Il premio, lanciato da Ong 2.0, si propone di far emergere progetti e idee innovative in grado di generare impatto sociale

In Rwanda può bastare un sms a salvare due vite: quella delle donne incinte e dei loro figli; il progetto RapidaSms ha infatti permesso a oltre 14 mila gestanti di ottenere assistenza medica a distanza. Network GSM e stazioni radio possono sopperire alla mancanza del web e così in Mali, Radio Marché porta conoscenza e una versione alternativa dell’e-commerce, anche nelle zone non raggiunte da Internet. Mentre in Burkina Faso il progetto Cartomalaria si propone di mappare le aree a rischio malaria, in Kenya grazie al Solar Backpack di Salima Visram, i bambini delle zone rurali hanno finalmente luce per la lettura notturna, caricando i pannelli dello zaino sotto il sole, durante le loro lunghe camminate da e per scuola.

Nei Paesi a basso reddito sono sufficienti buone idee e pochi mezzi per generare innovazione ad alto impatto sociale. Partendo da questo presupposto, Ong 2.0, con il sostegno di Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo, all’interno del programma “Innovazione per lo sviluppo”, ha dato vita al premio Ict for Social Good – Empowering people through tech. L’obiettivo è scoprire, conoscere e sostenere quella miriade di progetti e idee innovative, nate dal basso, che spesso fanno fatica ad accedere a programmi di sostegno e di sviluppo internazionale.

Non si richiede lo sviluppo di tecnologie innovative, ma l’impiego delle tecnologie esistenti a fini sociali, nelle aree geografiche indicate dal regolamento, che comprendono Sud e Centro America, Africa, alcune aree dei Balcani e parte del Continente asiatico. I temi su cui punta i riflettori Ict for Social Good sono i più disparati: dalla salute all’educazione, dalla sicurezza alimentare ai diritti umani, passando per water and sanitation e partecipazione democratica.

Continua a leggere su LaStampa