Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Dicembre 2020

Refoli esistenziali di fine anno

Post n°959 pubblicato il 28 Dicembre 2020 da gianor1
 

Un' ottica anche limitata e distante, abile nel donare ebbrezza, è quella sul tempo trascorso per chi  da sempre ha l' ubbia della celerità con cui risolvere la quotidianità. Un afflato, questa vita è un afflato. Un anno fatto di un attimo e di un altro ancora e di un altro attimo che ferisce e risalta, fomenta e si dissolve, esalta ed evapora. In un soffio. Eppure sono tante le cataste degli istanti, le fascine dei ricordi, enciclopedici gli album di memoria che risfogli: l'immane dentro una piccolissima finitezza. Ho difficoltà a sceverare acriticamente i 365 giorni appena trascorsi. Quanto timore quanto, nel turbamento dello scorrere del tempo in infinitesimali particolari, captati ma impossibili da cogliere, microscopici e troppo grandi per la capienza di un presente che si fa frattale mescolando istanti e vite, idee e respiri, aneliti e assenze. Un refolo, è un refolo questa esistenza ,ma si fa uragano insieme a quella altrui.

                                          Appendice augurale
Assenza di strepitio, all'esterno in città è un deserto insostenibile pur nella celebrazione annuale.
C’è un assassino trasparente e invadente in azione e tanti amici come ombre. Nei vicoli stretti della mia città cialtroni alterano regole  e doveri sociali nel cuore della notte. Silenzi antichi,imbecillità di fonemi sempre uguali, come un ottuso trascinarsi nelle fole dei santi.Apofonie per giucchi a cui rinfacciare che sempre siamo in pochi ma stasera siamo tanti, ma pazzi, allarmati e sgomenti.
A tutti auspico un' irradiazione di buoni propositi, sinceri e possibili però.

 
 
 

Natale

Post n°958 pubblicato il 21 Dicembre 2020 da gianor1
 

C’era una volta un bimbo che desiderava un albero di Natale. Non voleva un albero tradizionale come tanti che si vedono in questi giorni. Lo immaginava senza gli aghi verdi, senza le sfere policrome e illuminate da lucine intermittenti, ma con tante parole tratte dal "Pinocchio", dall'"Omino dei sogni", dal "Piccolo principe", o da  "Moby Dick" etc...Alcune tenere e armoniose, altre meno, ma tutte vere; alcune avevano il profumo di un abbraccio, altre accompagnavano la sua fantasia. C’erano le filastrocche di Rodari, di Oxenbury, di Tognolini e di Munari, ma anche fili sottili e delicati di tante nenie pronte a suscitare una lacrima, o frange  narrative ancora da scrivere, da scoprire.  Accanto alle parole si alternavano immagini colorate a melodie che un vecchio pianoforte componeva in lontananza, e storie che aprivano i cassetti dell'anima con il sorriso. E così quel bimbo fermava il tempo, in disparte. Si guardava intorno, sorpreso e meravigliato di stare lì fra tanto incanto, ma felice, infine, del suo almanaccare.

                                 Appendice augurale
"Cominciate col fare ciò che è necessario" è la citazione di San Francesco che, ieri pomeriggio mentre con la bimba preparavo il Presepio,
m'è capitata di leggere nel bigliettino augurale che accompagnava uno stupendo quanto inatteso regalo natalizio donato dai miei allievi.
Un richiamo etico che appare proficuo utilizzare in tutte le occasioni, da quella della quotidianità a quella della crescita personale, dalle vicende organizzative a quelle relazionali, ma anche alla crescita spirituale.
Il nodo delicato, magari, può essere connesso alla specificazione di cosa risulti "necessario", ma questo attiene alle scelte di ciascuno di noi, per cui le azioni successive, che in un modo o nell'altro porteranno a un successo, grande o piccolo, foriero d'altri e altri ancora. Quindi anche a Voi che mi leggete l'augurio di questo Natale è: "Cominciate a fare ciò che è necessario".


