Creato da fragolozza il 13/10/2006

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°*°AntO°*°

Post n°311 pubblicato il 14 Giugno 2009 da fragolozza
 

T'incontrai in un giorno qualunque, uno dei tanti che avrei preferito non vivere o passare oltre, con la stessa facilità con cui cambiavo il foglio al calendario se l'immagine non mi piaceva.

Mio padre, l'orco dai cui lombi era scaturito il seme asprigno e responsabile di metà della mia vita bastarda, prima che uscissi di casa, mi aveva rammentato a suo modo il mio valore.
"Sparisci brutta stronza!" era la frase con cui stroncava tutti i miei disperati tentativi di innescare un dialogo.
Quando l'assenza dei sintomi da sbronza gli concedeva di spiccicare verbo oltre il limite del semplice improperio o della banale offesa, al quale altrimenti doveva sottostare data l'incapacità di articolare bene i suoni, riusciva ad essere più sgradevole di un sorso di candeggina, se solo avessi mai trovato il coraggio di assaggiarla. Di solito, però, ci ignoravamo, per la volontà, da parte sua, di negare la mia esistenza e, da parte mia, di fingere che tutto fosse stupendo.
Non lo era affatto.
Dicono che chi si accontenta gode, ma io non ne sono convinta, perché ad accontentarsi di quello che avevo allora avrebbe goduto solo una persona in sommo grado masochista, per esempio mia madre, una donna che, se non fosse stata così stupida, sarebbe stata il perfetto emblema dello stoicismo coatto.
Una foto incorniciata d'argento al centro del comò nella camera da letto, rappresentava la coppia di giovani ventenni e apparentemente innamorati che erano stati. Ero ancora piccola e già, guardandola, stentavo a riconoscere in quelle facce i tratti familiari dei miei genitori. Le due bocche sorridenti stampate su carta kodak di pessima qualità si addicevano a due estranei, colti alla sprovvista, ma con l'espressione migliore, non di certo a chi di quell'espressione nella mia quotidianità non aveva mai dato prova; un'espressione che stonava col disordine delle nostre vite.
Ancora adesso, rivivo l'infanzia soltanto costretta dagli incubi frequenti che mi tormentano il sonno. L'inconscio porta a galla svariate situazioni, ma di fondo c'è un leitmotiv ed è la voce strascicata di mia madre che grida il mio nome.
Io mi chiamo Antonella, ma lei non ha mai pronunciato il mio nome per intero. Stanca e distrutta dalle sue stesse colpe, si bloccava dopo le prime due sillabe, lasciando in sospeso le altre come forma di promessa garante, cosicché, quando il nome sarebbe stato enunciato per intero, la correttezza di forma da sola sarebbe valsa quale inizio di una storia migliore. Era questa una mia fanciullesca illusione, correlata all'abitudine di cambiare i nomi ai personaggi delle favole nel disperato tentativo di inventarne delle nuove.
Sono stata Anto per tanti anni. Per mia madre lo sono ancora.
Per mio padre, invece, ero la scema, l'inetta e, come ho già detto, la brutta stronza.
Sarebbe stato facile per me considerare i miei genitori in maniera spregevole, alla stregua degli scarafaggi che mi divertivo a schiacciare nei pomeriggi trascorsi in punizione nello sgabuzzino. Ma erano i miei genitori e, all'epoca, ancora credevo di dover loro qualcosa.

Non ricordo se quel giorno la sua rabbia era immotivata- sono ancora troppo incline al senso di colpa per non sentirmi responsabile di ciò che di cattivo mi accadeva e mi accade intorno- ma ricordo che non aveva bevuto troppo perché era abbastanza lucido da riuscire a centrarmi in pieno viso quando mi allungò uno schiaffo. Non mi difesi, non lo facevo mai, ma infilai la porta e poi le scale, di corsa, fermandomi sulla balaustra giusto il tempo di tirare fuori un vecchio fazzoletto dalla tasca ed asciugarmi gli occhi e il naso. 
Sarei fuggita ovunque, sarei sparita volentieri, mi sarei privata senza rimpianti di quel fardello di carne e sangue che mi infagottava l'anima in forme poco attraenti e ancora non mature, ma inconsciamente speravo che a qualcuno sarei mancata e, in fondo, mi mancava il coraggio.
Camminai tanto, imboccando vicoli alla cieca, anche quelli ciechi, e senza orientamento. Avevo smesso di piangere e per riempirmi gli occhi li alzavo verso i tetti, dove comignoli grigi sbuffavano fumo nero, indice del calore nelle case e del freddo fuori.

