Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
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In città c'è un uomo di circa cinquant'anni (lo chiamerò Efisio) affetto da una qualche malattia psichica che non saprei definire. È buono, non fa male a nessuno, non è pericoloso. Per tutto il giorno cammina per le vie del "Quartiere del Sole" con passo strascicato, lo sguardo perso nel vuoto. Al mattino, si reca sempre nel solito negozietto di generi alimentari, dove mani amorevoli (non compassionevoli, amorevoli) gli regalano un panino imbottito. Lui ringrazia, saluta e prosegue il suo incessante vagare per le vie della città. Estate e inverno. Il suo ciondolare incerto era particolarmente penoso durante i giorni del confinamento, in strade deserte, senza quel minimo contatto umano che, immagino, possa aiutarlo a sopportare il peso di un'esistenza miserevole. Quest'uomo cammina senza meta, senza speranza, aspettando la fine dei suoi giorni. Non so se abbia una famiglia che in qualche maniera lo aiuti. Ma mi domando: la società non dovrebbe adottarlo? Coccolarlo? Fargli compagnia? Non dovrebbe esistere una struttura moderna, immersa nel verde, con assistenti sociali, psicologi che supportino (e ce ne saranno tanti altri come Efisio) questi nostri sfortunati compagni di viaggio? No, non esiste. Parafrasando un grandissimo: ditemi voi se questa è una società civile. Il filo musicale che intreccia e contorna l'intervento settimanale dona a profusione la poesia e la particolare attitudine dell' anima umana a sentirsi felice tanto nella rinuncia quanto nel giòlito, tanto nel sogno quanto nella realtà; note che prediligono il predire piuttosto che il sapere; versi del pentagramma che sorridono e cantano anche tra le lacrime. L'esecuzione di questo brano viene presentata nella versione per pianoforte solo, contraddistinta da quel fuoco ritmico di trascinante ardore pur senza toccare la geniale sublimazione delle più celebri pagine scritte dal compositore negli anni della maturità. Il virtuosismo ha un ruolo di prim'ordine e appartiene all'autore più autenticamente sincero e coerente con se stesso. |
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Spigolature
AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde
PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.
"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".
Efisio ci salva. lo sai bene Gian...
è il Cristo, se vuoi la matrice cristiana; oppure è il Monaco che stende il mantello per aiutare la fanciulla, per una impressione buddhista. Le mani amorevoli che porgono il pane sono il principio, il filo che tesse la trama sociale, sono il naso rosso coi sorrisi difficili che riesci a spremere fuori perché noi, bestia umana, non abbiamo memoria, pertanto l’esempio e l’esercizio dell’esempio sono lo strumento. rammentiamo la password di strani contatti, ma un saluto lo scordiamo, un sorriso, un boccone di pane scompaiono dall’interesse.
ci ho provato quattro volte, la settimana scorsa, a commentare il post precedente e, puntualmente, sono stata interrotta. è stato un tempo denso e soddisfacente, dedicato e con significato. ma tu scusami, se puoi, perché non ci sono riuscita. talvolta, persino scusarsi pare strano.
abbi cura di voi, lievemente, con passo strascicato il naso rosso da clown, con pazienza, determinazione e sguardo volto verso il giusto che, solitamente è buono. p
ho un sogno costante che diventa nella quotidianità la costruzione di un amore senza riserve o remore verso il prossimo. Un sentimento abbastanza consolidato perchè non mi chiedo mai il perchè di determinati comportamenti,o cercare nelle pieghe di inutili panegirici di tanti se o ma. E' lo stesso amore che ho per mia figlia, immediato, totalitario, inclusivo ed eterno. Fare il clown rientra in questo progetto di vita. Mi piace essere fragile e pasticcione quando inciampo, perchè mi presto al sorriso di bimbi sofferenti. Forse sono lo specchio di me stesso. Nelle corsie di pediatria o di oncologia non realizzo spettacoli preconfezionati (al contrario di quando esercito la professione di docente), ma improvviso e gioco con i pazienti piccoli o grandi che siano. Gioco con le cose di tutti i giorni inumidite di fantasia. E' la proposta di un altrove, di un mondo immaginario da abitare un po', un attimo di leggerezza per suscitare le emozioni trattenute dal dolore e da preoccupazioni. Sono le stesse sensazioni che ascolto quando veleggio. Per cortesia non scusarti, sii serena le cose gravi sono altre. E poi l'attesa delle tue parole è ancora più gratificante. A si biri cun saludi. Gian
virgola