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Newsletter An Tv

Alleanza Nazionale - Circolo Territoriale di Treviso... dal 1999 una piccola Comunità militante s'informa

 

 

Post N° 1018

Post n°1018 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Mai così tanti e uniti

Prima che la manifestazione di piazza San Giovanni finisca Berlusconi torna sul palco e annuncia: «Siamo oltre due milioni ». E questo è stato il dato che ieri pomeriggio, non appena i tre cortei che raggiungevano la piazza si erano mossi, ha subito stupito gli osservatori. Mai così tanti in piazza a Roma, mai così tanti con il centrodestra. «Come dieci anni fa – ha spiegato Fini nel suo discorso sul palco – la Casa delle libertà è destinata a rappresentare il futuro: questa è una certezza ». E il presidente di An ha insistito sulla grande prova di unità della coalizione: «Noi lavoriamo per mettere in evidenza ciò che unisce, e questa piazza ci dice che siamo uniti e ci invita ad esserlo perché la sinistra rappresenta il passato, rappresenta la minoranza degli italiani ». E concludendo, Fini si è riappellato all’evidente unità del popolo della libertà: «Le centinaia di migliaia di italiani che questa sera hanno dato vita a questa indimenticabile manifestazione rappresentano qualcosa di più nobile di un semplice fatto politico: voi qui rappresentate la maggioranza del popolo italiano ».

Un concetto, questo, che era stato espresso dallo stesso Silvio Berlusconi: «Noi rappresentiamo – ha detto tra gli applausi e le ovazioni della platea – l ’Italia vera, giusta e profonda, l ’Italia della sobrietà, della tolleranza e dell’amore. Rappresentiamo insieme, in una sola parola, l ’Italia della libertà. Grazie di cuore a tutti voi, grazie del sacrificio che avete fatto per venire qui a sostenere la nostra fatica e il nostro lavoro. Un abbraccio affettuosissimo a tutti». In effetti, si è trattato della più grande manifestazione di piazza dal dopoguerra a oggi, come è stato subito spiegato dal comitato organizzatore, sottolineando che «si tratta di un avvenimento eccezionale. Un avvenimento che va molto al di là delle nostre aspettative».

I due milioni di persone accorse a Roma hanno in qualche modo minimizzato la portata della manifestazione dell’Udc a Palermo. «Chiunque vedesse il calore di questa manifestazione a Roma – ha commentato Ignazio la Russa – rimpiangerebbe di non essere qui. Da parte nostra c’è il rammarico, quindi, che l’Udc non sia con noi per poterci abbracciare tutti in un unico, compatto fronte contro Prodi e la sinistra ». […]

Oltre due milioni d ’italiani in piazza a Roma. Un ciclo si completa e se ne apre un altro. Era il ’94: l’anno dell’immediato e inatteso cambiamento, della fuoriuscita dalla Prima Repubblica, dell’irruzione del nuovo. A sinistra fu uno shock: non restava che parlare di complotto e demonizzare i barbari che avevano vinto. Con una sola eccezione: il sociologo Alberto Abruzzese, che, pur avendo votato per i Progressisti di Occhetto, prese carta e penna e con un tempestivo pamphlet cercò di dare la sveglia ai suoi compagni di cordata: «Berlusconi – scriveva in Elogio del tempo nuovo  – per chi appia sentire lo spirito del tempo ha invaso la nostra immaginazione. Possiamo avere votato contro di lui o per lui, ma una cosa sola è il posto che ha occupato comunque nell’evento cruciale con cui in Italia s ’inaugura la Seconda Repubblica». Per il sociologo, in altre parole, la sinistra non riusciva a capire il nuovo che era avanzato a causa delle sue ormai invecchiate categorie interpretative. E spiegava: «Forse ci potremmo accorgere che la nostra città è mutata radicalmente e che non il vincitore ma lo sconfitto rischia di essere percepito come un estraneo, uno che viene da fuori, che ha vissuto e peggio ancora continua a vivere all’esterno delle sue mura ». Ecco, sta proprio nella capacità di sintonizzarsi con il “tempo nuovo ”l a chiave per comprendere tutto quello che è accaduto e sta accadendo nella società italiana e nella sua interrelazione con la sfera della politica. Senza questa chiave non c’è possibilità di comprendere il significato profondo della manifestazione di ieri a piazza San Giovanni e del bipolarismo reale (non di quello artefatto del politichese) che ormai attraversa e definisce nel profondo la nuova società italiana. «Il giorno più importante della decennale vicenda politica di Silvio Berlusconi», lo ha definito Gabriele Polo sulla prima pagina del manifesto  .«È in gioco – aggiungeva – un’eredità. Si chiude un ciclo e se ne apre un altro … Questo è in gioco oggi. Non la Finanziaria, non il riconteggio delle schede elettorali, non la demonizzazione di Prodi ». Insomma, anche ad avviso del direttore del quotidiano comunista, ieri è stata la giornata della manifestazione plastica del “popolo della libertà” il cui asse strategico era la sua rappresentazione politica, la capacità di fornire una soggettività unitaria a un blocco sociale maggioritario nel paese e che ha perso le ultime elezioni solo per una manciata di voti. La piazza di ieri ha dimostrato proprio questo: non è questione di sigle, di vertici, di tattiche e di identità. Il popolo ieri in piazza era omogeneo e unito nell’allegria, l’ottimismo e la serenità registrata dagli osservatori non sono altro che la prova di questo. Il bipolarismo sta ormai nei fatti: non sono le alleanze elettorali a costruirlo. Diciamocelo una volta per tutte: i parlamentari e i partiti forniscono rappresentanza alla società ma non è sempre vero il contrario, le formulette di circostanza portano infatti fuori strada. Il popolo della libertà è infatti irriducibile sia a una banalizzante unione dei moderati (questi in realtà stanno ovunque, anche a sinistra) che a una fuorviante coalizione conservatrice (qual è, invece, la reale natura del centrosini-stra). Il collante non può essere quindi di natura terminologica: il popolo della libertà non può limitarsi né nell’etichetta di moderato né nella categoria di conservatorismo. La spinta verso la libertà è qualcosa di più profondo e di più generale. E se è vero che l’Italia è oggi sociologicamente divisa in due blocchi sociali, è guardando ad essi che si possono descrivere le reali tipologie di chi si colloca a destra o a sinistra. Da una parte i ceti interessati ad avere prospettive nuove, spazi di libertà, opportunità di futuro. Dall’altra i soggetti motivati a conservare i vecchi equilibri, coloro che sono più interessati ai diritti e alle regole di consolidamento che alle nuove opportunità. I ceti medi (e non solo) interessati a investire nel futuro, da una parte, i segmenti che puntavano alla perpetuazione delle oligarchie e delle vecchie sicurezze dall’altra. Proprio due giorni fa anche il francese Nicolas Sarkozy rivendicava alla sua politica la «rottura con il conservatorismo e con una società bloccata». E non è un caso che anche a lui si ispiri la coalizione di Fini e Berlusconi. Del resto, questa intuizione è stata, dal ’94 in poi, la spinta propulsiva del centrodestra sin dall’inizio, e questo cemento è oggi avvertito come un dato comune individuando una forte sintonia sociale con la gente comune e le famiglie, con i professionisti e con i piccoli e medi imprenditori, con i dipendenti pubblici e con i risparmiatori, con i commercianti e gli artigiani ma anche con i pensionati e i giovanissimi. Per dirla in termini marxiani, la struttura (sociologica) viene sempre prima della sovrastruttura (politichese). E in questo senso il grande blocco sociale che ieri stava in piazza San Giovanni è più avanti della stessa sua rappresentanza politica. Che è ora obbligata a prenderne atto. Forse un bipolarismo maturo e sereno con un partito democratico di stampo socialdemocratico (al posto dell’attuale Unione) contrapposto a un grande e maggioritario partito popolare della libertà è nell’immediato futuro. Lo indica il “tempo nuovo” espresso ieri in piazza. Lo spiegava, già nel ’94 in quel suo profetico pamphlet Alberto Abruzzese, per il quale lo stesso Fini stava prendendo consapevolezza che i consensi al suo partito nascevano soprattutto «da un centro che trova a destra maggiori garanzie». Oggi, dodici anni dopo e alla luce della manifestazione di ieri, tutto diventa più esplicito. È la nuova dimensione della politica italiana. «Una dimensione – spiegava Abruzzese – socioantropologica, cognitiva, immaginativa, pratica, radicalmente diversa dal passato». È il tempo nuovo che si avvera.

