Creato da universopensiero il 20/11/2009

RivoluzioneInteriore

"Non siamo più centrali di quanto non lo sia qualsiasi altro punto dell’universo" Giordano Bruno (1548-1600)

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

ABOLIAMO IL QUORUM NEI REFERENDUM - IL POPOLO E' SOVRANO, IL POLITICO E' SOLO UN CONSIGLIERE. W LA DEMOCRAZIA DIRETTA!!!

Post n°103 pubblicato il 13 Giugno 2011 da universopensiero


DEMOCRAZIA DEI CITTADINI

Gli esempi reali e di successo dove i cittadini decidono

Le idee innovative sperimentate, i loro vantaggi, come funzionano, come adottarle anche noi e perché

di Paolo Michelotto

Troll libri

scarica il libro gratuitamente dal sito

http://www.paolomichelotto.it/blog/

 

Quorum, cos'è e perché va abolito


5.1. Cos'è il quorum di partecipazione?
Numero di partecipanti necessario perché una votazione sia considerata legalmente valida.
5.2. A cosa si applica il quorum?
Noi italiani siamo abituati ad abbinare il quorum ai referendum, ma non è necessariamente così. In Serbia ad esempio, esso esiste anche per le elezioni del presidente della Repubblica. L'attuale presidente serbo Boris Tadic, fu eletto nel giugno 2004 dopo ben due elezioni presidenziali invalidate per mancato raggiungimento del quorum: nell'ottobre 2002 (in cui l'affluenza fu del 45,5%) e nel dicembre 2002 (in cui l'affluenza fu del 45,1%). Un altro esempio è la Macedonia che prevede per le elezioni presidenziali un quorum del 40%. Questa soglia, nelle ultime elezioni presidenziali del 2009, fu superata di un soffio: l'attuale presidente Gjorge Ivanov, fu eletto con un'affluenza del 42,6%.
5.3. Quanto è il quorum?
Visto che il referendum abrogativo italiano richiede il quorum del 50%, per nostra esperienza diretta, siamo portati a pensare che questo sia il valore del quorum. Invece esso può variare dallo 0% al 70%.
5.4. Quorum a livello nazionale
Nei referendum abrogativi il quorum è fissato dalla Costituzione ed è pari al 50% degli aventi diritto al voto.
Nei referendum confermativi, che riguardano le modifiche costituzionali, la Costituzione pone il quorum a zero. Quindi qualunque sia l'affluenza, i referendum confermativi delle modifiche costituzionali non sono mai invalidati. Riassumendo, i valori del quorum nei referendum nazionali è rispettivamente del 50% e dello 0%.
5.5. Quorum a livello regionale
I referendum regionali hanno un quorum del 50% degli aventi diritto al voto, quasi ovunque. Uniche eccezioni sono la Valle D'Aosta dove è del 45%, la Sardegna dove pari a un terzo degli aventi diritto al voto (33,3%) e, infine, la regione Toscana dove la percentuale è variabile in quanto fissata al 50% del numero dei votanti dell'ultima elezione regionale.
Nel 2010, ad esempio, alle elezioni regionali toscane l'affluenza è stata del 60,7 %. Questo significa che fino al 2015 il referendum regionale avrà un quorum del 30,4%. Quindi a livello regionale il quorum varia dal 50%, al 45%, al 33,3%, per finire al 30,4%.
5.6. Quorum a livello provinciale
Quasi tutte le province stabiliscono un quorum pari al 50% degli aventi diritto al voto, con  l'eccezione della Provincia  di  Bolzano che fissa il quorum al 40%. Quindi a livello provinciale la variabilità è più limitata, dal 50% al 40%.
5.7. Quorum a livello comunale
Pochi comuni in Italia hanno i referendum propositivi e abrogativi; una notevole eccezione è rappresentata da quelli appartenenti alle regioni a statuto speciale. Quasi tutti gli altri  hanno invece solo il referendum consultivo, che è molto debole perché l'esito non comporta nessun obbligo per chi amministra. Questa è la ragione per cui non si richiede il quorum che, di fatto, rappresenta un ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo referendario. La debolezza del referendum consultivo si è mostrata ad esempio a Vicenza, comune che non prevede quorum nel referendum consultivo. Nel 2006 fu effettuato un referendum consultivo per tentare di introdurre il referendum propositivo e abrogativo con quorum del 10%. Andò a votare il 13,26% degli aventi diritto; il referendum non fu invalidato, non esistendo il quorum, ma il quesito non fu neppure preso in considerazione dal Consiglio Comunale rendendo vano tutto il lavoro del comitato referendario, il voto dei 10.600 cittadini e la notevole spesa sostenuta dai contribuenti per la consultazione.
Il comune di Ferrara e quello di Bressanone hanno stabilito un quorum pari al 40%. Poi ci sono 11 comuni all'avanguardia in Italia, perché hanno gli strumenti dei referendum propositivi e abrogativi con quorum molto basso (15%) oppure zero. Dieci di essi si trovano nella provincia di Bolzano e uno nella provincia di Trento.
Il primo comune a togliere il quorum è stato Voeran - Verano (BZ) già nel 2005. A seguire Wengen - La Valle (BZ) e St.Ulrich - Ortisei (BZ) e Voels - Fiè (BZ) che nel 2006 hanno tolto il quorum. Poi Kurtatsch - Cortaccia (BZ) che nel 2009 ha abbassato il quorum al 15%. Villa Lagarina (TN) nel 2009 ha eliminato il quorum e infine San Candido - Innichen (BZ) nel 2010 ha abbassato il quorum al 15%.
Ad essi si sono aggiunti recentemente Lana (quorum 0%), Varna - Vahrn (quorum 0%), Dobbiaco -Toblach (quorum 0%), Terento - Terent (quorum 0%).
Riassumendo, i comuni in Italia hanno referendum con quorum che varia dal 50% allo 0%. C'è una eccezione, che è così bizzarra, antidemocratica ed esagerata, da meritare di essere citata: il comune di Sover (TN) con 900 abitanti, ha il quorum del 70%.
5.8. Dove esiste il quorum?
Per quanto possa apparire strano a noi italiani, la presenza del quorum non è così diffusa: in Europa ad esempio, esiste un quorum del 50% in Slovenia, Ungheria, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia e quasi tutte le repubbliche dell'ex blocco comunista. Esiste inoltre il quorum del 40% in Danimarca.
5.9. Dove NON esiste il quorum?
I referendum non prevedono il quorum in paesi con lunga storia democratica: Francia,  Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Islanda, Spagna, Malta, Lussemburgo, Finlandia, Austria, oltre che ovviamente nella patria dei referendum, la Svizzera (dove è richiesta la maggioranza dei votanti e dei cantoni) e il Lichtenstein.
Negli USA non esiste il referendum a livello federale, ma i 27 stati USA che lo prevedono, hanno quorum zero. Anche in Nuova Zelanda, altra nazione che ricorre frequentemente alla consultazione referendaria, non è previsto quorum, lo stesso accade in Australia dove è richiesta la maggioranza dei votanti e degli stati.
5.10. Alcune ragioni per togliere il quorum.
5.10.1. I sostenitori del NO vincono facilmente

