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MOGELLONS E CHEMTRAILS  

Post n°28 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da njo28
 

Il Morgellons è causato dall'irrorazione chimica ?
articolo di Ted Twietmeyer

Abbiamo tradotto un articolo del giornalista Ted Twietmeyer che, pur non contenendo novità di rilievo, collega correttamente il Morgellons alle scie chimiche, come appurato dalla tossicologa californiana Hildegarde Staninger, i cui studi ed analisi, però, Twietmeyer sembra ignorare.

Ostacoli nella cura della malattia

Esiste un muro nella comunità scientifica che è difficile scalare. Il Monte Everest per scienziati è pensare in modo da uscire dalla scatola. Essi sono legati a schemi che li tengono lontani dalle ricerche di frontiera. Ciò rende loro impossibile identificare la causa del Morgellons. Bisogna anche considerare gli interessi delle industrie farmaceutiche che ignorano i trattamenti non traducibili in introiti di milioni di dollari. La parola “cura” pronunciata da un medico è come una bestemmia, mentre i medici preferiscono riferirsi a "trattamenti".

Le scie chimiche come causa ?

Sinora il trattamento che si è privilegiato per molte patologie è stato quello basato sugli antibiotici. Gli antibiotici sono usati per malattie che sfidano una spiegazione. Sono impiegati per le infezioni provocate da micoplasma che non è precisamente né un virus né un batterio.

Circa il Morgellons devono essere considerati tre aspetti rilevanti. Il primo problema è come insorge, il secondo qual è il patogeno. Scoprire il vettore della malattia porterà una luce tremenda sul patogeno. Il terzo aspetto è quello relativo ad un’efficace terapia.

Si richiede una mente aperta per capire quale possa essere l'eziologia. Occorre raccogliere e classificare tutti i dati clinici dei pazienti, includendo l'ubicazione, l'esposizione a qualcosa di anomalo, come i rapimenti, la ricaduta di sostanze chimiche e l'essere in un'area in cui sono diffuse le chemtrails. Stando alle attuali statistiche, in tutti e cinquanta stati della Federazione sono stati rilevati casi di Morgellons, sebbene siano più numerosi in tre stati meridionali.

Si evidenzia una notevole somiglianza tra le fibre dei malati e quelle delle scie chimiche.

Naturalmente non è possibile affermare un'identità, senza aver analizzato questi filamenti che appaiono affini per quanto riguarda le dimensioni e la crescita caotica, incontrollata. Se queste fibre sono il risultato di un’avanzata nanotecnologia, allora noi abbiamo compreso la malattia e chi si trova dietro di essa. Qual è, però, lo scopo sotteso alla diffusione di questa sindrome ? La tortura ? La diffusione di una pandemia per poi vendere farmaci per il trattamento ? Secondo una notizia riportata da una televisione del Texas, un giovane che aveva recentemente contratto il Morgellons si è tolto la vita, non tollerando più il dolore.

Noduli neri, fibre che a stento possono essere estratte dalla pelle ed un dolore inenarrabile sono condizioni in grado di rovinare le relazioni all'interno delle coppie. La sofferenza è così intollerabile che un rapporto sessuale è l'ultima cosa cui i pazienti pensano. I sintomi quindi sono correlati ad un controllo demografico che è un effetto collaterale evidente.

La mia speranza è che qualche ricercatore considererà questo breve articolo per cercare una cura e non un inutile trattamento. Spero che questo ricercatore valuterà ogni possibile vettore per questa malattia, compresi i rapimenti notturni.

Ted Twietmeyer
www.data4science.net

Fonte: www.ecplanet.com

 
 
 

Spazio: un grande pianeta al di là di Nettuno?

Post n°27 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da njo28
 

Per decenni, dopo la scoperta di Plutone, la caccia al misterioso pianeta X sembrò definitivamente e vittoriosamente conclusa. Dagli anni ‘90, però, ecco le sorprendenti scoperte degli oggetti transnettuniani (TNO) e le ripetute insidie, vere o presunte, alla supremazia di Plutone (questo prima che a Praga se ne decretasse il declassamento).

Sappiamo che nessuno di quegli oggetti ha una stazza paragonabile a quella degli altri pianeti, ma il loro numero in continuo aumento è sufficiente ad alimentare la speranza che, nascosto nell’ombra, ci possa essere qualche oggetto molto più grande di Plutone, Eris e compagnia.

In uno studio piuttosto articolato, una ottantina di pagine, accettato per la pubblicazione su Astronomical Journal, Patryk S. Lykawka e Tadashi Mukai (Kobe University - Giappone) affrontano il problema della possibile presenza di un massiccio pianeta in quelle remote propaggini del Sistema solare partendo dalla complessità dinamica della Fascia di Kuiper. Attualmente esistono già alcuni modelli che tentano di spiegare l’origine e l’evoluzione orbitale dei TNO, ma nessuno di essi riesce a spiegare tutte le classi dinamiche osservate.

