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Messaggi del 18/04/2017

 

Morte di un amico( Settimo capitolo)

Post n°2222 pubblicato il 18 Aprile 2017 da paperino61to

 

Riassunto: Le indagini per la morte di un vecchio amico del commissario Berardi portano a sospettare di alcuni amici della vedova. Principalmente la signora Ballestrini, che secondo Berardi è tenutaria di una casa di appuntamento per gente facoltosa e un avvocato di nome Cotera. Nel proseguio delle indagini, vi sono altri tre omicidi,di cui due persone in qualche modo sono state testimoni di omicidi. Mentre il terzo, la portinaia dello stabile dove abita la Ballestrini sembra dovuto a un ricatto da parte della vittima al suo assassino. L'ultima vittima in ordine di tempo è un barbone di nome Garrone, che aveva trovato rifugio nella canonica di Don Rubio.

 

In un’indagine entrano in gioco diversi fattori: l’arguzia di chi segue la pista, le prove accumulate che vengono incastrate come un puzzle, la possibilità di avvalersi di testimoni e non, ultimo, il fato o destino.

Quest’ultimo entra in gioco in una mattina di domenica, due vecchie nostre conoscenze vengono sorprese a rubare un auto in una villetta di Alpignano. La fuga dura poco, intercettati, vengono arrestati in un cascinale abbandonato dalle parti del quartiere Lucento.

L’auto rubata è una Balilla di colore verde. Giunta  tale notizia a Perino viene immediatamente ad avvertirmi. Io dal canto mio mi attivo nel chiamare la scientifica per rilevare eventuali impronte digitali dell’assassino.

“ Bene Perino, se siamo fortunati abbiamo l’auto che ha ucciso il Barolo”.

Ci rechiamo sul luogo, i due ladri sono ammanettati. Gli agenti che hanno effettuato l’arresto spiegano che la segnalazione del furto è avvenuta dalla signora che abita di fronte alla villetta di un certo Berti Giancarlo.

“ Fammi parlare con i ladri, vediamo se hanno qualcosa da dire in merito al furto”.

“ Immaginavo foste voi…ora però avete un problema in più ed è pure un gran problema!”.

I due ladri si guardano non capendo a cosa mi riferivo.

“ Quest’auto è stata usata per investire un pedone, purtroppo la persona in questione è morta…quindi cari signori, siete accusati di omicidio”.

“ Commissario…non siamo stati noi…vero, siamo dei ladri, ma non degli assassini ”.

“ Vediamo se avete un alibi …se riuscite a dimostrarlo bene per voi, altrimenti butto via la chiave della cella e uscirete solo con i piedi in avanti”.

Il loro alibi regge, quel giorno dell’uccisione del Barolo erano in carcere, stavano scontando una pena per furto ad una ferramenta.

“ Sentiamo la scientifica se ha notizie in merito alla macchina…se è la stessa usata dall’assassino”.

“ Vede questa macchia…è sangue…pur essendo stata lavata, non sono riusciti a eliminarla del tutto…e anche questo bollo sul cofano davanti…per quanto abbiano cercato di sistemarlo, il lavoro non è stato eseguito alla perfezione…diciamo non da un carrozziere”.

“ Il bollo potrebbe essere stato causato dal corpo investito?”.

“ Sicuramente…ma attenzione, potrebbe anche essere un animale…bisogna vedere se il sangue è di un essere umano o no…purtroppo è passato parecchio tempo da quel giorno”.


“ Perino, andiamo a sentire questo signor  Berti ”.

La villetta è situata sulla statale di Alpignano, poco fuori dal paesino.

Il signor Berti ci viene incontro, è un uomo sulla settantina che  si appoggia a un bastone: “ Ricordo del Carso “ esclama.

“ Prego entrate, chiamo la domestica…gradite qualcosa?”.

“ Signor Berti, una nostra pattuglia ha ritrovato la sua Balilla”.

“ Bene, ne son contento…sa senza quella non potrei muovermi, vede come sono conciato!”.

“ Immagino sia difficile per lei a guidare, vero?”.

“ Ma io non guido ci pensa Francesca…mia nipote…abita qui con me”.

“ Potrebbe chiamarla per favore?”.

L’uomo mi guarda perplesso, gli dico che devo rivolgerle alcune domande, nulla di che: “ Stia tranquillo, è pura semplice routine”.

Dopo qualche minuto di attesa, la nipote arriva, al massimo ha  quindici anni.

“ Ciao zio, mi hai fatto chiamare? Chi sono questi signori?”.

“ Buongiorno signorina, sono il commissario Berardi e questo è il mio collega Perino. Volevo porle qualche domanda in merito al furto dell’auto”.

“  La domestica mi ha avvisato di questo furto…pensi, che io non ho sentito nulla”.

“ Sono ladri in gamba, ma sfortunatamente non abbastanza per sfuggire a una nostra pattuglia…lei ha mai avuto incidenti con la Balilla?”.

La ragazza mi guarda stupita e risponde:” Commissario…ma non sono maggiorenne per potere guidare un’auto…magari lo fossi…vorrebbe dire che ogni tanto andrei a fare un giro per i negozi di Torino”.

“ Signor Berti, se non erro…”.

“ Ha capito male commissario…ecco…io volevo dire…”.

“ Che ne dice se giochiamo a carte scoperte? “.

“ Zio…non capisco…cosa sta succedendo?”.

“  Il conducente della Balilla ha investito un paio di mesi addietro una persona, costui è morta in seguito alle ferite. Questa persona è stata testimone involontaria di un omicidio. Ora capisce perché mi preme sapere chi era alla guida della macchina?”.