Un referendum che prevede il quorum, dal punto di vista pratico, ai sostenitori del NO offre due strade: fare una campagna a favore del NO che però richiede soldi, tempo, energie, oppure invitare i cittadini all'astensione, boicottando il referendum senza doversi impegnare in alcuna campagna.
Questa seconda strategia è preferita perché oltre a far risparmiare fatica e mezzi, fa vincere più facilmente. Dal punto di vista pratico si ottiene lo stesso risultato sia che un referendum venga invalidato per mancato raggiungimento del quorum, sia che vinca il NO a quorum raggiunto.
Equiparare gli astenuti a coloro che votano per il NO non è corretto. Chi si astiene da un voto referendario può avere mille ragione personali: essere lontano da casa, non interessato, deluso dalla politica, ammalato, aver cose più importanti da fare, essere indeciso, avere poca conoscenza dell'argomento.
Nelle elezioni per la nomina degli amministratori, gli astenuti non contano: vince chi ottiene più preferenze. Nei referendum con quorum è come se si giocasse una schedina di totocalcio con 1X2, dove una parte, i SI, vincono se esce 1, mentre l'altra parte, i NO, vincono se esce X o 2. È un gioco sbilanciato in favore del NO e quindi non soddisfa il requisito di uguaglianza tra le parti che sta alla base della democrazia.
5.10. 2. I sostenitori del SI partono già svantaggiati
I referendum vengono proposti dai cittadini quando l'amministrazione non ascolta le loro richieste. Quindi "i sostenitori del SI" rappresentano quasi sempre i cittadini mentre "i sostenitori del NO" le amministrazioni, che rispetto ai cittadini hanno maggiori possibilità in termini di soldi, tempo, interessi, capacità ed attenzioni mediatiche. L'imposizione del quorum regala ai sostenitori del NO un ulteriore e ingiusto vantaggio grazie alla facile possibilità di boicottare il referendum attraverso l'invito all'astensione (vedi paragrafo precedente).
5.10.3. Bastone tra le ruote della democrazia
Dietro l'apparenza di una regola che sembra preservare il senso della democrazia, con il quorum in realtà viene messo un bastone tra le ruote all'unico strumento con cui i cittadini possono intervenire nella gestione del potere.
Il quorum è il metodo con cui chi ha il potere cerca il più possibile di tutelarsi dal controllo dei cittadini, salvando le apparenze democratiche. Infatti viene dato lo strumento del referendum in mano ai cittadini, ma poi viene molto limitato nel suo potere effettivo con l'introduzione del quorum che fa sì che venga sempre, o quasi sempre, invalidato.
5.10.4. Meno dibattito e meno informazione
Finché ci sarà il quorum nei referendum, la campagna elettorale sarà svolta solo dai promotori del SI che si focalizzeranno solo sullo spingere i cittadini a partecipare al voto per superare il quorum.
Dove non c'è il quorum, entrambe le campagne per il NO e per il SI possono invece concentrarsi solo sulle loro argomentazioni pro e contro, aumentando la conoscenza dell'argomento nei cittadini e il loro impegno civico.
5.10.5. Premio a chi non partecipa
Il quorum premia chi invita all'astensione e chi accetta il boicottaggio rimanendo a casa, cioè chi non vuole impegnarsi direttamente o preferisce scorciatoie scorrette pur di far vincere la sua posizione. Chi si informa e chi va a votare, viene punito. Ciò crea una sempre maggiore delusione e distacco dei cittadini dalla politica attiva.
5.10.6. Non c'è più il segreto del voto
Negli ultimi anni, a causa degli inviti al boicottaggio attraverso l'astensione, chi va a votare mostra indirettamente la sua intenzione di esprimersi a favore del referendum. Infatti i referendum che vengono invalidati per mancato raggiungimento del quorum di solito hanno percentuali di SI vicine al 90%, perché in questi casi chi è contrario resta a casa. Quindi chiunque veda una persona che si reca alle urne ha una probabilità vicina al 90% di indovinare la sua preferenza (SI). La segretezza del voto, garantita dalla Costituzione, non è più, nei fatti reali, rispettata.
5.10.7. Allontanamento delle persone dal voto
Una dimostrazione che il quorum ammazza i referendum mentre l'assenza del quorum li rende partecipati si ha anche in Italia. La motivazione è ovvia. Quando non c'è il quorum le parti lottano con tutte le energie per assicurarsi il voto perché sanno che indipendentemente dall'affluenza, il risultato sarà comunque valido. Quindi tutte le parti fanno informazione in TV, nelle radio, con i volantini, l'invio di lettere, organizzazione di convegni, assemblee e manifestazioni. La gente così informata, discute dell'argomento e di conseguenza va a votare.
In Italia non è previsto il quorum nel referendum confermativo relativo alle leggi costituzionali. È interessante notare che negli ultimi referendum nazionali senza quorum, l'affluenza al voto è stata maggiore di quelli con il quorum: ad esempio il referendum confermativo (senza quorum) del 25-26 giugno 2006 ha visto un'affluenza del 52,3%, mentre il referendum abrogativo del 21 giugno 2009 (con quorum) ha visto un'affluenza del  23,3%.
Era dal referendum nazionale del 11 giugno 1995 che non si superava un'affluenza del 50%, infatti la media delle ultime 5 tornate di voto referendario con quorum dal 1997 al 2005 era stata del 32,78%.
Un importante esempio ci arriva dalla regione (laender) della Germania del Baden - Wuerttemberg. Essa prevede i referendum municipali fin dal 1956 (negli altri laender ciò fu introdotto negli anni ‘90), ma con molte restrizioni; una delle più gravose è quella che prevede che almeno il 30% degli elettori abbiano votato SI al quesito referendario, pena il suo invalidamento. L'effetto distorsivo di questo quorum si vede chiaramente in 3 votazioni sul medesimo argomento effettuato in 3 città vicine.
A. Nel 1986 fu proposto a Reutlingen un referendum contro una decisione della giunta al governo composta solo dalla CDU che aveva deciso la costruzione di un rifugio antiaereo. Il consiglio comunale e la CDU boicottarono il referendum non partecipando a nessun dibattito con sistematicità. L'ultima settimana prima del voto, improvvisamente, la CDU ruppe il silenzio con una pubblicità e un fascicolo allegato al giornale locale firmato tra gli altri anche dal sindaco. Esso diceva: "...le persone professionali e intelligenti, devono agire sensibilmente, non emozionalmente, con un comportamento elettorale intelligente. Così puoi stare a casa la prossima domenica; in fondo ti viene solo richiesto di votare contro la costruzione di un rifugio. Anche se non voti, esprimerai la tua approvazione della decisione presa dal consiglio comunale. Hai sempre dato la tua fiducia alla CDU per molti anni alle elezioni. Puoi darci fiducia su questa questione." Il risultato fu che 16.784 su 69.932 elettori si recarono alle urne: il 24%. Di questi solo 2126 votarono a favore del rifugio e 14.658 contro. Il quorum del 30% a favore non fu raggiunto e il referendum venne invalidato.
