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Messaggi del 10/04/2017

 

Morte di un amico ( Quarto capitolo)

Post n°2218 pubblicato il 10 Aprile 2017 da paperino61to

Riassunto: Mattia Carlino amico di infanzia del commissario Berardi viene ucciso, la moglie di quest'ultimo Jolanda Pellisier chiede l'aiuto nello scoprire l'assassino del marito. Unico testimone seppur involontario ( ha confuso lo sparo con lo scoppio di una marmitta) Giulio Barolo. Berardi si reca a trovarlo a casa per porle alcune domande, ma viene a sapere che il Barolo è stato investito è l'autista scappato. La polizia che ha fatto gli accertamenti dell'incidente non tiene conto della testimonianza di un clochard: Vincenzo Garrone. Ma il commissario è convinto del contrario e ancor di più che non si sia trattato di incidente ma bensì di omicidio, si dirama l'ordine di cercare una Balilla color verde. Nel frattempo Berardi fa la conoscenza di un avvocato di nome Dario Cotera, e sospetta che tra la Pellisier e costui non vi sia solo amicizia.


La notte scivola silenziosa sulla città di Torino, gli ultimi echi dei radio giornali danno per imminente il discorso del Duce sulla razza italica. Pensieri cupi affollano la mia mente e non solo perché non ho ancora una pista per l’assassinio del mio amico Mattia, ma anche per quello che questa legge comporterà nell’immediato futuro.

L’alba sorge ma sono sveglio da tempo, una tazza di caffè mi fa compagnia.

 “ Buongiorno commissario, ci sono novità per l’indagine?” domanda Tirdi quando entra in ufficio.

“ Per ora no, ma ti chiedo di mettere un paio di agenti a controllare la signora Ballestrini. Sono incuriosito dalle parole della portinaia, purtroppo non posso imporle di parlar chiaro se non vuole e per adesso non credo affatto che la donna sia coinvolta nell’omicidio”.

Prenditi Mammoliti con te…è un ragazzo sveglio “.

“ Chi il poeta?”.

“ Si…e poi ti dico una cosa, voi lo prendete in giro ma vi garantisco che è molto bravo a scrivere versi…dovreste leggerli”.

Tirdi non sembra convinto di questa mia affermazione, prende il telefono e chiama l’agente in questione.

“ Bene commissario ci appostiamo davanti al palazzo dove vive la signora. Presumo  faremo i turni nel controllarla?”.

“ Esatto…mettetevi d’accordo,  se è il caso chiama anche qualche altro agente. Mi interessa chi incontra, chi chiama e soprattutto chi va a trovarla.… a proposito mettiamo sotto controllo il telefono”.

Uscito il mio collaboratore chiamo Perino.

 

 

 “ Ciao, hai novità per quanto riguarda la macchina?”.

“ Per ora no…ho mandato degli agenti in alcuni concessionari di auto. Adesso volevo provare a girare in qualche officina…chissà mai…”

“ Bravo Perino! Avvertimi subito se sai qualcosa. Io faccio un salto dall’avvocato Cotera”.

Questo signore ha lo studio in Piazza Solferino, un palazzo antico, forse uno dei più antichi della città.

Mi accoglie la segretaria, una ragazza sui vent’anni.

“ Prego si accomodi, avverto subito l’avvocato che desidera parlargli”.

Nella sala di attesa, noto diversi quadri  appesi, prevalgono i paesaggi e ne riconosco uno, è il ritratto della Torre di Mondovì.

“ Prego commissario, venga”. La ragazza mi accompagna nell’ufficio del Cotera.

 

L’avvocato mi accoglie cordialmente con un sorriso, sulla sua scrivania noto alcune pratiche che prontamente vengono chiuse in un cassetto.

“ Cosa posso fare per lei commissario?”. Il tono della voce è gentile, quasi servizievole, al contrario del viso che denota durezza e spietatezza.

“ Perdoni il mio arrivare all’improvviso. Volevo porgli qualche domanda, ovviamente la prima è dovuta…da quanto tempo è amico della famiglia Carlino?”.

“ Da circa un paio di anni, da quando Jol…la signora Pellisier è venuta da noi per un atto di successione. Aveva qualche problema con dei lontani cugini”.

“ Frequentava la famiglia Carlino?”.

“ Ogni tanto andavo a casa loro, la signora è gentile e penso volesse sdebitarsi per averla aiutata in quella pratica. Il marito, o meglio il povero marito visto è morto, mi era simpatico…mi sembrava una gran brava persona”.

“ Secondo lei, poteva avere dei nemici? Ha mai accennato a qualche minaccia…pericolo…lettera…”.

Ci riflette su e dopo qualche minuto risponde di no: “ Ovviamente non metterei la mano sul fuoco…con me sicuramente non si è mai confidato anzi…davanti  a me era l’immagine serena e felice”.

“ Capisco. Lei ha un’automobile per caso?”.

Mi guarda perplesso: “ Ho una Topolino se può interessarle, ma le dico sinceramente che la uso talmente poco che sto pensando di venderla”.

“ Conosce la signora Ballestrini?...Edda Ballestrini”.

Sembra accusare il colpo a questa domanda,  la risposta è negativa, non la conosce. Mi domanda chi sia.

