Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi di Aprile 2015

Qual è la tua paura più grande?

Post n°355 pubblicato il 23 Aprile 2015 da hieronimusb

Qual'è la tua paura più grande?
E' importante sai conoscerla, perchè è il primo passo per poterla affrontare.
Non ti chiedo di gettarti adesso in questa lotta, so che non sei ancora pronto, ma ti chiedo di iniziare a guardarla ed a cercarla.
La tua paura più grande è la madre di tutte le tue paure, ed il mantello con cui si nasconde è l'angoscia che ti prende.
Non affrontarla a mani nude, ma prendi con te alleati preziosi.
In primo luogo il tempo.
Tu sei padrone del tuo tempo, hai il tempo per studiarla e per capirla, per toglierle di dosso il mantello di oscurità con cui si camuffa per apparire più grande, per vedere quali sono le piccole paure che come figli si trascina appresso.

In secondo luogo la forza.
Tu hai la forza di lottare per te, perchè questo è il tuo compito, da questo dipende la qualità della tua vita.
Amati, tu sei importante, prima che per gli altri per te stesso, amati dunque senza lasciarti accecare dall'egoismo o dall'orgoglio, amati con la tenerezza con cui la madre ama il figlio, perchè tu sei allo stesso tempo figlio di ciò che eri ieri e genitore di ciò che sarai domani.

Ecco in questa mattina di brume e nubi basse, di strade lucide di pioggia e sofferti soli, guarda alle tue paure e scegli quella che sta avvelenando la tua vita.

Qual'è la tua paura più grande?
Non la paura di morire, questa è una certezza, e non è in tuo potere il mutarla. Vivi come se potessi vivere mille anni, senza agitarti, senza l'angoscia del domani.
E' vero, tutti ti dicono di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, per parte mia ti dico, vivi ogni giorno come un'occasione per prenderti cura di te, di ciò che ami, di chi ami, ma con la tranquilla consapevolezza che sarà un cammino che ti porterà oltre te stesso e la tua vita, che rimarrà con te anche quando non ci sarai più.
Ma ogni cammino richiede il suo tempo, porta con te la consapevolezza che avrai il tempo per mettere un passo dopo l'altro e sommare carezze alle carezze.
Se vuoi essere vento, non essere l'uragano, ma la brezza gentile che accarezza e da sollievo.
Se vuoi essere acqua non essere l'alluvione, ma la pioggia gentile che disseta la terra.

Qual'è la tua paura più grande?
Non è la paura di soffrire, anche questo è parte di noi, del nostro essere uomini e donne in faticoso cammino.
Accettare di poter soffrire è già vincere in parte la sofferenza, è dargli uno scopo che non trascenda te stesso, ma sia per te stesso un'occasione di imparare, di andare oltre, di utilizzarla come un sentiero per capire di più te stesso ed il mondo che ti si avvolge intorno.

Qual'è la tua paura più grande?
Ecco, vedi come è facile andare dentro alle parole, separare ogni singolo pezzo fino a scoprirla nuda di fronte a te.
Mi fermo qui, non voglio portarti sui miei sentieri, ognuno ha il suo drago da affrontare, cerca il tuo senza fretta, senza l'angoscia di affrontare il buio e quando infine arriverai alla Madre, scoprirai che non ti fa più paura, ma che anzi puoi accoglierla come un figlio, perchè è sempre stata parte di te, del tuo cammino, il motivo per cui valeva la pena camminare.

Fuori dalla caverna del tuo mostro personale troverai il sole ed un mattino nuovo.

 
 
 

Sindone : Le domande lecite

Post n°354 pubblicato il 20 Aprile 2015 da hieronimusb

Ci sono persone disposte a giurare di non essere mai uscite dall'utero della madre se questo contrastasse con le proprie ideologie o con le fedi politiche, così ,in questi giorni in cui a Torino è iniziata l'ostensione della Sindone, si moltiplicano i post di quelli che dicono che sia un falso medievale.
Ora ci sono constatazioni e domande molto semplici che una qualsiasi intelligenza minima si potrebbe porre di fronte agli arzigogoli di chi, con busti, chimica, bracieri ed altro si impegna a dimostrare che la sindone può esser riprodotta.
In primo luogo alla Sindone non vengono attribuite caratteristiche mistiche o soprannaturali, è un lenzuolo in cui è stato raccolto il corpo di un uomo torturato ed ucciso in maniera corrispondente alla descrizione che nei Vangeli si fa della Passione di Gesù Cristo.

