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SCIE CHIMICHE E H.A.A.R.P.

Post n°44 pubblicato il 31 Marzo 2008 da njo28
 
Foto di njo28

Dopo aver sviscerato i vari scopi delle scie chimiche, abbiamo compreso che non è possibile considerare tale ignominiosa operazione avulsa da H.A.A.R.P. o comunque da tutti quei sistemi finalizzati all'irradiazione di onde elettromagnetiche. È vero che la manipolazione climatica è centrale con tutte le sue implicazioni di controllo economico e di dominio strategico, ma, alla fine, è possibile che le élites globali ricorrano ad un'attività tanto dispendiosa e plateale “solo” per soggiogare il pianeta, dal momento che tale assoggettamento totale può essere conseguito con mille altri sistemi meno costosi. Tra l'altro questa ciclopica operazione presenta anche dei rischi, sebbene minimi, il rischio che il numero enorme dei voli sia notato da gruppi sempre più folti della popolazione nonché l'evenienza, per quanto remota, che qualche uomo influente denunci il genocidio occulto.

Dunque perché continuare imperterriti, se la posta in gioco non è altissima, se non è una questione vitale ? A mio parere, per comprendere l'enormità dell'operazione, bisogna riferirsi in primis al magnetismo: non è un caso se l'incremento delle chemtrails è parallelo alla diffusione sempre più capillare di impianti H.A.A.R.P. e di installazioni che irradiano onde di differente frequenza e lunghezza, dall'apparenza di antenne per la telefonia mobile. Si intende creare, attraverso una sinergia tra scie ed antenne, una prigione elettromagnetica che renda le persone sempre più deboli, apatiche, vulnerabili e pronte a diventare altrettanti terminali bionici di una Rete wireless globale.

Non bisogna poi dimenticare che il campo magnetico terrestre (1) è in fase di costante indebolimento sin dal I secolo d.C.: tale fenomeno è destinato a determinare cambiamenti notevoli sul piano degli equilibri geofisici terrestri e potrebbe pure influire sulla biologia di uomini, animali e piante. Quali possono essere le conseguenze di tale attenuazione sul D.N.A., sui bioritmi, sulle funzioni degli organismi viventi ? È possibile che H.A.A.R.P. e scie chimiche mirino a rafforzare il campo magnetico del pianeta per evitare un cambiamento biologico o una lacerazione del velo elettromagnetico che nasconde dimensioni normalmente invisibili ? Queste sono soltanto speculazioni, ma ci siamo accorti in questi anni di ricerca che anche le ipotesi apparentemente inverosimili sono state suffragate da acquisizioni e dati per lo meno plausibili, se non addirittura certi.

Preziose informazioni sull'argomento in esame ci sono fornite dall'astronomo e meteorologo Luca Savorani: “Il polo magnetico terrestre, localizzato nel Nord del Canada a circa 600 km dalla città di Resolute Bayha, si sta spostando velocemente verso nord-ovest, ad una velocità media di circa 20 km all'anno. Considerando che, tramite misurazioni eseguite con sofisticate strumentazioni il campo magnetico terrestre si sta indebolendo, si può pensare che potrebbe verificarsi l'inversione dei poli entro poche decine di anni.

“Non si tratta di un capovolgimento dell'asse terrestre o di un'inverosimile inversione del moto di rotazione terrestre, ma dell'inversione dei poli, cioè di una lenta traslazione magnetica, dall'Artico, verso l'equatore, sino a raggiungere il continente Antartico. In termini pratici, comincerebbero ad impazzire le bussole, non indicando più i settori attualmente in prossimità del polo nord magnetico, ma zone molto distanti sino al momento in cui la lancetta punterebbe proprio verso sud in corrispondenza del Circolo Polare Antartico.

“Purtroppo al momento non possiamo conoscere gli effetti di tale rivoluzione sulla vita animale, vegetale, sul clima terrestre e le implicazioni in campo meteorologico, ma un'inversione polare potrebbe deformare ed affievolire il campo magnetico terrestre, almeno nella fase transitoria, permettendo ai raggi cosmici di penetrare nella stratosfera, provocando un aumento nella concentrazione di ossidi di azoto. Tali ossidi, assorbendo la radiazione solare, potrebbero contribuire al raffreddamento dell'intero pianeta. […] La forza del campo magnetico è ancora piuttosto elevata con minime fluttuazioni, ancora lontane dai livelli critici e la posizione dei poli magnetici rispetto a quelli geografici è variata parecchio negli ultimi secoli, ma sempre all'interno dei circoli polari; un'inversione di polarità è quindi possibile, o per meglio dire è certa, ma solo in un lontano futuro”.

