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Post n°473 pubblicato il 13 Aprile 2014 da fragolozza
Incoraggiata dal successo di romanzi nel cui titolo figura il nome comune di un parente- cito ad esempio "mia sorella è una foca monaca", "mia madre non mi ha mai spazzolato i capelli" e "mia suocera beve"- ho deciso di avvalermi delle mirabolanti avventure della mia famiglia per elaborare altrettanti titoli di altrettante storie di altrettanto impatto. MIA MADRE POTEVA ESSERE LA CANTANTE DEI ROXETTE
MIO CUGINO ODIA I CUCUZZIELLI, MA VA PAZZO PER LE ZUCCHINE To be continued... |
Post n°472 pubblicato il 08 Aprile 2014 da fragolozza
“Von Trier è un regista arrogante ed elitario, un Artista decadente a cui non siamo più abituati” Non voglio partire dal sogghigno della signora al botteghino. Sarebbe scontato. E trascuro di soffermarmi anche sul mio pessimo udito, perché quando uno dei due signori, accompagnati da due signore, ha acquistato i biglietti, a me è sembrato davvero di udire: “Quattro per Ninphomaniac”. Fuori dalla sala eravamo almeno in cinquanta che, considerato l’orario pomeridiano, era un botto. Per lo più anziani, devo ammetterlo. Una signora aveva persino il bastone, tanto che, sorridendo, ho pensato che, avessi avuto una nonna, l’avrei portata con me. Poi finalmente è stato consentito l’accesso in sala. Sala Visconti??? “Io!” e mi sono fatta largo sventolando il biglietto, convinta che la tribù di ottuagenari fosse lì con l’intenzione di rubarmi la poltrona. Entrata in sala, ho avuto giusto il tempo di vedere tre persone, spettatori dello spettacolo precedente che, quando i Rammstein hanno finito di cantare sui titoli di coda, si sono alzati e sono andati via, lasciandomi da sola. Sola. Sola durante la pubblicità. Sola durante il trailer di Noah. Sola durante l’annuncio “Spegnete il cellulare”. Sola quando mi sono chiesta se non fosse stato il caso di unirmi agli ottuagenari, pure a costo di vedermi “General Hospital- il film”. Sola quando si sono spente tutte le luci ed ho pensato: “Occacchio, comincia il film e sono ancora sola!” Sola per tutto il tempo. Sola fino alla fine. Sola… tranne nelle occasioni in cui un simpatico usciere apriva la porta per sincerarsi, forse, del mio stato di salute e, guarda caso, era in concomitanza con le scene più zozze e, guarda caso, io mi stavo beccando un infarto per la vergogna. Finito il film, ho impiegato una decina di minuti buoni per trovare il coraggio di uscire dalla sala, affrontare il popolo astante, nonché il simpatico usciere (sogghignante) e tornarmene a casa. Prova a spiegarlo che Ninphomaniac non è un porno e che, in effetti, Lars e Fibonacci e Epicuro e le invenzioni a tre voci di Bach… e pure i Rammstein non tutti possono capirli. Il massimo che capiranno è che sei una che il sabato pomeriggio va a vedersi i film porno da sola. E tutto ciò non può non rientrare a pieno merito tra i momenti più bassi della mia biografia. |
Post n°471 pubblicato il 31 Marzo 2014 da fragolozza
Hai presente quelle mancanze di cui vorresti non mancare mai? E’ nostro dovere almeno provarci. |
IERI SERA Lui: “Questo film fa schifo e a te non piacciono i film violenti” C’entra che fa tanto figo dire che ieri sera ho visto un film di Haneke. Mica è come vedere Spielberg, Muccino, Vanzina? Quelli li vedono tutti. Haneke, invece, fa figo già dal nome. E, dentro di me, credo si annidi una snob mancata. STAMATTINA Lei: “Hai risolto quel problema?” Il bello di aver visto un film di Haneke appena la sera prima è che, anche a fronte di una serie di domande, opinioni, giudizi e consigli che, in un altro momento avresti inteso come un segno di affetto, ma che in una mattina in cui ti girano le scatole, ti fanno sentire un’emerita cacca, è che puoi immaginare che sotto il sedile ci sia un telecomando magico, riavvolgere il nastro e rivivere la conversazione in un modo diverso.
Lei: “Hai risolto quel problema?”