Punto!
Basta!

La Sindone non sancisce che Gesù fosse il figlio di Dio e neppure che sia risorto,
Pensare di negare che nella Palestina di 2000 anni fa un uomo potesse essere torturato e crocefisso è stupidità allo stato puro.

Ma torniamo al falso medievale.
Anche qui bastano poche domandine per smontare un poco le tesi "comploddiste"

C'è stata un equipe di specialisti che si è adoperata per dimostrare che è possibile riprodurre la Sindone, (spero non utilizzando fondi pubblici)

A questa equipe di specialisti vorrei rispondere che la Sindone è un fenomeno naturale, anche un fulmine può essere riprodotto e allora? Vogliamo dire che i temporali sono dei falsi?

Ma ci sono domande meno argute!

Perchè un falsario medievale avrebbe dovuto sbattersi per creare un'immagine tridimensionale che sarebbe stata scoperta settecnto anni dopo?
Perchè avrebbe dovuto preoccuparsi di creare un negativo fotografico quando il negativo fotografico neppure si sapèva cosa fosse?

La seconda domanda richiede un minimo di conoscenza di storia dell'arte.
Tutte le crocefissioni rappresentate nel medioevo ed oltre riportano i chiodi nel palmo delle mani.
La Sindone riporta il segno dei chiodi sui polsi, come è logico che sia perchè nel palmo delle mani la carne si lacererebbe sotto il peso del corpo.
Perchè un falsario avrebbe dovuto sbagliarsi in questo modo scostandosi dall'iconografia classica?

E infine, perchè un falsario avrebeb dovuto dipingere le monete sulle palpebre?
In primo luogo i Vangeli non ne parlano , (ma era in uso all'epoca), ed in secondo luogo sarebbero state scoperte solo con la fotografia digitale ad alta definizione del XX secolo.
Se non bastano queste poche domande ce ne sono altre decine
Per la parte storica leggi qui




 
 
 

Perdere una caserma!

Post n°353 pubblicato il 15 Aprile 2015 da hieronimusb

Perdere una caserma! Credo non sia cosa di tutti!
Mio fratello, ad esempio, può andare a vedere la sua caserma tutte le volte che vuole, ad Abbadia Alpina, vicino Pinerolo, brutta come allora, ma sempre in piedi e sempre li a ricordare quei giorni che, per ogni maschio italico di una certa età, porta ancora ricordi, non fosse altro che per la giovine età.

Della mia famiglia, sono stato l'unico a fare il militare veramente, per me la naja è stata naja, mesi senza poter tornare a casa, (mio padre è stato mandato in congedo dopo 15 giorni, mio fratello era a casa tutte le sere), ma anche ricordi, fughe, permessi diciottore a vedere le dolomiti, amici e soprattutto la sensazione di dover vivere ogni momento perchè quel preciso momento della vita è unico ed irripetibile.

Oggi, a distanza di 37 anni, guardando quei giorni dall'altra parte della vita, come se, il tempo vissuto allra fosse quello che mi resta , mi accorgo che quella filosofia spicciola, quel fatalismo positivo che era appena abbozzato è stato poi il motivo trainante della mia vita.
Mai recriminare, mai lamentarsi, vivere quel che passa il convento con la sensazione che tutto è esperienza e tutto è arricchimento. ma mentre parrebbe che questa filosofia portasse ad essere un treno in corsa che non si cura dello ieri, io vivo anche di nostalgia e ricordi, di avvenimenti, di coincidenze, avevo lasciato la caserma da un anno poco più quando ho conosciuto mia moglie, ci torno oggi dopo un anno e poco più che mia moglie è morta.

In questi giorni sto lavorando a Cordenons (PN), e mi è venuta voglia di andare a vedere la mia vecchia caserma, la gloriosa, (si fa per dire), Giobatta De Gasperi a Vacile di Spilimbergo.

Il navigatore mi doce che ci vogliono 35 minuti, va bene, mi lascio guidare

Mano a mano che procedo e dalla bruma emerge il profilo delle colline, mi accorgo di non aver mai dimenticato quella skyline , forse il frutto di lunghe giornate , e nottate, a montare di guardia, ma allo stesso tempo mi assalgono i ricordi, nomi, cognomi, visi, espressioni, momenti, tutti catalogati nella memoria, tutti evocati da questo ritorno.

