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E’ più difficile trovare un lavoro probabile o è più facile trovare un lavoro improbabile?
Che presentarsi ad un colloquio di lavoro indossando una maglietta con su stampata l’immagine della foto qui sopra non era proprio l’ideale, me ne sono resa conto solo quando l’insolazione ha cominciato a fare i suoi effetti.
L’asfalto dei marciapiedi si liquefa sotto i miei passi, ma tutto rientra nei piani. Sono così consapevolmente convinta che sia il lavoro adatto a me, che anche il mio inconscio, per dimostrarmelo, mi fa inconsapevolmente uscire di casa dimenticandomi dell’indirizzo al quale mi devo recare. Del resto, se proprio devo fare l’investigatore privato, tanto vale fare le prove cominciando con la ricerca della società ed io me la sono cavata egregiamente, girando a vuoto soltanto per un kilometro in più.
E quando finalmente sono arrivata ed ho scoperto che la persona con cui dovevo colloquiare indossava una maglietta con su stampati i PUFFI che, a confronto, la mia impallidiva, allora è stato ufficiale: è il lavoro per me!
Ho sempre avuto intuito nella ricerca delle cose e delle persone che volevo trovare.
Come quando cominciai a cercare Luca Carboni, perché volevo sposarlo.
Sapevo che per riuscirci avrei prima dovuto parlare con lui al telefono, visto che, a undici anni, prendere un treno e andare a Bologna per incontrarlo mi sarebbe stato un po’ difficile.
Perciò dopo aver accuratamente studiato il testo delle sue canzoni, scoprii il nome di suo padre.
Perciò dopo aver scoperto il nome di suo padre, andai al centralino e chiesi l’elenco telefonico di Bologna.
Perciò dopo aver trovato nominativo e numero, convinsi mio fratello a chiamare (io sarei stata troppo emozionata per riuscire a dire qualcosa di sensato al mio futuro suocero).
Mio fratello aveva otto anni e a otto anni i bambini al telefono hanno tutti la voce da femmina, anche se sono maschi.
Il padre di Luca Carboni fu molto gentile. Dopo aver confermato di essere il padre di Luca Carboni e dopo che mio fratello gli chiese se poteva passargli Luca, lui rispose: “Certo, piccolina!”
Mio fratello mi mollò la cornetta e così, quando finalmente nel ricevitore tenuto incollato all’orecchio, sentii quel ”Pronto, pronto… ciao…” in voce lucacarbonesca, riuscii a rispondere solo con un timido ciao e a riagganciare, perché mio fratello non la smetteva di blaterare, tant’era incazzato per essere stato scambiato per una bambina.
Forse questa non è la prova che sono una brava investigatrice (al massimo una brava rompiballe). In fondo, non ho ancora sposato Luca Carboni. Ma la verità è che non è che desidero poi tanto sposarlo ancora. E penso che la ricerca sia fallita solo per questo.
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POETRY
Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.
Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.
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both of you
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you miss me too!