Creato da fragolozza il 13/10/2006

LeCoccinelleVolano

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*°*Run_Away*°*

Post n°350 pubblicato il 24 Gennaio 2010 da fragolozza

Da adesso in poi non devi usare i verbi di “pensiero”. Questi includono: pensare, sapere, capire, comprendere, credere, volere, ricordare, immaginare, desiderare e centinaia di altri che tu ami usare. La lista dovrebbe includere anche amare e odiare. (…)
Invece di un personaggio che vuole qualcosa, descrivi la cosa in modo che sia il lettore a volerla. (…)
E intanto che eviti i verbi di “pensiero”, sii molto cauto con l’uso dei verbi blandi “è” e “ha”. Prova invece a nascondere i dettagli su quel che un personaggio è o ha in gesti o azioni.
Mostrerai la tua storia anziché raccontarla.

Parola di Chuck.

Proviamo…

La pulsazione alla tempia sinistra aumenta ad ogni movimento dell’ombra che si rade sulla parete del bagno.
Tra la voglia di scappare e la possibilità di farlo davvero giace un paio di stivali acquistati per non molti euro. Vedendoli mia cugina aveva detto: “Che carini! Sai come sono comodi?”
E invece no, non lo sono affatto e nel mentre li infilo in tutta fretta, senza tirare giù la lampo a lato della caviglia, i piedi mi si incastrano e mi partono crampi tra le dita.
L’ombra sul muro si sposta, vede cosa sto facendo e mi domanda dove ho intenzione di andare. Non rispondo e continuo a infilare a forza i piedi, riuscendo finalmente nell’impresa.
Mi metto dritta e mi precipito verso il giubbotto poggiato sullo schienale di una sedia. L’accendino nella tasca pizzica il guanto che ho infilato senza badare a che andasse nel verso giusto.
“Dove vai?” e stavolta non è silenzio, non è un mormorio stentato il mio, ma è una voce più alta di parecchi decibel quella che lancia nell’aria della stanza uno stronzo! che spero vi aleggi per tutta la mia assenza.
Spalanco la porta e, fuori, lo schiaffo al viso del buio tramortisce parzialmente il mal di testa. Prima stringo i pugni, poi apro le mani. Le chiavi di casa cadono e le raccolgo in fretta, infilo nella toppa quella giusta, la faccio girare e… arrivederci...
Non è lunga la strada fino alla prima curva. Accelero il passo quando vedo che, in lontananza, una porzione di cielo è ancora rosa. Provo a raggiungerla, ma, per quanto io mi sforzi o mi affanni, tutte le volte che alzo la testa il cielo è più scuro, sempre più scuro, è quasi nero, perciò ripiego sul marciapiedi lo sguardo e l’asfalto cede il posto all’astinenza da catrame
Non ho le sigarette ed entro in un bar, dove una vetrina di zippo mi saluta scintillante. Una moneta mi sfugge dal palmo ed un estraneo mi aiuta a recuperarla sotto il banco dei dolciumi. Non lo ringrazio per quel suo modo di guardarmi che lascia in sospeso una frase tipo: Povera scema… Chissà che le succede.
Succede che compro due pacchetti di Benson, uno per tamponare, l’altro per medicare.
E me ne torno in strada con un abbozzo di sorriso, perché con quaranta sigarette in borsa non solo posso star via per sempre, ma posso anche decidere che ho la forza per rientrare.

Run away from all your boredom
Run away from all your whoredom
And wave your worries
And cares goodbye
All it takes is one decision
A lot of guts
A little vision
To wave your worries
And cares goodbye
Run away...

 
Rispondi al commento:
oranjuice
oranjuice il 25/01/10 alle 23:53 via WEB
...esercizio eccezionale. :D ...pochi avrebbero pregiudizi, anche un passante sconosciuto.
 
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Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.

Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.

 

 

 

 
 

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