(da Il secolo d’Italia di domenica 03 dicembre 2006)

 
 
 

Post N° 1017

Post n°1017 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Cdl: Fini, manifestazione oltre le previsioni. Stagione Prodi già finita


“E’ andata al di là delle previsioni. Davvero una bella giornata. La sinistra, che pensa di avere il monopolio delle piazze, adesso si è dovuta ricredere”. Così il presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, ospite del programma televisivo ‘In mezz’ora’, in onda su Raitre, esprime la sua soddisfazione nel day-after della manifestazione della Cdl contro la Finanziaria, con due milioni di persone - secondo le stime del comitato organizzatore - scese in piazza a protestare. “Prodi ha una faccia tosta impagabile – argomenta il leader di An ai microfoni di Lucia Annunziata -. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Dice di tenere conto degli interessi di tutti gli italiani... Ma si metta una maschera e esca in incognito, vada in un bar a sentire gli italiani: non ce n'è uno che si riconosca nella finanziaria. La stagione di questo governo, cominciata con le elezioni del 9 aprile, è già finita. Lo si capisce sentendo i commenti degli esponenti del centrosinistra in Parlamento: in privato dicono cose peggiori di quelle che diciamo noi. Che poi cada oggi, domani, o tra qualche mese questo attiene ai tempi della politica, ma il dato è scontato”.

“Il centrosinistra – spiega Fini - è in crisi perché sta perdendo il consenso dei moderati. L'impronta della sinistra radicale è sempre più evidente sulla maggioranza. Il governo non dura perché, a forza di tirare la corda, prima o poi si rompe: o i riformisti della maggioranza emarginano la sinistra radicale o stavolta la crisi sarà al centro. D'altra parte, abbiamo il governo più di sinistra d'Europa”.

Il presidente di An aggiunge anche: “Chi nel centrodestra lavora contro Berlusconi, lavora in favore del centrosinistra”.

(da www.alleanzanazionale.it di domenica 03 dicembre 2006)

 
 
 

Post N° 1016

Post n°1016 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Oltre 70mila in piazza contro la finanziaria il 10 novembre

Grande sostegno dei lavoratori alla manifestazione dell'Ugl

Oltre 70mila lavoratori dell’Ugl hanno sfilato in corteo per le vie del centro della Capitale per dire no ad una ‘Finanziaria da Urlo’.

Metalmeccanici, lavoratori del pubblico impiego, della scuola della sanità, giovani precari, pensionati: tantissime donne e tantissimi uomini sono scesi in piazza al fianco dell'Ugl per protestare contro una manovra che non garantisce benefici e promette solo sacrifici per chi lavora. La manifestazione partita da piazza dell’Esquilino, ha attraversato via Cavour, via dei Fori Imperiali fino a piazza Madonna di Loreto dove è intervenuto il segretario generale, Renata Polverini.

“La finanziaria messa a punto dal Governo Prodi – ha detto Polverini – non garantisce né equità né sviluppo ma semplicemente taglia, taglia, taglia. Si tratta di una manovra a fisarmonica che si è allargata fino a 45 miliardi di euro e che non va a vantaggio dei lavoratori che, oltre tutto, si vedono sottrarre oltre 6 miliardi con lo scippo del Tfr”.

L’Ugl rivendica certezza per il rinnovo del contratto del pubblico e ha stigmatizzato lo scarso impegno del Governo per la cultura e l’università. Forte anche la denuncia sulla mancanza di fondi adeguati per la sicurezza sul lavoro e per il Mezzogiorno.

(da Tenereladestra di mercoledì 22 novembre 2006)

 
 
 

Post N° 1015

Post n°1015 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

Per i Martiri di Ungheria

Una piazza per i Martiri d'Ungheria. A chiederla in un ordine del giorno depositato nei giorni scorsi all'ufficio protocollo all'amministrazione i consiglieri di Alleanza Nazionale di Montebelluna Gianni Pellizzari e Benedetto Pinto. "Ricorre in questi giorni - dice Benedetto Pinto il cinquantenario della rivolta di Budapest terminata nella cruenta repressione da parte dei carri dell'allora Unione Sovietica. A quei tragici fatti l'Europa occidentale assistette con indifferenza senza levare voce alcuna a difesa della libertà del popolo magiaro". "Quei fatti - prosegue Gianni Pellizzari - nella loro tragicità sono ancora oggetto di rivalutazione e di riesame critico anche da parte di quanti allora non espressero censura alcuna ed anzi approvarono la repressione. Anche il Presidente della Camera dei Deputati intende onorare nella ricorrenza del cinquantenario la memoria di quanti furono disposti a donare il bene superiore della propria vita e quanti ancora furono costretti ad abbandonare la propria terra, esuli accolti da privati e non da nazioni". "Anche noi vogliamo onorare - concludono Pellizzari e Pinto - il ricordo e celebrare il cinquantesimo anniversario in un luogo opportuno e centrale della città. Un'area disponibile l'abbiamo anche individuata, quella retrostante il nuovo complesso edilizio sorto nell'area "Vergani" con l'attuazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico e pertanto invitiamo il sindaco Laura Puppato ad impegnarsi ad intitolare una delle piazze che sorgeranno ai "Martiri di Ungheria 1956". Sarebbe un gesto nobile che tutti approverebbero".

