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« ***il_the_caldo_delle_no... | **C_P_C*** » |
Una bambina conta da uno a dieci e da dieci a uno e lo fa ad alta voce come se si aspettasse l’applauso della folla astante, per un qualcosa che ha appena imparato e che ancora le sembra tanto speciale.
Per me, imparare a contare non fu affatto speciale, ma fu una cosa che detestai fin dall’inizio, per l’ossessione con cui presi a numerare tutto ciò che mi circondava, tutto ciò che mi capitava.
Mi spostavo da un posto all’altro ed erano uno, due, tre, quattro, cinque, sei passi fino a dieci… e di nuovo uno, due, tre.. (e a quel punto basta perché a tre anni non mi spostavo poi tanto).
Mangiavo la pasta ed erano uno, due, tre, quattro, cinque, sei maccheroni fino a dieci… e di nuovo uno, due, tre.. (e a quel punto basta perché a tre anni non mangiavo poi così tanto).
Poi crebbi e capii che contare tutto e contare tutti, non significava contare per tutti, ma era piuttosto un non contare per niente e venni fuori da quell’ossessione raccomandandomi di contare e far contare solo ciò che di per sé contava
Il problema è che apparentemente è un tutto che conta, cui si somma un fare i conti con tutti, che non paga il conto al tempo perso a contare cose che non contavano affatto. (mi sa che mi sono incartata).
Insomma… non ci si libera dalle ossessioni così facilmente e quand’anche si credesse di esserci riusciti, c’è un qualcosa che inevitabilmente torna a fomentarle.
E’ un po’ come togliersi o tagliarsi un pezzo e sperare che, almeno in superficie, il tessuto cicatriziale, in quanto meno elastico possa arginare la ricostituzione di ciò che, dal profondo, vorrebbe ritornare.
Solo che le cicatrici non sono tutte uguali.
E la mia anima è tutta un cheloide.
PS: ... e adesso forse anche tu stai pensando che siamo troppo diversi...
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POETRY
Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.
Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.
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KELLY JONES
I really hope ya happy,
both of you
and maybe sometimes
you miss me too!