B. A Nurtingen, una città vicina a Reutlingen, ci fu un referendum simile. Questa volta la CDU locale scelse di non boicottare: il risultato fu un'affluenza del 57% di cui il 90% votò contro il rifugio e il referendum ebbe successo.
C. In una terza città, Schramberg, ci fu un referendum simile. Anche questa volta la CDU scelse la via del boicottaggio. In questa occasione il comitato organizzatore venne a conoscenza per tempo del progetto della CDU e quindi riuscì a controbattere. Il giornale locale pubblicò critiche all'idea del boicottaggio. I risultati furono affluenza del 49,25% di cui l'88,5% votò contro il rifugio e quindi il quorum del 30% di voti a favore del referendum fu raggiunto e il referendum ebbe successo.
5.10.8. Se il quorum valesse anche nelle elezioni, molte sarebbero state invalidate
Se fosse previsto il quorum anche per le elezioni dei rappresentanti, nel 1996 Bill Clinton non sarebbe stato eletto presidente degli USA. Infatti quell'anno la percentuale dei votanti fu del 49,08% dei cittadini USA registrati al voto.
In Italia, nel voto elettorale comunale, provinciale, regionale, nazionale, europeo non è previsto il quorum. Solo chi vota decide.
Alcuni esempi di affluenze elettorali in Italia e nel mondo:
- elezioni provinciali 15-16 giugno 2008 Palermo 41,17%;
- elezioni provinciali 15-16 giugno 2008 Caltanissetta 49,79%;
- elezioni parlamentari americane del 2002 46%;
- elezioni legislative Messico 2003 affluenza 41,68%;
- elezioni parlamentari Svizzera 2003 affluenza 45,44%;
- in molte città americane i sindaci vengono eletti con percentuali a 1 sola cifra, come ad esempio del 5 % a Dallas o del 6% a Charlotte.
5.10.9. La Costituzione permette referendum locali senza quorum
Alcuni pensano che essendo previsto il quorum del 50% a livello nazionale per i referendum abrogativi, ciò sia un obbligo anche a livello locale. Invece, con sentenza del 2-12-2004 n.372 la Corte di cassazione ha stabilito che l'art.75 della Costituzione che prevede il quorum a livello nazionale non comporta l'obbligo del quorum per i referendum previsti negli statuti degli enti locali: quindi, a livello locale, l'applicazione del quorum, decisa dai rappresentanti locali, è una pura scelta politica. Tanto è vero che i comuni di Ferrara e Bressanone e la provincia di Bolzano hanno il quorum al 40%, 9 comuni italiani, già citati non hanno il quorum e la Regione Toscana ha il quorum fissato al 50% dell'affluenza elettorale nelle ultime elezioni regionali (attualmente circa il 30,4%).
5.10.10. I cittadini non vogliono il quorum
Quando sono i cittadini a chiedere l'introduzione degli strumenti referendari come in Svizzera nei primi anni del 1800 e in California e negli stati a ovest degli USA nei primi anni del 1900, il quorum non viene mai introdotto. Viceversa quando gli strumenti referendari sono introdotti dagli amministratori eletti, essi si premurano sempre di inserire il quorum come tutela al loro potere. Come in Italia.
L'ultimo esempio si è avuto in Baviera nel 1995 dove i cittadini riuscirono con un referendum a togliere il quorum a livello locale. Per 3 anni poterono indire referendum senza quorum, ma nel 1998 la Corte costituzionale bavarese, di nomina politica (si stima che l'80% dei giudici fosse simpatizzante o legato al partito che in Baviera aveva la maggioranza assoluta nel parlamento), reintrodusse il quorum, anche se in misura molto ridotta, dal 15% al 25% a seconda delle dimensioni delle città.
Qui infine alcuni punti tratti da una breve sintesi scritta da Emilio Piccoli in occasione della presentazione della proposta di abolire il quorum nei referendum nella provincia di Trento nel 2010.
5.10.11. Distruzione della fiducia dei cittadini nello strumento del referendum
Quanto più il quorum di partecipazione nelle consultazioni referendarie è elevato, tanto più è messa a repentaglio l'efficacia e la fiducia dei cittadini nei confronti del referendum stesso. Si può affermare ciò sulla scorta delle vicende referendarie nazionali che ci raccontano come l'ultimo referendum ad aver superato il quorum risalga al 1995 e grazie soprattutto a un'enorme campagna pubblicitaria del gruppo Fininvest coinvolto in tre quesiti sulle TV. Le sei tornate referendarie tenute negli anni successivi hanno registrato un progressivo abbandono delle urne da parte della gente. Ciò è evidenziato dai dati di affluenza alle urne: dal 58% del ‘95 si crolla al 30% del ‘97 per finire al 23% nel referendum del 2009. Stessa sorte, e forse anche peggio, è toccata a tutti i referendum tenuti a livello regionale nel corso di questi ultimi cinque anni. Il cittadino ha maturato così, in questo ultimo decennio, la consapevolezza che tanto più un referendum è ignorato dalla grande propaganda e dalla grande politica, tanto più è destinato al fallimento.
5.10.12. Potere sproporzionato di piccoli partiti
Nell'attuale clima di disaffezione per la politica è sempre più difficile per una votazione referendaria raggiungere un quorum del 50% anche se l'elettorato viene mobilitato da una cospicua parte dei media e dei partiti politici. Ne è prova il referendum del 1999 sulla legge elettorale che non ha superato il quorum, attestandosi al 49,6% di affluenza. In quel frangente bastò l'invito al boicottaggio soltanto dei piccoli partiti per annullare la consultazione e portare alla vittoria i NO che nelle urne avevano ottenuto solo l'8,5% dei voti.
5.10.13. Evoluzione verso una piena democrazia
L'abolizione del quorum di partecipazione è il primo passo indispensabile per consentire ai cittadini di concorrere attivamente al processo decisionale democratico. Con l'abolizione del quorum si avrebbe il sicuro effetto di vedere sbocciare la democrazia diretta accanto a quella rappresentativa determinando l'indispensabile evoluzione verso la democrazia integrale.


