Creature della Notte
I nostri pensieriLa lettera G
Di tutte le cose più belle, che nella mia vita, hanno significato qualcosa, lei è senza dubbio la più la più bella, la più dolce, la più tenera.
Ed è per questo che ora desidero dedicarle questa mia parte di cuore, con la grande immensa sicurezza che lei, la mia G, non tradirà mai, e porterà per sempre con lei accanto al suo.
Può una lettera dire tutto?
La mia… Si!
La mia G, ha assistito all’origine, assisterà alla fine e tutto quello che c’è da dire, verrà espresso con un suo tenero sorriso.
Un sorriso che sembra, per la sua timidezza, chiedere scusa al mondo, per la sua luce, senza però sapere che è il mondo a doverle chiedere scusa, e se non lo ha mai fatto è perché è cieco innanzi a tanto candore.
Come me, che le chiedo scusa per non essere mai stato quello che lei avrebbe desiderato.
Come me, che le chiedo scusa per non aver mai fatto quel che lei avrebbe voluto io facessi.
Lei, la mia G, la mia lettera G, delicata, troppo delicata, tanto che un alito di vento, appena sospirato sul suo cuore, potrebbe farle del male.
Di tutto quello che vorrei dire poco ora so.
Ogni sua carezza è chiara nella mia mente; non si può dimenticare tanta dolcezza.
Anche un rimprovero aveva l’intensità di un bacio.
Ma ora, io voglio dire, a questa meravigliosa creatura, che nel mio cuore uno dei posti più importanti è il suo.
Ma quello che è più importante , è che lei, lei è la mia Lettera G, e nessuno dovrà mai sapere chi sia…
… nemmeno mia Madre!
Ti amo ed a te posso dirlo senza paura.
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La mia poesia più bella, ancora non ho scritto…
perché la mia mente troppo spesso si perde.
La mia poesia più bella, ancora non ho saputo scrivere…
perché non sono degno di pronunciare con parole mortali lo splendore della sua anima.
La mia poesia più bella, ancora non ho potuto scrivere… perché ogni volta che lo sguardo mio si trova al suo cospetto, l’anima mia crolla come un castello di carte in preda al vento… un vento dolce, che rapisce i sensi per elevarli a nuove dimensioni.
La mia poesia più bella, temo, non scriverò mai.
La mia poesia più bella, vive di vita propria.
La mia poesia più bella è lei…
JoShua De Ville
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Il piacere è un canto di libertà, ma non è la libertà.
È il fiorire dei vostri desideri, ma non è il loro frutto.
È un abisso che invoca le altezze, ma non è il fondo ne la cima.
È l’uccello che dalla gabbia si invola, ma non è lo spazio imprigionato.
Il piacere, davvero, è un canto di libertà.
K. Gibran K.
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Seduti sulla cima delle proprie disperazioni,
con il cuore nel palmo di una mano,
ed un preservativo nell’altra.
Amori sterili, amori usa e getta.
Una lingua può mostrare il paradiso,
ma può anche relegare nel più profondo antro dell’inferno.
Non esiste oracolo, o divinità che possa sovvertire quest’ordine.
Assistiamo indolenti al perpetuarsi giornaliero di tragedie su tragedie,
ed indifferenti continuiamo a venerare
il nostro idolo fatto di carne, sesso e sperma.
Il mistico frutto del peccato è stato colto
e dalle viscere della terra un urlo si è levato.
L’ira di Caino, figlio delle prime vittime di un piacere negato,
persino dal più compassionevole dei padri.
Preparatevi, l’inferno ci attende tutti.
JoShua
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Il caldo torrido si può toccare,
in uno scorcio della città vecchia,
in un vecchio e lercio vicolo,
si respira quell’aria carica di umidità,
che ti dice, “rimani, non partire”.
Alzo gli occhi al cielo, limpido e luminoso,
vedo i palazzi tendere l’uno verso l’altro,
come intenti in chissà quale discussione.
Guardo i bagagli… una lacrima bagna il mio viso…
Soffro, perché mai più tornerò,
da dove sto andando non si ritorna.
Il nero cocchiere attende il mio segno…
Che non tarda a giungere…
Uno schiocco, un nitrito,
e tutto sembra via via più piccolo.
Quel giorno,
tutti si fermarono,
tutti sentirono,
tutti videro,
e tutti credettero che stando immobili potessero sparire,
innanzi al corpo,
che esanime,
sfilava davanti ai loro occhi,
ed alle loro coscienze.
Il corpo di un fratello, venduto e tradito
dal suo stesso sangue… per trenta fottutissimi denari.
JoShua
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Aprii gli occhi ed una luce pervase la mia mente …
Come in una stanza chiusa da secoli, la polvere
volo via dai miei pensieri.
Vidi una leggiadra figura volteggiare innanzi a me,
al suono di una magica melodia.
Il carillon si fermò… ella cadde…
Ma il suo ballo si concluse con una promessa…
Di nuovo ballerò se tu lo vorrai, disse piangendo…
Dolce bambina, per me mai più vorrai ballare, le dissi,
di te non sono mai stato degno.
Mai più la vidi muovere.
JoShua De Ville
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Inviato da: mimmobeach86
il 26/08/2006 alle 00:15
Inviato da: ambumbaiae
il 25/08/2006 alle 14:12
Inviato da: Pornoromantica
il 25/08/2006 alle 14:00
Inviato da: ambumbaiae
il 24/08/2006 alle 15:42
Inviato da: volpe_nera
il 24/08/2006 alle 15:40