Poi comparisti tu.
Forse eri fermo in un angolo, forse mi venisti incontro.
"Hai da accendere?" mi chiedesti e mi venne da ridere perché solo pochi attimi prima avevo vagheggiato di dar fuoco alla mia casa e a tutto quanto conteneva, me compresa. E non lo avevo fatto solo perché non avevo da accendere. Tu non potevi saperlo e, di fronte alla mia ilarità, fu scontata la tua reazione di sconcerto.
"Come ti chiami?"
Dal tuo tono di voce non riuscivo a capire se ti facevo più pena o ribrezzo e stavo per risponderti Anto, quando mi bloccai di colpo, ci pensai su un momento e con voce sicura ti dissi: "Antonella".

La correttezza di forma, da sola, mi valse quale inizio di una storia migliore.

Commenti al Post:
michele74622
michele74622 il 14/06/09 alle 14:14 via WEB
chiudi a chiave la porta mi fai poco pena un ceffone sul viso a letto senza cena quel rossetto a tuo padre non è andato giu' e ti bruciano ancora quelle cinque dita mentre asciughi gli occhi ma non sei pentita babbo me la paghi!! domani scappo via ......
 
 
fragolozza
fragolozza il 14/06/09 alle 16:19 via WEB
no miki!!! baglioni nooooo!
 
michele74622
michele74622 il 14/06/09 alle 17:26 via WEB
mi è venuto in mente leggendo il post ....con che canzone la posso cambiare ? ...
 
 
fragolozza
fragolozza il 15/06/09 alle 11:14 via WEB
ma no dai, scherzavo... ognuno sceglie la colonna sonora che ritiene più adatta ^___^.
 
cerebrale76
cerebrale76 il 14/06/09 alle 17:33 via WEB
leggerti spesso non puo' che far bene.....ti vogliamo così.....PROLIFICA!GRANDE.COME SEMPRE.
 
 
fragolozza
fragolozza il 15/06/09 alle 11:19 via WEB
sono in una fase di acuta grafomania, che mi fa mettere su carta o schermo ogni pesniero che abbia un apparente senso. Confido nel fatto che si tratti di una temporanea necessità di comunicazione tra la mia mente e il mio inconscio. Altrimenti, oltre che prolifica diventerò prolissa. E poi sai che palle! Ohi... grazie sempre!
 
CiakNorris3
CiakNorris3 il 15/06/09 alle 08:47 via WEB
Fragola!...cavolo!
 
 
CiakNorris3
CiakNorris3 il 15/06/09 alle 08:48 via WEB
Si insomma frutta e verdura assieme fan bene!
 
   
fragolozza
fragolozza il 15/06/09 alle 11:21 via WEB
Spaciugolo, se scrivevi cavolfiore, facevi frutta, verdura e decoro insieme ^___^! PS: a me però il cavolo non piace...
 
     
CiakNorris3
CiakNorris3 il 15/06/09 alle 20:07 via WEB
Te sei troppo avanti!...e manco a me piace il cavolo!
 
Albyzz
Albyzz il 16/06/09 alle 10:26 via WEB
Era ora Pizzul che smettessi di fumare, il mio atto intimidatorio nei confronti delle sigarette napoletane qlcosa ha contato allora .... Ma vieni a stare al nord, tutte queste sfighe non ti capitano da noi :P
 
 
fragolozza
fragolozza il 16/06/09 alle 11:05 via WEB
fortunatamente certe sfighe non mi capitano neanche al sud... è solo una storia. cavoli! ho già ripreso a fumare come prima. il tuo atto intimidatorio è durato solo pochi giorni. devi essere più incisivo!
 
   
Albyzz
Albyzz il 16/06/09 alle 12:42 via WEB
Va bene se ti mando un incisivo ???
 
     
fragolozza
fragolozza il 16/06/09 alle 20:49 via WEB
preferisco i cani... quelli piccoli. ammetto che questa è stupida!
 
     
Albyzz
Albyzz il 17/06/09 alle 11:49 via WEB
Ti mando il mio canone telecom ....
 
     
fragolozza
fragolozza il 17/06/09 alle 11:55 via WEB
ma ho detto quelli piccoli! non quelli grandi!
 
     
Albyzz
Albyzz il 17/06/09 alle 12:38 via WEB
Va bene , allora alla prossima ti farò vedere un carlino ansimante ....con l'enfisema ....
 
     
fragolozza
fragolozza il 18/06/09 alle 08:58 via WEB
e la tracheite... mi raccomando!
 
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s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
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si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.

 

 

 

 
 

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