Letture consigliate:
Oonagh Gay and David Foster - Thresholds in Referendums - 2009 - Documento in lingua Inglese, depositato al parlamento Britannico che studia e paragona i referendum dei vari paesi nel mondo scaricabile qui:
http://www.paolomichelotto.it/blog/wp-content/uploads/2011/04/thresholds-in-referendum.pdf
Verhulst, Nijeboer - Democrazia Diretta - 2007
Libro in Italiano che contiene fatti e argomentazioni molto dettagliate su vari aspetti della democrazia diretta, tra cui quorum, scaricabile qui:
http://www.paolomichelotto.it/blog/wp-content/plugins/download-monitor/download.php?id=38
Nel sito del Ministero degli Interni, è possibile consultare tutti gli statuti dei comuni e delle province italiane (per conoscere il quorum che ognuno prevede):
http://autonomie.interno.it/statuti/index.php

http://www.paolomichelotto.it/blog/2011/05/23/13-motivi-per-abolire-il-quorum-dai-referendum/

 
 
 

Ambiente Valsusa e TG Maddalena

Post n°102 pubblicato il 13 Giugno 2011 da universopensiero

 

AMBIENTEVALSUSA

http://www.notav.info/

 

13 giugno 2011

mailing list N°1

 

IL DOVERE DEI SINDACI  

Questa è la nuova mailing di Ambientevalsua all'insegna di un rinnovamento delle modalità di informazione sulla Torino-Lione.
Vi inviamo il primo aggiornamento con una lettera del sindaco di S. Ambrogio alla redazione de La Stampa in risposta ad un articolo di Luigi La Spina ed un volantino relativo ad una iniziativa dei comitati No Tav circa la realizzazione in proprio di un'informazione tramite video denominata
"TG MADDALENA".


Oggi: Il dovere dei Sindaci!
Qui di seguito la risposta che ho inviato a Luigi La Spina a seguito del suo articolo comparso sulla Stampa.



