Marchette

letto

Ahahahah, cosa vorresti adesso? Hai qualche pretesa? Non farmi ridere bambina, t’ho usato nulla di più…pensavi davvero che un uomo potesse più di tanto dar attenzione a te?
Bambina tu rincorri l’amore ,sei come una girandola al vento.
Si certo avrei potuto evitare ,ma perchè rinunciare.
Su dai,non lagnarti,è stato bello,ci siamo divertiti.
Guarda che bella puttanella sei venuta su,merito mio,sai?
Quando mi hai conosciuto non sapevi neanche come si facesse l’amore.
Oddio che cazzata ho detto: l’amore con te non l’ho mai fatto,sesso,stupendo sesso…solo sempre sesso.
Che fai gli occhioni ,vuoi piangere?
Ma sai quanti ne troverai di uomini pronti ad usarti,ne è pieno il mondo…non ci sono tattiche,ricordalo quando crescerai,gli uomini ragionano con il cazzo…la testa serve a fare i conti per quanto pagare una puttana.
Sono cinico ,stronzo questo lo sapevi dapprima.
Non mi sono venduto meglio di ciò che sono,io sono un porco ,io so solo scopare e mi limito a fare ciò che mi viene meglio e ora piantala, smettila cazzo, lasciami andare…
Resto così seduta su un letto sfatto ,anche oggi hai dovuto vomitarmi tutte queste stronzate…ti avevo chiesto solo :faresti un caffè?
Perchè ogni volta che credi di provare qualcosa di più per me reagisci così…chi è l’uomo e chi la bambina.
Non mi scandalizzo più di tanto lo so che mi ricercherai, sai perchè so che per te non sono una scopata e basta?
Quando mi sei dentro e spingi quasi a spaccarmi,mi tieni forte la testa e mi chiedi di guardarti,non vuoi che il mio sguardo si sposti se non dai tuoi occhi…hai paura di restare solo.
Io ti accontento ma non me ne frega niente.
L’unica cosa che mi spiace è che mi hai definita una puttanella….no caro, sono una puttana a tutti gli effetti  e tanto quanto prima passerai di nuovo per la mia marchetta.

Desiderio

Un desiderio quanto può durare…
Un giorno,un ora,una settimana,una vita?
Ed è più piacevole il desiderare quel desiderio o realizzarlo?
Finalmente vederlo concretizzato…
Avere
Possedere
Sentire che il medesimo desiderio
Lo stesso ardore batte all’ altro capo
Batte in altro differente da te
E allora cosa resta?
Cosa può esserci di più forte del desiderare?
Desiderarsi?
No,
incontriamoci a metà strada
Nel mezzo del nostro desiderio comune
Desideriamoci.

Riflessi

Che mal di testa.
Ho finito le sigarette e mi ostino a fumare i mozziconi sparsi per casa.
Le dita si sono fatte più gialle e l’odore è difficile da togliere.
Giro in pigiama per casa da due settimane e il caffè è finito.
Dovrei lavare le lenzuola ma non ho voglia.
In questa nebbia che mi avvolge l’unico pensiero pulito è lei.
Chiudo gli occhi e lei è come i capelli appena lavati, l’odore fresco nell’aria.

Mi manca
Mi mancano anche le sue manie, come la sua fissa di ritagliare i giornali di moda.
Da qualche parte ho ancora qualche suo ritaglio.
Ritagliare…
Ricordo da piccolo quando le maestre me lo facevano fare con quelle stupidissime forbici con la punta tonda.
Quanto ne vorrei ricomprare un paio e magari anche delle matite e delle gomme e dei quaderni nuovi… ma  a che servirebbero, non li userei.
Queste stronzate fanno felici un bambino

Che schifo di macello qua dentro.
Il pavimento è lurido, c’è polvere ovunque e anche lo specchio all’ingresso è ridotto una merda
Questo specchio….una volta mi riconoscevo riflettendomi.
Adesso rifletto su quello che vedo.
Che male la testa.
Mi pulsa, mi batte.
Un martello incessante nel mio cranio

Dove sono?
Dove cazzo sono?
Eccole.

Lunghe forbici appuntite.
Credo che se facessi così starei meglio.

Prese le forbici e con un colpo netto le conficco nel cranio e poi con forza ne fece il giro o così voleva ma non riuscì e cadde prima.
Lo trovarono solo dopo 4 giorni davanti a quello specchio con la testa mezza aperta ,sangue e cervello.
Dissero che era depresso, dissero che era un tipo strano, dissero tante cazzate.

Io non lo conoscevo affatto e lessi la sua storia sul giornale.
Ma l’immagine di quell’uomo morto in modo così strano davanti allo specchio mi fece pensare.
Credo che forse il mal di testa di cui raccontarono i suoi vicini di casa, fosse dovuto alla mole di pensieri che riempivano la calotta cranica e che avevano bisogno di uscire.
Uscire davanti a uno specchio per potersi riconoscere.
Di tutti i giornali che ritagliai quel giorno, quell’ articolo fu l’unico che lasciai intatto.