In quei pomeriggi di fine inverno,
indolenti di luce allungata,
tu camminavi in silenzio
la mamma al tuo braccio e noi tre
a saltellare le fughe del marciapiede.
Nel saluto solo un giro d'occhi
toccavi il cappello con due dita
senza rallentare il passo, fiero di noi
o forse, infastidito.
Si arrivava fin dove la città
rubava i prati delle nostre corse.
Avrei voluto prenderti per mano
ma aggrottavi la fronte, la tua ombra
si fermava, immensa sul selciato.
Ci stavamo tutti e tre, dentro quell'ombra,
stringendoci ad ogni tuo passo
(chi usciva dal segno perdeva)
e nel gioco, era un po' come averti.
Al caffè un tavolo d'angolo, i nostri piedi
dondolavano sotto le sedie
sbuffando la noia nell'aranciata
e la mamma sorrideva affogando
nel caffè la sua erre francese
"C'est la tournée du grand duc, mes enfants".
Io non sapevo ancora che la notte arriva presto.
*
Inviato da: angelorosa2010
il 11/12/2015 alle 19:41
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il 11/12/2015 alle 14:39
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il 03/12/2015 alle 12:11
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il 14/08/2013 alle 21:56
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il 21/03/2013 alle 19:16