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Post n°468 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da fragolozza
Era San Valentino anche l’anno scorso, ma non me lo ricordo. Segue l’elenco di una serie di memorabili San Valentino, vissuti quando ancora credevo che San Valentino fosse un giorno pieno di potenziale 14/02/1992- Decisi di concretizzare il turbamento amoroso in cui versavo, scrivendo la lettera d’amore più brutta di tutti i tempi e destinandola ad un ragazzino per cui, qualche giorno prima, avevo preso la mia prima sbandata pazzesca, osservandolo nel mentre se ne stava seduto sugli spalti di fronte, ad assistere, come me, allo spettacolo circense più infelice di tutti i tempi. Essendo troppo timida, all’uscita di scuola, affidai l’orrida missiva alla compagna di classe più sfacciata di tutti i tempi e la mandai in missione. Le dissi: “Consegnagli la lettera, ma non dirgli da parte di chi è. Digli che una ragazza che neanche conosci te l’ha affidata e ti ha chiesto di recapitargliela”. La compagna di classe, come concordato, gli consegnò la lettera e a domanda rispose che non conosceva l’autrice della lettera, solo che poi si girò verso di me, mi fece il segno ok e gridò: “Tutt’ appost!” 14/02/1995- “L’amore è passeggiare scalzi tutto il giorno sulla spiaggia e passare la notte a ripulirsi i piedi dal catrame” è la frase che scrissi sul mio diario dopo averla ascoltata in un programma a tema su Radio KissKiss. Quel giorno pioveva, faceva freddo ed io ero chiusa in casa, stanca e reduce dalle fatiche del mio primo concerto da spettatrice pagante. Di chi? Biagio Antonacci. Quando cantava Se io, se lei. 14/02/1996- Ero in fissa per un ragazzo che frequentava un istituto ubicato sulla strada che costeggiava il retro del mio liceo, dove c’era un ingresso in disuso, scavalcato il quale, si poteva raggiungere l’edificio frequentato dal ragazzo per cui ero in fissa, in un tempo decisamente più breve rispetto al tempo che si sarebbe impiegato uscendo dall’ingresso in uso e percorrendo il normale e lecito percorso. Già all’epoca, le mie doti atletiche spiccavano per latitanza, ciononostante, affrontai l’arrampicata alle sbarre del cancello con discreta spavalderia. Solo che, una volta giunta in cima, nel momento di scavalcare con le gambe, non ebbi l’intelligenza di girarmi verso l’interno, e provai a scendere di faccia. Quando capii che di quel passo mi sarei crocifissa, mi lanciai nel vuoto. Atterrai sullo zaino, a pancia all’aria, come una tartaruga. Fu così raccapricciante, che chi assistette non ebbe nemmeno il coraggio di ridere. 14/02/1997- Erano quasi 40 giorni di ricovero, avevo un aspetto orribile e trascorsi il giorno sperando di ricevere una telefonata, in reparto, che non arrivò. In compenso mi tolsero i primi punti, l’infermiere mi regalò un bacio perugina e, il giorno dopo, convinta dalle parole di Zucchero in “Eppure non t’amo”, quella telefonata la feci io. 14/02/1998- Era la seconda volta che andavo al cinema a vedere Titanic. La prima volta eravamo andate io e mia madre, la quale, quando mio padre ed una mia amica vollero accompagnarci a vederlo una seconda volta, nonostante fosse una bella giornata, li convinse a vestirsi da pioggia, perché a suo dire avrei di nuovo allagato il cinema. Al ritorno, nel mentre la gioventù più trendy di Cicciano faceva la fila per entrare al concerto di Ciro Ricci, io ed un gruppo di amici rimanemmo fuori a prendere in giro chi entrava. Intanto, una mia amica aveva litigato con il suo fidanzato e, per smaltire la rabbia, non trovò nulla di meglio da fare che inveire contro il ragazzo di cui ero (secondo me) segretamente innamorata, dicendogli: “Tu sei fortunato, tu sei amato, ma fai finta di non capirlo e nemmeno lo apprezzi!” Poi girandosi verso di me: “Non ho ragione, Maria Pi’?” 