                               

 
 
 

Etica della scelta

Post n°957 pubblicato il 14 Dicembre 2020 da gianor1
 

Spesso mi domando quale sia la verità fondamentale che rende liberi. Intanto possiedo la consapevolezza che le scelte etiche conducono al bene essenziale della libertà che va protetta e accudita giorno per giorno come l'esercizio indispensabile della democrazia. Solo uno mancipio non ha opzioni autonome pur sentendone la necessità morale e sociale. E allora non ho dubbi in quanto essere famiglio delle mie utopie condiziona un libero atto di volontà. L' esistenza è determinata dal libero  arbitrio nelle azioni quotidiane che esercito con esiti più o meno positivi, con la cognizione che avrei ugualmente definito una valutazione degli accadimenti che si verificano nella sfera dell'esperienza individuale, anche se determinassi di non scegliere. E per ogni identificazione acquisita c'è soltanto da prendere in pieno la responsabilità e proseguire il percorso vitale con il risultato ottenuto. Dove mi condurrà lo ignoro, ma forse mantenere davanti un obiettivo alimentato dall' utopia è l'unico modo che conosco per poter scegliere ogni giorno, anche prendendo di tanto in tanto decisioni dolorose o controcorrente.


L'applicazione musicale di questo intervento
prepara l'immersione in un'aura rutilante e da caratteri guizzanti. Qui l'attorta composizione  viene esposta, ma ancor più, mi permetto di dire, obietata, recitata, manifestata dalla tastiera bicolore nel gioco persistente dell'elaborazione contrappuntistica. Di seguito la fantasmagorica espansione notistica, dove il Compositore conferisce scricto sensu spontanee mirabilie a chi ascolta, archittetando un'originale e compiuto sfumino pittorico che pesa, ossia infingia una effettiva facciata orchestrale: stipata com'è di tinte, di disaccordi, di pezzi e di spunti melodici, di nette mimiche musicali, di policrome intese euritmiche.


                        Appendice punteggiata
Spesso diciamo "abbiamo sbagliato per una virgola o abbiamo perso per una semplice virgola", riconoscendo così a quel segno un'importanza inversamente proporzionale alla sua minuscola mole. Nel Paese dell'incerto per certo prevale il classico “ibis redibis” con virgola variabile per decidere la sorte del soldato. Ma perfino la giurisprudenza è la dottrina delle virgole: basta spostarla nel contesto della sentenza e il reo può avere salva la vita. Infatti, il sovrano magnanimo anticipò la virgola e da “grazia impossibile, fucilarlo” si passò a “grazia, impossibile fucilarlo”. Nessuna virgola è messa a casaccio. Vale per una legge formulata in termini contorti, una circolare che dice tutto e il contrario di tutto, una disposizione ambigua dove basta spostare una virgola per trasformare un diritto in una obbligazione, un credito in una tassa da pagare, lo sciopero per il ponte che casca nello “sciopero, per il ponte” festivo. Il grande giornalista ma anche esimio scrittore Dino Buzzati cesellò una virgola per incorniciare nel titolo il racconto dell'annullamento del matrimonio di una coppia da parte della Sacra Rota per impossibilità del marito di assolvere al compito: "Non coniugava, l'imperfetto". Il lampo in una virgola.

                                         Appendice vergognosa
In questi ultimi giorni ho seguito l'ennesimo dibattito sui media dove tanti falsi moralisti (e cialtroni veri) davanti a uno stupro o a un femminicidio si attardano ad analizzare l'imprudenza della vittima nel frequentare il tale ambiente, oppure il suo look, o simpatizzano con l'assassino che in quel momento non era più lui, poverino? Come se la droga o l'alcool fosse un' attenuante o una scusante per il loro comportamento delinquenziale.
E non sai mai se sia più penoso condividere il genere maschile coi killer o la professione giornalistica con certi squallidoni.

 
 
 

Segno distintivo

Post n°956 pubblicato il 07 Dicembre 2020 da gianor1
 

L' idioma peculiare di una nazione, asseriscono gli storici, è il più importante segno distintivo di un popolo. La sua narrazione rammenta le battaglie civili e militari, il sudore e le lacrime, la musica e la poesia, la politica e il letame. Sì, anche il letame, e non soltanto, come i fanatici dell'antipolitica intendono. È questa l'idea fissa che sta alla base del loro modo di governare ora che in Italia detengono le stanze del potere approfittando di una crisi identititaria della nazione, e parlo di tutta la classe politica che siede maldestramente nel nostro Parlamento. La lingua preserva gelosamente il passato, favorisce senso e orgoglio al presente. In essa riconosco le glorie e le miserie degli antenati, i successi e le sconfitte. La lingua unisce, è il collante che fa delle genti un popolo. Per questo oggi una classe dirigente che mira al “divide et impera” la sta meticciando ben coadiuvata da un codazzo di leccapiedi cosidetti intellettuali progressisti, presidenzialisti nella stampa e nelle varie televisioni. Più la lingua sarà equivoca più sarà facile, sostiene il filosofo Onfray in "Teoria della dittatura”, abolire la libertà. Obiettivo al quale si perviene praticando una lingua ibrida, piegata alla velocità dell'oralità e non alla meditazione dello scritto, ricorrendo a codici con doppia valenza, distruggendo lemmi, introducendone altri di lingue straniere e incomprensibili ai più. L'operazione, mi auguro che a nessuno sfugga, è in corso. Ma la democrazia non corre rischi: il dittatore e i suoi caudatari in erba sono soltanto dei domatori di grilli.

