Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi di Novembre 2015

Tutti pazzi per il presepe

Post n°371 pubblicato il 30 Novembre 2015 da hieronimusb

E' accaduto che a Rozzano, (MI), il preside di un liceo ha deciso che, per vari motivi tra cui la laicità della scuola ed il ripetto per le differenti culture, non si debba festeggiare il Natale e vadano rimossi i crocefissi.

Apriti cielo, è sucecsso di tutto e di più con Salvini che si è presentato con un presepe, (no so se sulla felpa oppure no), e la Gelmini che ha cantato "Tu scendi dalle stelle" cosa che avrebbe traumatizzato anche me, pensa un po' poveri bambini.

Di tanto in tanto si ripresenta questa situazione per cui qualcuno, in nome di una non ben precisata forma di rispetto verso le diverità e tirando in ballo la laicità della scuola , elimina il presepe, l'albero, i canti di Natale, i crocefissi, la pancia di Babbo Natale e così via.

Forse per tutti sarebbe il caso di fare delle semplici rifelssioni.

In primo luogo distinguiamo tra laicità e laicismo, hanno lo stesso suffisso, ma esprimono mondi contrastanti.

La laicità è un ambiente in cui ogni cultura religiosa può trovare il proprio spazio espressivo, sempre che, ovviamente, non confligga con le regole dello stato, i seguaci di Quetzacoatl non possono fare sacrifici umani, tanto per intenderci.
In uno stato laico, la religione, come rappresentazione della sfera intima dell'uomo è tutelata, sono garantiti spazi, luoghi di culto ed il mantenimento degli usi e delle tradizioni.

In uno stato laico, cristianesimo, buddismo, islamismo, ebraismo, induismo vivono accanto, si conoscono, si accettano. Accettare è diverso da tollerare.

Insomma in uno stato laico possono trovare posto tutti gli "ismi"

Lo stato laicista è invece quello che cancella ogni rappresentazione religiosa in quanto non corrispondente all'idea di stato che non prevede aspetti religiosi al suo interno.

L'ismo che cancella gli altri ismi.

La Francia, fino a qualche anno fa era uno stato laico, l'Urss era uno stato laicista , lItalia è un gran casino!

Ma vediamo anche il concetto di rispetto delle diversità.

Annullare le usanze di una parte della popolazione, non è rispetto di un'altra, ma una pura e semplice prevaricazione che oltretutto, ben lungi dal creare unione , come si è visto, crea un clima di reciproco sospetto ed intolleranza

Iniziamo a conoscere gli altri mondi e scopriremo, ad esempio, che non solo il Natale non turba i bimbi musulmani perchè sanno benissimo chi era Gesù, come e dove è nato, conoscono perfettamente la sua storia, la morte in croce, cosa rappresenta per i cristiani, l'unica differenza è che loro lo vedono come un profeta e non come il figlio di Dio incarnato.

Anche i musulmani festeggiano il Natale, non il 25 dicembre, ma in una data variabile che viene contata con la solita luna.

Se i bambini possono iniziare a conoscersi oggi, se possono vedere le similitudini delle loro storie, se iniziano a conoscere anche gli usi e le tradizioni degli altri , il passo verso l'integrazione sarà molto più breve, ma forse è proprio quello che non si vuole

A me ad esempio piacerebbe che, il prossimo anno, i musulmani d'Italia invitassero le altre religioni allo Eid al Fitr, la festa di fine RAmadan, sarebbe un bel modo per senirsi di più comunità.






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In fondo è andata bene

Post n°370 pubblicato il 29 Novembre 2015 da hieronimusb

Spesso mi si chiede come faccio a fare tanti km in macchina, oggi quasi 1.400, eppure una risposta non c'è, a me piace guidare e non mi annoio, ascolto musica, oppure canto io o semplicemente mi guardo intorno ed intanto approfitto del silenzio e della solitudine per andare dietro ai miei pensieri.