Le strade sono cambiate, le rotonde confondono i sensi e l'orientamento, ma ad un certo punto il GPS interiore si sintonizza su una strada, so esattamente dove sono, tra poco ci sarà il bivio che mi porterà alla meta.

La Giulietta fa la curva in leggera derapata e improvvisamnete passato e presente si sovrappongono.  Sono sulla strada che ho fatto tante volte, a piedi, in auto, sui camion che ci riportavano dalle licenze, (nel 1978 la viabilità del Friuli era ancora cpmpromessa dal terremoto di due anni prima).

Mi aspeto da un istante all'altro di vedere le altane dove si montava di guardia....

... il muro periferico è sempre lui, ma oltre non si vedono le altane, le palazzine, i capannoni...

Al loro posto una grande distesa di pannelli fotovoltaici.

La caserma non esiste più...

E' come se mi avessero rubato un pezzo di me stesso, un pezzo della mia gioventù, un anno di ricordi spazzato via.

Capisco, adesso è molto più funzionale di un vecchio rudere, ma.... ci sono rimasto male, sulla strada di ritorno mi accorgo anche di vere gli occhi bagnati di pianto.

E' difficile da spiegare la sensazione avuta, è come se, la mia vita fosse ormai conclusa ed è possibile smantellare le scene.

335 giorni di vita, lettere, momenti, luoghi, persone, non ci sono più, rimangono solo nei miei ricordi e scompariranno con me

 
 
 

Zingari

Post n°352 pubblicato il 10 Aprile 2015 da hieronimusb

"Se un giorno deciderò di andarmene prematuramente da questo mondo, sarà perchè non riesco più a tollerare la stupidità, l'arroganza e l'ipocrisia che mi circonda"

Credo che si possa dire tranquillamente : gli zingari non piacciono a nessuno e , probabilmente, noi non piaciamo troppo a loro. Senza tirare in ballo parole grosse come razzismo, possiamo dire che una sentimento di reciproca antipatia ci accomuna.

Sarà forse perchè in fondo , per sentirci tranquilli abbiamo bisogno di percepire un senso d'ordine e gli zingari sembrano disordine, sarà perchè noi tendiamo, più o meno coscientemente all'omologazione e loro non vogliono omologarsi, anzi sono fieri ed orgogliosi dei loro usi, costumi e tradizioni, sarà forse perchè gli zingari si portano dietro un retaggio di giudizi e pregiudizi tutt'altro che lusinghiero anche se in parte immeritato, (non essitono conferme al fatto che gli zingari rapiscano i bambini)...

...sarà per tutte queste ed altre cose, ma gli zingari sono antipatici alla maggior parte della popolazione, logico quindi che chi non ha idee da spendere in positivo, ma vuole conquistare quelli che ragionano con il sedere trovi comodo di tanto in tanto scagliarsi contro questa fetta di popolazione peccando oltretutto di originalità perchè il caro vecchio Adolfo tra le sue soluzioni finali aveva pensato bene di mettere in pratica quanto molti, segretamente, si augurano.

Il problema vero è che non esiste una soluzione facile.

Fa in fretta lo stupidotto in felpa a dire, "si devono integrare, si cerchino casa in affitto, la comprino, facciano un mutuo" in fondo a lui serve dare l'idea di una soluzione per apparire come il "difensore degli onesti cittadini", (volutamente e polemicamente tra virgolette).

Ci sono stati casi di abitanti dei campi rom che hanno cercato lavoro, hanno cercato casa, si sono trovati una porta sbattuta sul muso.
Ieri sul blog del felpotto milanese una signora gioiva perchè la polizia stava sgomberando una famiglia rom che abitava l'alloggio al piano superiore.
Era un'occupazione abusiva, e va bene lo sgombero, ma il fatto è che NESSUNO affitta casa ai Rom.

E allora il problema non sono solo loro, il problema siamo anche noi.

Loro si devono integrare, e va bene, ma noi non gli diamo la possibilità di farlo anche se volessero.
E allora?

E allora rimaniamo qui a vedere idioti che applaudono le ovvietà di un ciarlatano re degli assenteisti pagato lautamente con i soldi dei contribuenti.