14/02/1999- Ero uscita nella speranza di incontrarlo, per questo, quando lo avvistai e lo vidi incamminarsi verso di me con un sorriso raggiante, il mio cuore smise di fare bum bum. Quando mi raggiunse, sembrava sinceramente felice di vedermi. 14/02/2001- Era il mio primo San Valentino in coppia. Mia madre e mio padre ci dissero: “Potete venire a darci una mano a sistemare la legna?” 14/02/2002- Era il mio secondo San Valentino in coppia. 14/02/2004- Quel simpaticone del prof. di Letteratura Greca, aveva deciso di fissare la data dell’esame nel giorno di San Valentino, con l'appello alle 8,00. Mi svegliai all’alba, mi infradiciai perché Napoli era sotto diluvio e, dopo due ore di attesa nell’aula dell’università, alle 10.00 mi fu comunicato che il simpatico prof. di Letteratura Greca aveva rimandato l’esame di qualche giorno. Per l’esattezza lo aveva rinviato al giorno del mio compleanno. 14/02/2014- ???? (nella speranza di non avere argomenti per scrivere) |
L’altra sera, mentre il Napoli vinceva con il Milan e Gonzalo segnava i suoi due goal, mi è venuto da pensare a quanto l’importanza di un calciatore per una squadra sia paragonabile a quella di una persona per la propria vita. Il problema dei tifosi napoletani, di tutti tifosi e pure delle persone in genere, è che tendono a sopravvalutare il passato a discapito del presente. Ci sarà sempre qualcuno che pensa che Higuain è un pacco, che Cavani era meglio, etciù, etciù, così come ci sarà sempre qualcuno che penserà il mio ex era meglio, la mia ex era più intelligente, etciù, etciù. Personalmente, Cavani mi è sempre stato antipatico. Di contro, adoro Gonzalo. E conta poco il fatto che sia molto più bello di Cavani e che sia nato il 10 dicembre come Brian Molko. Gonzalo è la rivincita del presente sul passato, che prima ti ha esaltato, poi ti ha deluso, poi ti ha abbandonato e mo’ parla pure male di te. Gonzalo è un meraviglioso hic et nunc. E non importa se non è capocannoniere, se talvolta sbaglia, se in certi casi ti fa tirare giù il calendario. Gonzalo è come un nuovo fidanzato. All’inizio deve soffrire il confronto, è inevitabile. Ma quando finalmente ti conquista, ti fa ricredere per tutte le volte che hai pensato che quel cretino del tuo ex o quella stronza della tua ex fossero insostituibili. Perché se si può vivere con molto poco, lo si può fare altrettanto bene senza qualcuno, anche se quel qualcuno ci sembrava molto speciale. Lo si può fare altrettanto bene, esattamente come lo si faceva bene prima di incontrare quel qualcuno che da quel momento in poi ci era sembrato così speciale. E’ il motivo per cui certe espressioni, tipo non posso vivere senza di te, non mi sono mai andate a genio. Il non posso vivere senza di te, malgrado le apparenze non è un’espressione d’amore, ma di pochezza.E non ci vuole alcun coraggio per dirlo, semmai una buona dose di codardia, di disistima, di mancanza di amor proprio. Il vero coraggio, il vero amore, è quando puoi liberamente lasciarti andare al pensiero del senza di te starei meglio, salvo ripensarci immediatamente e aggiungere, per corollario, ma ti scelgo comunque. |
Post n°466 pubblicato il 04 Febbraio 2014 da fragolozza
L’infelicità non è universale e, quando ti si attacca addosso, prende il tuo nome, le tue impronte, il tuo odore. |
Una delle cose che non comprendo è perché, quando c’è un disservizio, tutti quanti dicono: “Chiamiamo Striscia” Quando abbiamo notato Valerio (che non si chiama così, ma era il sosia di Staffelli), eravamo fermi sulla banchina da più o meno un’ora.