La strada scorre sotto di me, il motore "gira rotondo" e fuori dal finestrino scorrono i paesaggi, che differenza c'è tra lo sta.
Come avevo detto una volta a Liliana mentre la portavo con me a Siviglia, "A volte penso cdi essere fortunato a fare questo lavoro"

 
 
 

Bordighera ... ancora...

Post n°369 pubblicato il 28 Novembre 2015 da hieronimusb

Tappa ormai abituale dei miei viaggi verso l'Europa Occidentale , Bordighera mi accoglie con il suo profumo di ricordi.

Ho cenato al Garibaldi, Lasagnette verdi al pesto, Alici ripiene e verdure grigliate, mezzo litro di vino bianco della casa, quel Pigato ligure dal sapore leggermente acidulo ed una grappa morbida.Sono di casa qui, nella Bordighera alta dove ho avuto la casa per alcuni anni quando i bambini erano piccoli.

Poi, di ritorno verso l'hotel mi sono fermato ad accarezzare i pensieri seduto su una panchina dei giardinetti che portano verso il basso.

Una luna quasi piena illuminava il mare, le luci del porto sotto di me ed in lontananza le luci delle città che si riflettevano un attimo sul amre e poi lasciavano spazio all'oscurità.

Mi sono acceso un toscanello, operazione che riesce bene solo se sei rilassato ed io lo ero, avvolto dal buio e coccolato dal rumore monotono del mare, quel movimento perpetuo, insistente, sempre lo stesso eppure mai uguale.

Mi sono lasciato andare ai pensieri ed erano ricordi di giorni di sole, grida di bambini ed un arrancare faticoso sotto le borse piene di giochi da spiaggia, ma erano anche momenti di raccoglimento a leggere un libro accarezzato dal vento che su quel promontorio non manca mai .

Profumo di passato, di momenti felici.

Oggi la Bordighera alta non è più quella che conoscevo io, molte attività sono state chiuse ed al loro posto ci sono bar, pub, ristoranti , ma quando io passo ritrovo il vecchio negozio di barbiere dove andavamo a tosarci tutti appena arrivati per le vacanze, la cantina di Piero dove era custodita la macchina da cucire che aveva cucito il vestito da sposa di Anita Garibaldi, ("Peccato non avere nulla che lo certifichi" diceva) ed infine il cancello della nostra casa proprio in Piazza del popolo
Ho sempre bisogno di questi momenti di pace, poi domani mi aspetta una lunga giornata, 1.400 kilometri di guida attraverso la Francia e buona parte della Spagna, destinazione finale Portogallo.
Ma quella è un'altra storia


 

 

 
 
 

Lotta al terrorismo

Post n°368 pubblicato il 27 Novembre 2015 da hieronimusb

Il terrorismo non si combatte con le armi, ma con il buonsenso.

La reazione di questi giorni, ciò che sento alla TV e leggo nei giornali pare più il classico "Ti aspetto fuori" dei bulli che non la risposta che ci potrebbe attendere da capi di stato con la responsabilità del futuro di milioni di persone.
Posso capire Salvini, la Santanchè, Gasparri, cervellini ipotrofici, pur se lautamente pagati, ma un Hollande che fa proclami di guerra , un Obama, ( premio Nobel per la pace che proprio in virtù di questa onorificenza data probabilmente con troppo entusiamo , dovrebbe utilizzare meglio la dotazione di neuroni per trovare una soluzione vera al problema ), che formulano intenti bellicosi e senza costrutto mi lasciano un po' basito.

GUERRA si sente dire da ogni parte!. Scusatemi vorrei obiettare, ma guerra contro chi?

Pur se autoproclamato "califfato" l'Isis non è uno stato, non ha una struttura , un governo, un territorio, un riconoscimento ufficiale da parte della popolazione e della comunità internazionale per cui un giorno possa essere cotretto ad ammettere di aver perduto una guerra e pagarne, di conseguenza, il fio.

