Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pietro, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce?”. Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui?”. Gesù rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?”.
Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Parola del Signore
Come vivere questa Parola?
Pietro e Giovanni sono amici; hanno condiviso insieme tante cose: erano insieme quando furono chiamati sulla riva del lago, insieme sono corsi al sepolcro, erano vicini a Gesù nella Santa Cena, hanno condiviso tante cose, in un certo senso si completavano: alla rudezza di Pietro faceva cornice la dolcezza di Giovanni. Ora è naturale che Pietro si preoccupi della sua sorte: "E lui?" Che ne sarà di Giovanni? Qui Gesù sembra dare una risposta un po' dura: "Che importa a te?" Non è una frase molto gentile, sembra quasi che anche Dio abbia diritto alla sua privacy, che anche Dio abbia i suoi segreti. Si racconta che Sant'Antonio Abate fosse molto preoccupato sulla sorte di chi si sarebbe salvato e di chi invece sarebbe stato precipitato all'inferno. La risposta gli venne dal cielo: "Antonio, bada a te stesso!"
Cosa vuole dirci Gesù? Non dobbiamo preoccuparci degli altri, del loro destino? Certamente, ma salveremo gli altri solo nella misura in cui ci preoccuperemo di seguire Gesù in prima persona. Solo se i nostri passi ricalcheranno i suoi, solo se sapremo seguirlo veramente sulla strada del calvario, solo se saremo autentici testimoni del suo amore, solo se la nostra sequela sarà gratuita e disinteressata, allora la preoccupazione degli altri sarà vera, essi troveranno in noi il volto del Gesù da amare e seguire.
La voce di un uomo spirituale di oggi
Signore mio Dio, dammi il coraggio di vivere e lavorare come Gesù per i cieli nuovi e la terra nuova. Aiutami ad essere fedele alla visione che mi hai dato, poiché ovunque io vada e per chiunque io incontri, io possa essere segno del tuo amore che rinnova.
Henri Nouwen
Santa Giovanna d'Arco Vergine 30 maggio |
Domrémy, Francia, 1412 circa - Rouen, Francia, 30 maggio 1431 Figlia di contadini, analfabeta, lasciò giovanissima la casa paterna per seguire il volere di Dio, rivelatole da voci misteriose, secondo il quale avrebbe dovuto liberare la Francia dagli Inglesi. Presentatasi alla corte di Carlo VII, ottenne dal re di poter cavalcare alla testa di un'armata e, incoraggiando le truppe con la sua ispirata presenza, riuscì a liberare Orleans e a riportare la vittoria di Patay. Lasciata sola per la diffidenza della corte e del re, Giovanna non potè condurre a termine, secondo il suo progetto, la lotta contro gli Anglo-Borgognoni; fu dapprima ferita alle porte di Parigi e nel 1430, mentre marciava verso Compiegne, fatta prigioniera dai Borgognoni, che la cedettero agli Inglesi. Tradotta a Rouen davanti a un tribunale di ecclesiastici, dopo estenuanti interrogatori fu condannata per eresia ed arsa viva. Fu riabilitata nel 1456. Nel 1920 Benedetto XV la proclamava |
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