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Messaggi del 09/09/2015

 

io,giudice( quarto capitolo)

Post n°1970 pubblicato il 09 Settembre 2015 da paperino61to

 

Nel pomeriggio convoco sia Tirdi che Perino nel mio ufficio.

“ Ragazzi, abbiamo un po’ di elementi da unire. Zio e nipote sono stati uccisi dai fascisti dopo una soffiata. Il giovane lavorava alla Fiat come operaio, quindi poteva conoscere  benissimo Galimberti e gli altri due impiegati, anche solo di vista. La famiglia Azzati ha cercato di coprire le morti dei loro cari dicendo in giro che erano usciti dall’Italia…”

“ Perché l’avrebbero fatto?” domanda Perino.

“ Questo è il punto, perché hanno fatto credere questa cosa?”.

“Tirdi, sai altro sulla famiglia Azzati?”.

“ La madre è vedova da anni, il marito è morto di crepacuore per la morte del figlio. Vive a Canelli, in un modesto alloggio. Ho mandato un paio dei nostri uomini a porle delle domande, ma rispondeva in maniera evasiva”.

“ Di solito si risponde in questa maniera per non far scoprire qualcosa…” non finisco la frase che la porta dell’ufficio si spalanca. E’ Barge, il proprietario del locale dopolavoro Lingotto.

“ Commissario Berardi, mi scusi….ma è successo una tragedia…dio mio…povero Luigi.”

Gli dico di accomodarsi su una sedia e chiedo a Perino di portare un bicchiere d’acqua.

“ Si calmi ora, che è successo a Luigi? Se non sbaglio è il suo garzone “.

“ Si, è il mio dipendente…stamattina all’apertura non si è presentato e mi sembrava strano, non è da lui, mi avrebbe avvertito. Ieri sera sono uscito prima dal locale per un impegno, dovevo portare mia moglie dal  medico, e gli ho chiesto di chiudere lui. Cosa ho mai fatto ? Perché…perché…”.

L’uomo è sconvolto, sta in silenzio diversi minuti con il capo chino, poi riprende il racconto: “ Dopo aver aperto, non vedendolo arrivare, sono sceso in cantina a prendere dei fiaschi di vino…e …ho visto il suo corpo disteso a terra…era morto”. La voce è flebile e lascia spazio al pianto.

Rimango di sasso, non mi sarei mai aspettato la morte di quel povero ragazzo.

“ Tirdi, metti in moto la macchina, signor Barge, lei venga con noi. Dimenticavo, Perino chiama il dottor Stresi e digli che c’è lavoro per lui, ora ti segno l’indirizzo esatto”.

 

                  

Giunti al locale , Barge apre la porta ed entriamo. Perino rimane all’ingresso per non far entrare eventuali clienti, nel frattempo aspetto l’arrivo del medico legale.

Scendiamo in cantina, il corpo del povero ragazzo è nascosto tra due botti.

Tirdi si avvicina e tasta il polso: “ Niente da fare commissario è morto”.

Mi avvicino e con delicatezza lo volto a pancia in su. Noto che era stato colpito al cuore, due fori di proiettile. Luigi ha visto l’assassino in volto.

“ Perché, commissario…era come un figlio per me e mia moglie..”.

“ Non lo so, ma posso giurarle signor Barge che prenderò questo maledetto, fosse l’ultima cosa che faccio”.

Un paio di minuti dopo arriva il dottor Stresi, gli indico il corpo che nel frattempo era stato coperto con una tovaglia. Mando Tirdi  ad avvisare la famiglia del povero ragazzo.

“ Commissario, lei quando si muove fa danni…morti di qua, morti di là…mai pensato di stare in ufficio tranquillo ?”.

“ Ha ragione dottore, ammetto che ci ho pensato, ma ogni volta che prendo questa decisione, salta fuori un assassino che  fa dimenticare il mio futuro lavoro: stare dietro a una scrivania”.

“ Povero ragazzo, due colpi sparati a bruciapelo. Direi che il nostro omicida sapeva usare l’arma”.

“ Oppure il nostro omicida ha imparato in fretta ad usarla”.

“ Lei ha già un ipotesi di chi sia stato vero commissario?”.

Alzo le spalle e rispondo con un forse, poi salgo al piano di sopra, lasciando il medico a fare il suo lavoro.

“ Andiamo Perino, qui ormai non abbiamo più nulla da fare. Signor Barge, se qualche suo cliente ha visto o sentito qualcosa venga a riferircelo immediatamente”.

“ Cosa ne pensa commissario? Io un sospettato l’avrei..” .

“ La penso come te se il nome del sospettato è De Martini. Dobbiamo scovarlo al più presto, al rientro chiama Tirdi e digli di convocare il nostro amico Caroli, stavolta non se la cava così facilmente”.

 

                

Il Caroli arriva l’indomani mattina di buon ora accompagnato da Tirdi. Il volto dell’uomo è una maschera di paura.