(da Il Gazzettino di Treviso – novembre 2006)

 
 
 

Post N° 1014

Post n°1014 pubblicato il 21 Novembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Il 2 dicembre tutti a Roma per manifestare contro la finanziaria

La Federazione Provinciale di Alleanza Nazionale ha provveduto ad organizzare un pullman gratuito per il 2 dicembre al fine di permettere a tutti coloro che vogliono partecipare alla manifestazione nazionale contro la finanziaria organizzato dalla Casa delle Libertà.

Si chiede a tutti coloro che volessero utilizzare questo mezzo di confermare la propria presenza ai seguenti recapiti:

Federazione Provinciale di Alleanza Nazionale - Treviso
e-mail:
info@an-treviso.it immagine
Tel/Fax: 0422.545356

La partenza è prevista per le ore 5,30 di Sabato 2 dicembre 2006 presso la nuova sede della Federazione Provinciale di Treviso sita in viale della Repubblica, 243 (Strada Ovest) a Treviso.

 
 
 

Post N° 1013

Post n°1013 pubblicato il 13 Novembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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NEWSLETTER

n. 128–  settembre/ottobre 2006

C.i.p. Anno VIII°

Direzione politica: Raffaele Garofalo – Coordinamento redazionale: Brando Casonato,

 Diego Casonato, Stefano Froio, Alessandra Galletti, Paolo Girardi, Alessio Guidolin, Guido Mina, Pierluigi Masia e Luca Piz­zolato

 
 
 

Post N° 1012

Post n°1012 pubblicato il 13 Novembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Nuova sede per Alleanza Nazionale

Da via Pinelli a viale della Repubblica: An cambia indirizzo. Si è svolta ieri pomeriggio l'inaugurazione della nuova sede di Alleanza nazionale : il partito ha definitivamente abbandonato la storica dimora vicino alla stazione ferroviaria per trasferirsi al civico 243 di strada Ovest. "Questo spostamento serve anche per rilanciare An - ha dichiarato il coordinatore provinciale Denis Farnea - dopo aver toccato il fondo alle elezioni provinciali quando il nostro risultato è andato sotto a quello dell'Udc". La cerimonia di inaugurazione, durante la quale sono intervenuti anche esponenti della Lega e di Forza Italia, è servita inoltre a mettere in campo gli obiettivi e le forze del partito. "Alleanza nazionale in provincia di Treviso ha registrato un incremento degli iscritti del trenta per cento rispetto allo scorso anno - ha detto Farnea - raggiungendo le 1.200 adesioni. L'età media dei tesserati si ferma ai 37 anni, quella degli amministratori arriva invece a quota 42. Siamo insomma un partito giovane".

Sul tappeto anche le prossime elezioni che chiameranno al voto 17 comuni della Marca. "Siamo diventati un partito con 57 amministratori pubblici - ha rilevato Farnea - ritengo quindi che siamo in grado di governare e sono contento che Giampaolo Gobbo abbia detto di voler aprire alla Cdl per le elezioni. Vogliamo essere protagonisti della scena politica provinciale, apportando il doveroso contributo allo sviluppo del territorio. Per il voto di primavera An auspica la formazione della Cdl già al primo turno e vuole essere protagonista con uomini, donne e programmi".

Durante l'inaugurazione sono inoltre intervenuti i parlamentari Gustavo Selva, Adolfo Urso, Maurizio Saia e Filippo Ascierto, oltre al consigliere regionale Piergiorgio Cortellazzo. Molte delle persone in visita alla sede arrivavano direttamente dalla manifestazione di Vicenza, un evento che ha permesso di porre nuovamente l'accento su Finanziaria, Confindustria e "questione settentrionale". "Questo Governo deve cadere al più presto - ha dichiarato Urso -, il conto alla rovescia è partito da Treviso con la manifestazione organizzata da Tomat, poi è stata la volta di Vicenza, ma le proteste continueranno e noi le interpreteremo in Parlamento. I vertici di Confindustria, inoltre, dovrebbero ascoltare le istanze del Veneto che vede colpito il suo stesso modello. Questa Finanziaria, infatti, è contro il Nordest". (da www.gazzettino.it del 22 ottobre 2006)

 
 
 

Post N° 1011

Post n°1011 pubblicato il 13 Novembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Da Treviso parte la spallata al Governo Prodi

«Né compagne, né compagni...». La star della piazza delle partite Iva è lui, Mario Pozza, felice e orgoglioso di potersi rivolgere a una platea che, nel cuore di Treviso, almeno una volta non è quella delle bandiere rosse. Lo dice l'applausometro che Pozza è la star. Se non altro perché nella piazza il colore dominante è il blu: quello delle bandiere degli artigiani della sua Confartigianato. Forse i più duri e puri del popolo delle partite Iva. Sicuramente quelli più organizzati e meno timidi. I più disponibili a trascinare e ad essere trascinati. E Pozza si sente a suo agio. Animo caldo fra animi caldi.

Pozza va al microfono dopo Renato Salvadori, voce della Confcommercio, e Andrea Zanchetta, capopolo degli agenti di commercio dell'Usarci. Parla per i suoi iscritti ma anche per gli artigiani della Cna e dell'Artigianato trevigiano: ventimila piccoli imprenditori. Forse i più tartassati dalla Finanziaria : «Per l'effetto combinato - spiega Pozza - dell'innalzamento dei contributi previdenziali per autonomi e apprendisti e la riduzione del cuneo fiscale che di fatto esclude le piccole imprese». I conti sono presto fatti: «Quasi un punto di percentuale in più, sì, avete capito bene, un punto di percentuale in più, del costo del lavoro». Una brutta tegola.

