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E al posto di Manzoni...
Post n°423 pubblicato il 14 Aprile 2015 da meninasallospecchio
(continua dal post 419) Non rileggo mai i libri, quasi mai. Ma qualche giorno fa mi sono ritrovata senza niente da leggere: nessun libro nuovo, troppo tardi per la biblioteca. Non sto senza un libro sul comodino: leggo poco, in realtà, ma prima di dormire è un'abitudine. Scorro la libreria, impoverita da due separazioni. Non sono molti i libri che rileggerei. Deve essere un testo importante, e che mi ricordo poco, e abbastanza complesso da meritare una rilettura. Lo trovo. Ed è quello che mi ha suscitato tutta questa riflessione. Sto rileggendo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda. E' bellissimo, vivace e divertente; e quasi incomprensibile. Cioè, proprio incomprensibile no, ma porcogiuda, è tanta roba. Mentre lo leggi ti rendi conto che ti stanno sfuggendo un sacco di riferimenti, di allusioni, di battute. Bisognerebbe fermarsi su ogni parola, cercare in Intenet. Vorrei avere un prof nel letto. Cosa avete capito? Ve l'ho detto che leggo a letto. Sì, leggerlo a scuola, con qualcuno che te lo spiega. Invece di Manzoni. Perché se per noi Manzoni apparteneva al secolo passato, per i ragazzi di oggi appartiene a due secoli fa. Credo sia ora di fare un salto di almeno cent'anni e proporre qualcosa di più moderno e anche di più complesso. Perché il mondo in cui si troveranno a vivere è più complicato e anche molto diverso. E' in corso una profonda mutazione dell'approccio conoscitivo: bisognerebbe prenderne atto e cercare di adeguarsi, anziché ripetere come dei dischi rotti che ai nostri tempi tutto era meglio. Che poi, col cazzo che tutto era meglio. A me Gadda sembra perfetto. Perché è un ingegnere letterato; perché è un milanese che scrive in romanesco; perché apprezza la semplicità ma scrive in una forma barocca e straripante; perché conosce il dolore ma ci fa divertire; perché ha preso la lezione di Manzoni ma ha creato un romanzo radicalmente nuovo. E' una sintesi di tanti aspetti della nostra cultura, di cui ci rende tutta la varietà e la complessità. E, meraviglia, lo fa in modo divertente. La lingua? Be', certo, c'è il romanesco preponderante, e anche il molisano del suo protagonista. Ma c'è molta lingua "alta", anzi altissima, nella fantasmagoria dei neologismi, nelle perifrasi fulminanti. La mezza pagina che ci sorprendeva in Manzoni si trasforma qui in due parole scioccanti, subito seguite da altre due altrettanto dense, e poi ancora quattro e tre, che non ti danno neanche il tempo di pensare. E vorresti tornare indietro a capire bene tutto quello che c'è dentro, ma la seconda lettura non ti lascia più fiato della prima. La velocità. Gadda è veloce, come lo sono i giovani. Certo, non si potrà leggere il pasticciaccio come si leggono i Promessi sposi. Cosa ha voluto dire l'autore in questo capitolo? No, bisognerà prima goderselo, farsi trasportare dalla velocità senza pensarci troppo, e poi tornarci, prenderlo a pezzettini, analizzarlo, studiarlo, approfondirlo. Come quando si legge sul web. Forzare i giovani alla nostra lentezza è come costringere un mancino a scrivere con la destra. Lasciamo che imparino alla loro maniera, saranno più adatti al mondo in cui vivranno. Ho scoperto poi che a proporre di abolire i Promessi sposi è stato Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Che non è Voldemort, bensì Renzi. Bene, Matteo, considera la mia proposta: via Manzoni, dentro Gadda. Altro che 80 euro, vedrai che ti faccio vincere le elezioni.
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