Basandosi su un gran numero di simulazioni numeriche riguardanti l’evoluzione di un disco di planetesimi governata da quattro pianeti giganti e da planetesimi di grande massa, i due astronomi suggeriscono che la struttura orbitale della fascia transnettuniana potrebbe essere spiegata con la presenza di un pianeta esterno di massa pari a qualche decimo di quella terrestre.

Un simile pianeta sarebbe stato espulso in quelle remote regioni dall’azione di uno dei pianeti giganti e avrebbe in seguito raggiunto una stabilità orbitale anche grazie a una situazione di risonanza con Nettuno. Secondo Lykawka e Mukai sarebbe proprio questa vicenda dinamica all’origine della attuale stabilità dell’intera fascia transnettuniana.

I risultati delle simulazioni, stando sempre a quanto dichiarano i due ricercatori, confermerebbero che questo modello riesce a riprodurre con dettagli senza precedenti le principali caratteristiche di ciascuna classe dinamica presente nella Kuiper Belt. I numeri insomma, almeno fino a quando qualcuno non dimostrerà che le simulazioni non sono affidabili, sembrerebbero dar ragione al nuovo modello.

Ora, però, si tratta di vedere se, grazie alle concrete previsioni proposte da Lykawka e Mukai, si riesce anche ad avere un riscontro diretto di questo misterioso oggetto. Se è così grande come si dice non può riuscire a nascondersi ancora per molto.

Fonte: www.astronomia.com

 
 
 

Distrutto satellite spia.

Post n°26 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da njo28
 
Foto di njo28

Risale a poche ora fa la notizia della distruzione del satellite spia americano con un missile!

 
 
 

Spazio: 21 febbraio 2008 eclissi totale di Luna

Post n°25 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da njo28
 
Foto di njo28

Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio 2008, si verificherà un’eclisse totale di Luna, che per la sua collocazione oraria potrà essere seguita ed osservata solamente da chi è veramente interessato, dato che si parla di un evento che si svolge nelle ore piccole della notte fino all’alba… Non sarà dunque come quella dell’anno scorso, che era stata visibile in orari un po’ più accomodanti.

Ma gli astronomi e gli astrofili, si sà, fanno di tutto per poter osservare un fenomeno celeste, anche stare svegli tutta la notte con temperature non proprio entusiasmanti! Ma a prescindere da queste considerazioni, analizziamo cosa succederà e soprattutto a che ora.

Istanti salienti dell’eclisse totale di Luna

Fig.1 - ingrandisci

Nella figura 1 e nelle successive vediamo l’output di un programma creato dal sottoscritto per la previsione dei vari eventi legati ad un’Eclissi di Luna: in particolare si vede la Luna che attraversa in istanti successivi il cono di penombra (quello grigio) e poi quello d’ombra (rossiccio), che la Terra proietta nello spazio, essendo illuminata dal Sole. In particolare sono indicati alcuni orari espressi in TU (tempo universale), corrispondente all’ora di Greenwich (GMT). Bisogna quindi sommare 1 ora per avere l’orario esatto alla nostra longitudine: i vari istanti rappresentano le fasi principali di un’eclissi di Luna.

Nello specifico abbiamo:

  • P1: il primo contatto della Luna con la penombra della terra
  • U1: il primo contatto con l’ombra
  • U2: il primo istante in cui la Luna è completamente eclissata dall’ombra
  • G: la fase massima dell’eclissi (che in questo caso è totale, ma altre volte può essere parziale)
  • U3: l’ultimo istante in cui la luna è in ombra
  • U4: l’ultimo istante in cui la luna è coperta dall’ombra
  • P4: l’ultimo istante in cui la luna è coperta dalla penombra

Vediamo cosa aspettarci nei sette istanti riportati. C’è da dire subito che l’eclissi in penombra, tra P1 e U1, non si riesce a distinguere ad occhio nudo ma solo fotograficamente (così dice parecchia letteratura in merito, anche se personalmente con più di 30 anni di foto ad Eclissi di Luna non ne sono ancora così sicuro…): con il sopraggiungere dell’ora U1 si inizia a vedere una piccolissima parte di ombra grigia che “intacca” la Luna e con il passare del tempo si ingrandisce sempre di più.

Nel giro di un’ora e più, vediamo praticamente una Luna che da piena diventa sempre meno luminosa e quando l’ombra copre metà della Luna, sembra vagamente di vedere una Luna al primo quarto, ma subito notiamo che l’ombra è curva, mentre al primo quarto il terminatore (il confine tra la zona illuminata e quella d’ombra) è dritto.