Capace di stendere la mucca, direbbe Renato Salvadori. E allora sono guai: «Perché, ammonivano i nostri avi, la mucca la puoi mungere tutti i giorni, ma non devi ammazzarla, altrimenti non darà più latte». E gli imprenditori, di ogni categoria e colore, si sentono davvero munti sempre più: «Siamo pronti a fare sacrifici, purché li facciano tutti e a condizione che non vengano colpiti i contribuenti più virtuosi - ribadisce Salvadori -. Se l'interesse del paese è dare latte, non ci si chieda di dare il sangue».

Non si chieda, soprattutto, di pagare anche per le inefficienze di uno Stato-carrozzone. L'ha tuonato Andrea Tomat: «Solo ieri, nel mese di luglio, ci era stata anticipata una Finanziaria incentrata sul rigore e sulla volontà di intervenire, con forza, sulla spesa: dalla Pubblica amministrazione alla Previdenza. Ebbene, sono bastati i caldi dell'estate a far evaporare questi propositi. Il partito della spesa, l'estremismo demagogico, le mille corporazioni pubbliche hanno alacremente lavorato per snaturare questi buoni propositi».

Il presidente di Unindustria sa bene che la piazza non è l'habitat abituale per chi è avvezzo ad uffici e bilanci: «Noi siamo imprenditori ed il nostro mestiere non è la protesta demagogica, ma la costruzione di imprese capaci di durare nel tempo». E non ignora che il rischio di strumentalizzazioni è in agguato: «Quello di cui siamo protagonisti oggi non è un appuntamento contro questo o quel provvedimento ed ancor meno una dichiarazione contro questo o quello schieramento politico».

Eppure è convinto che stavolta imbracciare megafoni e bandiere non sia vano: «Alla politica lanciamo un messaggio preciso: metta l'impresa al centro delle sue decisioni. Sia riconosciuto all'impresa il ruolo di primo ed insostituibile motore dello sviluppo e del benessere. Chiedeteci di fare e faremo. Chiedeteci di dare e daremo. Ma non chiedeteci di chiudere gli occhi davanti a delle scelte sbagliate che prima pagheremo noi, ma dopo pagheranno tutti i cittadini».

(da www.gazzettino.it del 15 ottobre 2006) 

 
 
 

Post n°1010 pubblicato il 13 Novembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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An: Contro la Finanziaria opposizione in cento piazze

Gli emendamenti di Alleanza nazionale alla Finanziaria resteranno “pochi e qualificati”, e saranno messi a punto dopo che l'Unione, nel vertice di sabato prossimo, avrà concordato la versione definitiva della manovra, ma la piazza sarà mobilitata in cento diverse province, prima della grande manifestazione finale della Cdl prevista per il 2 dicembre nella capitale. Più che un esecutivo quello aperto da Gianfranco Fini nella sala Tatarella del gruppo alla Camera è una sorta di consiglio di guerra: cento iniziative del partito precederanno di una settimana in tutta Italia la grande chiamata a raccolta del popolo di centrodestra, con due iniziative del presidente del partito al Sud e al Nord. L'11 novembre sarà prima a Torino, per una manifestazione sulla Tav e le grandi opere in cui punterà il dito contro i ritardi e le contraddizioni del centrosinistra; e poi a Napoli, dove si terrà un corteo di denuncia del degrado in cui versa il meridione.

Fini lo annuncia nel corso della riunione dove però in cima alle priorità immediate, di tipo elettorale, c'e' l'appuntamento per le regionali molisane. Sabato prossimo si terrà in loco una riunione dei dirigenti del partito, allargata ai membri dell'esecutivo, proprio per mettere a punto gli ultimi dettagli della campagna per il voto del 5 e 6 novembre che il partito, come il presidente aveva ricordato nel corso dell'ultima assemblea nazionale, vuole vincere.

Più complessa si presenta la partita legata alla Finanziaria, dove bisogna tener conto delle sensibilità degli alleati.

La Lega, in particolare, ha preannunciato che presenterà oltre 200 emendamenti.

Eppure, assicura al termine della riunione il portavoce di AN Andrea Ronchi, 'il centrodestra e' in grado di parlare con una voce unica.

Credo che vi siano le condizioni per giungere alla presentazione di emendamenti comuni da parte della Cdl'.

(da www.alleanzanazionale.it del 24 ottobre 2006)

 
 
 

Ciao Oriana

Post n°1009 pubblicato il 13 Novembre 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Caro Beppe, cari Italians,

oggi compro il giornale e in prima pagina trovo la notizia della morte di Oriana Fallaci. Una donna amata o odiata, una grande giornalista e scrittrice, un'eccezionale personalità. Personalmente ho apprezzato il coraggio che ha dimostrato esprimendo con determinazione e anticonformismo il proprio pensiero, non solo dopo l'11 Settembre, ma in tutta la sua vita. Per quanto riguarda i suoi ultimi scritti, mi sento con sincerità di approvarli e mi rispecchio nelle sue idee e nei suoi sentimenti. Ma al di là di questo ricorderò sempre di lei il brano che lessi alle medie sull'antologia: "Lettera ad un bambino mai nato". Quelle parole rimasero a lungo impresse nella mia anima di adolescente e mi posero sotto gli occhi una realtà che fino a quel momento avevo ignorato. Le sue parole non cadono mai a vuoto. Grazie, ORIANA.

 

Caro Beppe, cari Italians,

vorrei spendere due parole per la morte di Oriana Fallaci. Mi ha turbato un po' la reazione di alcuni amici e colleghi che hanno sentenziato senza mezzi termini: «Una di meno, non mancherà a nessuno». Lungi dal condividere l'estremismo di certe sue posizioni e affermazioni (anche se devo confessare che sono state spunto di riflessione e confronto con gli altri), a me sì, mancherà. Ho apprezzato il suo spirito indomito, il suo lavoro di giornalista coraggiosa, la sua scrittura. E ho letto e commentato i suoi romanzi con le mie amiche quando a 16 anni, femministe in erba, facevamo di «Lettera a un bambino mai nato» o «Penelope alla guerra» il nostro breviario. Ci prestava le sue parole, esprimeva quello che avevamo dentro: la Fallaci arrabbiata lo è sempre stata e a 16 anni anche noi eravamo in lotta con il mondo. A me questo sì, mancherà. Spero che, almeno ora, abbia trovato la pace.

 

Caro Beppe,

la scomparsa di Oriana Fallaci è una grande perdita per il mondo del giornalismo e della cultura. Scrittrice energica e cruda. Giornalista, grande inviata di guerra. Oggi mi sento come anni fa, quando appresi della morte del grande Indro Montanelli. La forte voglia di libertà, autonomia e indipendenza, che contraddistingueva entrambi, sono un valido esempio per tutti. La sua energia, la sua grande voglia di vivere e lottare sono ciò di più bello che ha scritto nelle pagine della sua vita. Ci mancherà. E mancherà molto anche agli Italians.

