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Messaggi del 14/04/2017

 

Morte di un amico( Sesto capitolo)

Post n°2220 pubblicato il 14 Aprile 2017 da paperino61to

 

Riassunto: Indagando sugli omicidi di Carlino( suo vecchio amico di infanzia) e di Barolo( testimome involontario), Berardi scopre che vi è un legame che lega questi fatti con la signora Ballestrini( amica della vedova) e Cotera( avvocato della famiglia Carlino). Non riesce però a trovare indizi certi del loro coinvolgimento nei tre delitti.



Gli agenti mandati nelle officine non trovarono la macchina sospetta, solo il titolare di una di esse si ricordava di una Balilla verde ma non la vedeva da un paio di mesi.

“ Il proprietario dell’auto è un signore distinto, sul metro e ottanta, porta sempre un cappello e occhiali scuri “.

“ Questo è tutto quello che siamo riusciti a scoprire commissario”. Perino sembra sconsolato, ma rispondo che abbiamo a che fare con uno che usa il cervello, non è un delinquente comune, è scaltro e sa bene che potremmo arrivare a lui al suo primo sbaglio.
“ Sicuramente l’auto è stata nascosta da un’altra parte…magari non la userà fino a quando non si calmeranno le acque…”.

Squilla il telefono: è il Questore che a sua volta ha ricevuto una chiamata da parte del capo dei miliziani: “ Berardi…cosa sta combinando? Una certa Balestra…Ballestrini si è lamentata con De Fazio dicendo che…lei le ha dato della…prostituta!”.

“ Affatto signor questore, le ho detto semplicemente, ed è quello che credo, che il suo alloggio non è nient’altro che una casa di appuntamenti per gente facoltosa.” Poi gli accenno anche dell’uccisione della portinaia e del mio colloquio avuto con lei qualche giorno prima che la uccidessero.

“ Ha prove di quello che dice?”.

“ Ho mandato un paio di agenti per controllare il via e vai delle persone che entrano nel suo alloggio. Ho le prove di come fanno ad entrare senza dare troppo nell’occhio…purtroppo non posso fare un’irruzione senza un mandato. Sono sicuro che la Ballestrini è parte integrante con gli omicidi di Carlino e della portinaia”.

“ Bene Berardi, mi fido di lei, mi tenga al corrente, io da parte mia cerco di tenere calmo De Fazio. Lei però sia cauto con la signora…mi raccomando…non sa le pressioni che mi stanno facendo…arrivederci!”.

Guardo Perino e sorrido: “ La donna ha smosso i cagnolini contro di noi…muoviamoci con cautela…siamo sulla pista giusta”.

Chiamo casa Carlino e mi risponde la domestica, chiedo se la signora Pellisier è in casa.

“ No commissario è uscita…non so dove sia andata, mi ha detto che sarebbe rientrata verso metà pomeriggio”.

Una vocina mi dice che è andata dalla sua amica Ballestrini.

Stavo tornando in questura quando all’ingresso  del portone vedo una mia vecchia conoscenza: Felice Don Rubio parroco della chiesa situata in via Cibrario angolo corso Tassoni. Mi viene incontro salutandomi nel suo solito modo caloroso.

“ Caro Berardi, ti stavo cercando. Devo parlarti con la massima urgenza”. Dicendo questo mi prende sottobraccio e ci incamminiamo verso la sua parrocchia.

“ Cosa è successo di così grave per farti arrivare fino a qui?”.

“ Conosci un certo Garrone? Vincenzo Garrone noto agli amici come bicerin?”.

Rispondo di si, che è stato testimone di un omicidio e spiego la dinamica del delitto.

“ Lo so, me lo ha detto. Ora è nascosto in canonica, un paio di sere addietro hanno tentato di ucciderlo”.

Il mio volto dipinge lo stupore ed esclamo: “ Che stupido sono…avrei dovuto pensarci che poteva correre dei rischi, ma altri avvenimenti hanno preso il sopravvento nell’indagine e me ne sono scordato”.

“ A volte non sempre nostro Signore ci fa prendere strade ovvie e giuste ma sentieri impervi. Vincenzo ha bussato alla mia porta chiedendomi aiuto e mi ha fatto il tuo nome. E’ ferito a una spalla, nulla di grave per fortuna”.

Prendiamo il tram per andare in chiesa, i pochi passeggeri sono immersi nei loro pensieri di fine giornata.

“ Questo è tutto Berardi…che ne pensi?”.

“ Che è stato fortunato…molto fortunato. Questo assassino non sbaglia, è freddo, calcolatore, cinico. Solo la fortuna lo ha salvato o se preferisci Dio”.

“ Meglio il secondo…il suo occhio vigila sempre su di noi”.

Entriamo nella canonica e la porta è solamente socchiusa. Il prete rimane stupito: “ Ma…aveva chiuso la porta…avevo anche detto di non aprire a nessuno tranne a me”.

Il tavolo era rovesciato, un bicchiere era per terra assieme a una bottiglia di vino rotta, la sedia anch’essa riversa sul pavimento, c’era stata una lotta in quella stanza. Nella stanza dove si trova la brandina un corpo giaceva ai suoi piedi, era Garrone.

