sala dalle parti di Corso Regina Margherita. Non ha un fidanzato ne è sposata. Di interessante a mio avviso, è la scomparsa del fratello e dello zio. Dico interessante, perché non c’è stata denuncia da parte dei famigliari in tal senso”.

“ Strano, se un parente non torna a casa, dopo un paio di giorni si va di corsa a denunciare la scomparsa” esclama Perino mentre sorseggia l’ennesimo caffè della giornata.

“ Infatti…molto strano… dammi i dati dei due scomparsi. Proviamo a battere questa pista. In corso c’è una vendetta, ma di chi e per quale motivo non lo sappiamo”.

“ Vendetta?” Tirdi è stupito di questa mia affermazione. Lo metto al corrente della chiacchierata avuta con il ragazzo che lavora nel locale del dopolavoro del Lingotto.

“ Se fosse così, De Martini deve avere la coscienza molto sporca, non crede commissario?” domanda Tirdi.

“ Concordo con te, molto sporca. Bisogna battere questa pista, e penso che  tra i due sventurati che sono morti ci sia un filo che li lega”. La notte è arrivata su Torino, usciamo dalla trattoria e ognuno di noi si avvia alla propria dimora, la luna pallida illumina Piazza Vittorio e il silenzio che la fa da padrone per le strade del centro.

 

 

          

Il giorno seguente mando Perino all’ufficio persone scomparse, ma torna con un niente di fatto, nessuna segnalazione è stata fatta, in nessuna questura del Piemonte.

“ Non credo che due persone possano scomparire senza lasciare traccia. Prova a mandare un telegramma alla polizia francese, caso mai avessero lasciato il paese”.

“ Vado subito, però sto pensando a una cosa …”.

“ Dimmi Perino”.

“ Se una persona lascia il paese e passa in Francia, ammesso che lo abbiano fatto, è perché hanno qualcosa da nascondere o…”.

“ O stanno scappando da qualcuno…è questo che vorresti dire?”.

“ Esatto…e sappiamo che da qui ci si scappa solo dai  fascisti”.

“ Dici di battere la pista comunista?”.

“ Commissario, potrebbe essere un’idea…magari questa mia ipotesi è sballata”.

“ Tentare non nuoce, io ora esco e  vado a parlare con la Azzati, sperando di trovarla e  chissà che non riesca a farmi dire qualcosa di più su questa faccenda”.

 Trovai la suddetta signora mentre rientra dalla spesa.

“ Buongiorno signorina Azzati, si ricorda di me? Sono il commisario Berardi”.

Lei mi guarda con occhi torvi.

“ Si, la riconosco. Cosa vuole? Non ho molto tempo da dedicargli ”, la voce è sempre glaciale.

“ Faccio in fretta mi creda, volevo sapere perché né lei né la sua famiglia non avete denunciato la scomparsa di suo fratello e di suo zio!”.

Per un attimo ho come impressione  che stia per svenire, ma è solo una mia impressione.

Posa le borse della spesa a terra e con voce ancor più glaciale risponde:” Perché non sono affatto scomparsi, sono….sono via…all’estero …in Francia…per lavoro”.

La guardo e sorridendole dico:” Cara signora, ci sono persone che sanno raccontare barzellette, altre favolette, altre ancora bugie…e credo che lei, mi spiace dirlo, non appartiene a nessuna di queste tipologie, specialmente l’ultima”.

Il suo volto diventa rosso fuoco, i suoi occhi carichi di odio, se poteva mi avrebbe fulminato all’istante.

 

             

“ Come si permette?...Lei…è un….maleducato…se ne vada..”.

“ Signorina Azzati, giochiamo a carte scoperte. Suo fratello e suo zio non hanno passato la frontiera, ho avuto la risposta un paio di ore fa dalla gendarmeria francese. So per certo che Galimberti, il marito della sua migliore amica, era implicato in qualcosa di losco assieme a Ghiani e De Martini. Il Ghiani si è suicidato,  mentre Galimberti è morto per infarto da paura, dopo che qualcuno gli ha sparato. Rimane il De Martini…il tutto e ne sono convinto è legato con la scomparsa dei suoi due parenti”.

Il viso da rosso è diventa terreo, le lacrime sono pronte a solcare le guance della donna. “ Non è vero, lei sta mentendo e ora se mi scusa io avrei da fare …arrivederci” .

Decido di farmi due passi e non di prendere il tram per tornare in ufficio. Ho fatto centro, la donna è scossa, il mio bluff ha funzionato, anche se solo un paio di ore dopo la risposta data dalla gendarmeria francese conferma che il mio non era affatto un bluffato, avevo detto la verità. La matassa non è ancora dipanata del tutto, però il filo da cui partire è lo stesso. Due persone scomparse e due uccise, la terza spaventata a morte, domanda protezione alla milizia fascista.

Con Perino e Tirdi decidiamo di mettere sotto sorveglianza l’ Azzati e con molta discrezione di chiedere informazioni ad alcuni miliziani di nostra conoscenza.

Passano un paio di settimane prima che riusciamo a scoprire qualcosa.

“ Commissario, sono Tirdi, la chiamo da un bar in  via Delle Rosine…esatto, quello vicino al presidio fascista. Il Caroli ..se lo ricorda vero? Perfetto, è lui la nostra vecchia conoscenza…Circa sette anni prima, ricorda la mattanza fascista ai danni delle sedi comuniste e dei loro iscritti? Si, la violenza alla Camera del lavoro con relativo rogo…esatto. Ebbene, due di questi sventurati capitati nelle loro mani si chiamavano: Berto Azzati di anni venticinque e Carlo detto “ Carlin” Azzati di anni cinquantadue”.

Non sono stupito da questa notizia, avevo sentore che fosse successo qualcosa del genere: “ Immagino che i due Azzati siano morti ” domando, pur sapendo che la risposta non può essere che una sola.

“Si, morti, sono stati prelevati con altre persone e portati su in collina”.

“Bravo Tirdi, hai fatto un ottimo lavoro, ora torna qui e vediamo di ragionare sull’intera faccenda”.

“ Un’ultima cosa, la spiata venne fatta direttamente al comandante della milizia…ma il nostro amico non ha saputo o voluto dirmi i nomi di chi avesse fatto la spia, al che ho fatto io il nome del De Martini ed è rimasto alquanto scosso che conoscessi il nome  di questa persona, inoltre il più giovane degli Azzati lavorava al Lingotto come operaio.”.

“ Bene, bene, siamo sulla pista giusta…ora torna, ti sei meritato un bel caffè”.

( Continua)

 

 

 

 

 

 

 
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