(da www.corriere.it del 16-17 settembre 2006)

 
 
 

Post N° 1008

Post n°1008 pubblicato il 31 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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NEWSLETTER 

n. 127–  agosto 2006 C.i.p. Anno VIII°

Direzione politica: Raffaele Garofalo – Coordinamento redazionale: Brando Casonato, Diego Casonato, Stefano Froio, Alessandra Galletti, Paolo Girardi, Alessio Guidolin, Guido Mina, Pierluigi Masia e Luca Piz­zolato

 
 
 

Ripensare il Centrodestra – seconda parte

Post n°1007 pubblicato il 31 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Stiamo assistendo ad un momento di svolta e di evoluzione nel centrodestra e il nostro Partito intendere svolgere un ruolo da protagonista, contando anche sulla valorizzazione della diffusa rete di amministratori locali e sul loro pieno coinvolgimento nell'azione politica.A tal proposito trovate qui il documento presentato dal Presidente Gianfranco FINI durante l'Esecutivo politico del 18 luglio 2006.Il documento è ricco di spunti di riflessione. Vi invito a promuovere, in sintonia con il Circolo Territoriale di riferimento ovvero con la Federazione Provinciale, momenti di confronto con i nostri elettori su tale scritto ed inviare le Vostre opinioni tramite posta elettronica al seguente indirizzo: ripensareilcentrodestra@alleanzanazionale.it (da www.alleanzanazionale.it - documento del 18 luglio 2006)

 
 
 

Indulto: e-mail per le segnalazioni

Post n°1006 pubblicato il 31 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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E An; che non ha avuto il suo Previti miracolato dall’indulto, fa la voce grossa contro il provvedimento “preso dal governo di centrosinistra” e apre una casella di posta elettronica aperta a tutti i cittadini trevigiani che vorranno segnalare i casi di cronaca nera che vedono coinvolti detenuti che hanno usufruito dell’indulto (il partito si riserva di effettuare le verifiche sulle posizioni specifiche). Lo rende noto un comunicato diffuso ieri dalla Federazione provinciale di Alleanza Nazionale, a firma del commissario Denis Farnea. “Questo provvedimento – si legge – porterà il nostro Paese in una situazione di illegalità diffusa, in cui i cittadini non si sentiranno protetti e tutelati dallo Stato, ma legittimati all’autodifesa”

(articolo tratto dalla Tribuna di Treviso del 05 agosto 2006)

 
 
 

Dormo o son Destro?

Post n°1005 pubblicato il 31 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Quale Centrodestra in Italia e in Europa

Questo è il tema del dibattito organizzato dalla Rivista telematica ‘Destra.it’ e dall’Associazione politico-culturale ‘Giuseppe Tatarella’ che vedrà impegnati i parlamentari di Alleanza Nazionale e della Cdl per approfondire il futuro di AN e del centrodestra alla luce del documento presentato da Gianfranco Fini all’esecutivo del 18 luglio.Appuntamento sabato 23 e domenica 24 settembre alle ore 11.00 all’hotel Villa Pamphili a Roma. Il dibattito prevede gli interventi introduttivi del presidente dei deputati Ignazio La Russa e dell’on. Maurizio Gasparri. A seguire quelli dei deputati di Alleanza Nazionale e degli esponenti della Cdl che parteciperanno a questa due giorni di approfondimento.

(da www.alleanzanazionale.it del 18 agosto 2006)

 
 
 

Post N° 1004

Post n°1004 pubblicato il 31 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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Ripensare il Centrodestra nella prospettiva Europea

Seconda parte

 

Deve prendere forma, in sostanza, una nuova fase della destra che dovrà essere sempre più percepita come capace di accoglienza, inclusiva e non esclusiva, aperta e mai arrogante.

Accoglienza come capacità di recepire nuovi contributi e nuove istanze per fare dell'inclusione in un progetto modernizzatore e responsabile la propria cifra politica.

Ma anche "accoglienza"come elemento caratterizzante delle iniziative politiche: accoglienza, nella sfera dei diritti-doveri, delle opportunità che i nuovi flussi migratori rappresentano ove siano governati e non subiti; accoglienza, nel mercato del lavoro, di sempre nuove fasce di occupati sapendo puntare su forma di flessibilità non precaria; accoglienza, nella logica delle massime opportunità nei servizi, in una Europa finalmente (e veramente) liberalizzata; accoglienza in un'Unione europea che sappia optare decisamente per "campioni continentali" nei settori high tech e dell'energia che siano da traino alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona ed alla progressiva riduzione del divario tecnologico transatlantico (con una particolare attenzione all'energy security tema delicatissimo per l'Europa che passa per una politica comune negli approvvigionamenti, la liberalizzazione del mercato, il completamento dei Trans-European Energy Networks, il sostegno alle energie rinnovabili, al nucleare e all'idrogeno); accoglienza di nuovi paesi in un'Europa che si amplia geograficamente e politicamente, a cominciare dai vicini prossimi dove massima è la proiezione italiana (Europa sud-orientale e balcanica).

Accogliere inteso quindi come includere, come far partecipe dei processi di profonda modernizzazione che il nostro paese deve realizzare: accogliere le nuove istanze morali e sociali del volontariato e del terzo settore, fonte di rinnovamento e di etica politica; accogliere le nuove generazioni in un mondo dallo sviluppo sostenibile, creando (e praticando) una diffusa sensibilità ambientale non scissa da un consapevole utilizzo dell'innovazione scientifica e tecnologica; accogliere quindi in un Occidente che si amplia avendo chiaro che lo spazio pubblico (The public square, Richard John Neuhaus) è un luogo di valori consolidati di una comunità esistente e non luogo vuoto, pieno di regole ma non di contenuti, di legittimità e non di sostanza, di politicamente corretto e non di sensus comunis che cela, dietro un difficile multiculturalismo, un pericoloso relativismo.

Un partito accogliente è il partito della "modernità responsabile" e della "modernizzazione inclusiva". 

La vera novità sulla scena politica e culturale europea degli ultimi anni è rappresentata da quello che è stato definito nel linguaggio anglosassone "conservatorismo compassionevole", ovvero l'emergere di una nuova generazione di leader di centrodestra che mettono in primo piano temi cari alla tradizione del conservatorismo sociale, come il diritto alla sicurezza ed alla pace sociale, senza per questo chiudersi allo sviluppo economico o rincorrere le politiche assistenzialiste e stataliste della sinistra.

