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Partenze tra lacrime e cicloni

Post n°31 pubblicato il 05 Febbraio 2011 da marci1987
 

Weekend di svenTOURe

La sera prima di partire per il tour sono venuta a sapere che per i seguenti 3 giorni era in arrivo Bianca, simpatico ciclone tropicale che avrebbe colpito Perth e la zona a sud, ovviamente quella in cui ero diretta.

Partenza sabato mattina, intorno alle 7 passa a prendermi il pullmino della compagnia che ci porterà in giro per il south west del Western Australia per l’intero weekend. La guida è un giovane ragazzo super esaltato che ad ogni frase usa quel fastidioso “hey mate” (hey amico/ compare) tipico degli australiani. Passiamo a raccogliere altri backpackers e intorno alle 7.30 si parte per dare inizio al tour. Come attraversiamo le vie di Perth, che ero solita percorre quotidianamente, mi si forma un nodo alla gola, i luoghi in cui ho vissuto ogni giorno per 5 mesi si allontanano pian piano e si fanno sempre più piccoli alle spalle del bus. Inizio a piangere ma cerco di trattenere le lacrime anche so che qualcuno dei 20 nuovi compagni di viaggio si accorge che ho qualcosa che non va però fa finta di niente. Mai avrei immaginato che mi sarei sentita così, pensavo di godermi il tour, vedere nuovi posti, conoscere altre persone, invece improvvisamente mi trovo in lacrime perché sto lasciando Perth.

Non ero per niente dell’umore adatto per stare con altre persone eccitate che non vedevano l’ora di fare quel tour, in quel momento mi sentivo ..costretta, direi, mi stavo sforzando di stare seduta su un bus con altri turisti a guardarsi intorno con aria stupita e meravigliata scattando foto a destra e a manca. Volevo essere altrove.

Busselton jettyLa prima tappa è Busselton e il famoso molo, lungo circa 2 km, il più lungo di tutto l’emisfero australe. Peccato che lo troviamo chiuso per manutenzione e possiamo percorrere solo i primi 300 metri. Giornata nuvolosa e calda, con sole che ogni tanto fa capolino tra le nuvole che raddoppiano a vista a d’occhio e un gran vento si sta alzando, il ciclone Bianca è là da qualche parte in arrivo sulla costa. Riprendiamo il viaggio per fare sosta alla Ngilgi Cave, cava sotterranea con stalagmiti e stalattiti. Dopo aver girato nei percorsi sotterranei ed esserci goduti anche il fresco sotterraneo, risaliamo in superficie per il pranzo sotto il sole, a base di verdura e affettati arrotolati in una specie di piadina, tipico di questi tour organizzati.

Ed ecco il momento che in genere non sopporto... ma oggi più che mai: uno alla volta presentarsi agli altri come fossimo in un circolo di alcolisti anonimi spiegando in due parole chi sei, da dove vieni, dove vai, perchè ecc. Stavo ancora trattenendo le lacrime da quando sono partita, occhi gonfi e faccia rossa, non ero un bel vedere in quel momento. Ascolto tutte quelle esperienze di viaggio, quasi tutti sono arrivati qui da poco tempo, io in confronto sono una veterana! “sono in vacanza in Australia per 3 settimane poi torno in Corea” , “sono qui con il mio ragazzo, cerchiamo di visitare il più possibile in 3 mesi, siamo appena arrivati” , “inizierò l’università a Brisbane tra pochi giorni e prima voglio farmi una vacanza in giro per l’Australia”. Prima di me ci sono ancora due persone, è quasi il mio turno quindi asciugo le lacrime e cerco di trovare la voce, poi comincio “sono Marcella, vengo dall’Italia…..Sono in Australia da ormai 10 mesi visitandola quasi tutta..…” e all’improvviso mi interrompo qualche secondo, la mia voce si spezza, prendo fiato e cerco di riprendere la frase“…gli ultimi 5 li ho passati a Perth…” altra pausa per trattenere il pianto che sento che sta per sfuggirmi di mano “…e ora riprendo il viaggio che è quasi concluso” e lascio andare le lacrime. Si aggiunge la mazzata finale quando una dei partecipanti dice come a concludere la mia frase “e non vuoi tornare a casa, vero?”. Tutti mi guardano con tenerezza e compassione, poi cercano di andare avanti con le loro presentazioni, io ormai sono catapultata in un altro mondo cercando solo di trattenere lacrime di ricompormi ma continuerò a versarne ancora per qualche ora.