Possiamo arrivare là, uccidere Al Baghdadi come già fu fatto per Osama, ma poi?

Poi quelli che oggi fanno parte delle milizie semplicemente tornerebbeero nell'ombra pronti a ricominciare da un'altra parte, tanto i motivi ci sono sempre.

Il terrorismo si combatte in primo luogo togliendogli il brodo di coltura con cui si alimenta, risolvendo i conflitti, grandi e piccoli che originano la rabbia, la frustrazione, il senso di ingiustizia da cui possono trarre spunto altri arrabbiati, fustrati, delusi.

Mi viene in mente un libro letto un paio di anni fa "Terroni" di Pino Aprile. In quel libro mescolando realtà a mito, concezioni errate , torti subiti reali o presunti dal mezzogiorno d'Italia dopo l'unificazione, si creava la base di lavoro per un proposito secessionista.

Se l'economia andasse poi peggio, se le condizioni di vita peggiorassero il passo alla lotta armata sarebbe breve perchè la gente si muove quando sente di non aver più nulla perdere, (al Nord non è mai successo perchè i "nordisti" avrebbero parecchio da perdere e lo sanno bene)

Ora, in Medio oriente ci sono situazioni di frustrazione, di ingiustizie che non possiamo più ignorare.
Non parlo solo della questione palestinese, ma anche di tutti quei luoghi in cui siamo andati a portare la "democrazia" ed invece abbiamo semplicemente destabilizzato uno status quo che, pur nei suoi limiti, garantiva condizioni di vita che oggi non ci sono più.

L'Occidente deve iniziare ad ammettere di aver fatto delle grosse cazzate nel recente passato, ritenendosi superiore, convinto di possedere la Verità assoluta e deciso si spaccare le teste pur di inculcarla ha reso impossibile la vita di centinaia di milioni di persone.

Ovviamente non è possibile limitarsi ad un semplce "Ops, scusateci, non volevamo". E' necessaria una presa di coscienza collettiva, per cui "cada pueblo puede liberarse a si mismo" come diceva il rivoluzionario per eccellenza Ernesto Che Guevara.

Il caro Obama che insiste sulla "transizione" siriana faccia mente locale alle varie transizioni in Iraq, Afghanistan ed anche a quella libica che ci riguarda da vicino, ovunque il terrorismo non solo non è stato debellato, ma anzi è cresciuto tanto che mi viene da pensare che sia un fattore voluto, cercato e finanziato da quegli stessi che poi gli dichiarano guerra.
Divide et impera dicevano i romani e credo che quella filosofia sia tuttora attuale




 
 
 

La felicità

Post n°367 pubblicato il 26 Novembre 2015 da hieronimusb

La felicita' e' una cosa che ci appartiene ed e' nostra, solo nostra.
Nasce dall'interno dell'animo e rimane in noi, non puo' essere regalata a chi e' triste, ma puo' darci la forza e la voglia di stargli vicino.

La felicita' non dipende dagli altri, e di conseguenza noi non siamo i responsabili della felicita' altrui. Nessuno puo' dirci, 'cercavo in te la felicita'', 'al massimo 'quando sono con te, sono felice!'

E' compito di ognuno cercare la propria felicita', perche' questo aiuta, da' forza, invita al sogno creativo, ma non possiamo pensare che un altro o un'altra siano i depositari della felicita' che ci e' concessa, con gli altri o senza gli altri dobbiamo cercare le ragioni della nostra felicita' in noi.

La felicita' non si trova nelle tasche degli altri, non e' giusto dire , 'Se avessi cio' che ha lui/lei sarei felice', perche' la felicita' nasce dal gioire di cio' che si ha, sapendo che e' sempre aperta la strada per andare oltre.

E' necessario allenarsi a riconoscere la felicita' nei momenti in cui la possediamo, solo in quel modo potremo viverla pienamente, il guardare continuamente avanti, o peggio indietro genera solo frustrazione e lascia in bocca il sapore stantio delle occasioni perdute.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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