“ Siediti Caroli, non aver paura, non sono così poi cattivo. Come va con i tuoi amici fascisti? Ti trovi bene?”.

Eìseduto su una sedia, ma sembra seduto su una stufa accesa. Le gambe non sono ferme e lo stesso si può dire delle mani, si agita.

“ Caroli, perché ti agiti? Mica avrai qualcosa da nascondere ai tuoi amici ”.

“ Commissario, io non ho fatto nulla, ho detto solo quello che sapevo al suo agente…mi creda “.

“ Lo so, lo so, sei un bravo informatore e non solo…ma purtroppo ora c’è un altro morto..”

L’uomo sbianca in viso, china la testa e dice: “ Io non c’entro …lo giuro…”.

“ La vittima è solo un ragazzino di tredici anni, sai cosa vuol dire morire a quell’età? Non credo, non hai figli…pensa ai suoi genitori…pensa se eri te a morire a questa età  ”.

“ Io non c’entro ve lo detto, non sono un assassino e voi lo sapete, tutti quanti lo sapete che non ho mai ammazzato nessuno”.

“ Già, lo dici te… ma la faccenda di via Osasco te la ricordi ancora vero? Tu eri coinvolto…anche li, dimmi se sbaglio Tirdi , c’era un’anziana uccisa vero?”.

“ No commissario, non sbaglia. Una donna anziana uccisa a martellate e il nostro Caroli era il basista del colpo e magari non solo…”.

Caroli si volta verso Tirdi, e con le lacrime agli occhi ribadisce la sua innocenza per quel fatto.

“ Vero, ho fatto il basista, ma poi è stato quel Rondi ha uccidere la donna, non io”.

“ Abbiamo creduto una volta a quello che hai detto, e ora guarda come ci ripaghi “! Uccidendo un ragazzino…”.

“ NO! Non è vero! Lo giuro, non sono stato io…ero con mia moglie”.

“ Hai sempre un alibi pronto vedo? Tirdi ,chiama il carcere, vediamo se con un paio di giorni in gattabuia non diventa più ragionevole!”.

“ Commissario, la prego … non lo faccia, mia moglie  morirebbe se sapesse che sono in galera. Non può muoversi, sono io che l’aiuto a mandare avanti il negozio”.

“ Tanto morirebbe lo stesso, e sai perché? Per quella camicia nera che indossi, credi che il tuo Duce sia immortale? Credi che basti andare su un balcone per far paura agli inglesi?”.

 

                

“ Non capisci cosa sto dicendo, vero Caroli? Io non ho la sfera magica, ma posso dirti, e ne son convinto, che il tuo capo porterà alla rovina questo paese. Ci trascinerà in una guerra senza senso, e alla fine anche il popolo si rivolterà contro, e cosa credi che faranno a voi, alle famose milizie fasciste? Come vedi , tua moglie può già incominciare a piangere da ora. Tirdi, mettigli le manette e portalo alle Nuove “.

L’uomo si getta in ginocchio piangendo e si aggrappa ai pantaloni di Tirdi come un bambino di pochi anni.

“ Caroli, meglio per te se parli credimi, lo dico per il tuo bene”.

“ Commissario, se parlo sono morto”.

“ Chi ti ha minacciato? Il De Martini?”.

Se il silenzio fosse una prova, in questo caso l’avremmo avuta.

“ E’ lui vero? Tu eri andato al dopo lavoro per farti un bicchiere di vino e hai visto l’assassino scappare via… è così?”.

“ Se parlo lei mi deve proteggere, me e mia moglie…soprattutto lei…me lo promette?”.

“ Stai tranquillo Caroli, te lo prometto. Facciamo così, tu mi dici quello che sai …tutto… poi ti mando alle Nuove…calma, stupido…è solo una finta…stai un paio di giorni e poi esci. Gli amici tuoi crederanno nel tuo silenzio, per il negozio mando un’amica mia ad aiutare tua moglie”.

“ Crede che funzionerà? Quelli sono furbi, non solo bestie…”.

“ Ne sono certo, la mia amica si spaccerà per una cugina di tua moglie. Tu sarai in cella di isolamento, non avrai nessun contatto con gli altri detenuti “.

“ Va bene, commissario…gli racconterò tutto quello che so  e anche quello che ho visto. Quel povero ragazzo non meritava di morire, era buono con tutti…”.

Mettiamo a verbale la testimonianza del Caroli, questa è una prova che se avessimo preso il De Martini non sarebbe sfuggito al suo destino.

“ Mi raccomando commissario, mi fido di lei…mia moglie…”.

“ Ci penso io, chiamo immediatamente la mia amica. Mi deve un favore, non potrà dirmi di no. Tu però ascolta un consiglio, quando esci prendi tua moglie e vai via da qui, lascia i fascisti. Non sei del loro stampo, sei una brava persona...dammi retta…se vuoi posso darti una mano anche in questo…pensaci”.

Tirdi ammanetta il Caroli e lo porta alle Nuove, la messinscena deva sembrare vera.

( Continua )

 

 

 
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