Una gran parte dei miei compatrioti mi fa sempre più pena ed a nulla serve ricordare loro di usare il cervello, guardare, osservare, capire.
"Nati non foste per viver come bruti, ma per seguir chi vi prende per le chiappe"

 
 
 

Ecce homo

Post n°351 pubblicato il 03 Aprile 2015 da hieronimusb

 

Provate pure a cercare tutti i ritratti di Cristo, le innumerevoli crocefissioni di grandi maestri e ditemi se in qualcuna c'è racchiuso questo mistero, questo volto di uomo, torturato, macellato, morto tra indicibili sofferenze, eppure, pur nella barbarie delle ferite, appare in pace, come se dormisse.

E' la statua riprodotta fedelmente dalla Sindone.

Mi dicono che quest'uomo è morto perdonando i suoi carnefici, io guardo questo volto e ci credo!

Non credo alla natura divina di Cristo, credo che fosse soltanto un uomo fatto di carne, di pelle, pensieri idee, un uomo capace di rabbia improvvisa ed amore infinito, ma soprattutto un uomo con un coraggio immenso, con la coerenza di morire in nome di ciò che credeva.

Ed è questo che mi fa impazzire! Perchè ha scelto di morire? Perchè, di tutte le strade che gli si sono poste davanti, lui ha proseguito per quell'unica che lo avrebbe portato ad una morte atroce?

No, non ditemi della nuova Alleanza tra Dio e gli uomini, Dio non ha bisogno di stringere alleanze, Dio non fa distinzioni tra le creature.
Un Dio che è Amore non può ricorrere ad una pratica cruenta e crudele, aberrante come un sacrificio umano per stipulare un patto con gli uomini.

E non ditemi neppure che lo ha fatto affinchè si adempissero le scritture, non posso pensare ad un pazzo o un visionario, le profezie si comprendono sempre dopo, mai prima.

Ed allora perchè si è recato a Gerusalemme quando sapeva che lo stavano cercando per ucciderlo?
Perchè si è esposto scacciando i mercanti dal tempio?
Perchè non è fuggito dall'orto del Getzemani?
Perchè non ha ribattuto alle accuse assurde del Sinedrio?
Perchè davanti a Pilato che voleva salvargli la vita, non si è difeso dandogli la possibilità di rimetterlo in libertà?
Più e più volte Pilato ha cercato di salvarlo, e sempre Gesù ha frustrato questi tentativi
Alla fine il potere politico ha ceduto a quello religioso; succede anche oggi.

No, quest'uomo è andato consapevolmente a morire e non riesco a capire il motivo.

Lui non voleva fondare una religione nuova, i suoi insegnamenti potevano essere innestati su qualunque religione, erano i fondamenti di quella che oggi chiameremmo etica sociale.
Gesù era un ebreo osservante , non gli interessava sovvertire l'ordine dello stato quanto piuttosto  riportare ognuno ad un rapporto diretto con Dio, trasformare il Deus sabaoth, il Dio degli eserciti, nel Padre nostro.

Per questo i sacerdoti lo consideravano un pericolo. Il rapporto privilegiato con Dio ed il timore reverenziale che questo incute nel popolo, da sempre sono ragione di potere, autorità, prestigio, denaro, ma tutto veniva messo in crisi da questa nuova idea che poneva, agli occhi di Dio,  la vedova più in alto rispetto al fariseo.

Per questo lo volevano morto, ma lui perchè voleva morire?

Lui non poteva sapere che cinquant'anni dopo un romano convertito avrebbe posto le basi teologiche di quella che sarebbe diventata una religione potentissima economicamente e politicamente. Che prendendo le sue parole, i gesti di comunione che avevano un significato umano, li avrebbe trasformati in riti, in vincoli, in dogmi, fino a creare una nuova casta che di nuovo fa del rapporto privilegiato con Dio motivo di potere ed autorità.

Era necessario morire martirizzato per creare un movimento potente? Maometto è morto nel suo letto tra le braccia di una delle mogli, Budda è morto ad ottanta anni, non mi pare vi fosse la necessità

Lui ha scelto di morire e continuo a chiedermi perchè? Cos'è che lui ha visto ed io non riesco a vedere? , perchè lui sicuramente sapeva qualcosa che io non so, ne sono sicuro, guardando quel volto sereno.
E nel guardarlo come un'emozione, ci vedo tutta la sua forza e la sua attualità.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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