Sono pioggia calda che scioglie se stessa, mi impedisco di annegare tra una goccia e la successiva, così volteggio con la mente, a occhi chiusi, e canto l'acqua fresca di mondi lontani, del mio inarrivabile domani, nella morte dell'istante, in sabbia di cristallo che mai potrà coprire la realtà che così inarrestabilmente ferisce e penetra. E mi ritrovo ad osservare da due visi, lo spettatore indifferente che al sicuro osserva la morte attendere la fine del dolore e la meraviglia per ciò che non può essere, l'inevitabile inaspettato, più doloroso delle ferite stesse, perché prima della pelle brucia e consuma la felice illusione della vita per come luce negli occhi la dipinse, e non vi è più poesia nel lento spegnersi, mentre tutto diventa niente. Solo un altro istante senza cielo e terra, senza acqua o aria, senza fuoco, senza neve, senza emozione.
Inviato da: AlexanderIceSky
il 09/06/2010 alle 14:28
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il 09/06/2010 alle 13:54
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il 07/05/2010 alle 01:43
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il 18/04/2010 alle 04:04