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Anima Alchemica

I colori dell'Essere Umano

 

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Un risveglio diverso

Post n°387 pubblicato il 11 Luglio 2012 da alkimias.alkie

Vi anticipo il testo che sto ultimando per partecipare a un concorso indetto da "Il Messaggero" di Roma, riservato alle Donne che amano scrivere, dal titolo "Un giorno ti svegli e sei un'altra persona", 10mila battute totali.

Come mi succede spesso, le idee per scrivere mi balenano all'improvviso e, nonostante io venga sommersa da altri suggerimenti, difficilmente cambio rotta. Per questo motivo, il testo che segue rappresenta il "mio lampo" ovvero l'idea che mi è balzata alla mente leggendo l'invito al concorso. Sono a 6500 battute e mi sono bloccata sul finale che dovrà per forza cambiare la vita della protagonista.

Ve lo propongo...

  

"L’aereo sorvolava il deserto dopo la missione di ricognizione e il mio pensiero correva alla mia famiglia in Italia. Sapevo che i miei genitori erano in ansia dopo l’attacco sferrato dalle forze afghane contrarie alla missione di pace; non ero ancora riuscita a parlare con loro visto il divieto di qualsiasi comunicazione all’esterno, ma il mio distretto militare aveva provveduto a inviare loro un telegramma, anche se stringato, informandoli della mia incolumità. Almeno sapevano che ero ancora viva.

Il rumore assordante dei motori del nostro C27-J si mescolava alle voci dei miei compagni che ai miei occhi sembravano più dei bambini di ritorno da una gita scolastica che soldati in missione. La tensione accumulata durante il volo e, soprattutto, la sveglia alle prime ore dell’alba ci aveva stremati e il ritorno alla base senza ulteriori impedimenti era la giusta occasione per rilassarci. Certo, le loro battute maschie mi davano fastidio, ma ormai ero abituata al loro modo di scherzare e dopo i primi tempi, tutti mi consideravano una di loro senza distinzione di sesso.

Chiusi gli occhi, cercando di riposare un po’, avevo due ore di tempo prima che l’aereo atterrasse al campo.

In realtà volevo isolarmi per pensare ad Ahmed Al’Ahad, figlio di un imprenditore afghano che nella guerra aveva perso la moglie e aveva visto distrutta la sua azienda di informatica. Avevo conosciuto Ahmed all’ospedale da campo dove l’avevamo portato, ferito da fuoco “amico”, dopo un’incursione aerea dei nostri alleati inglesi. Di lui mi avevano colpito gli occhi castani screziati di verde, così profondi e maliziosi, così intensi e pieni di coraggio dentro i quali mi ero gettata come a cercare protezione, io, un soldato italiano in missione di pace dove la pace non c’era.

Nei giorni seguenti ero tornata all’ospedale spesso e lì avevo seguito la sua guarigione, trascorrendo i pomeriggi – quando le incursioni militari me lo permettevano – parlando delle nostre reciproche vite. Contrariamente alla cultura del suo Paese, Ahmed aveva ricevuto un’istruzione europea, avendo viaggiato molto e frequentato la Facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università di Pisa.  Parlavamo molto e nei suoi occhi riuscivo a trovare quel conforto che avrei dovuto dargli io.  Lui parlava alla mia anima, senza restrizioni;  la semplicità con la quale descriveva la sua vita, la complessità della sua religione, la sua genuina intelligenza erano diventati per me indispensabili.

Dalle chiacchiere e dall’ammirazione reciproca fu facile innamorarci l’uno dell’altra.

