Creato da Airetikios il 18/06/2011
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Paesaggi

Post n°146 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da Airetikios

Lascio Alby sur Cheran avvolta da una nebbia fitta che lascia però trasparire ampie chiazze di azzurro nel cielo. "Nebia bas-a bel temp a las-a" penso tra me e me mentre imbocco la rotonda che mi porterà all'autostrada non dopo averla individuata a fatica.

La strada è sgombra, poche auto, quasi nessun Tir e dalla radio, sulla stazione Autoroute, canzoni d'amore in francese che si intonano perfettamente al paesaggio che via via si fa più nitido.

La nebbia mi accompagna fino a Chambery quasi volesse fare una sorpresa e tenere nascosta la brutta periferia di una città, poi d'improvviso scompare e mi lascia in un panorama autunnale di incredibile bellezza,

Il sole basso taglia radente l'aria ed evidenzia le sfumature di colori, il verde dei prati ancora bagnati dalla pioggia di ieri, gruppi di alberi multicolori che riplendono nelle livree autunnali, il bruno della terra, il nero delle rocce, il verde scuro dei fiumi che mi scorrono incontro.

L'Autoroute della Maurienne si snoda tra pascoli e boschi, qua e là un villaggio dai tetti scuri con i camini che fumano ed intorno come quinte naturali scoscese e lucide di pioggia le prealpi francesi che si innalzano via via fino a mostrare vette innevate.

Non faccio nessuna foto, sarebbe inutile, dovrei avere una telecamera che riprendesse a 360° tutta l'ora buona che serve per arrivare da Chambery al Traforo del Frejus.

In tutto quel nitore soltanto in lontananza la vetta del Monte Bianco appare velata dalla nebbia che sta salendo verso il cielo fino a sparire.

Arrivo all'imboccatura del tunnel in stato di grazia che condivido con un messaggio che mi chiede come sia la strada perchè in Italia è un disastro.

Il Tunnel del Frejus è un buco puzzolente e caldo lungo quasi 13 Km dove la velocità massima consentita sono 70 Km/h e la distanza obbligatoria tra un veicolo e l'altro è di 150 mt.

La lunghezza che impedisce una completa aerazione fa in modo che all'interno la temperatura salga man mano che ci si inoltra nel cuore della montagna arrivando fino a 30-32 gradi, ci si accorge che si è superata la metà quando la temperatura inizia a calare.
Sono circa dieci minuti lunghissimi e noiosissimi, dove solo il cruise control impedisce di distrarsi e superare i limiti che porterebbero ad una sanzione immediata non appena usciti.

Lasciato un magnifico paesaggio autunnale in suolo francese, all'uscita mi trovo improvvisamente catapultato in pieno inverno, il cielo ha lo stesso azzurro dell'altro versante, ma qui tutto è coperto dalla recente nevicata di ieri, mezzi spalaneve all'opera ed ovunque ai lati della carreggiata le classiche montagnole di neve sporca.

Il candore è abbagliante e sono costretto a mettermi gli occhiali da sole, ma lo spettacolo è superbo, le montagne, le MIE montagne, quelle che conosco e che ho salito sono splendide nella loro divisa invernale, maestose, solenni, ieratiche ed io le guardo commosso.

Se ho dei bei ricordi dell'adolescenza sono legati ai campi estivi che la parrocchia ci faceva trascorrere qui, in alta Val Susa, altre volte sono uscito dall'autostrada e per la strada nazionale mi sono fermato a rivedere quei posti, un po' cambiati, ma pur sempre inconfondibili, invece stavolta devo proseguire veloce per Torino, le rogne mi hanno raggiunto anche in Francia 
A quanto pare pure i miraggi sono a termine.

Alex

 
 
 
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