“ E’ un’amica della Pellisier…pensavo che magari vi foste incontrati in uno degli inviti della famiglia Carlino”.

“ No…mi spiace, e ora commissario se non ha altre domande da pormi, la pregherei di uscire…sa, ho del lavoro arretrato e devo assolutamente finire per oggi”.

“ Per ora non ho altre domande, la ringrazio per la sua collaborazione”.

Esco dall’ufficio, ma mi attardo un attimo ad uscire dalla porta dello studio. Sento l’avvocato comporre un numero di telefono e seppur a bassa voce intuisco queste parole: “ Il commissario è stato qui…mi ha fatto domande sulla nostra amica comune…capisci…”.

Qualcosa comincia a muoversi, per ovvi motivi non so chi sia la persona dall’altro capo del telefono, ma sono sicuro che  era la voce  della vedova del mio amico. Poi c’è la Ballestrini…cosa c’entra in questa faccenda è ancora un mistero.

 

Nei giorni seguenti da parte di Tirdi e Mammoliti non viene segnalato nulla di strano. La Ballestrini esce nel primo pomeriggio e rincasa verso all’ora di cena. Non si accompagna a nessuno e si reca in vari negozi del centro. Una sola volta è andata dalla sua amica Pellisier. Solo verso fine settimana, Mammoliti mi dice di avere un vago sospetto.

“ Cosa intendi dire?”.

“ Ieri sera mi sono appostato davanti alla sua casa. Tutto nella norma come sempre, nessuno esce e nessuno entra. Decido di andare alla piola in via Del Carmine che si trova all’angolo con corso Valdocco dove abita la Ballestrini e che rimane aperto fino all’una di notte. Mentre bevo una tazza di thè caldo vedo arrivare una macchina e fermarsi. Da essa scendono due coppie ed entrano al portone che è situato di fronte a dove sono seduto”.

“ Alla piola intendi dire?”.

“ Esatto. Noto che sono di media età, ben vestiti…persone distinte. Poi dopo dieci minuti arriva un’altra macchina…una Topolino..”

A sentire la marca dell’auto apro ancora di più le orecchie.

“ Scende un uomo solo, anche lui distinto, ed entra nel portone. Esco dalla piola e torno al mio posto di sorveglianza. Passano un paio di ore e una persona esce, noto subito che è  brillo ed euforico, ma noto soprattutto che è una delle persone entrate in uno stabile in via Del Carmine”.

“ Quindi cosa ne deduci?”.

“ Deduco con certezza che queste persone sono entrate da un’altra parte e che questo tizio visto da me è uscito da un altro condominio. E’ stato chiamato a gran voce dalla sua bella che era all’angolo della strada…lo ha chiamato Paolo, evidentemente aveva sbagliato uscita”.

“ Secondo te sono andati a trovare la Ballestrini?”.

“ Bella domanda commissario, è possibile, ma avrei dovuto essere sul pianerottolo della signora per averne la certezza”.

“ Vado a fare due chiacchere con la portinaia, ma prima entro dal portone che mi hai detto, vediamo se c’è un collegamento tra i due edifici”.

Infatti il collegamento esiste, passando dalla portina che dava sul cortile( evidentemente sempre aperta) si entra nello stabile dove abita la Ballestrini.

 

Suono in portineria. Per un attimo la donna resta interdetta, non mi ha visto entrare dal portone di Corso Valdocco, ma poi un sorriso beffardo compare sul suo volto.

“ Sempre lei commissario…cosa vuole questa volta?”.

“ Che mi dica la verità…le mezze frasi non mi piacciono. Posso entrare per una chiacchierata o devo stare qui sull’uscio? Per me è indifferente”.

“Entri”.

L’alloggio è modesto, come  sempre nei casi di chi è portinaio. Mi siedo e aspetto che la signora inizi a parlare.

“ Ho notato che è entrato da un’altra parte”.

“ Già…ma non credo che sia strano per lei vero?”.

Accenna di si  e continua dicendo che è sempre di sera tardi che queste persone entrano in questo modo.

“ Non vogliono farsi vedere dagli altri inquilini, e credono che io dorma”.

“ Invece lei è ben sveglia immagino. Conosce qualcuno di queste persone?”.

Prende tempo e scuote la testa, pensa solo sia gente facoltosa dal modo di vestire

“ Da quanto va avanti questa storia?”.

“ Da quando quella fomma da marciapè a l’è arriva belè si”.

“ Si  riferisce alla Ballestrini?”.

Altro assenso con il capo.

“ Secondo lei l’alloggio funge da casa di appuntamenti? Se è così perché non lo ha segnalato a noi?”.

“ Perché ho paura di lei, davanti fa tutta la gentile ma poi…è una belva. E anche quello…non so il nome…ma ha uno sguardo che mette paura…l’unica è una donna...è gentile, quando mi vede che sono nascosta dietro la tendina, mi saluta sempre”.

“ Non sa dirmi altro? Senta guardi questa fotografia ( era quello del mio amico Mattia)…mi dica, è mai venuto qui?”.

La guarda con calma e poi dice di no: “ Mai visto”.

“ Bene signora la ringrazio. Vedrà che a breve il via vai scomparirà, ha la mia parola”.

( Continua)


 

 
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