Sant'Ambrogio, 10 Giugno 2011
Gentile Luigi La Spina,
sono uno di quei sindaci ai quali lei nel suo ultimo articolo si rivolge in modo particolare. So perfettamente che questa lettera così come l'opinione dei miei colleghi e del Presidente della Comunità Montana non troverà spazio alcuno sul suo giornale per non turbare il "pensiero unico", ma ci tengo comunque a manifestarle la mia opinione attraverso la mia esperienza di sindaco e cittadino della Valle di Susa. Lo ritengo un atto dovuto, non tanto per farle cambiare opinione, ma semplicemente per dovere di informazione. Per guadagnare tempo, non utilizzerò lo stile ciceroniano ma quello anglosassone e asciutto dei numeri e dei dati, elencandole qui di seguito quelli più significativi e ai più non conosciuti, lei compreso, vista la non conoscenza dei fatti e dei progetti che dimostra nel suo articolo, infarcito di informazioni errate, alcune addirittura inventate e di clamorose omissioni.
1) partiamo dal "famoso corridoio 5" Lisbona- Kiev": il Portogallo il 6 Aprile scorso ha chiesto un prestito di 80 miliardi di euro ed è sull'orlo del fallimento. La Spagna è sulla stessa strada e si è ritirata dal progetto. Per non parlare di Kiev - Ucraina -: pochi giorni fa ha chiesto aiuto all'Europa perché vicina alla bancarotta.
2) le merci che arrivano dall'est in Europa si muovono nel nostro continente sull'asse nord-sud sfruttando il sistema portuale: di quale "rivoluzione" dei trasporti in Europa sta parlando se non conosce neppure questo macro dato?
3) Chi si oppone all'opera è un'intera popolazione di persone per bene e pacifiche, preparate sui progetti e sui contenuti: i proiettili, le minacce di morte, la violenza, la cultura dell'inganno e della provocazione non ci appartengono, mi spiace per lei: in venti anni e più di opposizione al Tav è un fatto ampiamente dimostrato
4)quella che lei chiama "commissione" è l'Osservatorio dal quale sono da due anni esclusi i comuni - VENTIQUATTRO! - interessati dal progetto Tav perché è stata loro negata la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti di fiducia imponendo inoltre l'obbligo di aderire al progetto pena l'esclusione dai tavoli di confronto. Infatti nell'ultimo incontro di Palazzo Chigi a Roma del mese scorso, c'erano al tavolo i sindaci ad esempio di Claviere che dista circa quaranta chilometri dai cantieri e il sindaco di Giaveno che si trova addirittura in un'altra valle, mentre il sottoscritto insieme agli altri 23 sindaci era confinato all'esterno, dietro le transenne presidiate dalla polizia
5) il piano di compensazioni: ad oggi non c'è un euro. Come stupirsi di ciò se manco ci sono i duecento milioni del Governo e i cento milioni della Regione promessi da anni per il nodo di Torino? Anche chi è favorevole all'opera, specie di questi tempi dove mancano i soldi per fare viaggiare in orario e puliti i treni dei pendolari da Susa a Torino, resterà a bocca asciutta, non si preoccupi.
6) Ha  mai sentito parlare di priorità degli investimenti, di valutazione costi-benefici per le grandi opere ultimamente evocato come necessità ineludibile anche da parte dell'autorevole voce del Governatore della Banca d'Italia Dott Draghi? Ha mai sentito parlare di infiltrazioni mafiose nelle grandi opere che fanno lievitare i costi di cinque volte? Lo sa che la Valle di Susa è fortemente abitata - settantamila abitanti - e infrastrutturata in quanto percorsa da un fiume, un'autostrada, due statali,una ferrovia a doppio binario e la si può considerare per queste caratteristiche una terza cintura di Torino con tutti i problemi connessi all'impatto di cantieri delle dimensioni e della durata prospettate? Lo sa che è soggetta a periodici eventi alluvionali e che dunque non è minimamente paragonabile alle altri valli alpine per tutti i motivi prima elencati da un punto di vista dell'impatto ambientale di un'opera di queste dimensioni?
7) I due miliardi di penale da pagare in caso di rinuncia all'opera così come i "35-40 milioni di euro di ricaduta sulla valle per il solo tunnel esplorativo di sette chilometri della Maddalena" sono una pura invenzione giornalistica: per cortesia citi le fonti di questi dati, inventare non è serio!
8) I viaggiatori che arrivano da Londra o Parigi  per venire a sciare in Valle di Susa credo, a meno che non siano scemi, preferiscano fare i dodici chilometri in treno del traforo del Frejus esistente dai tempi di Cavour ed arrivare direttamente a Bardonecchia piuttosto che da Susa, dopo 54 chilometri di tunnel, risalire la Valle in pullman, non crede? Per cortesia anche questa stupidaggine è bene che la rettifichi a tutela dell'intelligenza dei lettori e della sua personale
9) "Anche le critiche relative ai costi sembrano ingiustificate perché la UE ha destinato i finanziamenti solo per questo progetto": altra falsità, i progetti finanziati dall'Europa per il trasporto ferroviario sono attualmente almeno cinque
10) "nel tentativo di svelenire un clima troppo acceso il Ministro Maroni...... ha riservato il compito dell'ordine pubblico alle forze dell'ordine e non ai militari": come ho già avuto modo di dire, gli incendiari in doppio petto sono i veri avvelenatori del clima sociale: sono quelli che invocano l'uso della forza, che insultano la cittadinanza della valle di Susa associandola a frange violente, che delegittimano sistematicamente le Istituzioni disconoscendo il ruolo democraticamente sancito di rappresentanza del territorio al Presidente della Comunità Montana, che omettono le informazioni o le distorcono o ancora peggio le inventano, che rifiutano il confronto sui contenuti e sul merito dei problemi, che prendono le tangenti addirittura sui pannolini mentre i giovani precari lavorano a cinquecento euro al mese, per non andare oltre perché l'elenco è lunghissimo
11) Mi spiace, non tocca a noi sindaci combattere i violenti e i terroristi: per questi ci sono le forze di polizia e i tribunali. A noi sindaci spetta il difficile compito di gestire un diffuso e sempre più allarmante disagio sociale fatto di sfratti, di nuove povertà, di tagli continui ai servizi, di una popolazione che non può pensare di vivere in un enorme cantiere a cielo aperto per quindici- vent'anni, tanto dureranno i cantieri vista la mancanza di risorse economiche. Impiegando in settori prioritari per lo sviluppo anche solo una piccola parte degli euro destinati al Tav si possono da subito creare un numero maggiore di posti di  lavoro altamente qualificati ad esempio nei settori del turismo e delle energie alternative, senza compromettere la possibilità di una vita dignitosa in valle con la nuova Salerno-Reggio Calabria del nord e senza indebitare i nostri figli e nipoti per i prossimi cinquant'anni con un'opera inutile e dannosa.
12) Siamo tutti Sindaci altamente responsabili, consci del nostro ruolo istituzionale e delle nostre responsabilità: pretendiamo lo stesso rispetto nei nostri confronti e della popolazione che rappresentiamo anche attraverso la possibilità di uno spazio alle nostra opinioni che ci viene  invece scientificamente negato. E' troppo facile costruire minacce di morte o di violenza per screditare le persone per bene: è un giochetto vecchio che non funziona più. Mi spiace, queste grossolane provocazioni le rimandiamo al mittente. Ho la consapevolezza che questo mio scritto non troverà mai spazio su un giornale importante come La Stampa, ma almeno spero in un angolo della sua coscienza.
Un cordiale saluto  

Dario Fracchia Sindaco di Sant'Ambrogio


Torino-Lione, il dovere dei sindaci
 
LUIGI LA SPINA
Dopo anni di polemiche, contestazioni, trattative, la prossima settimana dovrebbe segnare l’inizio, concreto seppur quasi simbolico, dei lavori per la nuova ferrovia Torino-Lione. Si tratta del primo pezzo, in Italia, del famoso «corridoio 5», il grande asse di comunicazione tra l’Ovest e l’Est dell’Europa, destinato a rivoluzionare il trasporto delle merci attraverso il nostro Continente.

Il clima politico e sociale nel quale si aprirà il cantiere destinato a inaugurare questa opera, fondamentale per lo sviluppo economico del Nord e, in particolar modo, del Piemonte, si annuncia pessimo. Negli ultimi giorni, agli annunci di mobilitazione di coloro che si oppongono al progetto, sono seguite minacce di morte, in puro stile terrorista, nei confronti di coloro che, invece, lo sostengono. L’ipotesi di un ricorso, deliberato e provocatorio, alla violenza da parte di gruppi estremisti è purtroppo prevedibile, nell’intento di suscitare una tale esasperazione emotiva da impedire un ragionevole confronto di idee e il rispetto delle decisioni assunte sulla base della regola fondamentale in democrazia, la volontà della maggioranza.

Da circa sei anni una commissione, guidata dall’architetto Virano, ha esaminato, con le parti coinvolte nel progetto, tutti i problemi ambientali, economici, sociali che la cosiddetta Tav potrebbe procurare alla vita delle popolazioni valsusine. Perché è ovvio il consenso di chi non è toccato direttamente dai disagi che arrecheranno i lavori e ne vede solo i vantaggi futuri.

Mentre è del tutto comprensibile la preoccupazione di chi, invece, vive in prossimità della nuova linea. Così, il tracciato della ferrovia è stato profondamente cambiato, il sistema di smaltimento dei rifiuti è passato dal camion al treno, sono state assicurate le stesse garanzie di sicurezza che sono valide in tutt’Europa e che sono state accettate per i valichi del Brennero, del Gottardo, del Loetschberg. E’ stato stabilito, infine, un piano di compensazioni per la Valsusa che prevede numerose opere di riqualificazione e ammodernamento infrastrutturale. Una prima parte di questi finanziamenti è stata varata, il resto arriverà man mano che i lavori avanzeranno.