Il viaggio continua, meta successiva è Margaret River dove abbiamo giusto 20 minuti per visitarla, il tempo di percorrere quell’unica via del paese alla ricerca di una toilette o di una caffetteria e poi si riparte per andare in una delle tante cantine della zona a fare assaggio di vini e a seguire, visita ad una fabbrica di cioccolato. Arriviamo infine ad Augusta, dove l’Oceano Indiano incontra l’Antartico ma ovviamente non abbiamo la possibilità di vedere perché inizia a diluviare e si alza un vento fortissimo. Passiamo la notte nell’ostello convenzionato, fa freddissimo e nel trolley, prestatomi gentilmente da Francesca e Marco per quei 3 giorni di tour, non ho nient’altro che pantaloncini e canotte!  Non avevo pensato alle probabilità di trovare freddo.

"albero chiuso per ciclone"Domenica mattina partiamo presto, con il freddo e sotto una pioggia battente, per raggiungere il Bicentennial Tree, l’albero più alto nel Western Australia, con possibilità di scalarlo grazie a delle scalette che arrivano fino in cima. Sempre per continuare il giro della ruota della sfortuna, l’albero non si può scalare per motivi di sicurezza visto che c’è sempre il ciclone Bianca in agguato, quindi ci limitiamo a scattare qualche foto ..stando con i piedi per terra. Per gli stessi motivi di cui sopra salta pure la visita nella Valle dei Giganti con la Tree Top Walk, foresta tropicale con alberi enormi appunto, dove è possibile passeggiare su passerelle sospese a 40 metri d’altezza. Il tour prosegue e ci fermiamo altri 20 minuti a vedere la Green Pool, piccola spiaggia riparata dal mare da una barriera di rocce ed infine l’Elephant Rock, formazione di enormi rocce in riva al mare la cui forma ricorda un gruppo di elefanti. Sempre sotto la pioggia arriviamo ad Albany dove passiamo la notte in ostello e ceniamo con quintalate di spaghetti alla bolognese che di bolognese mi ricorda ben poco: broccoli, peperoni carote verdure varie, un vasetto intero di aglio tritato, vari tipi di formaggio dal gusto indefinito, salsa barbeque, ketchup, mostarda

Green PoolElephant Rock

Lunedì mattina partenza intorno alle 7 per tornare a Walpole, nella Valle dei Giganti che oggi è possibile visitare, a quanto pare Bianca ha deciso di lasciarci in pace e tornarsene da dove è venuta senza fare troppi danni , quindi la guida decide di farci godere questa passeggiata di 10 minuti sospesi nel vuoto sotto una fredda pioggerellina. Pranziamo sotto un gazebo in un parco di un paesino sperduto,  ma fa troppo freddo, quasi passa la voglia di mangiare e non vediamo l’ora di ripararci nel caldo pullmino e ripartire in direzione di Perth che raggiungiamo dopo circa 4 ore.

Tree top walkValle dei Giganti

Tour della Wave Rock.

Martedi mattina ho in programma un altro tour giornaliero che parte da Perth per arrivare a Hyden, 400km a est, dove si trova questa formazione rocciosa a forma di onda, lunga una ventina di metri e alta 15.

YorkPartenza ore 8 dal centro di Perth –no, stavolta non piango alla partenza!- io e altre 50 persone, quasi tutti di mezza età, saliamo sull’enorme pullman con i sedili super larghi e con copertura morbidosa come un peluche, per rendere il viaggio più confortevole. L’autista nonché la nostra guida, è un signore abbastanza fuso di testa, racconta racconta e ride da solo alle proprie battute, nessuno gli da corda, siamo tutti troppo annoiati dal viaggio attraverso le desolate campagne del western australia. Dopo due ore facciamo una prima sosta di 20 minuti nella cittadina di York, la più antica città dell’Ausrtalia occidentale che conserva ancora gli edifici d’epoca. Dopo altre 2 ore di viaggio nel noioso nulla australiano ci sgranchiamo le gambe al Cimitero dei Cani, in un paesino sperduto dove danno molta importanza ai cani per pascolare le pecore. Ripartiamo e sotto il sole cocente dell’una di pomeriggio arriviamo all’Hippo’s Yawn, roccia che come dice il nome, ricorda lo sbadiglio di un ippopotamo. Dopo un paio di fotografie arriviamo finalmente all’attrazione principale di questo tour giornaliero, la Wave Rock. Nient’altro che un’enorme roccia la cui forma ricorda un onda alla quale dedichiamo 30 minuti per qualche foto e per salire sulla cima accompagnati da infinite fastidiose mosche che non si staccavano di dosso.

il nullaTanti mi avevano sconsigliato la visita a questa roccia perché un lungo viaggio noioso per vedere quest’onda. Sinceramente confermo quello che mi è stato detto, non è niente di speciale ma forse volevo rendermene conto lo stesso. (Ricordo che anche di Bundaberg, prima che ci andassi a maggio, non mi avevano parlato bene e ovviamente me ne sono resa conto una volta arrivata là) L’unica cosa della giornata che mi ha entusiasmato è stato il ricco pranzo a buffet compreso nel tour, con pasta fredda, insalate, affettati, carni varie e frutta. Ci siamo rimpinzati per bene e poi di nuovo a bordo in direzione Perth che avremmo raggiunto dopo 5 lunghe ore di viaggio.

