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IL MIO PASSATO DI ALDA MERINI

Post n°5 pubblicato il 04 Marzo 2010 da classe2b.signa
Foto di classe2b.signa

Spesso ripeto sottovoce

Che si deve vivere di ricordi solo

Quando sono rimasti pochi giorni.

Quello che è passato

È come se non ci fosse mai stato.

Il passato è un laccio che

Stringe la gola alla mia mente

E toglie energie per affrontare il mio presente.

Il passato è solo fumo

Di chi non ha vissuto.

Quello che ho già visto

Non conta più niente.

Il passato ed il futuro

Non sono realtà ma solo effimere illusioni.

Devo liberarmi del tempo

E vivere il presente giacché non esiste altro tempo

Che questo meraviglioso istante.

 

 Noi ragazzi della seconda B, dopo la morte della poetessa, abbiamo portato in classe ciascuno una sua poesia ed abbiamo fatto una lettura a voce alta: poi ne abbiamo scelte due da commentare: questa è la prima.

 La poesia è stata scritta da Alda Merini, scrittrice contemporanea. La poetessa sta vivendo un momento difficile della sua vita e cerca di vivere il presente e di cancellare la malinconia del suo passato. La poesia è formata da una sola strofa composta da 17 versi liberi. Ci sono delle rime baciate al 4° e 5° verso, al 7° e all’8° verso. C’è una rima interna e imperfetta al 16° e 17° verso (presente- istante). La poesia mostra 3 parole ripetute: presente (per due volte), tempo(per due volte), e passato (per quattro volte), con questo lei vuole sottolineare che pensa più al passato che al presente. Compaiono 3 enjambement, ai versi (2-3, 6-7, 9-10). 

La poesia comincia con parole chiare: la poetessa dice che soltanto un vecchio a cui restano pochi giorni di vita può vivere gli ultimi suoi attimi ripensando al passato. Questo non può essere per una persona a cui resta ancora molto tempo da vivere, infatti ella deve pensare al suo presente. La scrittrice dice che tutto quello che è passato è come se non ci fosse mai stato, perché una persona deve pensare solo al suo presente, ma in particolare perché il suo passato è stato duro, doloroso, e lei vorrebbe liberarsene, spesso senza riuscirci. In seguito infatti dice che ha timore del suo passato, e lo paragone a un laccio che stringe la gola alla sua mente e la riempie di pensieri paurosi che la spaventano, infatti quando un uomo ha paura non riesce a inghiottire e sente questa sensazione di chiusura in gola. Il passato di cui ha molta paura le toglie le energie per affrontare il presente: se rimane concentrata sul passato, esso le toglie tutte le forze. Il passato per lei è “fumo”, e per noi su questi versi ci sono due possibili interpretazioni: il fumo ti annebbia la vista, non vedi oltre a dove vi è fumo, così la poetessa non vede il suo presente; ma il fumo è anche quello della sigaretta, è qualcosa che ti dà dipendenza, senza non puoi vivere.

Per convincere se stessa, la poetessa chiude la poesia ripetendosi che quello che è passato non conta più niente, il passato ed il futuro sono effimere illusioni, e non bisogna né pensare a quello che ti è capitato in passato né a quello che ti accadrà in futuro, ma solamente vivere il presente.

 
 
 
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Un blog di: classe2b.signa
Data di creazione: 11/12/2009
 

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