Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

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Estate a Chicago

Post n°696 pubblicato il 21 Ottobre 2015 da gianor1
 

La prima esibizione musicale è quella che mi piace di più, c'è ancora poca gente, non faccio la coda per prendermi da mangiare in cucina e se ancora il pubblico non si è scaldato  c'è un'atmosfera rilassata tanto da godermi in santa pace un'oretta. Sul piccolo palco c'è lo stesso uomo che avevo ascoltato qualche anno fa e sono contento di risentirlo. Arrivano altri turisti come me e so che qualcuno pensa che questo sia un male, che questo renda meno vero quello che succede, ma non è così. Il blues è il blues, ogni volta succede così, due accordi e potrei essere in qualsiasi pub della provincia cagliaritana e non cambierebbe nulla. Ad un tavolo noto un gruppo di ragazzi, e li vede anche Carl che sta sul palco con la sua chitarra, alcuni di loro sono dei disabili e gli altri sono i loro accompagnatori, li vede e a metà dell'esibizione scende dal palco senza smettere di suonare si avvicina al tavolo e sposta una sedia rimasta libera e si siede per quattro, cinque lunghissimi minuti suonando per loro e solo per loro. E questi ragazzi che non possono tenere il tempo con i piedi immobili sul pianale della sedia a rotelle, che non possono battere le mani sul tavolo di legno. A guardare la scena da qui, da qualche metro di distanza sembra di assistere ad una serenata e tutti ringraziano le luci abbastanza basse da celare i lucciconi che cadono sulle buffalo wings che restano nel piatto a freddarsi fino a quando Carl si rialza e si allunga sul tavolo e tocca una spalla, una mano di ognuno di questi ragazzi e si direbbe che li ringrazi e tutti nel locale sono all smiles e ordina un altro giro prima di uscire in questa via lontana dalle mille luci del Magnificent Mile a guardarsi in faccia senza sapere bene cosa dire.
 

 
 
 
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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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