Don Rubio sbiancò e incomincia a tartagliare frasi senza senso.

“ Calmati ora  e chiama la questura, chiedi di Tirdi o Perino, digli di venire immediatamente con un paio di agenti”.

Il prete si allontana mentre io mi avvicino al cadavere. Sulla schiena noto dei fori di proiettile, sono tre, l’assassino voleva essere sicuro di portare a termine il suo intento, e questa volta ci è riuscito.


“ Caro commissario ho finito, anche oggi ho la mia salma quotidiana. Ho come impressione che a Natale dovrò fargli un regalo”.

“ Dottor Stresi, la ringrazio di tutto cuore, è veramente gentile. Adoro leggere i suoi referti alla sera specialmente in quel giorno di festa”.

La vittima viene caricata sull’ambulanza e portata alla Medicina Legale. Vado a trovare il parroco che è ancora scosso.

“ Metto di guardia un’agente in borghese, non vorrei che corressi dei pericoli” dico a Don Rubio.

“ Se è il mio destino lo accetto…ma tu promettimi che prenderai quel vile”.

Mentre torniamo in questura Tirdi mi domanda come è possibile che l’assassino abbia saputo di questo Garrone.

“ Bella domanda, ci ho pensato anche io… e non trovo risposta, a meno che uno dei nostri non abbia parlato dell’indagine in corso con un giornalista…con degli amici…”.

“ Non credo commissario, sanno che hanno l’ordine di non parlare delle indagini in corso, però non escluderei  che uno dei nostri fosse nel giro della Ballestrini”.

La notte la passo in bianco, continuando a domandarmi come l’assassino poteva sapere del barbone e del luogo dove si era nascosto.

Penso a due ipotesi: nel primo caso poteva averlo intravisto mentre attendeva di investire con l’auto il Barolo, ma sapere il suo nome era improbabile; seconda ipotesi, dopo aver tentato di ucciderlo, sicuramente lo ha seguito fino alla chiesa.  Nel pomeriggio ha poi notato Don Rubio uscire dalla chiesa, quindi l’assassino è entrato nella canonica spacciandosi per il prete, questa è l’unica soluzione che riesco a trovare.

L’indomani mattina, Tirdi è già al lavoro e mi consegna un foglio con dei nomi.

“ Ho pensato  parecchio a come l’assassino potesse conoscere le generalità della vittima. Mi sono detto: se qualcuno si fosse recato nei nostri uffici e avesse trovato la sua testimonianza scritta?”.

“ Vai avanti”.

“ Le uniche persone che possono accedere in questura senza  la nostra presenza sia necessaria sono gli avvocati”.

“ Sei un genio…e scommetto che tra questi nomi, hai trovato una certa persona di nostra conoscenza!”.

“ Si commissario, guardi la data…tre giorni addietro…e il primo tentativo di omicidio verso il barbone è datato due sere fa, ovvero il giorno dopo la sua venuta nei nostri uffici”.


“ Tirdi, abbiamo solo una supposizione…ci vorrebbe un testimone che avesse visto uscire questa persona da questo ufficio”.

“ Domando se qualche nostro collega abbia visto uscire qualcuno da qui…chissà mai che non siamo fortunati” così dicendo usce per rientrare una mezz’oretta dopo in compagnia dell’agente Nirducci.

“ Buongiorno commissario, Tirdi mi ha fatto venire qui da lei per riferire in merito alla persona da me vista quel giorno”.

“ Ciao Nirducci, parla pure…una cosa soltanto, la tua testimonianza può essere usata come prova, quindi devi essere più che sicuro di quello che mi dirai”.

“ Certo commissario…erano verso le cinque, cinque e mezza di sera, io ero nel corridoio, avevo appena finito il turno e stavo avviandomi verso l’uscita quando da questo ufficio esce un signore. Mi guarda e per un attimo rimane paralizzato poi si gira verso l’interno della stanza con la porta semi aperta e saluta con un : buona sera commissario, e se ne va”.

Guardo Tirdi ed esclamo: “ Non posso dire che gli manca prontezza e sangue freddo. Lo sapresti riconoscere?”.

“ Certo che si, era sul metro e ottanta circa, capelli scuri, intorno ai trent’anni massimo quaranta,  colore degli occhi erano scuri, marroni direi…mi ha colpito la durezza del suo sguardo”.

“ E’ lui, ma per sicurezza ti portiamo una sua fotografia. Grazie Nirducci sei stato utilissimo”.

Uscito l’agente prendo il telefono e chiamo il questore, volevo convocare il Cotera.

“ Berardi, ma non è al corrente di nulla?”.

“ Di cosa dovrei essere al corrente?”.
“ L’avvocato Cotera è stato nominato presidente della sezione XI lasciata vacante dalla morte del suo amico”.

Resto in silenzio per un attimo: “ Quindi abbiamo un buon movente per l’uccisione del Carlino!”.

“ Deve avere prove più che certe commissario, sa che quella gentaglia aspetta solo un suo passo falso. Mi tenga aggiornato e vedrò cosa posso fare per lei…arrivederci”.

Riferisco a Tirdi la novità sul nuovo presidente di sezione e la sua espressione la dice lunga.

( Continua)

 

 
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