Il metodo della trattativa e del confronto, almeno con chi non lo rifiuta pregiudizialmente, si è rivelato, quindi, fruttuoso ed è servito anche a fornire risposte esaurienti ad alcune obiezioni fondamentali sulla convenienza del progetto. E’ evidente, infatti, che le stime sui volumi di traffico non si possono calcolare sulla situazione attuale, ma sulla base delle previsioni per i prossimi cinquanta o cento anni. Basta ricordare le vicende del piano autostradale varato in Italia all’inizio della seconda metà del secolo scorso: sembrava sovrabbondante, ora ne lamentiamo le insufficienze. Anche le critiche relative ai costi non sembrano giustificate, perché la Ue ha destinato i finanziamenti solo per questo progetto. Se l’Italia rinunciasse, non solo non vedrebbe un euro per qualsiasi opera alternativa, ma sarebbe costretta a pagare penali per circa due miliardi. I vantaggi, poi, per l’economia locale, tra quelli diretti e quelli indiretti, non sono trascurabili, soprattutto in un periodo di crisi occupazionale come questo. Solo per scavare i sette chilometri del tunnel della Maddalena, un centesimo dell’intera opera, si calcolano ricadute di 35-40 milioni di euro. La previsione di una fermata della ferrovia a Susa, infine, consentirà ai viaggiatori che provengono da Londra o da Parigi o da Madrid di arrivare velocemente nel cuore della Valsusa, con conseguenze turistiche facilmente intuibili.

Nel tentativo di svelenire un clima che si stava facendo davvero troppo acceso, la decisione del ministro Maroni di riservare solo alle forze dell’ordine il compito di tutelare la sicurezza dei lavori, escludendo quelle militari, è apparsa davvero opportuna. Ma il clima nel quale si aprirà il cantiere di Chiomonte è affidato soprattutto alla responsabilità di coloro che rappresentano alcune istituzioni locali: i sindaci e il presidente della Comunità montana, Sandro Plano. Toccherà a loro il compito di assicurare che le frange estremiste e paraterroristiche rimangano isolate da coloro che, anche legittimamente, restano contrari al progetto e vogliono esprimere il loro dissenso in maniera pacifica. Il crinale fra la tentazione di accendere lo scontro per ingigantire il loro ruolo di mediatori e di unici potenziali pompieri della protesta «no Tav» si sta facendo troppo stretto e pericoloso. Di fronte alle minacce di morte e di violenza, non si tratta più di un invito alla coerenza politica fra la loro militanza nel Partito democratico che si batte per la realizzazione dell’opera e la loro opposta convinzione. Ma del rispetto per il compito istituzionale che devono rivestire: quello di rappresentanti di tutta la popolazione e, soprattutto, dello Stato italiano. Come ricorda, tra l’altro, la fascia tricolore che indossano.



 
 
 

Istanbul, i Dervisci rotanti.

Post n°100 pubblicato il 19 Aprile 2011 da universopensiero

 

il termine "Dervish" significa solamente "colui che apre le porte" e sta ad indicare, piuttosto genericamente, chiunque ricerchi l'illuminazione attraverso l'esperienza della totale povertà fisica (della quale, a differenza dei Mullah, si fa voto) e semplicità spirituale (ad esempio, San Francesco, in ottica arabo-persiana, sarebbe stato un perfetto Derviscio), mentre coloro che normalmente vengono chiamati "Dervisci" (o "Dervisci rotanti") tecnicamente dovrebbero essere denominati "Mevlevi", dal nome del loro fondatore Mevlana Celaleddin-i Rumi, uno dei maggiori maestri sufi di ogni tempo.

tratto da:

http://www.centrostudilaruna.it/dervisci-i-danzatori-di-dio.html


 
 
 

UOMO POLITICO E CAPO DI STATO... BEATO IL PRIMO MAGGIO

Post n°99 pubblicato il 12 Aprile 2011 da universopensiero

.
Santo Giovanni Paolo II? Si è rotto il "cinismometro" con la sua beatificazione.

http://crescendoingrazia.wordpress.com/2011/02/22/santo-giovanni-paolo-ii-2/


Benedetto XVI ha approvato il miracolo attribuito oggi a Giovanni Paolo II ed il Vaticano ha annunciato che il papa polacco sarà beatificato il 1° maggio; Joseph Ratzinger, oggi saluta così il mondo, mantenendosi alla testa di una delle istituzioni più oscure che siano mai esistite. Benedetto XVI sta aiutando Giovanni Paolo II a compiere con i pre requisiti per essere dichiarato "santo" e "benedetto", essere iscritto nella lista dei santi, elevarlo agli altari ed assegnargli un giorno di festa per la venerazione.
Si è rotto il "cinismometro"!!
Ricordiamo i fatti di Giovanni Paolo II e sia lei stesso a giudicare:

*
Copertura e difesa di Paul Marcinkus, presidente della Banca Vaticana (Istituzione per le Opere Religiose - IOR) quando è scoppiato lo scandalo delle operazioni illecite con Michele Sindona, personaggio relazionato alla mafia italiana ed alla loggia massonica P2. Questa truffa ha lasciato un buco di 1400 milioni di dollari alla banca ed è stata la causa del fallimento della Banca cattolica milanese Banco Ambrosiano, diretto da Roberto Calvi. Sindona e Calvi, entrambi morti in condizioni sospette. Giovanni Paolo II ha difeso Marcinkus e gli ha dato via d'uscita agli Stati Uniti, libero da ogni colpa.


*
Appoggio ed autorizzazione al Cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant' Ufficio per l'inquisizione), attuale Papa, nell'elaborazione del documento "Crimen Sollicitacionis" che ordinava esplicitamente ai vescovi di ogni paese di mantenere silenzio di fronte a scandali sessuali dei suoi sacerdoti cattolici.


*
Copertura e riconoscimento a Marcial Maciel, fondatore dei "Legionari di Cristo" e del gruppo sacerdotale "Regnum Christi", noto pederasta e tossicodipendente, che ha avuto per lo meno 4 figli da differenti donne, e che alcuni di questi ha anche abusato sessualmente: Giovanni Paolo II fu un suo grande protettore. "Una guida efficace della gioventù", secondo l'ipocrita definizione di Giovanni Paolo II.

È questa la prossima immagine che vedremo negli edifici cattolici e sulle immaginette?
I sopravvissuti all'abuso sessuale e alla pedofilia dovranno inginocchiarsi a chiedere un miracolo davanti a chi ha coperto i loro aggressori?
Non possiamo tacere davanti a tanti crimini verso l'umanità.
BASTA!
Dr. Myrna Cestero
Collaboratrice di Gesucristo Uomo
Vescovo del Messico

 

I vescovi cileni: "Perdonate i dittatori assassini complici di Pinochet"

http://uticense.blogspot.com/2010/05/uno-stato-che-educa-e-una-dittatura.html

22 luglio 2010

http://www.giornalettismo.com/archives/73612/vescovi-cileni-perdonate-dittatori/

La Conferenza episcopale del paese sudamericano chiede di “passare sopra” i crimini dei generali che uccisero 3mila persone, fra i quali molti cattolici.


