Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

nomadi50rbx1dglpaperino61toDoNnA.Sg1b9OPIUMPASSIONEilcorrierediromaelyravcassetta2kipliQuartoProvvisoriosquitti3Vince198antonino554
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Settembre 2014

 

Beata gioventù

Post n°1769 pubblicato il 16 Settembre 2014 da paperino61to

In questi tempi sto osservando i " giovani " non perchè adoro le fanciulle di quell'età e tantomeno i fanciulli. Ma li noto perchè trovo che sovente sono esilaranti solo a  guardarli.

Prendete le " fanciulle " , inizio da loro per cavalleria .

Se osservate bene li accumuna una cosa : il cellulare in mano. Possono avere mega borsoni con loro, ma il cellulare deve stare per forza tenuto in mano.

L'altra volta ne ho vista una che dalla nuvoletta del suo pensiero c'era scritto questa frase : " Potevo nascere come la Dea Kalì no ? ".

Con una mano teneva la borsa, con l'altra il cellulare e non si capisce con che mano volesse buttare l'immondizia nel bidone.

Che si trovino a passeggiare sotto i portici del centro o al mercato, quel cellulare deve essere tenuto in bella vista. Pronti con il loro ditino a rispondere alle chiamate ( tranne a quelle dei genitori ) o messaggio.

Ovviamente se vi è gente sono pure a rischio di venirti incontro, perchè qui i due sessi si unificano all'insegna del mandare sms senza guardare se davanti a loro ci sia un ostacolo.

Imperterriti osservano lo schermo del cellulare e il dito più veloce del west spara migliaia di parole. Tralascio che ormai la maggior parte di loro usa un linguaggio " stringato " che solo un genio riuscirebbe a decifrare.

I maschietti invece li divido in due gruppi : gli " Hip hop " di casa nostra e i " pagati a metà ".

I primi indossano in testa il cappello con visiera , misura più piccola della loro testa , rubato al fratellino appena nato. Ogni tanto si abbelliscono con delle catene al collo , e mi sorge spontanea la domanda : " ma attaccare  anche una pietra no ? " .

I secondi sono quelli che hanno i capelli rasati da una parte , oppure da ambo i lati ma al centro no , a mò di nido . Che se un uccello passa da quelle parti può comodamente posarsi sopra.

Li chiamo " pagati a metà " perchè secondo me i soldi son finiti ,e i parrucchieri che certo non fanno opera di beneficienza tagliano fino a dove possono venire  pagati.

Una cosa che mi hanno fatto notare i miei colleghi , noi quando si era giovani come loro si andava alla " carica " e poco importa se si era appena smesso di giocare al pallone. Si cercava di rimorchiare , ovviamente con esisti disastrosi.

Questi manco ci provano , in strada si vedano ragazzine da una parte e maschietti dall'altra. Sono rari i casi in cui vedo che si aggregano e anche al parco vicino a me quando capita  , i maschietti giocano a pallone e le ragazze ...ovviamente con il cellulare in mano.

 

                ...Beata gioventù ...

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La piola ( capitolo terzo )

Post n°1768 pubblicato il 15 Settembre 2014 da paperino61to

 

Presi il telefono e chiamai Perino .

“ Ciao sono Berardi, fammi la cortesia contatta l’anagrafe centrale e il Comune . Fatti dire con chi era sposato De Nardi, di nome …Luigi…si Luigi . D’accordo , fammi sapere, grazie “.

“ Anche lei crede che qualcosa non quadri vero ? “ domandò Tirdi.

“ Mi hai messo una pulce nell’orecchio riguardo la relazione che hai fatto . In effetti alla piola nessuno aveva mai visto la moglie, solo sentito dire che se n’era andata “ risposi.

Perino venne nel mio ufficio dopo un’ora circa.
“ Buongiorno commissario , vengo per quella ricerca sulla “ ..presunta  “ moglie di De Nardi “ disse .

Rimasi di stucco alla parola “ presunta “.

“ Ebbene, commissario, uso presunta perché da nessuna parte risulta che vi sia un certificato dove attesti che De Nardi Luigi si sia sposato “ .

Guardai Tirdi che fece un gesto di esultanza come a dire : avevo ragione io .

“ Perfetto , quindi il nostro caro impiegato ha raccontato la balla della separazione . Ora la domanda è la seguente : perché ? “.

Qui né io né i due agenti avemmo pronta la risposta.

Presi il telefono e chiamai la Lenzi, ebbi fortuna perché era appena rientrata dal lavoro. Domandai se potevamo vederci perché c’erano stati degli sviluppi nella vicenda .

Rispose che se la invitavo a cena non avrebbe detto di no.

Sentii bisbigliare tra Tirdi e Perino e darsi tanto di gomitate mentre a stento trattenevano la risata.

“ Ne avete ancora per molto ? “ dissi picato.

“ Ci scusi commissario , non volevamo offenderla ci creda “ rispose Perino.

