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Messaggi di Aprile 2014

***bestsellers***

Post n°473 pubblicato il 13 Aprile 2014 da fragolozza

Incoraggiata dal successo di romanzi nel cui titolo figura il nome comune di un parente- cito ad esempio "mia sorella è una foca monaca", "mia madre non mi ha mai spazzolato i capelli" e "mia suocera beve"- ho deciso di avvalermi delle mirabolanti avventure della mia famiglia per elaborare altrettanti titoli di altrettante storie di altrettanto impatto.

MIA MADRE POTEVA ESSERE LA CANTANTE DEI ROXETTE
(Trama: La  madre della protagonista è nata il 30/05/1958 esattamente come la cantante dei Roxette. La protagonista, invidiosa, un giorno si mette a spulciare su Wikipedia, alla ricerca  di un'eventuale celebrity con cui condividere i natali. Quando scopre che, in effetti, ha il compleanno in comune con una persona nota e che quella persona è Paris Hilton, la protagonista rimane così impressionata, da cadere in uno stato di profonda deficienza. Si salverà grazie all'intervento di un impiegato dell'anagrafe che, mosso a pietà, manometterà il certificato di nascita, cambiando l'anno e riducendole l'età di un decennio.)


MIA ZIA CONTRABBANDAVA MUTANDE COL BUCO
(Trama: La protagonista ha una zia che ha vissuto parte della giovinezza in America e che, in virtù di questo, ha un armadio pieno di vestiti megagalattici. Infatti, per il Carnevale del 1996, si rivolge alla zia, affinché le presti quella tutina aderente color argento, che le aveva visto addosso durante l'ultima edizione della festa del paese e che faceva tanto effetto apollo 13. La zia, però, nasconde un atroce segreto. Stipate in uno scatolone in soffitta, conserva un mucchio di mutande. Quando la protagonista lo scopre, la invita ad usarle o, almeno, a regalarle. "Non posso. Hanno il buco!" rivela la zia. Riuscirà la nostra protagonista a capire il motivo che aveva spinto la zia a sottrarre un mucchio di inutili mutande americane dalla fabbrica in cui aveva lavorato da giovane?

MIO CUGINO ODIA I CUCUZZIELLI, MA VA PAZZO PER LE ZUCCHINE
(Trama: Un giorno che gli zii della protagonista avevano da fare, accompagnano il cuginetto  a casa sua, affinché vi trascorra la giornata e si trattenga anche a pranzo. La mamma della protagonista  prepara, per secondo, la frittata di zucchine. "Peppi', a zia, ti piacciono le zucchine?" E il cuginetto Peppino, dopo averle assaggiate, proclama che adora le zucchine. Rientrato a casa, gli zii della protagonista chiedono al cuginetto Peppino cosa avesse mangiato e Peppino estaticamente descrive la bontà della frittata di zucchine. Lo zio della protagonista rimane decisamente perplesso. "Peppi', ma lo sai che cosa sono le zucchine? Le zucchine sono i cucuzzielli! E a te i cucuzzielli non ti sono mai piaciuti!" Sarà compito della protagonista capire gli effetti che questa rivelazione ha avuto sull'alimentazione del cugino Peppino che, a onor di cronaca, da allora non si è mai più trattenuto a pranzo a casa della protagonista, se non accompagnato dai genitori.) 

To be continued...

 
 
 

*°*Lars_e_la_ragazza_tutta_sua*°*

Post n°472 pubblicato il 08 Aprile 2014 da fragolozza

“Von Trier è un regista arrogante ed elitario, un Artista decadente a cui non siamo più abituati”

Non voglio partire dal sogghigno della signora al botteghino. Sarebbe scontato.
E trascuro di soffermarmi anche sul mio pessimo udito, perché quando uno dei due signori, accompagnati da due signore, ha acquistato i biglietti, a me è sembrato davvero di udire: “Quattro per Ninphomaniac”. 
Fuori dalla sala eravamo almeno in cinquanta che, considerato l’orario pomeridiano, era un botto. Per lo più anziani, devo ammetterlo. Una signora aveva persino il bastone, tanto che, sorridendo, ho pensato che, avessi avuto una nonna, l’avrei portata con me.
Poi finalmente è stato consentito l’accesso in sala.
Sala Visconti???
“Io!” e mi sono fatta largo sventolando il biglietto, convinta che la tribù di ottuagenari fosse lì con l’intenzione di rubarmi la poltrona. 
Entrata in sala, ho avuto giusto il tempo di vedere tre persone, spettatori dello spettacolo precedente che, quando i Rammstein hanno finito di cantare sui titoli di coda, si sono alzati e sono andati via, lasciandomi da sola.
Sola.
Sola durante la pubblicità.
Sola durante il trailer di Noah.
Sola durante l’annuncio “Spegnete il cellulare”.
Sola quando mi sono chiesta se non fosse stato il caso di unirmi agli ottuagenari, pure a costo di vedermi “General Hospital- il film”.
Sola quando si sono spente tutte le luci ed ho pensato: “Occacchio, comincia il film e sono ancora sola!”
Sola per tutto il tempo.
Sola fino alla fine.
Sola… tranne nelle occasioni in cui un simpatico usciere apriva la porta per sincerarsi, forse, del mio stato di salute e, guarda caso, era in concomitanza con le scene più zozze e,  guarda caso, io mi stavo beccando un infarto per la vergogna.
Finito il film, ho impiegato una decina di minuti buoni per trovare il coraggio di uscire dalla sala, affrontare il popolo astante, nonché il simpatico usciere (sogghignante) e tornarmene a casa.

Prova a spiegarlo che Ninphomaniac non è un porno e che, in effetti, Lars e Fibonacci e Epicuro e le invenzioni a tre voci di Bach… e pure i Rammstein non tutti possono capirli. Il massimo che capiranno è che sei una che il sabato pomeriggio va a vedersi i film porno da sola. E tutto ciò non può non rientrare a pieno merito tra i momenti più bassi della mia biografia.

 
 
 

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POETRY

Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.

Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.

 

 

 

 
 

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I really hope ya happy,
 both of you
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you miss me too!

 

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