Il riferimento agli ossidi di azoto in grado di raffreddare il pianeta è in antitesi con il riscaldamento globale intensificato dalle onde elettromagnetiche e dalla coltre chimica. La rarefazione, però, della sfera magnetica che avvolge Gaia dovrebbe comportare anche degli effetti negativi. Infatti i raggi cosmici colpirebbero la Terra (2). Questa tempesta di raggi potrebbe alterare il codice genetico degli esseri viventi o destare il D.N.A. Silente ? L'alterazione del D.N.A. è probabile, ma sarebbe una mutazione necessariamente deleteria? Sono domande cui è difficile rispondere: si può tuttavia concludere che qualsiasi azione atta ad interferire con i cicli cosmici si rivela, alla fine, contro-natura oltre che velleitaria.

(1) Il campo geomagnetico è un fenomeno naturale presente sul pianeta Terra e comune a molti altri corpi celesti, come, ad esempio, il Sole. Esso è prevalentemente un dipolo magnetico con poli non coincidenti con quelli geografici e non statici ed avente momento dipolare (asse) inclinato di 11.3,° rispetto all'asse di rotazione terrestre. L'intensità del campo magnetico terrestre non è costante nel tempo, ma subisce notevoli variazioni. Esse hanno portato, nel corso delle ere geologiche, alla deriva dei poli magnetici rispetto ai continenti ed a ripetuti fenomeni di inversione del campo, con scambio reciproco dei poli magnetici Nord e Sud. Il magnetismo terrestre ha una notevole importanza per la vita sulla Terra. Infatti esso si estende per svariate decine di migliaia di chilometri nello spazio, formando una zona chiamata magnetosfera, la cui presenza genera una sorta di “scudo” elettromagnetico che devia e riduce il numero di raggi cosmici. (2) I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio, quasi tutte dotate di carica elettrica, che colpiscono l'atmosfera con alte energie. Essi provengono dal Sole, da sorgenti della Galassia ed anche da oggetti esterni alla nostra Galassia.

Fonte: www.ecplanet.com

 
 
 

Adamski e Meier rivisitati.

Post n°43 pubblicato il 28 Marzo 2008 da njo28
 
Foto di njo28

Nel maggio 2007, l'ufologo Christian Macé fotografò un oggetto volante non identificato nella Francia settentrionale, per la precisione a Campaign Hesdin presso Calais. Erano le 11:30 e l'U.F.O. si dirigeva verso sud molto velocemente in un cielo lattiginoso (tipico colore correlato alle irrorazioni chimiche). Secondo Macé, l'ordigno immortalato sarebbe assimilabile agli oggetti adamskiani, definiti convenzionalmente “campane”. Sono dischi dalla forma piuttosto “antiquata” con tre congegni simili a pulegge nella parte sottostante e con un abitacolo sormontato da una calotta.

Recentemente tale Kelvin Balbery ha fotografato in Cornovaglia un U.F.O che ricorda le astronavi di Billy Meier, dalle linee filanti ed angolose. Kelvin Barbery, un gestore di servizi per le scuole, ha scattato la foto del misterioso oggetto da un percorso costiero tra Swanpool e Maenporth, vicino a Falmouth. L'uomo ha rivelato che non ha visto l'UFO al momento dello scatto dell'immagine. Tuttavia, una volta scaricate le immagini della macchina fotografica digitale sul suo computer, si è stupito nel trovare un oggetto apparentemente metallico, discoidale, in una delle foto. “C'era un paio di petroliere nella baia - racconta Kelvin - e ho pensato di scattare alcune foto. Non vi era nulla in vista e certamente non per colpa della fotocamera, è apparso questo oggetto che nel momento dello scatto non ho assolutamente visto”...

Nick Pope, ex funzionario del Ministero della Difesa, ha analizzato la fotografia, notando che: “L'oggetto appare strutturato, simmetrico e metallico. Questa persona ha colto qualcosa di molto interessante”.