“ Tranquilli ragazzi , non c’è problema. Ammetto che per un commissario ligio al dovere e al lavoro , può fare effetto uscire a cena con una bella ragazza, anche se può essere considerata come una testimone all’indagine che svolgiamo “.

Prenotai al Ristorante di via De Sonnaz situato dall’altra sponda del Po. Un locale dove si mangia bene e si è al riparo da occhi indiscreti. Ci accomodammo al tavolo prenotato e dopo avere ordinato  la Lenzi mi domandò se  veramente c’era qualcosa di nuovo riguardo all’inchiesta  o se era solo una scusa per rivederla.


“ Ammetto che rivederla era nei miei programmi , ma sono qui per metterla al corrente di una scoperta . De Nardi da quanto tempo diceva che si era separato ? “ .


 

La donna ci pensò  un attimo e poi rispose : “ Che io sappia era come minimo un anno , un anno e mezzo non credo di più ,  lo ricordo perché io ero appena arrivata in quella sede postale. Perché me lo domanda ? “.

“ Perché la cosa buffa o strana qual si voglia  , è che il signor De Nardi Luigi non è mai stato sposato ,  non risulta in nessun comune italiano un certificato di matrimonio e tanto meno alle anagrafe . Abbiamo mandato la richiesta anche ai nostri colleghi francesi in merito alla sua ex moglie, stessa risposta : non risulta che De Nardi abbia mai avuto moglie “.

La donna rimase a bocca aperta, se recitava avrebbe meritato un premio, ma credo che la sua espressione fosse sincera.

“ Quindi lei non ne sapeva nulla ? “ domandai.

“ Per niente, ha sempre detto e non solo a me che la moglie se n’era andata via, sul motivo però era stato taciturno .  Anche io nelle poche volte che ci siamo visti , ho provato a domandarglielo , ma nulla da fare, non rispondeva e cambiava discorso “.

Passammo a parlare di altro , non mi sembrava giusto invitare una signora a cena e assillarla con domande sul fatto accaduto. La serata proseguì tranquillamente, era veramente una sorpresa per me, non solo era bella ma anche simpatica e intelligente, molto intelligente.  ( Poteva fingere di dare la finta tonta se avesse  voluto e difficilmente me ne sarei accorto se non quando era troppo tardi )

Uscimmo dal ristorante verso mezzanotte e riportai a casa la signorina Lenzi.

“ La ringrazio per la piacevole serata signorina ,  noi commissari abbiamo poche serate come queste nella nostra routine quotidiana “ dissi mentre l’aiutavo a scendere dal taxi.

“ Sono io che ringrazio lei commissario, capita raramente di trovare un poliziotto simpatico e carino come lei “ dicendo questo mi augurò la buona notte ed  aprì il portone per richiuderlo subito dopo.

 

L’indomani mattina tornai in ufficio, non avevamo fatto un passo in più per trovare l’assassino ,  l’ unica traccia la “ bugia “ del suo matrimonio e annessa separazione.

“ Ciao Tirdi  , novità ? Da parte mia nulla : o la signorina Lenzi è un’attrice da premio Volpe oppure non sapeva nulla veramente della vita privata della vittima “ dissi al mio collaboratore appena entrato.

“ Buongiorno commissario, nulla di nulla. Lei crede che in qualche modo la Lenzi mentisse ? “.

“ Non so cosa pensare ,   c’è qualcosa in lei che mi sfugge. Sai che ti dico Tirdi ? “.

“ No , commissario “ rispose l’agente.

“ Vai dal questore e chiedigli un avviso di perquisizione intestato a Rosanna Lenzi…nel caso dovesse comparire all’improvviso. Andiamo a spulciare nel suo alloggio “.

Dopo mezz’ora eravamo diretti all’appartamento della signorina . Notai per la prima volta soffermandomi a guardare la piazza, che era una delle più belle della città e il palazzo era proprio di fronte . La fortuna ci diede una mano perché la portinaia era intenta a parlare con il postino e non ci vide entrare.

La Lenzi abitava all’ultimo piano e  facendo il più piano possibile salimmo le scale. Stessa cosa dicasi per entrare nell’alloggio, richiudemmo piano la porta e accedemmo la luce, le imposte delle finestre erano chiuse e nessuno avrebbe visto il  il riflesso della lampada accesa.

“ Da dove incominciamo commissario ? “ chiese Tirdi.

Indicai dal mobile che era nell’entrata . L’alloggio non era grande, adatto a due persone ;  il bagno era situato in casa e non sul ballatoio, questo faceva la differenza tra una casa di lusso e una popolare.

Dopo alcune ore di perquisizione non avevamo trovato nulla di nulla. Ci sedemmo un attimo a riflettere sul da  fare.

Notai che Tirdi osservava la parete dell’ingresso ,  poi si alzò e andò verso l’oggetto che  fissava così intensamente .

“ Venga qui commissario “ disse.