Ma, se avessimo chiamato striscia e, metti il caso, fosse pure venuta, il tapiro d’oro a chi lo avrebbe dato? |
Post n°464 pubblicato il 29 Gennaio 2014 da fragolozza
Is there anyone out there or am I walking alone? Capita spesso al mattino, quando l'aria è fredda e la pelle vulnerabile. La prima volta che ascoltai i Queens of the Stone Age era Natale, ero in Svizzera e dei miei vent'anni conservavo inalterato qualcosa in più del solo colore dei capelli. Io e mio fratello capitammo per caso in una sorta di rave party. Faceva un freddo troppo puzzola per arrendersi all'idea di aver camminato tre kilometri a piedi nella neve solo per sbattere il naso ghiacciato contro una discoteca chiusa, così notammo un gruppetto di ragazzi, li seguimmo, li vedemmo entrare in un deposito e decidemmo di imbucarci. È uno dei motivi per cui non mi stupisce che "...like clockwork" mi piaccia così tanto. Almeno i ricordi, almeno quelli belli, sono rimasti fermi e intatti come le lancette di quegli orologi che, per vezzo, non ho voluto più indossare. E anche se il mio cappotto di pecora l'ho buttato da un pezzo, il colpo di fulmine per i Queens of the Stone Age rimane intatto. Ché non conta come vanno le cose, quanto si cambia e cosa non potrà più accadere. Quel tipo di bene resta e la puntualità con cui ti coglie ti sorprende, soprattutto al mattino, quando l'aria è fredda, la pelle è vulnerabile e non è detto che solo in Svizzera faccia un freddo puzzola. |
Post n°463 pubblicato il 25 Ottobre 2013 da fragolozza
"Ma chi ti credi di essere? Dio?" Il malinteso, sottinteso e poi frainteso, dal pubblico spettante, ma non pagante, né, tantomeno, appagante, è che le soggettive dimostrazioni di forza sollecitano oggettive manifestazioni di debolezza.
You may take my eyes, but baby I'm not blind
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Post n°462 pubblicato il 11 Settembre 2013 da fragolozza
L'intensità di un sentimento espresso è spesso misurabile in base al valore dell'espressione del suo contrario. Sentirsi dire "ti voglio bene" da qualcuno che vorremmo ci amasse è come accontentarsi di masticare una gomma, quando in realtà si vorrebbe addentare una tavoletta di cioccolato. |
Vi siete mai relazionati con qualcuno che, afflitto da complessi di inferiorità devastanti, vi si presenta non come Tal dei Tali, ma come Dr Tal dei Tali? E, ancora peggio, vi siete mai relazionati con qualcuno che, per convivere con i propri devastanti complessi di inferiorità, ha acquistato on-line, in Albania o dai vucumprà, il titolo di Dr solo per potersi presentare come Dr Tal dei Tali, piuttosto che semplicemente come Tal dei Tali? Non voglio discutere dell'importanza dei titoli. Ve la immaginate una vita senza titoli? Provate, per esempio, ad entrare in una multisala e cercate di acquistare un biglietto per il film che volete vedere, senza indicarne il titolo oppure, durante un programma radiofonico, provate a richiedere la vostra canzone preferita senza che questa abbia un titolo. "Salve vorrei ascoltare ****" E il DJ: "****?" E voi: "Sì, proprio ****" . Se poi vi trasmettono una canzone per un'altra, dopo di che state a lamentarvi? Credo sia per questo che le persone sono ossessionate dai titoli. A proposito, ho trovato un sito dove vendono lauree per soli sessanta euro. La scelta dei titoli è molto vasta e variegata. Il mio preferito è Doctor h.c. of Divinity. E chissà che con qualche credenziale non mi facciano pure lo sconto. |
“I got too many friends, too many people, that I’ll never meet and I’ll never be there for”. La separazione e la distanza, il distacco e la disillusione, la mancanza e, di conseguenza, l’assenza, rappresentano l’interfaccia negativa di una controparte positiva che si pone come termine di paragone e confronto per valutare appieno la portata della propria solitudine. Se,d’altra parte, la controparte non esistesse, la separazione e la distanza, il distacco e la disillusione, la mancanza e, di conseguenza, l’assenza, si porrebbero quali realtà assodate e, di conseguenza, la solitudine finirebbe con il non avere alcun valore.
