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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Seamus Healey, disegnato con un'occhio chiuso. Come altri che ho fatto, sarà una cartolina da spedire. Bisogna chiudere un'occhio a volte, nella vita, per vederci meglio, per non distrarre lo sguardo, per prendere la mira.
Seamus Healey era uscito allegato al Corriere un paio di giorni fà per la collana "Cento anni di poesia". Non lo conoscevo. Mi ha incantato. La prima cosa adesso che faccio è aprire a pag. 88 poi, come fosse un oracolo cerco interpretazioni che mi contemplino. Questa sotto è una prosa. Ho beccato questa. Tutto il resto sono poesie di "District e Circle"
Alte Dame
" Anche se li chiamavano "gli zingari", lo sapevamo che gli zingari propriamente erano un'altra razza. Abitavano la terra di eros, scorta solo occasionalmente quando il circo piazzava le sue ruote su un campo e una chiaroveggente, avvolta in sete e perle, si chinava verso di noi dalla porta sul retro del carrozzone. Quelli che allora chiamavano "gli zingari" ora li chiameremmo nomadi, anche se a quel tempo e in quel luogo "tinker" era un termine onorevole che indicava lattonieri, calderai, proprietari di pony, presenze regolari sull'uscio di casa, occupanti del suolo pubblico. Meravigliose donne veraci avvolte in scialli di lana [..] i loro cesti ricolmi di colorati fiori di legno, il loro parlato cadenzato sulla richiesta di elemosina, sempre la stessa richiesta senza posa con tutta la capacità di resistenza di un cantore. Battendo le strade alla spicciolata, i bambini in braccio o alle calcagna. Squaw dei fossi, al passo con le "alte dame" di Yeats che passeggiano per Avalon.
Li incontravi in pieno giorno, intenti nei loro consueti traffici, eppure c'era sempre come la sensazione che ti venissero incontro da una qualche fiaba. Uno dei loro uomini sulla strada con un pezzo di cavezza, tu diretto a scuola, lui che emanava odore di fumo e che ti chiedeva se avevi visto un vecchio cavallo da qualche parte dietro la siepe. [..]
Ogni volta che approdavano in zona, c'era un non so che di straordinario nell'aria, come se un cancello fosse stato lasciato aperto nella consuetudine del vivere, come se qualcosa potesse entrare e uscire."
(Seamus Heaney, pag. 88)
Da un'altra parte
in quell'ora aprivano quel libro
e pagina 88 era staccata
e dal libro aperto pareva
un colpo di scialle
come cancello lasciato aperto, chiude
per tenersi dentro qualcosa
che non vorrei uscisse mai
come ti volasse dentro una tincher
e c'era qualcosa di straordinario nell'aria
come quel circle
il cerchio che chiude
nel piccolo villaggio
l'arrivo deli "zingari"
quasi fossero le alte dame di Yeats
a passeggio per Avalon
simurgh
Talijanska - Goran Bregovic
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)