Post n°153 pubblicato il 06 Novembre 2011 da Airetikios
Ormai non si capisce più se in tutta Italia ci sia un clima di isteria o se sia il caso di preoccuparsi davvero e magari iniziare a costruire un'arca.
Sul giornale leggo di allarmi, sfollamenti, preoccupazione per le piene, il Po salito di 4 metri e mezzo , (altre volte è salito di dieci metri) , le scuole chiuse a Torino Lunedì prossimo e via dicendo, ma non riesco a rendermi conto se sia emergenza vera o piuttosto un cautelarsi preventivamente dopo quanto accaduto a Genova.
Queste sono le prime piogge autunnali, c'è da prevedere che non saranno le ultime soprattutto se le temperature non scenderanno, (ieri sera c'erano 18 gradi), non possiamo vivere nell'ansia e nell'angoscia ad ogni rovescio.
Capisco la preoccupazione ad Alessandria, in quella zona c'è una conformazione particolare con il Tanaro e la Bormida che confluiscono nel Po a breve distanza l'uno dall'altro.
Se il Po è in piena è ovvio che l'acqua dei due fiumi non riesce a defluire ed allora torna indietro ad allagare le aree golenali. Fino a qui tutto normale, le aree golenali sono fatte apposta, ma quando sono ridotte e soprattutto quando si è costruito in quell'area è facile che il reflusso delle acque arrivi fino in città.
Mi pare che manchi quella cosa basilare che si chiama "conoscenza del territorio" e che alla fine si traduce in prevenzione. Mi pare anche che ormai manchino, da parte dei tecnici comunali, provinciali e regionali le competenze idrogeologiche necessarie a fare il proprio lavoro o forse mancano semplicemente i soldi, ma allora perchè riempire le strade di tante rotonde inutili?
Per andare su toni più leggeri trovo che questo cielo di novembre sia dispettoso come quello di marzo. Ieri volevo andare a fare una passeggiata. Scruto il cielo, non piove ed in più ci sono ampi squarci di azzurro, quindi lascio a casa l'ombrello e mi avvio.
Faccio 200 m ed inizio a sentire delle gocce sul coppino. Tra me e me penso che siano gli alberi che gocciolano, ma poi mi accorgo che anche in mezzo alla strada le pozzanghere sono interessate dal plin plin delle gocce.
Ritorno velocemente verso casa a prendere l'ombrello mentre il rovescio si fa più violento.
Prendo l'ombrello, lo apro, riprendo il mio cammino e ritornato grosso modo dove aveva iniziato a piovere improvvisamente smette. La mezzora successiva è stato tutto un aprire e chiudere l'ombrello e non mi sono goduto la passeggiata nemmeno un po'. Uffa!
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