In questa ebdomada i lemmi sono guidati da una elaborazione concertistica notissima, vera fonte di delizie sonore: lo spartito offre infatti uno di quei miracoli di semplicità incantata che costellano l'opera omnia dell'artista. Nella visione fiabesca della danza siciliana, sul palpitare regolare degli archi, i due pianoforti attaccano come in medias res, suggerendo la premura di un' aria che si snoda per ampie volute melodiche, delicati ricami di semicrome e forti spinte emotive protese senza fine. Porgete attenzione al temperamento essenziale dell'elaborato notistico, che àltera una mera scala discendente in un incipit di grande densità espressiva; oppure al procedere per imitazione dei due solisti, dilatazione all' infinito delle intime risonanze della melodia. La sobrietà di tali atti implementa una intonazione lirica di tale candore tecnico da risolversi senza residui in primigenia, immediata eloquenza di valore universale.

                          Appendice musicale
Pare che in questo periodo di crisi virale vada molto meglio ai cantautori, a uno in particolare. Bob Dylan, dopo anni di battaglie pacifiste, di sinistra (anche se pare che lui non volesse, almeno così racconta), e sempre controcorrente (ha ritirato l'immeritato Nobel per la Letteratura con un anno di ritardo e con abbondante puzza sotto il naso) ha venduto i diritti delle sue canzoni per 300 milioni di dollari alla multinazionale Universal Music. E dire che era un anticapitalista. Avevano ragione gli antichi romani: pecunia non olet . Il denaro non puzza.


                        Appendice timorosa
Ho la consapevolezza che la mascherina della salute è indispensabile. Più della maglietta di lana da indossare in questo periodo freddo. Non mi garantisce l'immunità da Covid, ma mi tutela. Tutti dobbiamo farne uso. Se vogliamo salvare la pelle dobbiamo nascondere la faccia: un'onorevole scappatoia per molti politici. Che, occultandola, tentano di accreditarsi come intelligenti. Quando copriamo il volto rinunciamo a una parte di noi stessi. Il viso rispecchia l'umanità dell'individuo. Il viso è la vera carta d'identità rivelatrice della natura e della storia di ognuno. Da nove mesi, però, stiamo vivendo camuffati. La maschera sta assumendo sempre più un significato metaforico: è diventata il simbolo di una collettività impaurita. Non solo dalla pandemia, ma anche dalla crisi sociale e economica che incombe. Ci aspetta una guerra più dura e più lunga di quella combattuta contro il coronavirus. Non possiamo affrontarla con gli attuali condottieri, che sono scalcagnati soldati di ventura e d'avventura. Dopo avere combinato disastri spacciandosi per legislatori hanno avuto l'improntitudine di lodare la loro condotta, che nella lotta al Covid ha dato risultati tra i peggiori al mondo. Sono quisque de populo improvvisatisi statisti. Nascosti dietro le maschere si ostinano a stare in piedi come se fossero vivi. Perciò ho una fottuta paura.

 
 
 

E' doveroso....

Post n°955 pubblicato il 02 Dicembre 2020 da gianor1

...chiedere scusa alle amiche e agli amici della mia assenza dovuta esclusivamente ad un guasto generalizzato alla rete internet della mia zona causato dal nubifragio di venerdì passato  che si è abbattuto su Marina Piccola a Cagliari.
A presto con un nuovo articolo.
Gian

 
 
 

Area personale

 







Sono per la salvaguardia del grafema Ch

 

Ultime visite al Blog

kipinotrillyinacassetta2DeSantisichiaraespositolaila0dilettadolceSavageChicSemeraroAgneseGinevraCiampiAsiaDe.SimoneSte.fania.Fa.nelliAuroraCaracciCos.entinoFloraMa.ria.Cardelli
 
Citazioni nei Blog Amici: 260
 


 

 

 

Spigolature

AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

Armonia delle forme

 



 

 

Solidarietā


 
,

,

,



 

 
 



 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963