Precursore in questo senso è stata l'esperienza governativa del Partido Popular in Spagna dal 1996 al 2004, (caratterizzata da una forte crescita economica, liberalizzazioni ed un unico sciopero generale) ma ormai il fenomeno coinvolge tutti e può essere più opportunamente declinato in "conservatorismo solidale".

Particolarmente significativo è che questo processo si sviluppi anche laddove la destra era agli antipodi della socialità, nei grandi spazi americani come nei freddi mari del Nord. Persino in Scandinavia, come dimostra il giovane leader dei conservatori svedesi Fredrik Reinfeldt che potrebbe, dopo aver rinnovato l'immagine della destra svedese con posizioni di rinnovata socialità, scalzare dal governo i social democratici, al potere quasi ininterrottamente dal 1932.

Una destra quindi che non si accontenta di rappresentare un segmento dell'elettorato, ma si pone in una posizione centrale per il bene della propria nazione senza per questo rinunciare all'essenza del suo programma.

Una destra che non rompe ma ricompone, sprona e nel contempo ingloba, distingue ma non separa.

A differenza del conservatorismo liberista degli anni Ottanta, che ebbe successo solo nel mondo anglosassone, la spinta solidale del terzo millennio riunisce quindi i partiti di centro destra dell'Europa latina con quelli nordici ed è certamente più congeniale alla storia e alla natura della destra italiana. Potremmo chiamarla appunto, "modernizzazione inclusiva".

 

Un altro tratto significante della nuova destra europea è quello del legame transatlantico in politica internazionale, che non si limita a ribadire il valore delle alleanze ma che si fonda su un comune sentire dell'Occidente.

E'innanzitutto una scelta di civiltà e poi una necessità,è questione etica e non meramente militare. E' destino e non solo interesse.

La nuova destra europea, atlantica, occidentale ha in comune questo senso collettivo di appartenenza ad una comunità di destino che non è vissuta come fortezza assediata. Non si limita a riaffermare le proprie radici, ma cerca di crescere, sino a teorizzare l'esportazione della democrazia dei diritti. Per la destra italiana la democrazia dei diritti deve comprendere la piena consapevolezza che anche il diritto alla diversità, alla identità, alla convivenza e alla integrazione è un diritto irrinunciabile dei popoli.

La nuova generazione della destra occidentale, quella del "conservatorismo solidale", si percepisce molto più globale; comprende le responsabilità che le discendono dall'essere parte del mondo sviluppato e democratico. E' consapevole che disuguaglianze e violazioni dei diritti umani sono situazioni non più eticamente sostenibili e sarebbe colpevole il non percepire i profondi interrogativi che ne discendono.

Non un generico "I care" ma un concreto "I care about you". Declinato non sull'umanità in astratto, ma sulle persone e le situazioni. Appunto una "modernizzazione inclusiva",non irresponsabile né indifferente.

L'11 settembre ha saputo risvegliare la destra, che non a caso vince laddove porta i popoli a recuperare se stessi, il senso della propria appartenenza, il destino della propria civiltà. "Schluss mit lustig"(ediz.Italiana La festa è finita) scrive Peter Hahne nel libro più venduto in Germania lo scorso anno. "Dopo il terrore di New York e di Madrid, dopo i focolai islamici in Medio Oriente e la caccia all'untore di matrice fondamentalista in Occidente, è determinante conoscere i valori su cui si fonda una società libera, viverli e intervenire in loro difesa".

Hahne ci rivela un'Europa profonda e molto diversa da quella di diffusi stereotipi. Un'Europa che si pone domande sul proprio futuro e che trova risposta nelle proprie radici; che scopre l'ignoto del confronto con l'altro da sé, il disorientamento per l'accelerazione della ricerca scientifica e la discrasia con la necessaria consapevolezza morale, il timore che il vecchio continente rimanga indietro rispetto alla straripante tecnologia statunitense, alla inesauribile disponibilità energetica russa ed alla incontrastabile competitività cinese.

Obiettivi e timori che in Francia aveva già posto all'attenzione del grande pubblico Alain Finkielkraut nel suo "L'imparfait du présent", in cui mostrava i limiti di una società di regole e luoghi comuni, intrisa dell'ideologia del "nulla è assoluto". In Italia si trova eco di tali limiti nelle opere di Oriana Fallaci, provocatorie ma utili per riflettere.

Un'Europa che si pone domande, che scopre l'inquietudine, che, riposta la fiducia incondizionata nelle "magnifiche sorti e progressive", chiede risposte alla politica ed alla morale.

"La festa è davvero finita"e "l'oggi è imperfetto"perché si avverte il bisogno di grandi scelte, di grande pragmatismo, di leadership concrete e coraggiose. Non a caso nella Francia della laicità quale valore fondante della V Repubblica, Sarkozy riscopre il senso dell'etica e della religione nell'azione politica per capire e integrare cinque milioni di islamici.

"La religione porta valori speciali nell'educazione nella vita familiare? Si senza dubbio. Tutto ciò che può aiutare a dare un senso alla vita è importante in un momento in cui è così difficile trovare punti di riferimento. L'educazione religiosa è una posta importante perché l'unica tra le attività proposte ai giovani che non sia rivolta unicamente e principalmente al piacere personale. Obbliga ad uscire dall'egoismo e apre il cuore a dimensioni che la sorpassano: l'alterità, la vita come progetto specifico voluto da Dio e il primo posto dell'uomo nel senso di questi, il mondo come destino collettivo in cui ciascuno prende la propria parte".

Una provocazione culturale alta, coraggiosa che ci deve indurre ad osare, anche in Italia.

Ricordando ad esempio che il mondo di valori che si pone dinanzi a una forza di destra, popolare ed europea, non può non partir e dal riferimento primo di ogni politica volta al futuro:il tema delle politiche familiari, e quindi della natalità e dell'educazione, non a caso punto di partenza di "Ocho anos de Gobierno", libro autobiografico di Josè Maria Aznar, che proprio nel sostegno al nucleo fondante della società (fiscali, per l'educazione, per la casa, per l'ingresso delle donne nel mondo del lavoro) vede il perno di ogni politica sociale.

In pari direzione vanno le politiche di sostegno alla vita e alla dignità della Persona ,a cominciare dal tema della cosiddetta "dolce morte" che negli ultimi mesi ha reso evidente la pericolosa deriva del relativismo etico. Il Protocollo di Groningen sull'eutanasia pediatrica in Olanda non può non richiamare le coscienze ad una mobilitazione contro l'espianto della libertà e del diritto alla vita dell'essere umano.