Quando uscì dall’ospedale, ormai ristabilito, ci vedevamo in una specie di bar accanto al negozio di tappeti di suo zio, dove servivano i bichak, una sorta di raviolini ripieni fritti accompagnati da thè speziato. Joluliah , il proprietario,  conosceva Ahmed dalla nascita e per questo ci riservava un trattamento speciale facendoci assaggiare piccole specialità con il manzo e le verdure locali. Il locale portava i segni di un lungo periodo di attività anche se l’arredamento era semplice ma pieno di colori. All’esterno i tavoli ospitavano gente comune che si sedeva gustando bibite dissetanti chiacchierando. Forse amici, o solo conoscenti che cercavano un segno di continuità alla loro vita disastrosamente interrotta dalle guerre intestine. Un contrasto, un pugno nello stomaco.

Fu una sera che accadde. Ahmed mi aveva appena accompagnata al campo. Le stelle sopra di noi formavano un ombrello luminoso, come lucciole che avremmo voluto rubare per giocarci insieme. Anche la luna faceva la sua parte, così luminosa da allungare piacevolmente le ombre dell’accampamento che così modificate assumevano la figura di un castello. E lui era il mio cavaliere, pronto a difendermi dal drago cattivo, a combattere per me, a vestirsi d’oro e regalarmi la sua sciarpa di seta dopo la vittoria.

Teneva le mie mani tremanti tra le sue come a infondermi coraggio. A me che avevo già ucciso i nemici durante le incursioni notturne, a me che avevo visto gli orrori di una guerra senza fine, visto uccidere donne e bambini e vecchi con la barba, a me che ero già stata ferita da un coltello sferrato con odio. A me che ero un soldato.

Ma anche donna.

Fu così facile offrirgli le mie labbra e rabbrividire accogliendo le sue, così incomprensibilmente sorpresa dopo quel contatto che gli avevo concesso. Troppo facile prendergli le mani per offrirgli la mia schiena che lui strinse, forte e dolce allo stesso tempo, portandomi ancora di più verso il suo corpo.

Nel mio alloggio, poco dopo, chiusi la porta alle mie spalle con il cuore impazzito e la testa che faticosamente tornava alla realtà. Come potevo innamorarmi di un altro uomo? Per di più di cultura e abitudini diverse dalle mie? Come potevo aver messo da parte il mio cuore negli ultimi giorni, aver dimenticato la mia promessa ad un altro uomo rimasto in Italia?

Inutile cercare di dormire quando le domande irrompono nella mente e non lasciano spazio a risposte.

 

Che poi non avevo avuto tempo per cercarle, queste risposte, visto l’allarme che irruppe la stessa notte.

E via, indossata la tuta mimetica, l’elmetto, armati fino ai denti, ci attendeva un’altra operazione di controllo e di ripulitura a seguito dell’informazione che si stava preparando un altro attentato contro i civili per il giorno seguente.

Durante le perquisizioni si viene a contatto con la disperazione delle persone. Non sai mai se la casa esplorata sia il luogo dove convengono i traditori, dove si riuniscono gli attentatori; così, si spezzano i sogni delle persone e ti ritrovi appiccicati addosso gli sguardi terrorizzati di gente comune che, magari, nulla ha a che fare con questa guerra del cavolo.  Anche se porti la pace, anche se fai di tutto per portare la pace, se ogni sforzo le è dedicato, in questo posto la guerra la si percepisce continuamente, così come il terrore di venire uccisi.  I bambini sono la cosa peggiore perché vedi la loro innocenza sporcata dal sospetto, perché noi adulti e consapevoli del pericolo vediamo il pericolo ovunque, anche nella loro purezza. E così, può capitare che un gesto improvviso lo si interpreti come un tentativo di insubordinazione o una colpevolezza latente e che questo ti faccia reagire senza senso, senza un motivo apparente se non quello della paura.

La raffica era partita improvvisa, neanche il tempo di rendermi conto di chi avesse sparato. Vedevo solo quel piccolo corpo afflosciarsi dopo essere rimasto a mezz’aria per una manciata di secondi come un fermo immagine e la madre, dalle cui braccia il bambino era sfuggito improvvisamente, che si gettava sul figlio per proteggerlo nonostante fosse chiaro che le ferite erano gravissime.

Ma respirava ancora.