In piena osservanza della tradizione Wojtyla, che si affacciò dal balcone con il generale Augusto Pinochet, il quale già all’epoca era universalmente riconosciuto autore di un golpe e di aver fatto uccidere Salvador Allende, i vescovi della Conferenza Episcopale cilena hanno chiesto al governo di perdonare i membri delle forze armate del paese che mostrano pentimento per i crimini commessi sotto il regime militare.

CLEMENZA! - La Conferenza episcopale cilena ha detto che ci dovrebbe essere “spazio per la clemenza”. Le famiglie delle vittime di Pinochet hanno reagito con rabbia, accusando la Chiesa di voltare le spalle  a chi è stato ammazzato dal regime. Nella loro lettera al presidente cileno Sebastián Piñera, i vescovi hanno detto che non tutti i condannati di crimini sotto il governo di Pinochet si sono macchiati di uguali responsabilità. Circa 3mila persone sono morte durante la dittatura militare tra il 1973 e il 1990.

REVOLUCION – Centinaia di parenti degli scomparsi o uccisi durante il regime militare hanno manifestato davanti al palazzo del governo. Lorena Pizarro, presidente dell’associazione dei familiari dei detenuti scomparsi, ha detto che la Chiesa dovrebbe “vedere entrambi i lati della medaglia” quando parla di misericordia. “Ci sono molte donne che sono ancora qui in attesa di sapere cosa è successo ai loro cari”, ha aggiunto. Il presidente Pinera ha 10 giorni di tempo per rispondere alla richiesta. Speriamo che nell’attesa qualcuno gli faccia ascoltare un po’ di buona musica.


Dal forum:

pratton
2 agosto 2010 alle 08:09

L`amicizia di un ventennio

I rapporti di Pinochet con le gerarchie della Chiesa cattolica, almeno con una parte di esse, furono abbastanza conflittuali all`inizio - quando era arcivescovo di Santiago il card. Raul Silva Enriquez - e decisamente collaborativi poi, a partire dall`arrivo nella capitale cilena, nel 1977, di mons. Angelo Sodano come Nunzio apostolico (incarico che ricoprirà fino al 1988, per diventare poi Segretario di Stato vaticano, fino al settembre 2006) e dall`elezione al soglio pontificio, nel 1978, di Giovanni Paolo II.

Dopo qualche incertezza iniziale (v. Adista del 17/9 e dell`8/10 1973), il card. Silva Enriquez divenne uno dei più decisi oppositori del regime militare: diede vita, insieme alle altre confessioni cristiane, al "Comitato di cooperazione per la pace in Cile", sciolto nel 1975 su ordine di Pinochet e sostituito dalla "Vicaria de la Solidaridad", piccola struttura diocesana che garantiva assistenza sociale e legale alle vittime della dittatura. Con Silva Enriquez, l`arcidiocesi di Santiago si trasformò in un importante punto di riferimento per tutti gli oppositori di Pinochet: si faceva ‘controinformazione` su quanto accadeva nel Paese, le famiglie potevano avere assistenza legale e notizie sui desaparecidos, si organizzavano le mense popolari e la distribuzione di generi alimentari per le borgate popolari della città.

Ma con l`arrivo di Sodano alla Nunziatura, nel 1977, le relazioni fra regime militare e Chiesa si fecero meno tese e proseguirono sulla via della pacificazione prima e della collaborazione poi: se la Chiesa di base continuò ad essere fortemente ostile, il nunzio preferì scegliere la via del dialogo, difendendo la Chiesa-istituzione più che l`incolumità delle vittime della dittatura e barcamenandosi fra qualche moderata protesta per singoli crimini del regime (come i sequestri di alcuni sacerdoti antipinochettisti o la richiesta di espatrio per i militanti del Mir che si erano rifugiati nel palazzo della Nunziatura) e inviti alla pacificazione. E lo aiutarono su questa via sia le dimissioni del card. Silva Enriquez per raggiunti limiti di età nel 1983 (sostituito dal più moderato mons. Juan Francisco Fresno Larrain) sia il primo messaggio pubblico di papa Wojtyla, sempre nel 1983 in occasione dell`arresto di preti antipinochetisti, che invitava a trovare le strade per una convivenza pacifica.

La stessa Moneda

La strategia della "distensione" di Sodano culminò nell`aprile 1987 quando, anche con l`aiuto di diversi membri dell`Opus Dei che ricoprivano posizioni importanti nel governo cileno (come Francisco Javier Cuadra, segretario generale del governo), organizzò il viaggio di Giovanni Paolo II in Cile: una "visita pastorale" che si concluse con l`apparizione - ripresa da tutte le televisioni e i giornali del mondo - di papa Wojtyla e del dittatore Pinochet che, insieme, affacciati al balcone della Moneda, salutano e benedicono la folla. La calorosa legittimazione del regime pinochettista da parte del papa provocò dure reazioni, anche in una parte consistente del mondo cattolico, fortemente critico nei confronti della dittatura cilena e dell`alleanza militari-Chiesa (v. Adista nn. 29 e 30/87).

Subito dopo la partenza di Sodano - che si congedò dicendosi preoccupato per "l`attuale situazione del Paese, perché vedo che non vi è un profondo rispetto degli uni per gli altri" - nell`ottobre 1988 Pinochet fu sconfitto dal voto popolare nel referendum per conferire un nuovo mandato presidenziale al generale golpista. Le elezioni politiche si svolsero l`anno successivo e, l`11 marzo 1990, il generale lasciò la presidenza del Paese al suo successore Patricio Aylwin, conservando però sia la carica di Comandante in capo delle Forze armate sia quella di senatore a vita.

Benedizione apostolica

Perso il potere, tuttavia, il feeling fra l`ex dittatore e il Vaticano non si spezzò: il 18 febbraio 1993, giorno della sue "nozze d`oro", Pinochet ricevette due affettuosi messaggi di auguri da parte del segretario di Stato vaticano Sodano, e di Giovanni Paolo II. "Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d`oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine - scriveva il papa - con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale". Ancora più caloroso il messaggio di Sodano in cui scrive di aver ricevuto dal pontefice "il compito di far pervenire a Sua Eccellenza e alla sua distinta sposa l`autografo pontificio qui accluso, come espressione di particolare benevolenza"; "Sua Santità - aggiunge - conserva il commosso ricordo del suo incontro con i membri della sua famiglia in occasione della sua straordinaria visita pastorale in Cile". E conclude confermando all`ex dittatore "l`espressione della mia più alta e distinta considerazione" (v. Adista n. 48/93).