Centrare le politiche sociali sulla famiglia non significa misconoscere che esistono altre forme di convivenze, diverse dal matrimonio, che è e rimane unicamente l'unione tra uomo e donna.

Non si tratta di equiparare le unioni di fatto al matrimonio né di copiare i pacs francesi ma di garantire a diritti individuali non riconosciuti in assenza di un vincolo matrimoniale soluzioni normative imperniate su aspetti fiscali, successori o delle assicurazioni sociali, escludendo l'adozione o il ricorso alla fecondazione artificiale assistita e ribadendo con forza il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre.

E'un discorso complesso, certo difficile, ma che la destra non può ignorare per indicare strade diverse dallo zapaterismo e per evitare che, nel vuoto legislativo, si affermino a livello locale, laddove governa la sinistra, forme di riconoscimento che tendono a equiparare matrimonio e nuove forme di convivenze.

 

Il primo appuntamento su cui dovremo misurarci sarà quello delle elezioni europee del 2009, per dare anche dall'Italia una risposta alla crisi dell'UE condivisa da altri paesi del vecchio continente.

Oggi l'Europa è impaurita, ripiegata su se stessa,disorientata e frammentata, percorsa da fremiti protezionisti, perché in essa è prevalsa una visione burocratica, per sua natura egoista, fatta solo di regole e divieti, incapace di affermare finanche le radice della propria identità. 

La competizione tra i continenti ha aperto la faglia del Mediterraneo: le due grandi religioni monoteiste, cristiana e islamica, rischiano di configgere nell'epoca della globalizzazione, dopo aver sconfitto insieme il sistema comunista che negava le religioni e divideva l'Europa. L'Unione Sovietica, non a caso, è crollata in Polonia e in Afghanistan, nel crinale cattolico e in quello islamico.

L'Italia si è sempre affidata all'Europa ,ma oggi l'Europa stessa è smarrita. Ha perso la sua spinta propulsiva, perché si è allargata prima di riformarsi.

L'Europa della nostra generazione, portatrice di sviluppo e di civiltà, si sente inquieta, arranca nella crescita,è divenuta essa stessa elemento di crisi.

Oggi l'Italia non può più affidarsi solo all'Europa, deve contribuire a rifare l'Europa. Gli altri grandi protagonisti hanno preso atto della crisi del progetto comune e stanno procedendo ciascuno con un proprio progetto.

Nel vuoto di una visione comune,ciascuna nazione (e all'interno della nazione ciascuna destra), ha individuato una propria via per fuoriuscire dalla crisi.

La destra inglese si interroga sui diritti civili colmando il gap che le impediva di parlare al centro e ai giovani. Ed oggi riprende la via del successo, raccogliendo il testimone di Blair che a sua volta, da sinistra fece altrettanto con la Thacher.

La destra francese dà una sua risposta al grande tema dell'integrazione e della identità che oltralpe ha già prodotto lacerazioni inquietanti. La Cdu-Csu tedesca affronta la sfida della globalizzazione con la logica dei "campioni europei", cercando di superare la nuova frontiera dell'Est. La destra spagnola recupera l'identità e le radici della propria nazione senza negare quella dell'Occidente; ha perso le elezioni ma non abbandona la strada della modernizzazione, difende i valori e prepara il futuro. La destra polacca fa altrettanto ma senza ancora capire il senso proprio dell'Europa, stretta com'è tra gli antichi timori dell'accerchiamento ed i nuovi dell'inglobamento.

Per dare un ruolo propulsivo all'Italia, paese fondatore dell'UE, AN intende affrontare le grandi tematiche europee in un'ottica che tenga conto della specificità italiana.

Affrontare il tema dei diritti civili da noi significa in primo luogo ampliare la finestra delle opportunità per la donna e per i giovani, scardinando anacronistici privilegi. Il welfare state è in declino; per costruire la welfare community occorre valorizzare la cultura della sussidiarietà ampliando un welfar e opportunity che consenta un passo diverso all'ingresso della donna e dei giovani nelle istituzioni e ovviamente nei partiti, nel mondo del lavoro e della produzione.

Affrontare le tematiche dell'immigrazione, dopo il fallimento del multiculturalismo, significa conciliare identità e integrazione nella consapevolezza che il melting pot appartiene ad un'altra cultura e un altro continente.

Le comunità straniere in Italia che accettano i valori della nostra società devono essere messe in condizione di integrarsi nel solco della legge Bossi Fini che restaura l'autorevolezza dello Stato con il controllo dei flussi di immigrazione, severo con chi trasgredisce, solidale con chi merita.

Quanto ai diritti degli immigrati, Alleanza Nazionale sosterrà con convinzione la proposta, già avanzata nella precedente legislatura, per il riconoscimento a certe condizioni del diritto di voto amministrativo e si dichiara pronta ad una riflessione sul riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati nel rapporto tra ius sanguinis e ius loci.

 

Alleanza Nazionale è una forza europeista, intende contribuire ad un processo di riforme e di innovazione della UE e ritiene che il Ppe sia ormai diventata la casa comune di coloro che, popolari e nazionali, considerano l'Europa il loro destino,la loro Patria.

Forza Italia e Udc fanno già parte del gruppo e del Partito Popolare Europeo; Alleanza Nazionale deve considerare l'ingresso nel Ppe la prospettiva e l'obiettivo della prossima legislatura europea.

In questi dieci anni si è avuta una costante evoluzione del partito e del gruppo popolare europeo, da forza centrista che comprendeva partiti democristiani spesso alleati ai socialisti nei loro paesi, a forza di centrodestra alternativa alle sinistre sul piano dei valori e dei programmi.

Nei grandi paesi europei, solo Cdu-Csu ha radici democristiane. Gollisti in Francia, popolari in Spagna, conservatori in Gran Bretagna e Irlanda, democratici in Grecia, appartengono ad altre tradizioni, spesso proprio di destra. E non per questo con minor impronta cristiana.

Indicando il Ppe come sua casa comune, Alleanza Nazionale è determinata a dare il suo contributo perché inizi una nuova fase del bipolarismo italiano, nel quadro di riferimento europeo, che crei le premesse per un nuovo e più ampio soggetto unitario del centrodestra e per una nuova coalizione che sappia vincere le prossime elezioni.

AN ha compiuto il suo percorso in dieci anni meravigliosi e impegnativi. Ha legittimato la destra italiana sullo scacchiere nazionale e internazionale. Ha realizzato un partito che parla a tutti,omogeneo sul territorio nazionale.