Cercavo inutilmente di allontanare la madre da quel corpicino mentre il sergente Malta si metteva in contatto con l’unità medica per far arrivare l’ambulanza al più presto e prestava i primi soccorsi al bambino.

Lo sguardo di quella madre era disperatamente alla ricerca di risposte che non le sarebbero mai state date. Come può un bambino essere colpevole? Come può un adulto uccidere la purezza?

L’ambulanza arrivò subito dopo. Caricarono il bambino insieme alla madre e partì alla volta del campo medico. Nella stanza ancora l’odore degli spari mescolato a quello del sangue. Mi guardavo attorno, memorizzando ogni angolo, portando in me lo strazio della donna e il colore di quel sangue innocente, versato in nome di una pace che non trovavo da nessuna parte., cercando di trattenere le lacrime perché ero un soldato e un soldato non piange, mai.

Ma ero anche una donna.

Tornammo alla base che era ormai l’alba. Il colpevole di quell’atto orrendo sarebbe stato sottoposto a interrogatorio e punito.

Il sole si alzava all’orizzonte mescolando la sabbia agli odori della vita e della morte che manipolavano i giorni e cadenzavano le ore, quello stesso sole che mi aveva vista sorridere  ad Ahmed durante i giorni precedenti facendomi dimenticare la vita stessa.

Dormivo ancora quando il Comandante Saveri ci chiamò a rapporto: voleva avere tutte le informazioni utili sull’accaduto della notte precedente per poter formulare un resoconto dettagliato degli avvenimenti.

Mi limitai a riferire quanto avevo visto e rientrai nel mio alloggio dove trovai un messaggio di Ahmed: voleva vedermi al solito posto.

Mentre mi avvicinavo al piccolo locale, vedevo Ahmed parlare con altre persone in modo concitato. Avrei voluto abbracciarlo per sentire ancora il contatto del suo corpo sul mio e solo in quel momento mi accorgevo di quanto mi fosse mancato.

Si accorse del mio arrivo solo quando gli poggiai una mano sulla spalla. Si girò e il suo sguardo mi colpì come una lama di acciaio: erano freddi, distanti. Congedò rapidamente le persone con cui stava parlando e mi invitò a sedere. Sul tavolino un bicchiere di the alla menta, pensiero gradevole vista la temperatura. Ma..."

e qui c'è il blocco "dell'artista". Perché nella mia mente ho due finali da sviluppare: 1) lei si innamora perdutamente di Ahmed, sposa la sua religione, la sua cultura e rimane in Afghanistan; 2) in una delle incursioni scopre che Ahmed fa parte di un'unità sovversiva e lo uccide.

Secondo voi, come dovrebbe finire??

 

 

 

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Commenti al Post:
dalsilenzio
dalsilenzio il 11/07/12 alle 13:46 via WEB
Era freddo, il suo sguardo, ma cambiò completamente quando quelle persone si allontanarono e il suo sguardo su di te tornò alla mite espressione, alla nota profondità. Ma quella freddezza si fossilizza nella memoria. Altra incursione dove sapete si sono rifugiati i ribelli. Altra strage di innocenti. Nessun ribelle. Cosa succede? Colpa di informazioni sbagliate, manipolate. Da chi? Un dramma alliatato solo dalla presenza di Ahmed. Solo tempo dopo scoprite che qualcuno indirizza le vostre incursioni in zone distanti dai ribelli e che mentre siete impegnati nell'azione i ribelli ne approfittano per spostarsi verso posizioni migliori. Ma un giorno scoprite che quel qualcuno è lì, in una certa casa isolata. Vi preparate all'azione e agite. Tocca e te entrare per prima in quella casa di pietra tra i campi. Tocca a te spianare il mitra col colpo in canna ... davanti al volto stupito del tuo amato Ahmed. Ora DEVI sparare.
 