Passa un altro po’ di tempo e la Luna diventa uno spicchio sempre più piccolo. All’arrivo dell’istante U2 ci accorgiamo che la Luna è ora completamente in eclissi: fateci caso, ma non proietterà più la vostra ombra sul terreno! Questa situazione durerà fino all’istante U3 e durante tutto questo periodo la Luna, assumendo un colore rosso-mattone molto bello e caratteristico, potrebbe essere addirittura difficile da scorgere.

Provate a distrarre i vostri amici durante l’osservazione e dopo un po’ invitateli a ritrovare la Luna nel cielo: in alcuni casi è veramente difficile ritrovarla! E’ capitato invece in qualche altra eclissi che il nostro satellite fosse ancora molto luminoso anche durante la fase di totalità.

Altra differenza tra un Eclissi ed un altra è data dalla colorazione dell’ombra della terra. In alcuni casi la parte centrale dell’ombra tendeva addirittura ad un verde molto scuro, facilmente distinguibile ad occhio nudo per contrasto con la parte più rossiccia!

Durante la fase totale, con un telescopio si possono vedere eventuali stelle presenti nel campo in cui si muove la Luna e si possono anche verificare occultazioni.

Nell’intorno dell’istante U3 invece si ha uno spettacolo molto bello: dato che la Luna inizia ad uscire dall’ombra, si inizierà a vedere una piccola falce, una lama di luce abbagliante. Subito si ricomincerà a proiettare l’ombra sul terreno o sul pavimento della terrazza da dove effettuiamo l’osservazione. A mano a mano che passa il tempo l’ombra si sposterà sempre più di lato per lasciar posto alla parte luminosissima, per arrivare all’istante U4 in cui la Luna ritorna al suo splendore: anche in questo caso (e fino all’istante P4) la Luna è in realtà ancora in penombra ma, come per l’inizio dell’Eclissi, sarà difficile notare la differenza.

Animazione dell’eclissi

Fig. 2

Nella figura 2 vediamo una simulazione (alquanto veloce!) di tutte le fasi dell’Eclissi di Luna del 21 febbraio, mentre nella figura 3 è riportata in un mappamondo (rappresentato con la cosiddetta proiezione di Mercatore) la visualizzazione delle zone del mondo in cui tale fenomeno è visibile: quanto più la zona della terra è chiara, tanto più l’eclisse è visibile. Le scritte in rosso indicano l’evolvere, il movimento, del terminatore sulla terra in corrispondenza dei vari istanti salienti del fenomeno.

Proiezione di Mercatore

Fig. 3: proiezione di Mercatore - ingrandisci

Con questo auguro a tutti una buona osservazione e spero di aver invogliato chi non avesse mai partecipato a tali nottate, sottolineando che la visione dei fenomeni legati ad un’Eclissi di Luna è molto entusiasmante e gratificante!

fonte: www.astronomia.com

 
 
 

Shuttle ha lasciato ieri la stazione spaziale e domani il ritorno a terra! 

Post n°24 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da njo28
 

HOUSTON (Reuters) - Dopo l'emozionante cerimonia di arrivederci di ieri, oggi lo shuttle Atlantis ha abbandonato la stazione spaziale internazionale lasciandovi un nuovo astronauta e il primo laboratorio permanente europeo.

La partenza dalla stazione è avvenuta ieri alle 10.24. "L'Atlantis sta partendo", ha detto via radio il comandante della stazione Peggy Whitson suonando la campanella, tradizione presa in prestito dalla marina americana.

La navicella, lanciata il 7 febbraio e arrivata sulla stazione due giorni dopo, atterrerà mercoledì prossimo al Kennedy Space Center in Florida.

L'esercito americano attende il suo ritorno prima di provare ad abbattere un satellite spia fuori controllo carico di carburante tossico che rischia di schiantarsi sulla terra.

Nei nove giorni di permanenza sulla stazione spaziale gli astronauti dell'Atlantis hanno installato il Columbus, laboratorio europeo che vale 1,9 miliardi di euro.

Durante la cerimonia di saluto di ieri i 10 astronauti si sono abbracciati e stretti le mani mentre galleggiavano insieme nello spazio per l'ultima volta. L'astronauta americano Dan Tani, che sta tornando a casa a bordo della navicella dopo aver trascorso quattro mesi sulla stazione, ha ricordato la cooperazione internazionale -- durante la permanenza ha lavorato con astronauti da Francia, Germania, Italia e Russia -- e si è emozionato ricordando sua madre morta in un incidente mentre lui era nello spazio.

Al suo posto ora sulla stazione c'è l'astronauta francese Leopold Eyharts, che tornerà sulla terra a bordo della navicella Endeavour, che arriverà il 13 marzo.

Fonte: http://it.reuters.com

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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