 

cimitero dei canisbadiglio dell'ippopotamoWave Rock

Non mi piace molto partecipare ai tour organizzati, costosi, sbrigativi, 2 minuti per "pausa pipì", 20 minuti per vedere questo , altri 20 minuti per vedere quell’altro; è più il tempo che si passa sul pullman che quello per visitare le attrazioni a cui eravamo interessati! Purtroppo viaggiando da sola certe volte sono costretta a partecipare a questi tour con persone esperte del luogo, per evitare il costoso noleggio di un auto, il rischio di prendere qualche multa, di perdersi o restare a piedi in mezzo al nulla (l’esperienza vissuta a Cairns mi è bastata! http://blog.libero.it/2010australia/9047856.html).

Che non volevo lasciare Perth si era già capito?

Mercoledì 2 febbraio,  ultimo giorno a Perth, sveglia presto per preparare le ultime cose e poi in giro per la città a salutare gli amici. Sono fin troppo tranquilla e rilassata, ancora non mi rendo conto che sono le ultime ore, si chiacchiera come al solito ma come arriva il momento dei saluti finali BOOM una sensazione di nausea pazzesca mi prende lo stomaco, come mi succede di solito in momenti d'agitazione come questi.

Saluto Hana, baci e abbracci e ci si rivedrà a marzo quando verrà in Italia a trovarmi! siamo in strada e dopo i saluti devo aspettare il verde del semaforo per andare dall’altra parte. Il verde arriva e resto lì a fissarlo, diventa rosso di nuovo, Hana mi guarda con visibile commozione e resta in silenzio. L’omino del semaforo diventa verde nuovamente, i passanti attraversano e io ferma immobile, omino rosso di nuovo. Do un’occhiata ad Hana e di nuovo al semaforo, niente, incrocio le braccia e scendono le lacrime “non voglio andare”. Ci vorranno dieci minuti prima che mi decida a fare quella difficile “traversata” sull’altro lato della strada.

Passa il tempo e pian piano mi riprendo, prossima tappa è il nuovo negozio per salutare Priscilla ed ecco quell’agitazione allo stomaco: non voglio salutarla, non ho il coraggio, quindi parliamo un po’ e le dico che sarei ripassata più tardi per i saluti finali, prendo tempo. Porto il mio big zaino alla gelateria dove Tino sarebbe passato a prendermi in un paio d’ore per accompagnarmi in aeroporto. Chiacchiero con Francesca e poi passo di nuovo da Priscilla in compagnia di Antonio, purtroppo è arrivato davvero il momento di salutarla. Vado con lui poi a mangiare un boccone che va giù a fatica per il nervoso, l’agitazione, la tristezza. Infine si torna in gelateria e si passa ai saluti: Emily, Matteo, Marco, Francesca, Antonio. Vorrei stare ancora li con loro, vorrei perdere quel volo per Adelaide.

Tino e Rosy sono stati carinissimi ad accompagnarmi in aeroporto, dopo i saluti faccio il check-in e mi trovo lì in quella grande sala d’attesa, da sola. Realizzo che dopo tanti mesi passati in compagnia di amici, ora torno di nuovo sola, io e il mio big zaino. Scoppio in un pianto ininterrotto che cerco di contenere per non attirare troppo l’attenzione delle altre persone e continuo a dirmi che non voglio prendere quel volo. Inoltre la partenza viene posticipata di mezz’ora per problemi al motore! Chi ha voglia di salire su un aereo che è appena stato riparato?!

 

BASTA. Ho versato troppe lacrime per questa separazione, è ora di voltare pagina, sono rimasta ferma troppo a lungo alla pagina 317 del mio romanzo. Il racconto non è ancora finito, ho ancora un mese davanti a me da godermi e da raccontare, un sacco di luoghi, persone, esperienze. Fa parte del “gioco” incontrare persone alle quali ci si affeziona e ad un certo punto doverle lasciare per continuare il cammino. L’importante è il mantenere vive queste nuove amicizie e continuare a tenersi in contatto anche a distanza, prima o poi ci si ritroverà!! Il mio viaggio riprende.

Anto e Prisci !!!!Francesca !!!Emily, Matteo, Marcy, FraHana !!

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