 
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 11/07/12 alle 14:44 via WEB
grazie dal, questo è il finale che mi appassiona di più :)
 
   
lavoricasa2010
lavoricasa2010 il 16/07/12 alle 17:31 via WEB
...e dopo averlo ucciso...tra lacrime e pianti...scopre di aver ucciso il gemello (traditore bastardo) di Ahmed ...ma ormai è tardi aveva mangiato già due fette di torta al polonio....e tragicamente MUORE ahahahah
 
     
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 16/07/12 alle 17:42 via WEB
ahahahahahah lavoriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii l'ho appena spedito alla segreteria del concorso ahahahahahah
 
     
lavoricasa2010
lavoricasa2010 il 16/07/12 alle 17:45 via WEB
In bocca al lupo (grigio) :))))
 
     
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 16/07/12 alle 18:04 via WEB
uddio, ma proprio grigio deve essere?? mi ricorda l'attentatore di Wotyla!! ahahah lo vedi Rob? ci sono ancora i postumi ahahahahah
 
dalsilenzio
dalsilenzio il 12/07/12 alle 19:23 via WEB
Felice che ti sia piaciuto. Mi è uscito di getto o ... sarebbe stato un finale romanticone scontato, in un contesto e con una soldatessa che, invece, si prestano a qualcosa di originale. Mi piace come scrivi e ... se passi a visitare il mio blog sei la benvenuta.
 
 
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 12/07/12 alle 19:40 via WEB
grazie, dalsilenzio :) passerò senz'altro. Sì, quel finale era scontato ecco perché non ho continuato su quella linea...Mi serviva una "spintarella" sull'altro fronte :))))
 
alfazulu31
alfazulu31 il 15/07/12 alle 17:03 via WEB
ti leggo tardi, il tuo primo finale non piace anche a me, il secondo è stato elaborato da "dal" direi egregiamente...valuta l'opportunità contraria, cioè che ci giunti la pelle Lei...e non escluderei nessun versamento di sangue tra di loro ma amarezza...tanta!
visto che partecipo anch'io non poso dirti di più che dopo scelgono il tuo ahahahahah...ciao tesoro (PS sono andato su quel sito, ma non mi sono ancora registrato...ci ho provato inutilmente...ehm dimmi come si fa, sono impedito in questo)
 
 
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 16/07/12 alle 10:06 via WEB
ma come non ci sei riuscito?? storditoooooooooooooooo ^____^ ti registro io ok?? e poi ti lascio la pasguòr :) ciao tesorino
 
Fidelio_971
Fidelio_971 il 18/07/12 alle 18:17 via WEB
Secondo finale sicuramente scelta migliore. Ti scrivo cosa avrei aggiunto io: avrei fatto trovare alla nostra soldatessa una lettera a lei indirizzata tra gli indumenti di Ahmed ormai ucciso, una missiva con una richiesta di aiuto per farlo uscire dalla vita da fondamentalista nella quale non si riconosceva più...
 
 
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 18/07/12 alle 20:25 via WEB
accidenti Fidelius, ho già mandato il racconto alla segreteria del concorso :( speriamo bene questa sarebbe stata un'altra bella ipotesi :) grassie
 
dalsilenzio
dalsilenzio il 24/07/12 alle 09:53 via WEB
Per curiosità, con quale finale l'hai mandato il tuo racconto? Con un terzo a sorpresa ... che sarei davvero interessato a conoscere?
 
 
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 24/07/12 alle 16:10 via WEB
il finale è che lei uccide Ahmed durante una delle ricognizioni. L'ultimo passaggio è che lei viene rispedita a casa perché scoperta a familiarizzare con il "nemico", le voci della casa la riportano alla sua realtà, ma non sarebbe più stata la stessa...
 
   
MastrodiPicche
MastrodiPicche il 01/08/12 alle 09:21 via WEB
....ottima scelta!! ^____^
 
     
alkimias.alkie
alkimias.alkie il 01/08/12 alle 12:26 via WEB
ecco ^___^ grazie Mastro!
 
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