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Post n°459 pubblicato il 28 Maggio 2013 da fragolozza
“Ho l’impressione che lei sia una persona intelligente,perciò voglio svelarle un segreto… il mio motto esistenziale. Perché penso che potrebbe tornarle utile. Io??? Ehmmm… |
E’ come con il “per” nello shampoo “per” lavaggi frequenti. L’altra mattina, quando il ragazzo del bar della stazione mi ha messo sul banco ciò che avrei comprato, prima ancora che glielo chiedessi o che avessi avuto anche solo il tempo di dirgli buongiorno, mi sono resa conto che, contrariamente a quanto crediamo, non è cercando di indirizzare le cose in un certo modo che poi le cose vanno in un certo modo. Ci sono persone che imparano subito ciò di cui hai bisogno (nel caso specifico una confezione di tabacco) ed altre da cui, nemmeno se implori, ottieni in minima parte quanto desideri ti offrano. Eppure, per qualche strano motivo continuiamo a pensare 1)che quella persona da cui tanto vogliamo qualcosa prima o poi soddisferà i nostri bisogni 2) che quei bisogni potrà soddisfarli solo ed esclusivamente quella persona che non li vuole soddisfare (quando poi in realtà ci sono tanti ragazzi pronti a servirci tabacco su un vassoio d’argento, per esempio). E, quindi, strenuamente, magari per uno stupido malinteso iniziale che ci ha portati ad idealizzare quella particolare persona,chiediamo, imploriamo, preghiamo, speriamo….. E ci sta che, alla fine,otteniamo esattamente l’opposto. Proprio come quando, per un altro affine malinteso, speriamo che utilizzando lo shampoo per lavaggi frequenti, i capelli smetteranno di essere sporchi ogni sera.
Quindi, smettila di lamentarti se, malgrado i lavaggi e gli sforzi, i tuoi capelli fanno schifo lo stesso. Cambia shampoo!
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Post n°457 pubblicato il 12 Febbraio 2013 da fragolozza
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Post n°456 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da fragolozza
La mia esperienza in fatto di campagne si ferma all’agro nolano. E’ per questo che le campagne elettorali non mi hanno mai convinta. Ciononostante, sarà per l’insonnia, sarà per l’età che avanza, sarà per l’influenza dei giorni scorsi, ho convenuto con me stessa che è ora che io cominci a fare un minimo di politica attiva. Inizialmente, avevo pensato di stilare un programma elettorale e, in effetti, su qualche punto, un paio di idee meravigliose sono venute fuori (fidarsi sulla parola). Il problema dei programmi è che però si somigliano un po’ tutti. Cioè… Che sia un programma televisivo o di lavaggio o elettorale, non solo non è detto che funzioni per tutti, ma è anche vero che, spesso, alla lunga, si inceppa e non funziona più per niente. Quindi, piuttosto che correre questo rischio, ho desistito, concentrandomi piuttosto su un altro aspetto: come mi comporterei se fossi una candidata premier con buone probabilità di essere eletta e di diventare la migliore statista di tutti i tempi? (Segue intervista a me medesima raccolta da me medesima) Cara Maria Pia, come mai hai deciso di candidarti? Eh…(tono sofferto, occhio languido e partecipativo)… questa è una bella domanda. Ma davvero bella bella. Anzi, ti dirò di più. E’ così bella che per non rovinartela non ti rispondo. Puoi almeno dirci con quale partito corri? Chiariamo subito un punto: io non corro, al massimo passeggio. E poi non mi va di parlare di alcun partito. Al massimo, ti posso parlare della partita. Quella del Napoli. Ca-va-ni! Se il risultato non fosse quello che ti aspetti, come reagiresti? Ma il risultato per me o per il Napoli? No, perché se è per il Napoli, la vittoria non si discute. Quanto a me, nel caso in cui non ottenessi un plebiscito popolare, potrei sempre passare all’opposizione e spendermi come ministro. Per quale Ministero pensi di essere più portata? Tutti, è ovvio, ma resto dell’idea che il ruolo di presidente è quello che più mi si confà. Ed in qualità di Presidente, quale sarebbe il tuo primo impegno? Per il bene della collettività, ma soprattutto mio e di Alessandra, il mio primo impegno sarebbe quello di dotare la stazione di Ciampino di un’elegante sala d’attesa, con divani in ecopelle e distributori automatici di cioccolata calda. In seguito, potrei anche estendere questa iniziativa a tutte le stazioni d’Italia. E in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione? Andrei ogni giorno in una scuola ed in una classe diversa a tenere lezione. E userei i soldi del mio compenso per acquistare milioni di copie di romanzi di autori postmoderni da regalare agli studenti meno meritevoli, con