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C’era qualcosa di sbagliato nel modo in cui lo guardavo.
La sua oggettiva bruttezza, setacciata dal filtro della mia personalissima mancanza di autostima, diventava meno brutta e a tratti pensavo persino mi piacesse.
Perché le persone non mi piacciono mai per ciò che sono; perché le persone mi piacciono solo ed esclusivamente se e quanto io piaccio a loro.
Questo mio difetto, non di nascita, ma d’esperienza (ho capito da un bel po’ che sarebbe troppo dispendioso, per me, farmi piacere gente a cui non piaccio), ovviamente non è né una corazza, né una forma di tutela, soprattutto tenendo conto che molte volte non piaccio sinceramente, ma per convenienza, per circostanza, per motivi completamente erronei. Inoltre, non si può piacere per sempre, io non piaccio per sempre e di conseguenza chi temporaneamente mi piace, spesso smette di piacermi.
E’ per questo che ho guardato nel modo giusto quella persona che guardavo in modo sbagliato. Il ricordo del tempo in cui mi era piaciuta non ha disorientato l’indifferenza piena ed è stato triste rendermi conto che né allegrezza né disgusto, nel cogliere poco distante, improvvisamente e dal nulla, la sua sagoma poco piacevole, mi hanno agitato lo stomaco.
Avrei dovuto augurargli di strangolarsi. Non l’ho fatto. Ma questo non significa che sono diventata più buona. Sono solo tremendamente assente… anche nei riguardi di chi credevo di odiare.
E’ una sorta di vuoto, non a perdere, ma casomai da rendere a tutti quelli che hanno sempre preteso pieni, di ogni genere, di svariata natura ed il rifiuto che incasso ed offro, sintomatico e scontato, diventa una lapalissiana verità, fatti i conti con la quale, diventa più facile accettare il senso di solitudine che ne consegue.
Io non ho niente da chiedere, ma penso ancora che sarebbe bello riuscire ad avere, solo che non posso, non è così che funziona, adesso lo so, e nessuno mi convincerà del contrario raccontandomi che un giorno tutto andrà bene.
Anche mia madre fa l’offesa se mi scoccio a raccontarle al telefono quanto tutto mi vada male. Anche la mia vicina ha smesso di salutarmi perché mi bussa alle nove di mattina e ovviamente non le apro la porta. Tutti quelli a cui chiedo di essere lasciata in pace, si mettono sul piede di guerra. Non è un controsenso?
Che abbia smesso di piovere, non cancella le pozzanghere e a volte rimpiango la tempesta, perché i lampi davano un’impressione di luce migliore di questo ingannevole sole autunnale.
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POETRY
Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.
Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.
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KELLY JONES
I really hope ya happy,
both of you
and maybe sometimes
you miss me too!