Ha creato una classe dirigente di governo che sa misurarsi con i problemi della modernità. Ora deve andare oltre, superando gli attuali limiti politici ed elettorali, che rischiano di diventare confini invalicabili, e riprendendo la sua vocazione originaria.

Non solo partito di destra in una coalizione di partiti, ma partito di coalizione, necessariamente di centro destra, capace di rappresentare le istanze del popolo delle libertà.

AN intende farlo senza infingimenti e senza timori consapevole dei successi e degli errori, e rimettendo in discussione il patrimonio acquisito che non va mai considerato quale rendita di posizione.

Sarà l'occasione per fare emergere una nuova classe dirigente più appropriata alle nuove sfide culturali, anche attraverso l'opera di quelle strutture, fucine di idee e di progetti, che sono le fondazioni e le associazioni culturali e sociali.

Diversi modelli europei ci offrono l'esempio dell'opportuna sinergia tra le istituzioni culturali ed i partiti politici:è il caso della Fondazione FAES, per anni propulsore delle iniziative politiche del Partito Popular spagnolo, che oggi non a caso ha come suo massimo ispiratore Josè Maria Aznar.

E'il caso della Conrad Adenauer Stiftung e la Hans Seidel Stiftung per la Cdu-Csu in Germania, nonché per la Center for policyes stuedies, presieduta da Margaret Thacher,rispetto alle opzioni politiche dei Tories. E'il caso, negli Stati Uniti, del ruolo svolto dalla Heritage Foundation e dall'American Interprise Institute,in diverse forme fucine di idee e proposte politiche per il Partito Repubblicano.

Questa dovrà essere la strada per disegnare anche in Italia una nuova forma di partecipazione alla vita della destra politica che non si esprima solo attraverso le tessere, i congressi e gli eletti nelle istituzioni ma anche attraverso l'apporto della società civile e culturale nei luoghi dove essa si organizza,cresce e forma la propria classe dirigente.

 

 

 

Il presente documento è stato redatto dal Presidente Nazionale on. Gianfranco Fini con la collaborazione dell'on. Adolfo Urso e del sen. Pasquale Viespoli ed è stato presentato alla riunione dell'Esecutivo del 18 luglio 2006.

Tutti gli iscritti ad AN saranno chiamati a discuterlo ed approfondirlo, con l'auspicio che anche tanti italiani che guardano con simpatia ad AN lo facciano e con la certezza che anche dai quadri dirigenti dalle altre forze della coalizione di centrodestra giungeranno importanti contributi di idee.

Sarà un primo importante passo per una nuova stagione vincente.
 
 
 

Post N° 1003

Post n°1003 pubblicato il 10 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
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NEWSLETTER
n. 126 – Luglio 2006 C.i.p. Anno VIII°

Direzione politica: Raffaele Garofalo – Coordinamento redazionale: Brando Casonato, Diego Casonato, Stefano Froio, Alessandra Galletti, Paolo Girardi, Alessio Guidolin, Guido Mina, Pierluigi Masia e Luca Pizzolato

 
 
 

Ripensare il Centrodestra

Post n°1002 pubblicato il 07 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006
Foto di AnTreviso

Stiamo assistendo ad un momento di svolta e di evoluzione nel centrodestra e il nostro Partito intendere svolgere un ruolo da protagonista, contando anche sulla valorizzazione della diffusa rete di amministratori locali e sul loro pieno coinvolgimento nell'azione politica.A tal proposito trovate qui il documento presentato dal Presidente Gianfranco FINI durante l'Esecutivo politico del 18 luglio 2006.Il documento è ricco di spunti di riflessione. Vi invito a promuovere, in sintonia con il Circolo Territoriale di riferimento ovvero con la Federazione Provinciale, momenti di confronto con i nostri elettori su tale scritto ed inviare le Vostre opinioni tramite posta elettronica al seguente indirizzo: ripensareilcentrodestra@alleanzanazionale.it

 (da www.alleanzanazionale.it - documento del 18 luglio 2006)

 
 
 

Comunicato del Presidente del Circolo Territoriale

Post n°1001 pubblicato il 07 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

Raffaele Garofalo ricorda che il Circolo Territoriale di Treviso da sempre volge la sua peculiare attività politica nel solco dei tradizionali valori e dei principi ideali che caratterizzano da decenni la Destra politica italiana. Il Circolo pubblica da anni questo bollettino che è sicura fonte di contatto con centinaia di soci e simpatizzanti della città di Treviso e della provincia e che viene altresì inviato a tutti i parlamentari di Alleanza Nazionale. Il Circolo ha prodotto numerosi studi e documenti che riguardano l’interesse del territorio cittadino e delle sue articolazioni rappresentative; e intende continuare a farlo con rinnovato slancio e in un clima di armonia e concordia necessari per una sicura ripresa. Il Circolo ha inoltre, nella sua tradizione, anche il privilegio di aver fornito alcuni tra i candidati più forti nelle liste comunali e circoscrizionali di Treviso contribuendo notevolmente alla conquista del risultato; e intende essere in grado di continuare a farlo nell’esclusivo interesse di Alleanza Nazionale. (Raffaele Garofalo)

 
 
 

Seconda laurea per Paolo Girardi

Post n°1000 pubblicato il 07 Agosto 2006 da AnTreviso

Martedì scorso Paolo Girardi , approfittando del fatto che è in pensione da qualche anno, ha conquistato un nuovo titolo accademico. Si è laureato in giurisprudenza all'università di Trieste, discutendo con il prof. Giovanni Verbari una tesi dal titolo "Il difensore civico regionale". Paolo Girardi è stato uno studente lavoratore "in sevizio permanente effettivo" dal 1962 e contemporaneamente impegnato nell'attività politica ad istituzionale per l'Msi quale consigliere provinciale per 15 anni e consigliere comunale prima a Vittorio Veneto e poi a Conegliano. Ha superato 22 esami su 25 alla facoltà di economnia e commercio a Ca' Foscari a Venezia e di Trieste. Si è laureato in scienze politiche all'università di Padova ed ora in giurisprudenza a Trieste. «Ora mi resta il tempo - rileva - per coltivare la mia passione per gli studi storici». (da Il Gazzettino di Treviso del 09 Luglio 2006)

 
 
 

Post N° 999

Post n°999 pubblicato il 07 Agosto 2006 da AnTreviso
 
Tag: 2006

Supplemento
al n. 126 – Luglio 2006 C.i.p. Anno VIII°

 
 
 
 
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