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TEMPESTE SEMPRE PIU'FREQUENTI SULL'ARTICO

Post n°218 pubblicato il 29 Gennaio 2014 da viscontina17

L’afflusso di masse d’aria sempre più calde verso il mar Glaciale Artico sta fornendo maggior energia all’atmosfera. Energia che dopo essere stata immagazzinata dall’atmosfera spesso viene scaricata tutta di un colpo, favorendo lo sviluppo di fenomeni particolarmente avversi anche sull’Artico. Non è un caso se negli ultimi anni, soprattutto durante il periodo estivo, sempre più spesso l’Artico sia divenuto sede di tempeste e cicloni extratropicali (con caratteristiche “barocline”) particolarmente profondi e capaci di produrre fenomeni meteorologici davvero estremi, con venti di uragano, precipitazioni piuttosto intense per la latitudine e sbalzi termici veramente esagerati, con “gradienti termici” sempre più forti. Proprio l’anno scorso, in occasione del minimo record di estensione dei ghiacci, ne abbiamo avuto una prova. All’inizio dell’Agosto 2012 una profonda circolazione depressionaria, colma di aria piuttosto fredda in quota, si sviluppò a ridosso delle coste della Siberia orientale, per poi spostarsi in direzione del mar Glaciale Artico. Il 6 Agosto 2012 il potente ciclone extratropicale, spostandosi sopra il settore centrale del mar Glaciale Artico, si è rapidamente approfondito, fino a raggiungere un minimo barico al suolo che è sceso sotto i 964 hpa, un valore estremamente basso per questa regione.

Le isobare (linee di uguale pressione), molto fitte attorno il sistema di bassa pressione, hanno prodotto forti venti di tempesta che hanno spazzato, con raffiche fino a 130-140 km/h, tutto il settore centrale del mar Glaciale Artico e la banchisa del Polo, provocando anche delle nevicate, con un sensibile abbassamento delle temperature nell’area a nord dell’Artico canadese e dell’Alaska. La profonda polar low, scesa fino a 964 hpa, ha insistito sul settore centrale dell’Artico fino ai giorni successivi, per iniziare successivamente a dissiparsi, perdendo buona parte della sua potenza. Senza ombra di dubbio il transito di una area ciclonica di simile intensità ha avuto ampie ripercussioni in tutta l’area artica. Gli effetti del suo passaggio però sono veramente complessi. Infatti, mentre gran parte della regione influenzata dal ciclone di inizio Agosto ha subito un calo improvviso della temperatura e nevicate diffuse, le aree interessate dai venti meridionali hanno dovuto fare i conti con un sensibile aumento della temperatura per il richiamo di masse d’aria più temperate, in risalita dalle latitudini temperate. Non è un caso se in coincidenza con il transito della tempesta, una vasta area ricoperta di ghiaccio, nel Mare della Siberia orientale (concentrazioni in genere inferiore al 50%), si è rapidamente sciolta nel giro di pochi giorni. (web)

                       

 
 
 
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