Sembra di essere in presenza di una sorta di revival di U.F.O. classici: anche chi scrive avvistò un ricognitore adamskiano. Ci si deve chiedere se questi velivoli appartengano veramente a civiltà extraterrestri, se quindi qualche affermazione dei due celebri e controversi contattisti possa essere considerata credibile, alla luce della somiglianza tra le astronavi da loro descritte e quelle talora scorte da testimoni a distanza di anni ed in vari paesi del mondo. Non escluderei che le esperienze di Adamski e di Meier contengano qualche informazione credibile, sebbene mescolata a distorsioni, esagerazioni e leggende.

Ho anche pensato che alcuni degli oggetti avvistati in questi ultimi tempi potrebbero essere ologrammi: la tecnologia olografica è oggi a tal punto sofisticata che fenomeni reali e costruzioni olografiche sono indistinguibili. Non credo, invece, che gli U.F.O. in esame siano terrestri, laddove le astronavi triangolari non di rado viste e fotografate in concomitanza con le operazioni clandestine di irrorazione chimico-biologica, sembra appartengano all'aviazione del diabolico governo occulto. Ricordo un giorno in cui, mentre decine di tankers aravano il cielo, creando solchi chimici, alcune sfere intersecarono gli aerei della morte, con moti repentini e traiettorie zigzaganti. All'improvviso comparve una gigantesca astronave triangolare che, scendendo molto lentamente, parve venire in ausilio degli aeroplani della morte. Libratosi per qualche istante, l'ordigno scese poi sino a scomparire dietro il promontorio.

In ogni caso tra “scie che, in pochi minuti, si trasformano in poderose, enormi, estese formazioni dall'aspetto di artigli protesi ad afferrare e dilaniare l'azzurro” (T.B.), strani piatti lanciati da discoboli cosmici, il cielo è oggi una scena inquietante, carica di oscuri presagi.

Andrea

Fonte: www.ecplanet.com

 
 
 

UFO: l'Ecuador ne ammette l'esistenza

Post n°42 pubblicato il 27 Marzo 2008 da njo28
 
Foto di njo28

"Il presidente della Repubblica Ecuadoregna ammette che gli UFO ci sono e che per ora non rappresentano una minaccia"

Sono ben 44 i primi casi ufficiali declassificati dal Governo Ecuadoregno, a partire dal 13 marzo scorso. Segnalazioni di avvistamenti da parte di testimoni istituzionali, rilasciate tramite il coordinamento del CEIFO, la commissione di studio del fenomeno ufologico, istituita dal Governo dell'Ecuador nel 2005 e presieduta da Jaime Rodríguez.


Il comunicato ufficiale in cui si informa della pubblicazione dei primi 44 casi, in accordo con l'autorizzazione presidenziale del 25 giugno 2007


Interessante in questo caso di rilascio pubblico, l'utilizzo di un sistema di   terze parti quale Youtube, per la diffusione di documentazioni ufficiali.
Questo permetterà al Governo dell'Ecuador di poter rilascio al mondo i 44 casi, completi di audio, video e interviste ai testimoni ufficiali, senza rischiare che qualche suo server collassi, come successe nel caso francese del GEIPAN, quando il server venne oscurato per diverso tempo a causa dei troppi accessi contemporanei (ndr. e non si parlava neanche di video in quel caso).
Nel momento in cui scriviamo questo articolo, sono stati gia pubblicati su Youtube i primi due casi, visibili, come lo saranno anche i prossimi, all'indirizzo:

http://www.youtube.com/user/netacho

Ascoltate in particolare l'ultima intervista presente nel primo video rilasciato, quella con il comandante Wilson Salgado, nella quale l'ufficiale afferma senza ombra di dubbio che ci sono veicoli di origine extra terrestre nella nostra atmosfera e che dobbiamo condividere il nostro spazio con esseri di altri mondi.


Comandante Wilson Salgado


Una apertura che merita sicuramente grande considerazione e della quale per la verità non si è avuta alcuna notizia dalle fonti di informazione canoniche. Anche l'Ecuador si aggiunge così alla lunga lista di paesi che hanno ormai declassificato documenti ufo, ma lo fa in grande stile, fornendo materiale multimediale puntuale e approfondito.