La giovine si accascia sulla poltrona, mentre lo zio si prende la testa tra le mani.

“ Commissario…mi creda, non ero ne io ne mia nipote…se parlo…faranno del male a lei” e indica la ragazza.

“ Si fidi di me, ci penserò io a proteggerla…il vero proprietario chi è?”.


Nel tornare in questura avevamo in mano una buona carta: il nome del vero proprietario dell’auto, sicuramente è la stessa persona che ha ucciso il Barolo e non solo.

Appena arrivati  in ufficio chiamo la signora Pellisier per convocarla.

“ Mi spiace commissario, ma mi sto preparando per una vacanza se così vogliamo chiamarla…voglio allontanarmi da questa casa…troppi ricordi…pensavo di metterla in vendita. Se a lei non spiace, io sarei di ritorno giovedì nel primo pomeriggio”.

“ Capisco la sua situazione…se non può farne a meno, ma giovedì pomeriggio l’aspetto nel mio ufficio, è importante al fine dell’indagine. Dove pensa di trascorre questi giorni?”.

Ha un attimo di esitazione poi risponde dicendo di andare ad Aosta da un’amica.

Decido di fare un’altra telefonata, chiamo Cotera spacciondomi per un probabile cliente.

“ No signore, purtroppo ci spiace, ma l’avvocato giovedì non potrà essere presente…mi ha lasciato detto che si allontana per qualche giorno…ne sono sicura, ho prenotato io il treno per Marsiglia…ma certamente, mi lasci il suo numero di telefono la richiamo appena il signor Cotera ritorna a Torino”.

Guardo Tirdi sorridendo: “ I topi stanno per lasciare la nave. Vai dal questore e domandagli un mandato di comparizione immediato per la signora Pellisier e l’avvocato.  Appena è pronto, vai da queste persone e portali qui anche con la forza se è necessario…facciamolo anche per la Ballestrini, deve essere presente anche lei…aspetta…chiedi  che ti scriva anche i mandati di perquisizione, quella dannata pistola deve saltar fuori…manda uno dei nostri alla stazione voglio una lista dei passeggeri per Marsiglia dei prossimi giorni”.

Ora devo pensare come fare per farli confessare, sono troppo scaltri per cadere in errore, sanno di giocare sul filo del rasoio. Chiamo Mammoliti chiedendogli se le fotografie delle persone che frequentavano l’alloggio della Ballestrini sono pronte.

“ Si commissario le hanno appena sviluppate, gliele porto immediatamente”.

Sul mio tavolo una ventina di fotografie sono innanzi ai miei occhi, un paio erano interessanti e riguardavano due dei tre soggetti che a breve saranno presenti in questo ufficio.

“ Che ne dici Tirdi? Mi sembra senza ombra di dubbio, che siano loro”.

“ Concordo con lei commissario, sono loro”.

“ Riconosco anche questo…e indicò l’uomo fotografato insieme a una bionda”.

“ Certo che la Ballestrini aveva un bel giro di clienti…questo è un pezzo grosso della nostra città, immagino lo scandalo che ne verrebbe se la stampa lo venisse a sapere”.

“ Faremo in modo che i giornalisti non lo sappiano” rispondo.


Rileggo i referti consegnati dalla medicina legale, voglio essere sicuro del calibro dei proiettili che hanno ucciso sia Mattia che la portinaia, poi chiamo Perino chiedendo se abbiamo nei magazzini della questura un’arma dello stesso calibro.

“ Mi servirebbe per uno scherzo ad alcuni amici” sorrido mentre metto riaggancio il telefono.

Siamo alle strette finali, c’è da capire solamente chi sia stato il braccio armato, per la mente non ho dubbi.

“ Commissario ecco la pistola, è avvolta in un panno”.

“ Bravo Perino, perfetto! Ora la metto nel cassetto e al momento buono la userò. So di giocare una partita rischiosa, sia la Ballestrini che Cotera hanno amici influenti, ma devo rischiare se vogliamo incastrarli”.

“ Devo mettere degli agenti fuori dalla porta?”.

“ Sicuramente si, ma solo dopo che siano entrati tutti e tre, anche la Pellisier è convocata, fai mettiamo anche un registratore…ma non deve vedersi”.

Il questore mi chiama, è preoccupato per la mia richiesta, spiego che non ci sono dubbi, uno dei tre è l’assassino sia di Carlino che delle altre due persone. Spiego il mio piano mentre osservo i suoi occhi sgranarsi:” Lei è un’incosciente Berardi, ma si rende conto di cosa sta rischiando?”.

“ Lo so, ma non vedo altra scelta, sono furbi, sanno di avere dalla loro parte pezzi grossi del partito e in qualche modo devo scalfire la loro sicurezza”.

“ Mettiamo che il suo agente non trovi la pistola, è sicuro che il suo scherzetto riesca?”.

“ Non sono affatto sicuro, l’avvocato è un duro, ma spero che le due donne si tradiscano”.

“ Buona fortuna allora e mi tenga informato sull’andamento dell’interrogatorio”.

Dicendo così si alza e mi stringe la mano.  Mentre esco dal suo ufficio penso che sia una  brava persona oltre che onesta ,ed è per questo che i cari miliziani cercano di sostituirlo in tutti i modi con uno dei loro.

La radio riporta la notizia che a breve il Duce terrà il suo discorso sulla razza superiore, e che la pubblica amministrazione e tutti i cittadini saranno tenuti ad attenersi alla legge razziale che entrerà in atto.

( Continua)

 

 

 
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