La Chiesa difende i diritti umani

E la coppia Wojtyla-Sodano non abbandonò il generale nemmeno cinque anni dopo, quando Pinochet venne arrestato, mentre si trovava in Gran Bretagna per motivi di salute, su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzon, che lo accusava di violazioni di diritti umani nei confronti di diversi cittadini spagnoli durante gli anni della dittatura: prima fecero pressioni sulla Camera dei Lords perché non venisse concessa l`estradizione in Spagna di Pinochet (v. Adista nn. 3 e 17/99), poi rassicurarono il nuovo presidente cileno, Eduardo Frei - durante la visita papale in Cile nel febbraio 2000 -, che il Vaticano si sarebbe impegnato a fondo per la liberazione di Pinochet; "è nostro desiderio - puntualizzò Sodano - e facciamo voti che questa odissea abbia termine quanto prima", perché l`ex dittatore "ha diritto di tornare nel suo Paese" (v. Adista n. 15/2000). Intanto in Cile, criticando il governo che si era costituito parte civile nel processo contro Pinochet avviato dal giudice Juan Guzman Tapia, i vescovi fecero un appello pubblico alla "riconciliazione e al perdono", auspicando per il generale un rapido ritorno a casa che "gli renda più tollerabile il suo delicato stato di salute" (v. Adista n. 23/2000).

Pinochet è rientrato in Cile nel marzo 2002, e si è trovato ad affrontare vari processi per i crimini commessi durante gli anni della dittatura. Ma prima delle sentenze dei tribunali - anche per i numerosi rinvii ottenuti dai suoi avvocati per veri o presunti motivi di salute - è sopraggiunta la morte

 

 
 
 

Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.

Post n°98 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da universopensiero

 

"Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà
dall'oblio e finalmente comprenderà chi è
veramente e a chi ha

ceduto le redini della
sua esistenza.
A una mente fallace, menzognera, che lo
rende e lo tiene schiavo..
L'uomo non ha limiti e quando un giorno
se ne renderà conto,
sarà libero anche
qui in questo mondo"

Giordano

Bruno


SONO IL TUO SOGNO ERETICO

Sono una donna e sono una santa,

sono una santa donna e basta.

Sono stata una casta vincente

prima che fosse vincente la casta.

Dalla Francia la Francia la difendo,

se l'attacchi la lancia ti fendo.

Estraggo la spada dal cuoio,

polvere ingoio ma non mi arrendo.

Gli inglesi da mesi vorrebbero la mia capoccia

in un nodo scorsoio - oio, sono un angelo

ma con loro mi cambierò in avvoltoio-oio,

vinco una guerra contro l'Inghilterra

non è che ‘ndo cojo - cojo, perché sento le voci

che non sono voci di corridoio-oio.

 

Va all'inferno satanasso,

è un letto di fiamme il tuo materasso,

la tua parola non vale più,

accenditi FUOCO

spegniti tu!

 

Mi bruci per ciò che predico,

è una fine che non mi merito,

mandi in cenere la verità

perché sono il tuo sogno eretico.

Io sono il tuo sogno eretico,

Io sono il tuo sogno eretico.

Io sono il tuo sogno eretico, ammettilo,

sono il tuo sogno eretico.

http://www.medioevo.com/forum/viewthread.php?tid=1218

Invece io sono domenicano

ma non chiedermi come mi chiamo,

qua è sicuro che non me la cavo,

mi mettono a fuoco non come la Canon.

Detesto i potenti della città,

detesto sua santità,

un uomo carico d'avidità.

che vende cariche come babbà.

La tratta dei bimbi come geishe

cresce in tutto il clero ma nessuno

ne parla è il 1400 non è Anno Zero

ed ora mi appiccano, mi appiccano

come un bengala a capodanno.

Di me rimarrà un pugno di cenere

da gettare in Arno.


Accendevi falò laggiù, bruciavi libri di Belzebù,

era meglio mettere su i carboni del barbecue!


Mi bruci per ciò che predico...

è una fine che non mi merito,

mandi in cenere la verità

perché sono il tuo sogno eretico.

Io sono il tuo sogno eretico,

Io sono il tuo sogno eretico.

Io sono il tuo sogno eretico, ammettilo,

sono il tuo sogno eretico.


Infine mi chiamo come il fiume che battezzò colui

nel cui nome fui posto in posti bui,

mica arredati con il feng shui!

Nella cella reietto perché tra fede è intelletto

ho scelto il suddetto.

Dio mi ha detto un cervello,

se non lo usassi gli mancherei di rispetto

e tutto crolla come in borsa,

la favella nella morsa,

la mia pelle bella arsa,

il processo? Bella farsa!

Adesso mi tocca tappare la bocca

nel disincanto lì fuori.

Lasciatemi in vita invece di farmi una statua

 

 

In Campo de'Fiori.

 

Mi bruci per ciò che predico,

è una fine che non mi merito,

mandi in cenere la verità

perché sono il tuo sogno eretico.

Io sono il tuo sogno eretico,

Io sono il tuo sogno eretico.

Io sono il tuo sogno eretico, ammettilo,

sono il tuo sogno eretico.


CAPAREZZA

 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

florianaportafrance.spampinatoquiperegochri.castofraz13dodge79m.maurichmacridagiufra1968thedoors_italyblasussvalentina90_3ciberbiamteodoranilettor
 

ULTIMI COMMENTI

ottimo post http://www.onlinecasino.onweb.it
Inviato da: alexpix1975
il 26/07/2014 alle 21:09
 
LA VOLETE CAPIRE CHE SE LA FIOM ANDRA' AVANTI A...
Inviato da: s.bernasconi45
il 14/01/2014 alle 18:04
 
...grande!!! :)
Inviato da: dueoreper1Nick
il 25/06/2011 alle 00:33
 
:) Grazie... Contraccambio sia il saluto che la stima.
Inviato da: universopensiero
il 12/04/2011 alle 19:00
 
Vi è una schiavitù forzata e una schiavitù volontaria......
Inviato da: coluci
il 16/03/2011 alle 14:41
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963