 

 Sulla parete vi era un quadro  o meglio  una fotografia incorniciata che era stata scattata in collina, si vedevamo in lontananza delle vigne con delle persone  ritratte attorno a una tavola.

Si potevano riconoscere la Lenzi, De Nardi e…

“ Esatto commissario, quello  è Fassio, l’amico della vittima “  Tirdi diede risposta  al mio pensiero.

“ Allora si conosco bene ! “ risposi seccato.

“ Inoltre commissario guardi bene quest’altra persona, vediamo se la riconosce ? “ .

Guardai bene la persona indicata da Tirdi, so che la conoscevo ma non mi veniva il nome.

“ E’ Andrea Calori  , l’usuraio ! “.

Aveva ragione, era l’usuraio di Porta Palazzo   aveva un ufficio o negozio  se non ricordavo male  in via Milano.

“ Non era in carcere ? “ domandai.

“ Questo non lo so , magari è  uscito . Sta di fatto che tre nostre conoscenze sono assieme a questo essere immondo “.

“ Bisognerebbe avere una copia di questa fotografia “ dissi e guardai l’ora. Mancava ancora più di un’ora alla pausa pranzo dell’ufficio postale.

“ Tirdi, all’angolo  c’è un negozio che sviluppa fotografie. Vai con questo ( le indicai il riquadro appeso al muro ) e fatti fare una copia. Fai in fretta, non importa se la riproduzione è piccola, basta che si vedano i volti. Se fa storie mostra il tesserino e minaccia di chiudergli il negozio. Vai subito ! “.

Mi sedetti e aspettai che l’agente tornasse , mille pensieri affollavano la mia mente. Come mai la Lenzi non mi ha detto che conosceva Fassio ?

Tirdi arrivò dopo una ventina di minuti.

“ Tutto a posto  commissario , il doppione della fotografia è qui nella tasca del mio cappotto,  ora appendo l’originale e possiamo andarcene alla svelta “.

Facendo il meno rumore possibile scendemmo le scale ,  la portinaia era nel suo gabbiotto intenta a leggere il giornale. Notammo la portina che dava sul cortile era aperta  e senza farci scorgere imboccammo quella  per poi uscire da un altro condominio .

( Continua )

 

 


 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Amici anglo / francesi

Post n°1767 pubblicato il 13 Settembre 2014 da paperino61to

Stasera abbiamo due icone del rock anglo / francese.

Tommy Steele , all'epoca  considerato l'Elvis inglese e il francese Jhonny Halliday..

 

                   

 

 

 

 

                 

 

 

 

 

                

 

 

 

 

 

               

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

             

 

 

 

 

 

                

 

 

 

 

      

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Visitare Torino : Il Museo della Resistenza

Post n°1766 pubblicato il 12 Settembre 2014 da paperino61to

 

            

 

Il Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà è stato inaugurato il 30 maggio 2003 a Torino, presso il settecentesco palazzo juvarriano dei "Quartieri Militari", appena restaurato.

La nascita del museo è frutto della collaborazione tra gli enti locali (comune e provincia) e varie associazioni che si occupano della storia del paese, in particolar modo della Resistenza, nonché del monitoraggio dei diritti umani nel mondo. Il museo è diviso in due parti: la sezione permanente e quella temporanea.

                 

 

Nella sezione permanente il visitatore potrà rivivere, attraverso vari documenti e filmati, la storia della città dalle Leggi razziali del 1938 all'entrata in vigore della nuova Costituzione repubblicana, passando per i tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale; inoltre, dopo i lavori di ristrutturazione, è stato reso nuovamente accessibile il rifugio antiaereo nei sotterranei del museo. La sezione temporanea invece è sede di mostre e convegni riguardanti temi come le guerre ed il rispetto dei diritti umani.

          

Infine, il museo, oltre ad organizzare attività didattiche per le scuole, segnala e promuove i "luoghi della memoria" del territorio cittadino e provinciale. Nello stesso edificio, ma in via del Carmine 13, hanno sede inoltre l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea (ISTORETO), l'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza (ANCR) e il Centro Internazionale di Studi Primo Levi.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Zietto " Poco " matematico

Post n°1765 pubblicato il 11 Settembre 2014 da paperino61to

Che zio Sergio non fosse un granchè come " metalmeccanico " lo si sapeva .

Ora quello che mi ha lasciato di stucco è che manco come  " matematico " è granchè , anzi è decisamente scadente.

Come fa a dare 27 Milioni di euro a un " dimissionario " ?

 

Scusa zietto , onestamente io ti costavo molto meno, bastava tu mi chiedessi : " nipotino caro vuoi dimetterti , ti dò un terzo della cifra data a Luca  ".

Per non offederti avrei anche accettato..

 

Meno male che mamma e papà non ti hanno affidato il negozio di famiglia altrimenti non oserei pensare al disastro che avresti combinato.

D'altronde uno che si è lauretato in filosofia non è che si possa pretendere di più , già miracolo che ti abbiamo messo come AD  della Fiat

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963