Bella la vita -.-

Post N° 157

E così alla fine torna tutto com'era prima.

Casini, problemi, sofferenze e gioie, un'altalena con gli anelli che cigolano perchè tu spingi troppo forte, o forse troppo piano e non ti accorgi di essere ingrassato e di pesare troppo.

O forse perchè non sei più un bambino e che prima o poi ti ritroverai con il culo per terra.

Ti guardi allo specchio e ti sembra quasi di non essere cambiato affatto: certo, quel piccolo accenno di barba rimasta all'ultimo taglio, quella nuova acconciatura involontaria che non hai mai pettinato e probabilmente mai pettinerai e quell'aria un po' malinconica e ferita di chi in fondo non c'ha capito un cazzo.

Ma dentro sei sempre lo stesso, imbranato ed impacciato, che arrossiva per un piccolo ed innocente bacetto sulla guancia della ragazzina per cui a 13 anni andavi matto.

Te l'eri ritrovata improvvisamente in camera tua, seduta accanto a te sul tuo letto e parlavate, parlavate, parlavate e tu nemmeno sapevi cosa dirle, perchè in fondo qualsiasi parola spesa senza averne la voglia è aria fritta di cui nemmeno t'accorgi.

D'un tratto si avvicina, ti prende per mano e ti dà un bacio sulla guancia paffutella che avevi e che d'improvviso si tinge paonazza di rosso acceso e la fai ridere, la vedi ridere per questo e dentro di te pensi che anche se sei scemo, sei comunque quello che ha ancora il segno umido delle sue labbra sulla guancia e non te ne frega niente del resto e va bene così.

Sorrido ripensandoci, perchè per quanto malinconico possa essere il proprio passato di bambino, è disarmante l'ingenuità con cui si faceva tutto e si scopriva che il fuoco brucia, che il sole scalda e che se rompi il vasetto della marmellata la mamma poi si arrabbia e ti sgrida.

E ora, con i segni profondi lasciati dai tacchi a spillo che ti hanno calpestato il petto e aperto il cuore in due, passi davanti allo specchio nel corridoio e ti accorgi che dopotutto sei sempre lo stesso imbranato e timido che non sa cosa vuole e che si confonde su ogni cosa tra Sì, No, Forse e Forse è meglio di no.

Penso troppo, al passato che vorrei scacciare e alla malinconia che lo vorrebbe riportare in vita, alla voglia inespressa di fare tanto, troppo, tutto, perchè in 23 anni ho sempre fatto così e all'insofferenza di sentirmi fermo, statico e bloccato.

Torturato nelle accoglienti coperte calde del mio letto, che mai mi erano sembrate così portatrici di pace ma allo stesso tempo le catene di cui ormai sono diventato dipendente: ti svegli al mattino e te ne liberi, convinto che oggi -cazzo- sarà diverso da ieri, che oggi vivrai qualcosa, ti butterai in un nuovo guaio, uno di quelli che mentre lo vivi ti fa star male ma che almeno ti cattura e ti fa crescere, che oggi ti sentirai dire da un amico che sei un cretino perchè stavolta l'hai combinata grossa!

E invece alla fine vivi 12..13 ore, nella speranza che passino in fretta perchè quel letto ti manca da morire e perchè non vedi l'ora di chiudere gli occhi e farti abbracciare ancora da quelle coperte tra il giallo e l'arancione.

Piove.

Le gocce di pioggia rigano la finestra dietro la tenda.

Le lancette della sveglia si muovono, i tuoi pensieri corrono: è ora di dormire.

Domani -forse- sarà diverso.