obbligo di lettura, pena l’arresto, affinché possano rendersi conto che c’è modo e modo di fare i fighi e gli alternativi. Della serie, viva Tyler Durden, ma abbasso Fabri Fibra. Cosa pensi delle nozze tra gay? Mi rendo conto che questa faccenda sta a cuore a molti. Personalmente, io propendo per un’altra soluzione. Piuttosto che per la legittimazione il matrimonio omosessuale, io opto per la delegittimazione del matrimonio in generale. Così nessuno si offende! Hai qualche idea anche sull’ambiente? Sì, penso che bisognerebbe fare un’inversione di tendenza in merito all’uso delle energie. Troppa gente spreca energie inutilmente. C’è chi si incazza, chi gira a vuoto, chi è violento, chi è tutto un fremito che non riesce a placare. Ebbene, io radunerei tutte le persone vanamente energiche, le legherei ad una cyclette e le farei pedalare. Lo sapevate che si può produrre energia elettrica facendo spinning? E per la salute? Lì è diverso. E’ una questione di fisico. E pure di fisica. Lo sapete perché in tanti in inverno si ammalano? Perché in tanti sottovalutano l’importanza della fisica guantistica. Io, per esempio, che i guanti li metto sempre, non mi ammalo quasi mai. In conclusione, cosa ti senti di promettere agli italiani? Non sono io quella che deve fare promesse. Preferisco che siano gli italiani a promettermi che prima o poi impareranno a volersi bene, a farsi rispettare e a smettere di credere a chiunque gli prometta qualcosa. |
Siamo rimasti in pochi. Me ne accorgo da quanto è difficile, persa tra tanti, trovare uno sguardo d’intesa, che sia anche uno solo. Rientra tra le mie debolezze prestare attenzione a chiunque ne chieda. Anche se si tratta di qualcuno che, nel bel mezzo di una stazione, in un orario che più di punta non si può, sceglie appositamente me per estrinsecare la pretesa nostradamica di profetizzarmi i prossimi 50 anni, con frasi sconnesse e scevre da ogni logica del tipo: “Ho fatto colazione al 170, perché senza gas avevo poca corrente . Io non uso il cellulare perché ho fatto l’elettricista e la biglietteria in Lombardia. Ti ricordi quando c’era il battesimo di Simona e non stavo bene? Quella volta mi ha chiamata Melina. Ma il treno qua dietro- indicando dalla parte sbagliata, verso la sala d’attesa- se n’è già andato?”. A maggior ragione se poi quel qualcuno muove qualche passo verso la direzione sbagliata, cioè verso nessuna uscita e, ciononostante, svanisce senza lasciare tracce. Fortuna che avevo un testimone…. Tornando a quanto sopra. |
Post n°454 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da fragolozza
Sapevo che a non mollare la tracolla mi sarei fatta male, ma male sul serio. Solo che la cartella era mia e che la donna al volante stesse ripartendo senza accorgersi che, da settenne imbranata quale ero, io fossi rimasta impicciata con un pezzo di borsa in un pezzo della sua 126, parcheggiata adiacente al marciapiedi fuori dalla scuola elementare, a me non importava niente. Dovevo proteggere, salvare e conservare ciò che era mio. I legami con le cose, con le persone, con le situazioni, troppo spesso prescindono dalla consapevolezza della sofferenza che procurano. E contemplare l’idea che si potrebbe stare meglio senza è fuori questione. Ci attacchiamo alle cose, alle persone, alle situazioni, come cozze allo scoglio, per poi lamentarci quando di noi non resta che un guscio vuoto.
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Post n°453 pubblicato il 13 Settembre 2012 da fragolozza
Se ti chiedo di guardarmi tu non lo fai. Non guardi, anzi, nemmeno vedi. Che senso ha per me guardare chi, di rimando, non guarda? Avevo occhi che dal volto, per accarezzarti, persi. In punta di dita, raccolti, diventarono indice di vigilia e attesa. La visione pallida della mia nuda presenza mi disconosce umana e mi riconosco mortale solo in quanto fossile anacronistico e disperatamente calzante al suo tempo. Perché tu non mi guardi ed io ti guardo comunque.
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Nickname: fragolozza
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Sesso: Età: 43 Prov: EE |
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POETRY
Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.
Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.
I MIEI LINK PREFERITI
KELLY JONES
I really hope ya happy,
both of you
and maybe sometimes
you miss me too!
Inviato da: GiuseppeLivioL2
il 11/04/2017 alle 14:55
Inviato da: camnisi1943
il 17/02/2017 alle 07:45
Inviato da: camnisi1943
il 25/07/2016 alle 23:03
Inviato da: fragolozza
il 25/07/2016 alle 20:27
Inviato da: camnisi1943
il 23/07/2016 alle 07:38