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Neoliberisti allo sbaraglio

Post n°61 pubblicato il 02 Maggio 2012 da cajen.1972

 

"DEVOLUTION"

 

 

Vorrei proporre una questione a quei neoliberisti sempre all'arrembaggio di navi comuniste da affondare. Quei liberisti molto pirata e poco signori assuefatti dai libri di Adam Smith che però non devono aver mai letto visto che nei loro blog non si cita mai una nozione del famoso filosofo in economia. E' come citare Socrate senza sapere una mazza di filosofia, oppure, parlare di rock senza aver mai sentito un brano dei Rolling Stones. Un discorso penoso da spacciatori di neoliberismo dell'ultima ora impegnati più a sostenere i propri vantaggi ottenuti da certe politiche di propaganda che permearsi della dottrina. E così può succedere che un qualunque operaio della Fiat abbia alla fine delle idee migliori di questi pseudo neoliberisti pronti a citare Adam Smith nei loro blog. Qualche tempo fa ebbi la fortuna di partecipare alla lettura dei commenti tra un operaio della Fiat e un presunto allievo della scuola teorica di Adam Smith. Il primo scrisse che la crisi economica si poteva superare anche con l'aumento dei salari, io aggiungerei sia nel settore privato che nel settore pubblico. Il secondo interlocutore non colse molto, il neoliberista all'arrembaggio non ci stava a farsi dare la lezione di economia da un operaio specie se comunista. Così, il presunto allievo di Smith, allergico al confronto perché privo di argomenti, si limitò a parafrasare l'avversario ai più grandi economisti che la storia abbia mai conosciuto ma ironizzò solo perché tutto ciò non era gradito alla sua ignoranza. L'imbelle avrebbe potuto replicare tranquillamente con temi più convincenti seppur diversi da quelli dell'avversario, ma di convincente c'era solo una certa ignoranza e tanta arroganza. Il fatto era fin troppo chiaro, nella discussione non c'era nessun neoliberista ma solo un cafone. Bene, era solo un aneddoto di fantasia magari realmente successo da qualche parte, ora vorrei proporre la questione degli aumenti dei salari in Germania, forse, per una volta, sarebbe più produttivo prendere esempi dagli altri invece di criticare sempre chi fa meglio di noi e spacciarsi per allievi di Smith.

 

 

Ascoltate bene, non state affatto sognando. In Germania, il governo di Angela Merkel ha concordato con i sindacati del pubblico impiego un aumento di salari e stipendi che, nel prossimo biennio, sarà del 6,3%. La decisione è stata presa in seguito a buon andamento delle entrate fiscali (lì, imprenditori e professionisti sono abituati a pagare le tasse) e alle discrete prospettive della produzione industriale.

L’aumento salariale riguarderà oltre due milioni di tedeschi e si applicherà dal corrente anno (dal 1° marzo; da noi di retroattivo ci sono soltanto addizionali Irpef) e il prossimo. È molto probabile che l’accordo fra l’Esecutivo e i sindacati del settore pubblico apra la strada ad aumenti salariali anche nel comparto privato, nel quale la contrattazione coinvolgerà circa nove milioni di lavoratori.

Chissà se questa notizia – che noi crediamo sia una delle più clamorose in un periodo che tutti dipingono come nero per l’economia mondiale – farà nascere qualche dubbio nelle fulgide menti degli iper-liberisti alle vongole che animano il nostro dibattito politico-economico, per i quali maggiori sono i tagli alle spese pubbliche e ai salari, destinando sempre più risorse ai profitti capitalistici, e più convincente risulterà la crescita economica futura.

La Germania continua ad essere il caso più significativo che smentisce clamorosamente le loro tesi. Un Paese non comunista e nemmeno socialdemocratico, visto che governa il partito democratico-cristiano, che ricorre da cinquant’anni a politiche macroeconomiche keynesiane, rigettando i principi neo-liberisti, che fa dei sindacati l’asse portante delle politiche di stabilizzazione e di concordia sociale, che pratica la concertazione, appena buttata nel cesso dal nostro geniale premier Mario Monti, che ritiene che solamente con una crescita continua delle retribuzioni e quindi del benessere collettivo sia possibile avere una espansione economica (quindi, l’esatto contrario di quanto  affermano i monetaristi delle Banche centrali), ora si dimostra più forte di qualsiasi altro sistema economico (compresi quelli americano e britannico), essendo in grado di oltrepassare i guasti della crisi globale.

I neo-liberisti che occupano importanti cattedre universitarie o determinanti incarichi di governo, forse, farebbero bene a prendersi diversi anni sabbatici per studiare il “caso Germania”. Noi ce li toglieremmo di torno e loro, ammesso che ne siano capaci, potrebbero finalmente ammettere di non capire un acca delle materie che, così tristemente, insegnano e propagandano.

http://www.dazebaonews.it/italia/a-denti-stretti/item/9652-in-germania-salari-e-stipendi-pubblici-aumentano-e-non-%C3%A8-un-pesce-d%E2%80%99aprile

 

 

 
 
 
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