Trascrizione testuale del comunicato del 13 marzo 2008:

Oficio: 01-2008-C


DE : CEIFO

PARA: LA   COMUNIDAD   ECUATORIANA

Cumpliendo con lo establecido en el Acuerdo del Ministerio de la Defensa Nacional N. MS 1-4-2005-01 y N. MS-8-2005-020 en que se delega la creación de la Comisión Ecuatoriana para la Investigación del Fenómeno OVNI, y de acuerdo a la disposición impartida por el Sr. Presidente de la Republica en el COSENA el día   25 de Junio del año 2007, cumplimos en informar a la COMUNIDAD ECUATORIANA, que a partir de hoy   Jueves 13 de Marzo del presente año, “DESCLASIFICAREMOS”   los primeros 44 testimonios “OFICIALES” que reposan en nuestro poder, tanto en audio como en video fundamentalmente para que cualquiera de estas evidencias puedan ser requeridas por ustedes con el fin de que se pueda compartir esta información con   todas las personas interesadas en este tema:

http://www.youtube.com/watch?v=Y1Bvp-JuY9Q

Sin más por el momento, me despido de ustedes no sin antes reiterarle mis sentimientos de consideración y aprecio:


Atentamente

Jaime Rodríguez T.                                                                                                                                          

Coordinador Nacional

Anexo: Video 001 www.youtube.com/user/netacho   

CEIFO: 04- 2237503   -   087181687

Fonte: www.ufologia.net

 
 
 

Alien parasites (PARASSITI ALIENI)

Post n°41 pubblicato il 26 Marzo 2008 da njo28
 
Foto di njo28

Alcuni ricercatori si sono imbattuti su un video esposto nel portale You Tube, dove si possono osservare due o tre parassiti che fuoriescono dal corpo di una cavalletta. Questi parassiti sono stati classificati come "sconosciuti" e sembrerebbe certo che costringono la cavalletta a suicidarsi e ad annegare nell'acqua, habitat naturale di questi "HairWorms"

 IL VIDEO

Fonte: www.segnidalcielo.it

 
 
 

SPAZIO: Su Marte scorre acqua o sabbia?

Post n°40 pubblicato il 25 Marzo 2008 da njo28
 
Foto di njo28

Un paio d’anni fa aveva fatto notevole scalpore la scoperta, grazie al confronto con immagini del 1999, di alcune nuove formazioni su Marte. Tutto lasciava supporre che quelle scanalature potessero essere il risultato dell’erosione compiuta da rigagnoli d’acqua, prova incontrovertibile che, persino negli ultimi anni, sulla superficie del pianeta rosso potesse scorrere acqua in quantità sufficiente da lasciare una chiara impronta del suo flusso.

Jon D. Pelletier (University of Arizona) e i suoi collaboratori, però, volevano avere la certezza assoluta che quelle tracce fossero imputabili allo scorrere di acqua liquida. Erano insomma intenzionati a valutare tutte le possibili origini di quei nuovi canaloni, sostenuti anche dal fatto che potevano contare sugli accurati dati topografici derivabili dalle immagini della superficie di Marte acquisite da HiRISE, la fantastica apparecchiatura di ripresa in alta risoluzione a bordo di Mars Reconnaissance Orbiter.

Applicando a quelle situazioni topografiche i fondamenti della fisica dei fluidi, Pelletier e collaboratori hanno provato a ricostruire come si dovesse comportare un flusso di acqua liquida e quale, invece, potesse essere il comportamento di una valanga di detriti sabbiosi. Sembrava quasi un lavoro dall’esito scontato, ma il confronto tra il risultato ottenuto dalle simulazioni e le immagini della superficie di Marte ha proprio spiazzato i ricercatori. “A vincere la sfida è stato il flusso di sabbia - commenta Pelletier - e questo ci ha sorpreso non poco. Prima di cominciare, infatti, eravamo convinti che avremmo finalmente provato la responsabilità dell’acqua”.

Il confronto tra le tracce generate nel corso delle simulazioni e i depositi ramificati presenti sulle immagini ha mostrato come il modello che prevede lo scorrere di materiale sabbioso sia quello che meglio corrisponde alla situazione reale. Anche un occhio inesperto riesce a vedere come le conseguenze di una valanga secca si avvicinino alle strutture marziane molto più di quanto avvenga nel caso di un flusso liquido.

Possiamo concludere, dunque, che questo studio mette la parola fine alla speranza di scoprire tracce liquide su Marte? Non proprio. La ricerca, infatti, non esclude che si possa anche ipotizzare un flusso di fango molto denso, contenente tra il 50 e il 60 per cento di sedimenti. Fango, dunque, che avrebbe la consistenza della melassa o di un flusso lavico e i cui depositi, visti dall’alto, assomiglierebbero molto a ciò che lascia dietro di sé una valanga secca.

Fonte: Coelum

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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